Ciao di nuovo, temo lo sentirai spesso oggi perché ho intenzione di recensire tutti i capitoli di questa storia, approfittando della domenica e del fatto che ho il computer a mia disposizione. Dunque, interessantissimo capitolo (anche questo temo lo sentirai spesso), ma il fatto che ognuno è stupefacente e interessante alla stessa maniera e ognuno lo è per motivi diversi. Qui per esempio ci troviamo di fronte a quella che è un'ennesima analisi del rapporto tra John e Sherlock fatta da una persona esterna ai due. Sarah parla quasi con cognizione di causa, lei sa più di quanto John non voglia ammettere. A questo punto della storia, credo sia collocata dopo che i due escono insieme per la prima volta. Il che significa che Sarah sa, e che ha visto. Parla come se conoscesse Sherlock, come se sapesse che cosa il lavoro di John comporta. E infatti è così. Tutto il suo pensiero a riguardo si riassume nella frase: "Corri ancora dietro al tuo coinquilino?" Perché vuol dire tutto. Perché sottintende un John che rimane quasi indietro e che è costretto a correre dietro a Sherlock, in un senso non solo fisico del termine ma anche più generale, più presa in senso lato. Un correre dietro come un insistere nel voler frequentare una persona che, chiunque altro, avrebbe mollato dopo due minuti ma che John che invece continua a inseguire, continua ad apprezzare. E a volere sempre di più. Nelle parole di Sarah c'è un intuito femminile nell'aver capito ben prima di loro in quale situazione fossero i ragazzi di Baker Street, ma c'è anche il suo non capire come sia possibile che un uomo come John ne apprezzi uno come Sherlock Holmes. Chi può dirlo... forse lei è ancora affascinata dal lato buono del carattere di John, quello positivo e che conquista le donne. Forse sì, è affascinata da tutto questo e un po' avvelenata nei confronti di Sherlock. Il che fa sì che la sua analisi sia corretta, ma detta in modo aspro. Ed è per questo che John si infastidisce e finisce col lasciar perdere quella conversazione. Alimentandone invece un'altra, lì, in quel momento si rende conto di che cos'è diventato il suo nome se accostato a quello di Sherlock, ed è la seconda volta che viene fuori in questa storia. Il dottor Watson che scrive sul blog le avventure dell'unico consulente investigativo al mondo, è diventato un uomo che le persone cercano e vogliono conoscere, quasi come se fosse una celebrità. E questo è un aspetto secondario della sua vita a Baker Street che non aveva considerato e che lo fa sorridere, pur non dandogli troppa importanza. E infatti è un'occasione per stemperare l'atmosfera e per farsi una risata. Poi infatti, John se ne va come se non fosse successo niente. |
La presenza del nostro amato Greg Lestrade a inizio capitolo ci riporta diritti nelle atmosfere del caso in questione. Nonostante la breve parentesi dello scorso capitolo in cui si siamo concentrati più sulle relazioni sentimentali di Sherlock e John che sul suicidio, in questa primissima parte ci ritroviamo nuovamente immersi in questo suicidio che tutto grida fuorché al caso semplice. E così infatti è, e lo capiamo già da subito ovvero fin da quando vediamo Greg irrompere al 221b di Baker Street. L'atmosfera è apparentemente tranquilla e fa quasi sorridere come John si ritrovi a bussare alla porta del soggiorno, quasi si aspettasse di trovare Sherlock e il suo amante seminudi che si rotolano sul tappeto. Non è quello che succede, ovviamente perché Sherlock è solo e tra loro adesso aleggia una stranissima atmosfera. Più che di tensione, direi che è di non-detto. John ha una vagonata di domande da fare, ma tace e non ne tira fuori neppure una mentre Sherlock... beh, lui è meno chiaro da decifrare, essendo questo il punto di vista di John fatico a immaginare quali pensieri possano attraversargli la mente. Forse direi che domina il non capire, Sherlock quasi fatica a star dietro ai ragionamenti di John, ma di questo non posso dirmene sicura (così come di tutto il resto, naturalmente le mie sono soltanto delle teorie, questo è meglio specificarlo). |
Ciao, capitolo interessantissimo e che mi ha sorpresa. Ma di questo non ne sono stupita, ormai ho fatto l'abitudine perché con le tue storie non so mai dove andrai a parare e mi lascio semplicemente cullare dalla tua capacità di scrittrice. Credevo infatti che ti saresti focalizzata sul caso in questione, ma invece il capitolo devia su altri binari. Mi pare d'aver capito che i filoni narrativi principali saranno due e uno di questi sarà proprio lo sviluppo del rapporto tra John e Sherlock, il che non può che farmi piacere. |
Ciao, come da tuo suggerimento vengo subito a leggere una delle tue storie di recente pubblicazione. Ho notato da un po' anche la storia incentrata su Lestrade, ma non l'ho ancora letta perché l'avevo lasciata un po' lì ma più passava il tempo e più notavo che si ingigantiva sempre di più e quindi ho preferito aspettare che fosse conclusa. Insomma, ci arriverò. Intanto leggo questa. Che noto, dalle tue note iniziali, essere una riedizione di un'altra storia. Che mi dice qualcosa, ma ho la memoria corta e al momento non ricordo se l'altra l'avevo già letta oppure no. Di sicuro leggerò questa e il motivo principale è perché l'hai scritta tu e ho apprezzato tutte le tue storie (che ho letto) fino adesso. Di conseguenza sono molto attratta, perché sai delineare i caratteri dei personaggi in un modo personale e unico, ottimamente ma questo è ovvio. E poi il secondo motivo, perché sì ce n'è un altro, è che si tratta di un giallo e io amo i gialli. Che lo sia, beh... Almeno è quello che si intuisce leggendo sia il titolo che l'introduzione e che pare riguardi un caso difficile che ci mostra un probabile suicidio (ma personalmente non ne sono del tutto sicura, anche se è chiaro che verrò certamente smentita, come in ogni giallo che si rispetti), ma non soltanto questo. Ciò che è successo a questa ragazza fa riemergere in John dei ricordi dolorosi. Non viene specificato chi sia questa persona che lui ha salvato in extremis, ma intuiamo possa trattarsi di Harry. Insomma è un'ipotesi e questo è chiaro, ma è il solo nome che mi è venuto in mente. Sappiamo più o meno, o meglio lo intuiamo, quella che può essere stata la sua storia. Le deduzioni di Sherlock in A study in pink non lasciano troppo all'immaginazione. Una donna con problemi di alcolismo e che con John è in cattivi rapporti per via, probabilmente, di fatti legati al loro passato... ecco, è quasi scontato che si faccia questa connessione. Sherlock di sicuro ci arriva e sa perfettamente quello che è successo a John, come abbia fatto a capirlo questo non lo so dire, ma è anche vero che Sherlock ha quasi un super potere delle volte e capire come arriva alle sue deduzioni è difficilissimo. Quel che è sicuro è che qui centra il punto in un modo che sorprende John, di certo lo prende in contro piede. Da quel momento in avanti è difficile dare un senso a ciò che si legge, ma non in senso negativo ovviamente. E ora mi spiego meglio. |
Mi stavo preparando per lasciare finalmente qualche osservazione alla tua ”Dalle ceneri risorgerai”, quando mi sono imbattuta nelle indicazioni che hai lasciato nelle Note iniziali riguardanti appunto quella long. |