Recensioni per
Profumo di limoni
di Vedra

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
26/07/19, ore 08:52
Cap. 1:

Ciao, giungo a lasciarti una recensione con un ritardo che definirei astronomico. A mia "difesa" posso dirti che non sono quasi mai propensa alle soulbond!AU e devo essere dell'umore giusto, devo aver davvero voglia di leggere per poterle apprezzare. Quindi invece che leggere subito la tua storia, che comunque avevo notato dato che partecipava alla stessa iniziativa a cui ho partecipato anch'io, ho preferito metterla da parte. L'ho letta adesso, ma erano già dei giorni che ci giravo attorno. L'avevo anche iniziata la settimana scorsa, poi i mezzi elettronici hanno deciso di abbandonarmi... Ma ad ogni modo, la prima impressione che ho avuto leggendo questa storia sulle anime gemelle, è che pur essendo un tema che più o meno ha uno schema abbastanza classico (inteso come sviluppo narrativo e quindi un certo inizio, un certo sviluppo e una certa fine), tu l'hai un po' mandato al diavolo. In questo prologo, che fa più che altro da apertura al prossimo e ultimo capitolo, vengono introdotti alcuni elementi che mi hanno sorpresa. Anzitutto Sherlock non si trova a Londra, questo lo intuiamo principalmente dall'introduzione, che contestualizza tutto in quei tristemente famosi due anni che Sherlock ha vissuto lontano da Londra. Se non ci fosse stata quella precisazione, forse io non lo avrei capito. Non da questo capitolo almeno. Perché in realtà il prologo è un viaggio nella memoria. Ci aiuta a comprendere come è strutturato questo tuo mondo soulbond, capiamo che c'è un nome sul dito che Sherlock, il logico e razionale Sherlock Holmes, non vuole conoscere e che copre fin da quando aveva sedici anni. Non stento a crederlo, per come solitamente si caratterizza Sherlock me lo immagino anch'io a non volerlo sapere in nessun modo. Almeno fino a quando un certo John non entra nella sua vita, ed è allora che ci rendiamo conto che qualcosa è cambiato. Di norma, non ci sarebbe niente di strano ad accarezzarsi un dito, specie quando si è molto distratti, ma il linguaggio testuale in questo è molto chiaro. Nelle storie non succede mai nulla per caso e quando capita qualcosa, dev'essere utile ai fini della trama. Ed è così che abbiamo la certezza che quel gesto di Sherlock abbia un significato ben preciso, un senso che c'entra con i sentimenti e con l'anima gemella. La stessa di cui Sherlock per propria volontà non conosce il nome. La stessa che, si suppone, sia proprio John. E intuiamo anche che Sherlock deve averlo dedotto in qualche modo, deve sentire dentro di sé che è proprio John quella persona che non stava aspettando, ma che è arrivata lo stesso. Del resto non sappiamo altro, non sappiamo se John ha inciso il nome di Sherlock nella pelle. Non sappiamo niente. Ciò che ti sei premurata di descrivere è Sherlock Holmes. Ci hai messo anche un po' del rapporto con Mycroft e di quello con Lestrade, che ovviamente chiama col nome sbagliato. Hai descritto uno Sherlock disinteressato all'amore e ai sentimenti, che rifiuta anche la semplice idea di leggere quel nome sul dito. Tutte caratteristiche che fanno parte del personaggio, almeno prima di conoscere John.

Un altro aspetto che mi è piaciuto è come hai introdotto l'argomento, parlando di etica e morale. In effetti spesso lo è, una questione di etica. Che poi è quello che delle soulbond mi lascia inquieta. Perché essere costretti a dover amare proprio quella persona e solo perché ce l'hai tatuato sul dito? Mi dà come l'idea non venga lasciato alle persone il libero arbitrio. Quasi è una forma di schiavismo da parte del destino, come se lui ti imponesse quel nome e tu alla fine lo avalli persino e ti piace anche. Perché poi è quello che fa Sherlock, per quanto rifiuti la semplice idea, per quanto abbia passato degli anni a rifiutare l'idea gli basta conoscere John Watson per accarezzare la prospettiva... E questo tema mi è piaciuto molto e spero di ritrovarlo nel prossimo capitolo. Che leggerò prestissimo, intanto ci tenevo a passare di qui e a lasciarti un paio di impressioni.

