Recensioni per
Di ghiaccio e di oscurità
di yonoi

Questa storia ha ottenuto 40 recensioni.
Positive : 40
Neutre o critiche: 0


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Ciao Yonoi.

Una storia davvero bella. Mi piacerebbe poter parlare di marinai (che io amo particolarmente), come fai tu, Invece meglio che non scriva nulla su di loro, per evitare porcherie. Già quando scrivo di soldati vengono fuori certe boiate...

Ad ogni modo ti faccio di nuovo i complimenti per il tuo stile, sei davvero un ottimo autore.

Ciao caro^^
Eccomi qui finalmente!
Devo confessarti di essere una grande amante dei romanzi di avventura, di esplorazioni e soprattutto di viaggi di mare.
Mi è nota la vicenda della Terror e della Erebus e dell'ardita missione di trovare il passaggio a nord ovest, e grazie a questo tuo splendido racconto ho l'occasione di approfondire la questione. Magari in futuro leggerò anche il romanzo di Simmons, ma per ora mi approccio alla tua storia^^
Hai descritto magistralmente l'ambientazione artica, mostrando come l'essere umano sia totalmente impotente di fronte alle forze della natura. Alcuni passaggi mi hanno ricordato "Le montagne della follia" di Lovecraft.
Mi ha colpito particolarmente l'aspetto umano della faccenda, hai rappresentato per bene la disperazione dei marinai, i quali cercano in ogni modo di sopravvivere, e come unico conforto hanno il ricordo di una casa lontana a cui forse non faranno più ritorno.
Altra questione interessante è quella economica-sociale, la spedizione venne finanziata soprattutto per motivazioni economiche e di propaganda imperialista, gli uomini al comando sono figli di una società che antepone orgoglio e apparenza ad ogni cosa.
La figura di Lady Jane sembra essere un ponte tra i due mondi, e al momento è l'unica a poter salvare la situazione.
Complimenti, è sempre un piacere leggere i tuoi racconti^^
Alla prossima! :)

Il racconto è incredibilmente realistico e riesce a trasmettere sin dalla prima riga il rigore del gelido paesaggio con quello 'strano' sole che non tramonta e le distese dei ghiacci, alla disperazione e al terrore delle morte. Una morte che è raccontata con agghiacciante freddezza: dati numerici, stime... gli uomini si fermano e si adagiano quando rimangono privi delle forze per morire soli, senza nemmeno la compassione dei loro compagni che potrebbero essere i prossimi e non hanno forze neppure di soccorrere, figurarsi per compatire. Addirittura si è tanto usi al perdere gli uomini che ormai si riconoscono i 'candidati' dai segni e sintomi, come fosse un macabro gioco.
Il ghiaccio incombe, circonda e inghiotte tutto.
Il potere di questa narrazione è una descrizione che, per nulla volta all'ossessione del macabro particolare, riesce comunque a trasmettere il senso della disperazione di queste persone. Persino il senso della futilità del viaggio intrapreso.
Lady Jane è un personaggio fantastico e si presenta immeditamente con la sua forte irruenza che però prova il suo grande coraggio, anziché sconsideratezza. Il fatto che sia diventata terrore dell'Ammiraglio e abbiano scritto una canzone su di lei, completa la leggenda XD e incuriosisce tremendamente sapere cosa farà con la spedizione che sta per lanciare: sopratutto chi o cosa troverà e quale sarà il risultato finale.
Complimenti, questo primo capitolo è impeccabile in quanto a grammatica e stile! =D
A presto,
Rita

Ciao di nuovo ^^
Ecco che finalmente sono riuscita a finire questo bellissimo primo capitolo.
Ho letto "velieri" "Marina britannica" e mi sono tuffata sulla storia, se permetti il gioco di parole.

Complimenti per come hai ricostruito le vicissitudini della HMS Terror e della Erebus. L' idea di adottare un osservatore interno è molto interessante perchè coinvolge appieno nella drammatica vicenda degli equipaggi superstiti, destinati a perire tra i ghiacci per l'incompetenza dei superiori.
Al contempo, però, non hai calcato la mano sugli aspetti più "truci" della vicenda. Li hai accennati ma non approfonditi, senza sbrodolare con descrizioni eccessivamente truculente.

