Come sempre non posso non notare il modo in cui descrivi dettagliatamente l’ambiente che circonda la protagonista. Mi sto riferendo proprio alle prime righe.
Così facendo è come se io da esterno entrassi pienamente nel personaggio di Lexa.
E’ come vedere quello che vede lei ma soprattutto sentire ciò che sente lei; il riferimento al suono della chitarra è assolutamente voluto!
Il primo sorriso comunque me lo hai strappato quando Lexa mette in guardia Raven su un “possibile” per non dire probabile incazzamento stile bestia selvaggia, di Anya!
Adoro sempre come descrivi la bionda; per me lei, all’interno delle tue storie è sempre azzeccatissima e maledettamente intrigante.
Ma..il “buona fortuna” augurato e un modo carino per non dire spudoratamente “Condoglianze Reyes”?. Ok la smetto, giuro.
Non so perché ma è stato interessantissimo il ruolo che hai affidato a Clarke. Non me la sono mai immaginata come un’artista di strada ma adesso, per come l’hai descritta mi fa veramente dire “Cavolo, è perfetta, è il suo ruolo”. Sei stata minuziosissima in tutti i dettagli; non solo riguardo alla voce. Adoro come fai sempre emergere questa cosa della sua voce graffiante ma stavolta quello che mi ha colpito di più è senza dubbio la descrizione del suo abbigliamento e di come tiene il ritmo con il piede. Non so perché mi è rimasto impresso.
Lexa che le lascia il biglietto? Che dire, tipica mossa da Lexa e assolutamente in linea col suo personaggio. Avrei dato non so cosa per poter assistere al loro primo incontro e vedere con quale naturalezza Lexa toglie le banconote dalla tasca!
Clarke che tentenna a chiamare Lexa? Per quanto sia una donna intraprendente, come dici tu, ci sta che sia titubante. Se l’avesse chiamata il giorno dopo per me sarebbe stato oltre che troppo frettoloso, anche poco credibile.
Anche per quel che riguarda il loro primo incontro / colloquio lavorato io l’ho trovato assolutamente azzeccato. Una Lexa molto, molto professionale e una Clarke molto sulle sue e a tratti forse ancora un pochino incredula. Mi piace questo tuo modo di non affrettare le cose e anche se certe scene possono risultare non fondamentali, per come le scrivi, rendi sempre tutto molto coinvolgente e alla fine, quando ti ritrovi a rileggere la storia non puoi far altro che dire “Si, così doveva andare sin dall’inizio”. Credo di non essere mai stata in disaccordo su nessuno dialogo e/o scena, sappilo.
Sappi anche che sono d’ accordo sul ruolo affidato a Titus e sulla spontaneità della chiacchierata fatta sul balcone e di come i pezzi si sono magistralmente incastrati.
Non è molto facile per me riuscire ad esprimere con parole di senso compiuto i ruoli che crei in ogni storia. Anche in questo caso potevi benissimo descrivere Clarke come una semplice cameriera che incontrava Lexa per caso nella caffetteria che fatalità si trova vicino all’ufficio, invece hai dato questo tocco in più che completa il personaggio di Clarke a trecento sessanta gradi!
E lo stesso discorso vale per l’incontro tra la bionda e Titus. E’ tutto come dovrebbe essere.
Se non hai capito il mio ragionamento ti darò spiegazioni in separata sede, ahahha!
E così…Così hai lasciato la classica patata bollente a Lexa facendo sparire magicamente Anya praticamente…Per tutta la serata? Non oso e non sto scherzando, se i ruoli fossero invertiti. Mi dici come diavolo avrebbe reagito Anya! Hai scelto la via più facile perché per me..Sotto, sotto pure tu hai paura di An! Ammettilo.
Sai cosa mi ha incuriosito e non poco?
Il fatto che Clarke abbiamo fatto, per così dire la prima mossa e abbiamo invitato Lexa a bere qualcosa.
E forse mi sono stupita maggiormente sul fatto che abbia dovuto ripetere l’invito una seconda volta. E’ stato interessante.
Ancora mi devo riprendere da tutto ciò che è successo dopo.
Hai diretto il tutto in maniera impeccabile. Sei stata una direttrice d’orchestra meravigliosamente impeccabile, senza un minimo segno di sbavatura.
A parte Lexa e la sua uscita perché diciamocela tutta…Non intendeva dire quello che ha detto, ok, ciò non toglie che è stata pessima.
Al posto di Clarke le avrei dato io qualcosa di “appropriato”..Ovvero un bel ceffone.
Ok, lo so, lo so che le cose per andare bene prima devono andare male altrimenti risulterebbe tutto falso e poco coinvolgente ma devo sfogarmi. E mi fermo qui perché ho già dato nella mia testa a fine lettura!
La parte prima del finale l’ho adorata perché l’ho sentita veritiera e semplici. Tutti i dialoghi, dal primo all’ultimo mi hanno fatto sentire coinvolta. E’ come se fossi stata a tavola con tutti loro, come se avessi sgranato gli occhi e spalancato la bocca dicendo “Certo che il mondo è piccolo” visto che a quanto pare tutti conoscono tutti!
Forse però la scena più intensa è stata vedere Clarke, al buio con la sola compagnia della sigaretta e dei suoi ricordi. Non so dirti perché ma è stato un momento magico che Lexa, con la sua presenza ha contribuito a rendere tale!
Fortuna che Clarke si è limitata al sarcasmo e non al ceffone!
Una Clarke decisa, che sa quello che vuole è la miglior cosa mai letta!
Allora…Fortuna che per questa os non eri ispirata, eh?
Magari il ceffone dovrei dartelo io, non credi?
Non aggiungo altro se non un “sorry” per tutti gli strafalcioni che leggerai in questa pseudo recensione ma, se voglio vedere il bicchiere mezzo pieno, sono contenta di averla scritta.
Il tuo lavoro merita di essere valorizzato.
Alla prossima storia.. Quando verrà, con calma, non prenderti pensieri e preoccupazioni inutili. |
