Ciao, eccomi per lo scambio!
Forse l'hai intuito dal mio profilo, ma Draco è un personaggio che mi interessa tantissimo. Il suo Patronus – che è un elemento interessante di per sé – è un argomento che ho visto abbastanza dibattuto (è in grado/non è in grado, quale forma avrebbe) e mi intriga davvero tanto come tema, quindi non potevo proprio farmi scappare questa storia!
Immagino che in tre anni il tuo stile sia mutato, quindi non mi soffermerò troppo sulla forma, ti segnalo giusto qualche imprecisione che ho trovato. Prima di tutto il trattino breve al posto del lungo per i dialoghi, ma sono andata a sbirciare storie più recenti e ho visto che sei passata alle virgolette, quindi forse te ne sei già accorta.
Sempre riguardo ai dialoghi, credo che in "aveva mormorato; -Devi" al posto del punto e virgola andrebbero i due punti, per introdurre la battuta.
Unico altro errore (chiaramente un refuso) che ho notato è:
"dischiuse il becco" dove dovrebbe essere "dischiude", dato che la narrazione è al presente.
A parte questo, tutto corretto! Ho apprezzato che la storia scorresse, le frasi sono ben bilanciate e si lasciano leggere piacevomente.
Ce n'è una che mi è piaciuta in particolare:
"La sua felicità era lì, in quei piccoli occhi grigi che lo fissavano, ancora confusi e inconsapevoli. In quel bambino che, dopo una vita di sbagli, era la cosa più bella e più giusta che lui avesse mai fatto."
Mi è piaciuta moltissimo in particolare la definizione di Scorpius come "cosa più bella e più giusta" dopo una vita di sbagli. Mi ha colpita.
Draco l'ho trovato sicuramente IC; mi è sembrato un po' strano, andando avanti, che come primo tentativo per il Patronus abbia scelto un ricordo di quando aveva dodici anni e non abbia pensato subito ad Astoria, ma è una scelta funzionale alla storia e soprattutto mi piace tantissimo come tu abbia ripreso anche questo ricordo nel finale, ricollegando tutto in poche precise immagini. E in ogni caso mi piace molto che tu abbia descritto una passione di Draco (il volo), oltre a persone importanti per lui come sua moglie e suo figlio – che ovviamente sono il simbolo della sua felicità raggiunta, ma mostrare anche una sua passione personale e precedente lo rende più completo. Come anche agisce in questo senso il tuo raccontare del suo interesse (puramente teorico) per le pratiche oscure della magia, interesse che lo porta proprio ai Dissennatori e per conseguenza al Patronus che gli permette finalmente di affrontare i suoi incubi e lasciarseli alle spalle.
Il tuo Draco ha trentaquattro anni ma non è ancora riuscito a disfarsi del passato, e considerando di che passato si tratta questo lo trovo molto realistico. Triste, anche, ma il lieto fine spazza via ogni malinconia; la scelta del Patronus come mezzo per farlo finalmente andare avanti mi ha convinta, l'ho trovata originale oltre che interessante. Mi ha stupita la scelta del Patronus, invece, un'aquila che di mio non credo avrei mai attribuito a Draco ma che qui simboleggia libertà ed è allora perfetta: proprio ciò che serve a chi la evoca.
Vorrei spendere due parole anche per Astoria: la sua caratterizzazione è, per ovvi motivi, solo accennata, ma mi è piaciuta. L'hai dipinta come una donna decisa, che sa ciò che vuole e non esita a prenderselo; gli occhi in tempesta che si addolciscono solo con Draco me l'hanno fatta immaginare molto combattiva, un tratto che non credo di aver trovato in altre storie con lei che ho letto (anche se devo dire di non averne lette poi molte). È, in ogni caso, la donna che aiuta Draco a rivedere la luce dopo il buio della guerra, visione che condivido.
Ti ringrazio per il bell'approfondimento su Draco.
Alla prossima!
Mari |