All' opposto di quell' Inferno ghiacciato, una vecchia signora combatte instancabilmente per avere delle risposte e, dato che la storia è appena iniziata, sono molto curiosa di scoprire come procederà la vicenda.
A presto, dunque! ^^

Recensione premio per il contest "Senza tempo" - 1/4

Ciao yonoi!
Eccomi finalmente, anche se un po' in ritardo, a consegnarti la prima delle tue meritatissime recensioni premio. Si inizia, come spesso nelle tue vicende, in un contesto inospitale, in cui degli uomini ridotti la limite arrancano per salvarsi la vita: la ricostruzione che fai delle condizioni della nave e dell'equipaggio è davvero impressionante, realistica ma anche soggettiva, filtrata dal punto di vista di uno tra i più fortunati tra quegli uomini, a quanto pare per ora... perché il destino sembra segnato per tutti. Però il genere è il soprannaturale: fantasmi ghiacciati in arrivo? ;)
Molto belle le descrizioni degli Inuit, le ho davvero apprezzate per il tono utilizzato nonostante la situazione.
L'unica a non rassegnarsi, così tanti anni dopo, è l'anziana e indomita Lady Jane Franklin... chissà cosa si ritroverà di fronte nelle gelide lande canadesi...
Ad essere sincero, non apprezzo così tanto le storie raccontate da diari e manoscritti, anche se l'intrecciarsi dei piani temporali mi affascina invece moltissimo... tuttavia il tuo stile riesce sempre a risaltare ogni particolare, rendendo il tutto poetico e dettagliato ma mai pesante!
Nonostante il caldo si prosegue nella lettura, sperando che il vento gelido dell'Artico possa rinfrescarmi un po'! XD
A presto!
mystery_koopa
(Recensione modificata il 25/06/2019 - 04:40 pm)

Recensione premio per il contest “Specchi, ombre e presagi: il doppelgänger”

Caro yonoi,

Questo capitolo narra un tema caro alla letteratura gotica: l’eterna sfida tra le forze ancora sconosciute della Natura (il XIX secolo è anche il periodo delle ultime grandi esplorazioni scientifiche e geografiche, delle sorgenti del Nilo e via a dire) e la forza insita nel raziocinio umano.
Sulla falsariga di queste tematiche che richiamano allo stesso modo sia il Frankenstein di Mary Shelley che il cupo Cuore di tenebra di Conrad, si inserisce questo tuo scritto ricco e mirabile sul passaggio a Nord Ovest.
Il lungo e penoso viaggio si snoda attraverso un carteggio/diario che il bibliotecario tiene per tenere traccia di una disfatta umana. Non starò a fare il riassunto di ciò che tu hai meravigliosamente messo su carta, ma mi focalizzerò sul senso di tetra oscurità che fa da ossimoro al bianco abbacinante dei territori del Canada/Alaska: è lì, nella candida neve, che si consuma la follia umana di un ufficiale che decide (forse) di sacrificare gli altri, di un popolo di nativi (due in realtà) che viene accolto a colpi di fucile a fronte di un omaggio salvifico offerto.
Il modo in cui descrivi la disperazione, l’orrore e anche la perdita della lucidità di alcuni membri dell’equipaggio è efficace e funzionale: il protagonista della prima parte del racconto mantiene la sua umanità proprio in virtù di non essere un esploratore né un uomo d’azione, ma perché, conoscendo i libri, ha sviluppato la necessaria empatia per capire l’animo umano.
Ho apprezzato particolarmente questa tua frase che mi ha ricordato uno dei miei poeti/autori preferiti, Fabrizio De André:
alcuni di noi sognarono con tale intensità le colline dell’Inghilterra e della Scozia, le costiere del Galles, le brughiere d’Irlanda, che il mattino seguente altri cinque marinai non si destarono più.
Il riferimento è alla canzone Fiume Sand Creek, nei versi “sognai talmente forte/che mi uscì sangue dal naso…”
L’ultima parte del capitolo ci presenta Lady Jane. Ho adorato questo personaggio perché, pur essendo una donna forte e volitiva, non è fuori dal suo tempo. È inglese in un’epoca in cui gli inglesi erano ovunque, a seguire l’andamento di un impero che il più delle volte li sbatteva dall’altro capo del mondo; è ricca e nobile e ha i mezzi per fare ciò che fa e, soprattutto, usa un mezzo di comunicazione che nel 1854 è ancora relativamente nuovo, la stampa.
Stilisticamente avevo già avuto modo di notare quanto i tuoi testi siano curati e belli. La qualità di ciò che scrivi però non è evidente solamente nella correttezza ortografica e grammaticale, ma anche nella robustezza della trama e dal lavoro di ricerca che c’è dietro e che risulta assolutamente evidente al lettore. Lo stacco tra la prima parte in forma diaristica e la seconda londinese e con un PoV diverso a me piace: ha un taglio cinematografico che ho seguito con grandissimo piacere. Insomma, posso dire di aver trovato una lettura assolutamente affascinante.
A prestissimo per il prossimo capitolo!
Un caro saluto,
Shilyss