Hai fatto un ottimo lavoro comunque.
Koa

Recensore Master
05/06/19, ore 17:50
Cap. 1:

Ciao Vedra! Giungo in ritardissimo, lo so, chiedo venia. Avevo adocchiato questa storia già da un po' ma tra un impegno e l'altro ho sempre rimamdato la lettura ad attimi piu tranquilli. Comunque. Eccomi qui. ^_^
Solitamente non leggo molti AU, non sono un genere che amo, penso di averlo scritto anche nel gruppo, ma ero molto curiosa di leggere qualcosa di tuo, perciò ho iniziato questo prologo con tanta curiosità.
Innanzitutto, lasciamelo dire, scrivo davvero molto bene, sono colpita!
Hai catturato subito il mio interesse e man mano che procedeva con la lettura mi rendevo conto che purtroppo il capitolo stava finendo.
Motivo per il quale correrò a leggere il seguito immediatamente.
Qui abbiamo una panoramica di quella che potrebbe essere stata la vita di Sherlock fino ai 23 anni, con qualche accenno alla sua personalità che pare essere molto IC, per quanto è possiamo dedurre. Un ragazzo geniale, distaccato, con un timore spropositato per i sentimenti. Ma John sta per metterci lo zampino e non vedonlora di scoprire cosa accadrà!
Nel frattempo ti faccio i complimenti, non è facile catturare subito la mia attenzione ma tu ci sei riuscita.
Baci
S.

Recensore Veterano
02/05/19, ore 04:29
Cap. 1:

Ciao! Che bello una soulbond! A me piacciono molto, anche se è un genere a volte un po' bistrattato, ma appunto io non condivido la cosa. È un primo capitolo di presentazione, un prologo appunto. Nella sua brevità ho apprezzato due cose: la prima (non in ordine cronologico) è che John faccia mettere in discussione a Sherlock tutte le sue scelte e ciò che credeva di volere. Mi piace molto come cosa perché in effetti John stravolge il mondo di Sherlock, che si ritrova innanzitutto ad avere un amico, qualcosa che non credeva di volere. Lo spinge a voler essere quasi normale, dico quasi perché di normale quei due non hanno niente. Eppure i sentimenti tra di loro sono quasi banali, nel senso che sono tra i più antichi del mondo. Affetto, complicità, amore.
La seconda cosa che ho apprezzato tantissimo è finalmente il fatto che per una volta Sherlock non sia l'unico ad andare contro alle usanze e consuetudini. Non lo trovo reale che in un mondo che funziona in un certo modo tutti accettino le regole (anche biologiche) tranne lui. È quasi ovvio che ci sarebbe sempre chi prima di lui si è ribellato in qualche modo, filosofi (come hai detto tu) che ne farebbero una questione etica e sicuramente tanta gente ci costituirebbe su enormi questioni di ogni tipo. Anche semplicemente delle riflessioni. Quindi grazie per esserti staccata dal filone "Sherlock Holmes unica stella" ed avere proposto un quadro molto più realistico. Ora vado a leggere il secondo capitolo, a presto!

Recensore Master
25/04/19, ore 21:46
Cap. 1:

Hei ciao^^
Non ci sono molte ff di questo genere, soulmatelock credo si chiami, e a me in genere piacciono moltissimo. Bella l'idea dell'anello d'argento e del nome scritto sul dito come se fosse esso stesso un anello.
Questo Prologo stuzzica a dir poco la curiosità di andare avanti, quindi ci vediamo al prossimo cap.
Baci, Béa

Recensore Master
24/04/19, ore 19:40
Cap. 1:

Ciao Vedra!
Passo con molto piacere a commentare questa tua storia, cosa che avevo pensato di fare già prima della tua recensione alla mia raccolta, perché attratto dal titolo. Allora, prima di tutto io adoro le Soulmate / Soulbond AU, in particolare se non si manifestano in modo tragico e/o invasivo: probabilmente se esisterebbero davvero ognuno avrebbe la certezza di sapere che qualcuno "destinato a lui/lei" esiste, da qualche parte nel mondo, ma come detto è solo fantasia e ovviamente va presa come tale; in ogni caso, il fatto che Sherlock abbia voluto nascondere il nome del suo soulmate sotto all'anello è perfettamente comprensibile, e anche IC, soprattutto per le motivazione espresse tramite l'introspezione esterna. Direi che il nome del gruppo Facebook parla da solo, ma anche senza quell'indizio si sarebbe potuto tranquillamente capire dallo slash che lì sotto c'è scritto "John Watson". La Johnlock non è esattamente la mia OTP, si sarà capito, però devo ammettere che se ce ne sono di ben scritte le leggo volentieri (anche perché quasi tutte le autrici del fandom scrivono solo su quella, compresa quella che leggo più assiduamente). In confronto a cose tremende come la Mystrade o la Sherlock/Moriarty mi appare pure bella come coppia, quindi leggerò con piacere anche il secondo capitolo più lungo.
Ok, avrai capito che ho la chiacchiera facile, quindi ora mi complimento con te per questo prologo e ti saluto!
Alla prossima^^
mystery_koopa

