“E, alla fine, Tristan aveva compreso anche che il primo a soffrire di tanti abbandoni era stato proprio Elijah: era stato lui ad annullare se stesso, ogni suo desiderio e ogni sua opportunità di una vita felice, per rimanere sempre disponibile e pronto a proteggere la sua famiglia.
Per la prima volta, Tristan aveva imparato a guardare la cosa dal punto di vista di Elijah e il rancore che coltivava da secoli si era trasformato in comprensione, tenerezza e un amore ancora più grande e profondo”
Ecco, se il loro fosse stato un viaggio, questa sarebbe la meta. O una tappa delle più importanti (perché non vogliamo che finisca, vogliamo che ce ne siano ancora). È così bello che ora la comprensione sia reciproca. Da una parte, il “nostro” Elijah, quello che ha fatto la scelta giusta. E dall’altra ora anche l’evoluzione di Tristan. Che non giudica più, che accetta il suo amante per quello che è: un family man. Il patriarca.
Ed è davvero commovente che nel sogno proprio questo sia l’argomento che fa soffrire Tristan.
Il sogno come sempre merita una parentesi a parte. L’ho osservato già altre volte: i tuoi racconti sembrano rivelare una conoscenza perfetta del meccanismo onirico. Ogni scena, ogni presenza hanno un significato simbolico. E così la scena è incredibile e insieme credibilissima. Non è strano che Elijah dichiari di voler sposare Hayley: perché quella è la paura di Tristan, persino ora, nella realtà. Perché quello è stato l’ultimo rifiuto di Elijah, prima del suo cambiamento.
E non stupisce che la presenza di Jackson risulti tanto grottesca, persino nel sogno: la coscienza di Tristan gli suggerisce che Jackson non è mai stato un problema.
E non è un caso che il pensiero di Aurora torni come un conforto e insieme come un rimprovero, anche nel sogno: Tristan ricorda a se stesso quale sia la priorità.
E sì, davvero i due sono più simili di quanto credano.
Un racconto bellissimo, struggente ed elegante. E anche: ispirante. Una ship del genere non finirà mai di ispirare. Anche grazie a racconti come questo. |