Vincitore Primo Posto Parimerito
yonoi. "Di ghiaccio e di oscurità" 49,50/50







Grammatica e stile: 9,5/10 (grammatica 4,5/stile 5)

Il tuo stile è semplicemente bellissimo e l’ho adorato dall’inizio alla fine. Hai raccontato una storia magnifica e struggente e lo hai fatto in una maniera squisita, utilizzando un lessico ricercato e uno stile adatto ai tuoi personaggi. I refusi sono pochissima cosa e sono quasi impossibili da evitare in un testo che sì, è lungo e supera le 23.000 parole pur rimanendo sotto i limiti imposti dalla Giudicia che indisse il contest, ma è bellissima da leggere e rileggere, come ho fatto io. I refusi, come dicevo, sono pochissimi, ma poiché quelli relativi all’uso del trattino per l’inciso si ripetono più volte nel testo hanno un peso maggiore.

Di lì a poco, inevitabilmente, si fermavano. A parte quelli che cadevano e non riuscivano più a rialzarsi - e noi eravamo troppo sfiniti per aiutarli - / ordini insensati - era stato lui a far caricare la pianola su una scialuppa, per allietare le sue serate a suon di musica - [ trattino breve anziché lungo – questo, per intenderci].

Il capitano proponeva di costruire una zattera per varcare lo stretto, oppure di metterci in marcia fino al più vicino avamposto inuit segnato sulla mappa. [doppio spazio].

“Temo che anche voi abbiate travisato”- [manca lo spazio, travisato” – disse…]

L’unico oggetto che pareva adatto alle circostanze erano degli stivali a cui erano state applicate delle assicelle, per migliorare la presa sul manto nevoso [non lo considero come errore perché è sottinteso che siano un paio di stivali, ma sarebbe stato meglio, per la concordanza menzionarlo].

Ora, mentre dal suo accampamento solitario sorvegliava la notte, e le voci dei bivacchi giungevano con sempre minore intensità, mano a mano [la locuzione è “a mano a mano”.]

Una squadra di marinai inviati in perlustrazione stava rientrando in preda a una grande agitazione: [doppio spazio]



Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Hai usato moltissimi personaggi in questa avvincente e bellissima storia. Senz’altro ben caratterizzato è il personaggio di Christian Fraser, il bibliotecario che scrive di sua mano una parte della storia sui frammenti di libri che riesce a riprendere dalla nave incagliata, creando un memoriale struggente e amarissimo della fine di una parte dell’equipaggio. Il suo punto di vista è parziale e di parte, e proprio questa coralità presente nella tua storia consente di leggerla e di appassionarsi, di volta in volta, a tutti i personaggi, ma anche a guardarli sotto una luce differente: è il caso del tenente Colby, un personaggio originale di rarissima completezza e bellezza, visto sia attraverso l’occhio carico di pregiudizio di Fraser e di Croizer che attraverso il suo proprio e di coloro che lo amavano, come Marlowe. È il vero e proprio eroe della storia e sappi che la sua dignitosissima morte, il suo magnifico cedere all’oblio che era il prompt della storia, mi hanno profondamente commossa, così come la storia tragica della foca impagliata e della bellissima e sfortunata Qannik. Era semplicemente perfetta non solo per il modo in cui l’hai caratterizzata alla perfezione pur senza farle pronunciare una sola battuta, ma anche per il giusto modo, la giusta tragedia, la giusta profondità. Insomma, in una parola, era tutto semplicemente perfetto.