Recensore Junior
22/04/19, ore 22:59
Cap. 1:

La faccenda del Soulbond!AU è alquanto spinosa per me. Non ne ho lette molte perché in generale mi turba un po’ il pensiero che una persona possa essere “vincolata” ad un’altra. E poi, se la mia anima gemella vivesse all’altro capo del mondo, o gli capitasse qualcosa? Mille ipotesi e pensieri che non mi farebbero vivere in maniera tranquilla.
Con una bravura non indifferente nel racconto si è riuscito a fare un sunto in poche righe riguardo l’etica, la morale e la libertà personale. Che serve tra l’altro per introdurre il pensiero di Sherlock Holmes a tal proposito: il nome del proprio spirito affine è solo una complicazione, e lo sono di conseguenza il sentimento, il desiderio e il contatto.
Nella scrittura ogni parola è importante e quindi mi sono soffermata a ragionare su queste tre. La prima, sentimento, mi fa venire in mente istantaneamente Mycroft, che spesso ripete al fratello quanto i sentimenti siano pericolosi. Non solo perché potresti soffrire per un rifiuto o qualcosa di normale e banale che può accadere in una relazione, bensì perché con un lavoro come quello che svolge l’investigatore, le persone che vuoi bene rappresentano i tuoi punti deboli e potrebbero essere usati contro di te. Il desiderio invece credo sia legato al sesso. E Sherlock è sempre risultato ambiguo in questo campo. Dal telefilm possiamo estrapolare che le donne non sono affar suo, e che è sposato col suo lavoro. Non sono giunta ancora a formare un’opinione conclusiva su questo, ma credo che in generale lui veda il sesso come una perdita di tempo e anche come una limitazione della propria volontà-libertà. La parola contatto ad una prima lettura l’avevo associata sempre all’ambito del desiderio, quasi fosse un sinonimo. Io ho già letto anche il secondo capitolo, quindi potrei essere condizionata anche da quello, e appunto pensandoci meglio, credo che per contatto si intenda che una persona avverta la necessità di trascorrere tutto il tempo con la propria metà. Tanto che la lontananza porta una grande sofferenza.
Delle poche storie che ho letto, questa soluzione della macchiolina che si può coprire con l’anello, è quella che preferisco. Nessun segno enorme ed evidente come un tatuaggio sulla fronte. Poi l’anulare sinistro, il nome risulta essere una specie di fede nunziale impressa sulla pelle, è tanto romantico. Un’altra cosa che ricorre, giusto una piccola curiosità, è che Sherlock nonostante abbia un’indole decisamente curiosa, è sempre colui il quale rifugge dallo scoprire chi si cela dietro questi segni, mentre John in genere è rappresentato come quello che invece va alla ricerca disperata dell’altro.
Qui appunto Sherlock non vuole scoprire niente e copre tutto come meglio può. Fino a quando non entra a far parte della sua vita John Watson, “a passo di marcia” da buon militare che si rispetti” e rappresenta quella fastidiosa tentazione a scoprire il nome che si cela sotto il metallo dell’anello. Questo addirittura pochissimi giorni dopo che Holmes l’abbia conosciuto, perché in realtà gli è piaciuto dal primo istante quell’uomo.
Un ultima cosa che ho notato è stato che John è praticamente comparso alla fine, è l’ultima parola del prologo, eppure è come se fosse stato il protagonista fin dal primo rigo.
Questo prologo per la sua struttura poteva benissimo essere una flashfic (è breve, ma non ho contato i caratteri) a sé. Ovviamente siamo tutti entusiasti che ci sia un proseguio.