Non è male, anche se (al fine di creare un senso di inquietudine maggiore) avrei fatto descrivere più dettagliatamente al protagonista l'angoscia derivata dal rendersi conto di essere lui nella stanza rossa. Cioè, puntare sul l'incredulità, dagli magari supplicare perdono (della serie, vedi che non si fa agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te).
Per il resto è OK, purtroppo quella dei film snuff, delle chat strane e del torture porn è una realtà più spaventosa di molte storie di fiction

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C'è qualche errorino grammaticale (cavarli invece di cavargli) ma la trama è abbastanza carina. Mi piace come ti sei soffermato/a sulla psicologia del protagonista, sulle sensazioni che prova e sulle sue motivazioni, non tanto sulla violenza a cui prende parte. Il finale un po' me l'aspettavo, non sono rimasta molto stupita e avrei tanto voluto che durasse un po' di più e che raccontassi come ci si sente a stare dall'altra parte della telecamera, senza sapere cosa gli altri utenti sceglieranno per farti del male. Bella comunque l'idea di raccontare questa realtà che ancora pochissimi conoscono!

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