Lady Jane Franklin è un personaggio storico realmente esistente che hai saputo dipingere con estrema grazia e intelligenza, sia studiando bene ciò che resta della determinata donna che inserendola perfettamente nel suo contesto. È coerente con le notizie che abbiamo di lei e questo era un compito davvero difficilissimo da portare a termine.

Altro personaggio di estrema importanza e ben caratterizzato è McClintock: suo è il compito di scoprire e confermare le teorie di Rae sul cannibalismo cui sono ricorsi gli uomini. Ho adorato il fatto che parli col fantasma di John Torrington per tutto il tempo sapendo consapevolmente che lui era un fantasma, mentre abbia capito solamente in un secondo tempo, ovvero alla fine della storia con un cliffhanger degno de Il sesto senso e altrettanto stupefacente, che Henry Torrington e sir Edward Marlowe erano fantasmi e non persone in carne e ossa. Un dettaglio inquietante, soprattutto perché hai caratterizzato questi ultimi alla perfezione facendomi credere fino in fondo che fossero reali.

Utilizzo del pacchetto: 10/10

Che il genere sia sovrannaturale è assodato. La spedizione a caccia della Erebus e della Terror – nonché di ciò che resta dei due equipaggi – è costantemente accompagnata da presenza sovrannaturali perfettamente inserite, che interagiscono con i viventi in maniera palese (il fantasma del ragazzo che aiuta il comandante e che gli fa visita di notte) o rivelandosi solo nel finale che sorprende e colpisce (come gli uomini che avevano già navigato con Lord Franklin). Il concetto di oblio è duplice e inserito in differenti modi: è avvolta dall’oblio la vicenda delle due navi scomparse con gli uomini, è obliato il passaggio a Nord Ovest che verrà scoperto da Amundsen diversi decenni dopo, è obliata la ragione degli uomini che, spinti dalla fame, precipitano in una condizione di bestialità che li spinge a divenire cannibali. L’oblio è suggerito anche dagli immensi spazi artici, invivibili se non per quelle popolazioni di inuit che sanno come sopravvivervi. Tutto semplicemente perfetto. Ovviamente è presente anche la frase, inserita in uno dei deliri dovuti all’alcool di McClintock.

Originalità e Trama: 10/10

Si può mescolare il genere d’avventura e ispirarsi a una storia vera e inserire in maniera coerente e credibile l’insidioso genere sovrannaturale? Si può – si è potuto – in questa bellissima storia. Non credo che esistano trame originali in generale, ma qui premio il guizzo di genio che ti ha permesso di scegliere proprio questa storia – la spedizione fallimentare e tragica di Sir Franklin e le successive e infruttuose operazioni di ricerca – condendola con elementi suggestivi alla Conrad che, tra l’altro, hai citato. Ho rivisto un po’ dell’atmosfera e della letteratura ottocentesca di viaggi, nella tua storia. Esattamente come “Cuore di tenebra,” il viaggio esplorativo verso un luogo inospitale della terra è un viaggio dentro se stessi e lo è per tutti i protagonisti della storia.

L’elemento occulto è inserito molto bene e in maniera intelligente, tale da ingannare totalmente il lettore e i protagonisti della vicenda. I fantasmi ingannano, rivelano, spingono i vivi ad ascoltare la loro voce, insistono, svelano, ma lo fanno sempre per un fine: la verità e che le ossa dei defunti riposino in pace, un tema, questo, caro in tutte le epoche perché affonda nel nostro sentire. Determinante, nella storia, è la tematica costante della tomba e della dignità che i defunti devono avere nel proteggere la stessa e la loro memoria, un concetto che arriva a impregnare fino all’ultima riga della storia quando, finalmente, la Erebus e la Terror vengono liberate dai ghiacci. Eppure, il mistero principale è già stato svelato.

