Eccomi finalmente. Beh, meglio tardi che mai.
Avevo intenzione di palesare la mia presenza all’interno del tuo Cerchio da, boh, ormai non so nemmeno più quanto tempo, ma l’ultimo (e a questo punto spero davvero che sia l’ultimo) colpo di coda dell’inverno mi ha – di nuovo! – decimato la famiglia e giuro che ci sono momenti che se avessi una bacchetta in mano partirebbero maledizioni come se piovesse.
Innanzitutto, grazie per l’apprezzamento, sono contenta che le mie idee riguardanti il Patto di Sangue e le sue conseguenze ti piacciano tanto 😊 Il legame tra Albus e Gellert è così intenso e sfaccettato che, in pratica, fornisce di per sé spunti pressoché illimitati.
Questo dialogo sui massimi sistemi è sicuramente rivelatore, e io apprezzo sempre quando viene mostrata l’umanità e la fragilità di Albus – strettamente legate al dolore immenso e al senso di colpa che si porta costantemente addosso – è un modo di mettere in risalto la sua forza, che comunque non gli viene mai meno, nemmeno quando mette a nudo se stesso davanti a Newt. Capisco perfettamente il desiderio di confidarsi con qualcuno, liberare l’anima anche solo per un attimo con una persona in grado di comprendere il peso da cui la stessa è perennemente oppressa. Il dialogo fra i due riporta fedelmente la stima e l’affetto che entrambi nutrono l’uno per l’altro: da un lato, Silente si fida abbastanza di Newt da affidargli un segreto che, se rivelato, scuoterebbe le fondamenta stesse dell’intero mondo magico, dall’altro Newt è così leale da non voler approfittare di questo momento di vulnerabilità del suo ormai ex professore, dimostrando una sensibilità e un tatto che non ti aspetteresti da un giovane uomo abituato ad avere a che fare più con le sue creature magiche che con gli appartenenti alla sua stessa specie. Newt non indaga eppure riesce a trasmettere un senso di totale comprensione, dal quale Silente non può far altro che sentirsi confortato.
Io non so se Albus voglia effettivamente sciogliere il Patto: nel senso, penso che non lo voglia affatto, ma che lo farebbe se questo si rivelasse la cosa giusta da fare. Eppure – e di questo me ne hai dato conferma anche tu – ho come l’impressione che il Patto in sé sia il modo attraverso il quale Albus continua a proteggere Gellert, sempre e comunque. In fondo, come hai giustamente sottolineato, avrebbe potuto rivelare i suoi punti deboli già da parecchio tempo, eppure non l’ha mai fatto (nel bene e nel male, nessuno può “toccare” Gellert al di fuori di Albus – e viceversa, ne sono convinta; Credence, e tutta la storia montata ad arte di Aurelius Silente, si rivelerà presto per quella che è, una grandissima fuffa. Anzi, secondo me Gellert è pure sotto sotto contento di sapere Albus ad Hogwarts, cioè al sicuro. È chiaro che sa perfettamente che Albus trama per fermarlo, e anche lui fa lo stesso in fondo, ma a parte il fatto che questa “sfida” è un po’ come giocare a scacchi con se stessi, nessuno dei due è minimamente intenzionato ad uccidere l’altro. Grindelwald deve ovviamente mantenere un tono con i suoi seguaci, ma voglio proprio vederla una sua reazione se qualcuno dei più intraprendenti fra loro dovesse sul serio minacciare Albus… il malcapitato finirebbe incenerito in un lampo, ne sono sicura).
In conclusione, non sarà che quello ad avere più buon senso di tutti è proprio Benjamin, lo Snaso (tralasciando le incongruenze della sceneggiatura)? Comunque, io lo capisco anche se, al Père-Lachaise, con tutto quello che avrebbe potuto rubare, si è concentrato proprio sul medaglione. Io ce l’ho, è bellissimo e tenerlo in mano è un’emozione difficile da spiegare a parole *_*
In qualsiasi caso, lieta d’essere d’ispirazione, se i risultati sono questi 😉
Alla prossima!
padme |