Ciao Koa!
Sono felice di trovare questa storia esattamente dove l'avevo lasciata, spero che tu ti sia convinta a non cancellarla.
In ogni caso, mi fa piacere essere riuscita a recensirla tutta, come ti ho già detto, prima di tornare alla pirate!lock, ci tenevo a darti il mio parere su questa!
Ciò che ho apprezzato maggiormente in questo capitolo, oltre alla confessione di John, è il fatto che tu non ci abbia rifilato la classica scena romantica che spesso conclude storie simili.
Il lettore, così come John stesso, qui s'immaginava una corsa culminata in un abbraccio strappalacrime, baci e dichiarazioni d'amore immediate, mentre tu ci proponi una litigata coi fiocchi, tanto che John non prende a pugni Sherlock solo in virtù dei progressi fatti con Ella.
Ma torniamo indietro di qualche minuto, a questi due sciocchini che non riescono nemmeno a guardarsi in faccia, a John che è ancora convinto che Sherlock abbia imbrogliato la macchina.
Cavolo, ma a che pro? Bastava che dicesse di non amarlo, sarebbe stata la verità e nessuno avrebbe preso la scossa. Perché imbrogliarla al contrario? Ma Watson è talmente preso da se stesso, dal suo autocommiserarsi, dalla tragedia appena scampata (e mi riferisco alla minaccia di dover confessare i suoi sentimenti, non al rischio di morte) che non riesce a vedere la realtà, proprio come non l'ha vista in tutti gli anni trascorsi a Baker Street.
Sherlock NON PUÒ amarlo sul serio, non lui, piccolo stupido, insignificante uomo senza speranza.
Se solo sapesse...
E infatti qualcosa lo scuote, una consapevolezza che gli arriva per caso alle orecchie.
La macchina della verità utilizzata dal gioielliere è impossibile da imbrogliare.
E qui ha inizio quella corsa disperata che ha tolto il fiato anche a me.
Non poteva essere semplice, non arrivati a questo punto, non con tutto ciò che hanno vissuto negli ultimi anni e che ancora li tormenta e affligge nel profondo.
Sherlock non può scordare il matrimonio di John, come questi non ha ancora completamente superato il finto suicidio.
E se lo dicono, gridandosi in faccia, arrabbiati e frustrati.
Finché Sherlock non ammette quanto sia innamorato di Watson, quanto lo sia sempre stato. E la sorpresa più dolce e al contempo straziante è che anche lui si sia sentito rifiutato, che, nonostante il suo narcisismo e la sua altezzosità, sia convinto che il suo migliore amico non lo voglia e da sempre si tormenti per capirne il motivo.
Tutto il resto è ovviamente bellissimo.
Come ti ho già detto detto, la caratterizzazione di John è stupenda. Il modo in cui lo muovi e le parole che gli metti sulle labbra sono perfettamente IC, come il suo passare dall'ironia al sarcasmo. Mi è piaciuto molto questo dettaglio, l'ho trovato significativo e straordinariamente da lui.
Ciò che ho amato maggiormente è stato quel "lasciami entrare", un concetto importantissimo e così dannatamente profondo da farmi strabuzzare gli occhi almeno quanto li strabuzza Sherly.
"Lasciami entrare" che è anche "lascia che io ti guardi in profondità, per quello che sei" e che implica ovviamente il "guardami poi a tua volta per quello che sono io", un pensiero spaventoso, per due uomini che sanno d'essere imperfetti e che temono oltretutto di essere, per motivi diversi, inaccettabili.
Eppure è l'unico modo possibile, l'unica strada per potersi trovare e perdonare una volta per tutte.
E infatti ecco che crollano i muri, che le parole non hanno più importanza, che basta un bacio per spegnere tutto il resto e dare il via ad un nuovo futuro insieme.
Ora, a me questa storia è piaciuta moltissimo, probabilmente tu sai di poter fare meglio di così e ne sono convinta anch'io, soprattutto dopo aver letto certi tuoi lavori, sta di fatto che l'ho davvero apprezzata e che sono felice di averla letta!
Ora torno su la Norbury, di corsa, perché già mi manca troppo la ciurma del bel Pirata Bianco!
A presto!
S. |