Gradimento personale: 10/10

Un racconto d’avventura che si pone lo stesso interrogativo di Cuore di Tenebra (che giustamente citi in apertura al secondo capitolo) e che propone una storia realmente esistente e per nulla inventata (faranno persino una serie tv sulle due navi), ma che le associa elementi paranormali. Il tutto non sembra un calderone, anzi, raccoglie l’eredità del gotico più squisito alla Mary Shelley e alla Edgar Allan Poe (coevi dei personaggi che racconti, tra l’altro) per proporre una storia che pare credibile persino nella sua accezione fantastica. Devo dirti che questa storia è bellissima, ma a renderla davvero stupenda è stata la narrazione, quella sì, inventata, della inuit che seguì – incauta! – per amore un inglese dalla sua terra alla Gran Bretagna. Ecco, mi ha toccata particolarmente. L’hai raccontata con una delicatezza estrema e purtroppo non hai esagerato col suo destino infelice, ma splendidamente dignitoso. Complimenti, perché non è pietosa, non è melensa, non è volutamente strappalacrime – ho un livello di tolleranza per queste cose pari allo zero assoluto. È semplicemente perfetta, invece.
(Recensione modificata il 08/05/2019 - 12:15 am)

Ciao! Chiedo scusa per il ritardo: ormai vivo solo durante i ponti scolastici T.T
Era un po' che cercavo il tempo per leggere tranquillamente la tua storia e ora che l'ho fatto vorrei averla letta prima. A parte il piccolo dettaglio che adoro i racconti di viaggi/esplorazioni in posti lontani, potenzialmente pericolosi e semi sconosciuti - le esplorazioni di Poli e montagne in particolare *-* - a parte cio' la storia scorre veloce e precisa, sia che si tratti di seguire la spedizione sempre più in difficoltà sui banchi di ghiaccio sia che si sposti su Lady Franklin determinata a far ritrovare il marito.
Per questo capitolo comunque sono rimasta colpita soprattutto dalla descrizione delle difficoltà della spedizione - mi fa venire in mente quella dell' Endurance a inizio novecento se hai presente: sembra quasi di essere lì, come fai? E sono rimasta colpita da Colby: uccidere gli inuit mi pare una mossa che solo un pazzo poteva pensare. Quindi mi domando che ne sarà di tutti loro se seguono costui.
Spero di riuscire a terminare al più presto la lettura! ^-^

Ciao carissimo^^
eccomi qui a commentare questo tuo ennesimo bellissimo racconto.
Descrivi molto bene la morte bianca, il mondo silente del ghiaccio, che inseorabile esige una vita dopo l'altra, semplicemente inglobandola in sè.
Molto bella anche l'immagine delle navi bloccate nei ghiacci, del loro trasformarsi inesorabile in fantasmi di se stesse.
Gli uomini cercano con tenacia di raggiungere la salvezza, l'istinto vitale fatica a spegnersi anche nelle situazioni più disperate, ma della spedizione non si sa più nulla.
Toccherà a un'intraprendente signora, immagino, il compito di tirare le fila di questa sinistra e cupa vicenda. Di nuovo troviamo i tuoi temi preferiti, qui abbiamo una persona anziana e portatrice di saggezza e buon senso.
Vedremo cosa riuscirà ad ottenere...
Come sempre una prosa magnifica, che si adatta splendidamente al tono di resoconto ottocentesco della prima parte.
Attendo il prossimo capitolo!^^

