Ciao Koa,
Perdonami come sempre per il ritardo. Sono giorni davvero pieni questi e sono felice di aver finalmente trovato il tempo di continuare questa storia e poterla recensire, perché questo capitolo mi è piaciuto davvero tantissimo, sotto tanti di quei punti di vista che non so nemmeno da quale cominciare.
Sicuramente in primis una cosa che ho già detto nelle precedenti recensioni: l'introspezione di John, gestita egregiamente sotto l'influenza di questa seconda persona usata con maestria, poi ho davvero apprezzato la consapevolezza di John che mai e poi mai potrà sorprendere Sherlock Holmes, ma ci prova lo stesso e difatti, in questo caso, ci riesce quasi.
La descrizione di Sherlock che racconta la fiaba a Rosie non è solo un momento estremamente dolce, ma è commovente. Qui c'è Sherlock in tutta la sua umanità. E se John è stato l'inizio di quel cambiamento, Rosie è il suo compimento finale. Sherlock Holmes è umano, può amare e può cambiare, se ama. Una visione davvero molto bella, definita e realistica del detective che tutti pensavamo senza cuore.
Fa cose da padre, con una dolcezza che non sapevamo gli appartenesse, ma è come se fosse un vestito nuovo che porta addosso ma che gli calza a pennello. Fa strano su di lui, ma gli sta bene. Rosie e John sono il suo mondo, il suo nuovo obiettivo per vivere. Non è più sposato col suo lavoro, ma con la sua famiglia e questo è Sherlock Holmes post quarta stagione, in tutta la sua bellezza. Perciò davvero complimenti per il lavoro psicologico che hai svolto su di lui.
Quando John infine si presenta, dopo la favola che racchiude tanti personaggi che conosciamo, tra cui appunto loro due, c'è la sorpresa che temeva di non riuscire a fargli. Uno John sorpreso della sorpresa, e uno Sherlock infinitamente felice e impaziente di averlo di nuovo lì.
un'attesa lunga, che è finita, che implica il dover affrontare quello di cui hanno parlato nello scorso capitolo, chiusi in uno sgabuzzino stretto.
E qui, sebbene siano ad un passo dal farlo, le paure esplodono. John ha paura che nulla possa andare come vuole, si tira indietro, lo riempie di domande... di dubbi... e infine, Sherlock lo caccia. Lo caccia perché per una volta che si sentiva sicuro, John lo ha messo in crisi con le sue domande. Come se... come se effettivamente la sua eterosessualità tenesse su l'orgoglio maschile e che debba per forza predominare invece di essere dominato. Come se avesse importanza, e di fatto non ne ha.
Mi si è stretto il cuore a leggere di Sherlock che crolla a quel modo. In linea con un personaggio che solo John può mettere in crisi e così succede. I dubbi logorano quello che fino ad un momento prima era la sicurezza più grande di tutte. E john, per fortuna, si riprende in corner, come un vero soldato e Sherlock... lo perdona, perché non potrebbe fare altrimenti.
Non ho mai letto nulla di rosso, uscito dalle tue mani, ed è la mia prima volta. Devo davvero farti i complimenti, perché riesci a descrivere un atto come il sesso, senza dimenticare le introspezioni, le emozioni e la profondità di un gesto che in questo caso è il primo di molti, ma che ha più importanza proprio perché si ricerca un equilibrio e un'affinità anche in quell'ambito. Come dicono, il pirata e il tritone sono completamente diversi, ma vanno d'accordo lo stesso. Alla fine si incontrano nel mare, che è forse l'unico elemento in comune che hanno. John e Sherlock in comune hanno il bisogno di qualcuno che li accetti, che li ami così come sono. Che ammirino la loro voglia costante di pericolo e di adrenalina pura. Loro sono simili e diversi, ma sono due pezzi di puzzle perfetti.
E tu, in tutta la storia, non dimentichi di dirci le loro diversità ma allo stesso tempo sottolinei quanto entrambi abbiano bisogno l'uno dell'altro.
Nel finale, ne sottolinei una complicità appena nata che già proietti al futuro. Ci saranno altre volte, quasi infinite, e sempre belle, sempre più personali, sempre più intime e loro.
Infine, dici nelle note di non poterlo attribuire al genere erotico, ma io non sono dello stesso avviso. Un conto è scrivere qualcosa che sfocia nel porno, che descrive l'atto in sé, fine a se stesso. un conto è quello che hai fatto tu: descrivere non solo quello che stava accadendo (preliminari e non), ma anche le emozioni e acosto di ripetermi, la seconda persona usata egregiamente ha reso il tutto caldo, quindi erotico. Non posso che apprezzare tutto questo, da amante del genere e credimi, ho sempre paura di trovarmi di fronte ad un erotico che è solo una lunga lista di cose che i due fanno durante il sesso, qui invece non è così.
C'è emozione, e se c'è, hai centrato il punto, e ci tenevo a dirtelo perché mi è veramente piaciuto tantissimo, sotto tutti i punti di vista, questo capitolo!
Insomma, il prossimo sarà l'ultimo e sono proprio curiosa di scoprire cosa mi aspetterà. Nel frattempo ancora complimenti!
A presto
Miry |