Ciao, finalmente riesco ad avere la tranquillità per leggere e recensire il tuo ultimo lavoro, che di sicuro non meritava poca attenzione. Anzitutto lasciami farti un "in bocca al lupo" per il tuo viaggio a Londra. Sapevo già tutto, ma ti rinnovo i complimenti per l'idea che hai avuto. Devo ammettere che mi ha fatto uno strano effetto pensare che queste stesse righe verranno lette proprio da Mark Gatiss in persona. E ti devo fare i complimenti anche per questo perché non tutti avrebbero avuto il coraggio di far leggere cose proprie a uno scrittore e sceneggiatore così importante e così bravo come è Mark. Quindi davvero bravissima anche per questo.
Ora, non so cosa ne penserà Mark, ma a me è piaciuta davvero molto. Direi che, tra tutti i tuoi componimenti, questo è il più poetico. Anche gli altri hanno uno stile evocativo, ma qui c'è una struttura più tipica della poesia. Hai scelto di usare versi liberi e di non rimare, ma mi è piaciuta comunque. Quindi in questo senso si distingue, ma ci riesce anche per i contenuti. L'altra particolarità riguarda la doppia chiave di lettura che ho trovato. Leggendola per la prima volta, senza aver visto le note in fondo alla pagina, si può pensare a un amore triste o non corrisposto o, ma questa è un'eventualità che preferisco scartare, a un Mycroft che è morto. Se si pensa alle prime due eventualità è piuttosto semplice: Mycroft è il protagonista di questi pensieri, lui prova questi esatti sentimenti e rivolge i suoi pensieri a un qualcuno che o non lo corrisponde, oppure che non sa ancora nulla. Pensando a una persona come Mycroft si può credere che ammiri il suo Lestrade, ma non abbia il coraggio di confessargli ciò che prova e quindi si lancia in una promessa. Eppure leggendo ho avuto la sensazione che Mycroft invece non fosse più tra i vivi, perché quasi implora che si ricordi di lui, gli promette che sarà nel cielo, nella terra e nel vento e che lo amerà in questo modo. Che è indubbiamente diverso dall'amore fisico o spirituale, ma che comunque esiste e nel quale lui crede al punto da arrivare a pensare a tutto questo. Non mi piace credere a Mycroft morto, quindi preferisco quasi pensare a lui come a un qualcuno che ama, ma non ha il coraggio di confessare i propri sentimenti e quindi lo fa da lontano.
L'altra interpretazione che le ho dato arriva dopo aver letto le note finali. Ora, come dicevo conoscevo già quello che era il tuo progetto, ma in un primo momento non avevo associato questa storia al tuo progetto nello specifico. Sapendolo mi sono resa conto che queste parole forse appartengono più a te che al personaggio. In questa chiave di lettura il velo che separa narratore da autore è caduto, non esiste nemmeno. Queste parole sono le tue, rivolte a Mark Gatiss. Un Mark che incontrerai fugacemente, al quale darai quello che gli devi dare e che poi, mi auguro per te, leggerà queste esatte righe e a quel punto troverà la tua implorazione. Ovvero il momento in cui gli chiedi di ricordarsi di te. Anche questa visione dei versi è molto profonda, quasi più malinconica rispetto alla precedente perché coinvolge tutte le meccaniche tra ammiratore e celebrità, che non voglio approfondire in questa recensione perché non mi pare il caso di farlo. Voglio comunque dirti che anche l'idea che possa essere così che hai pensato questa breve storia, mi intriga parecchio.
Che dirti? Buona fortuna per Londra.
Koa |