Ave Yonoi, come promesso mi imbarco per il viaggio tra i ghiacci, ben dotata di plaid e altri generi di conforto.
Siamo nell’ottavo anno di regno della Queen Victoria, quando le superbe navi dagli altisonanti nomi, magari retaggio delle epoche napoleoniche, salpano alla conquista della rotta per il mitico passaggio a nord ovest.. Colombo, Vasco da Gama, Caboto e Cook, ma chi eran costoro??
Sintetiche e sublimi le descrizioni del polo, delle aurore nordiche e il diario che ci fa percepire il freddo, lo stillicidio, il lento sgomento delle morti e le cronache …
Mi avevi detto che volevi scrivere di una nave fantasma, di una rotta e COMPLIMENTI (uso appositamente maiuscolo per rimarcare et enfatizzare il concetto), chi poteva immaginare quanto letti?
E il viaggio verso una ipotetica salvezza, ammassando sulla scialuppa cibo, uniformi di gala e la pianola..
Leggendoti, la mente corre a La ballata del vecchio marinaio (The Rime of the Ancient Mariner) del buon Coleridge del 1798, ho ritrovato «… there come both mist and snow,
And it grew wondrous cold:
And ice, mast-high, came floating by,
As green as emerald» (.. giunsero assieme la nebbia e la neve/ crebbe mostruoso il freddo/ e blocchi di ghiaccio, alti come l’albero della nave, ci galleggiavano intorno/ verdi al pari di uno smeraldo)
E (quasi) ci trasporti nel mondo del soprannaturale, calibrando il tutto con il mondo reale, il capitolo si chiude con l’intrepida moglie del comandante, Lady Jane, poliedrica donna che non rispetta gli archetipi vittoriani e manda di traverso il tè a Lord Alistear Wood..
Davvero un gioiellino! A la prochaine Jane Queen

Premesse e generi molto interessanti e il tuo stile è tocco si sente subito caro😁
Affascinante e inquietante il viaggio per la conquista della rotta a nord ovest, anche se mi sono sempre chiesta chi accidenti era così pazzo da finire fin lassù con tutto quel freeeeeeedddoooooooo!!! A caccia di una stupida rotta, ma che tipi... Non che non sia affascinante il polo, mi piacerebbe vedere il sole come lo hai descritto tu (rendi benissimo come sempre) o un bell'orsacchiotto polare o le fantastiche autore boreali che credo siano uno degli spettacoli più belli (e se ho sparato qualche castronata perdonami, ogni tanto sono ignorante)
Ma sai che per fortuna sull'argomento avevo già una leggera infarinatura? Colpa di un bravo autore americano, C. Cussler che tratta appunto molto di viaggi per mare e avventure...
Tornando al tuo scritto: le descrizioni sono potenti come tuo solito non c'è che dire, ottima idea quella di usare una figura come il bibliotecario credibilissimo nel voler narrare il viaggio in quel modo, il viaggio verso (l'utopica?) salvezza dopo aver ammassati sulle scialuppa di tutto e di più (🙄🙄 Ma dai? Che geni? Uniformi di gala e pianola? Davvero w l'utilità!) è inquietante. I personaggi mi sembrano ben caratterizzati e pure veritieri (mi ricordo che era avvenuto anche la lotta degli ufficiali in effetti anche se non ricordavo il viscido colby, esseri del genere riescono solo a far danni, vedasi l'accoglienza ai nativi del posto che volevano solo aiutare che gentili loro.)

La parte finale con la moglie del comandante e le sue imprese è una piccola chicca, suppongo che ora spetti a lei organizzare per riavere l'ennesima spedizione se non altro per trovare il cadavere del marito... E incontrare il soprannaturale?
Alla prossima!
Nala

Ma guarda un pò che bella sorpresa! L'altra volta mi avevi accennato che la tua prossima storia sarebbe stata a carattere storico, ma non mi sarei mai immaginato che ci avresti infilato anche un pò di soprannaturale. Ottima scelta per questo episodio storico (in cui peraltro l'elemento soprannaturale si incastra alla perfezione). Ne avevo già sentito parlare tempo fa, grazie a una serie di Netflix intitolata 'The Terror', ma leggerò comunque molto volentieri questa tua nuova storia. Sono proprio curioso di vedere come svilupperai le vicende degli equipaggi della Terror e della Erebus.

Al prossimo capitolo!