Recensioni per
Troppo
di Dragonfly92

Questa storia ha ottenuto 30 recensioni.
Positive : 30
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
21/07/19, ore 11:33
Cap. 1:

Era una delle prime uscite con il mio Victor: un classico, il cinema, uscita a quattro, con suo fratello e la sua ragazza, fra l’altro mia amica.
Io ricordo che avevo in mano una confezione di pop corn.
Io, i miei 25kg in più e Degli innocenti pop corn da mangiare durante il film.
Ho letto il tuo capitolo e ti sei immaginata e hai descritto bene attraverso Yuuri la mia reazione quando il mio Victor mi ha detto che avevo i fianchi larghi (e il suo l’ha chiamato porcellino).
Rabbia. Verso lui, che fra l’altro era magrissimo. Quei pop corn li ho regalati a un bambino che era lì.
Vergogna, verso di me.
Facevo schifo anche a Victor, che io amavo.
Mi avrebbe lasciato sicuramente per un'altra più bella, più magra, magari anche bionda, con meno problemi.

L’episodio del panino è stato un pugno nello stomaco di nuovo.
Se mi facessero la domanda: “Quando è iniziato tutto?” cosa risponderei?
Ci sto pensando.
Ma la risposta è sempre quella che ho dato nel capitolo successivo.
La mia mente ha mescolato le carte, i ricordi. E qualcuno è cancellato o nebuloso. Non ricordo se prima del panino ci sono stati malesseri, o se il panino è stata in realtà una miccia che ha fatto esplodere tutto, tuttavia propendo ancora per quest’ultima.
Mia nonna mi diceva “rospa” o “sei più larga che lunga” da prima del panino.
I rapporti con mio padre iniziavano a vacillare.
Poi sono arrivati loro con un panino, il panino va mangiato mordendolo.
A detta loro io sembravo un cinghiale.
Non avevo colpe a mangiare normalmente un panino, a mangiarlo esattamente come facevano loro.
Però a detta loro, per me era diverso.
Allora ho pensato di farlo spezzandolo in piccoli pezzi.
Dei bocconcini, di mangiarlo come lo avrebbero mangiato le principesse, quelle fini ed eleganti, non dei rozzi cinghiali.
Ho pensato che i pezzetti fossero la cosa più carina da vedere.
Ancora oggi lo spezzo.
E da lì ho cominciato a spezzare ogni cosa che andava morsa come un panino.
Crackers, banane...

Sì da lì tutto è iniziato, ma non è vero.
Sotto il panino c’era un mondo...


Ps: Sì hai fatto un lavoro egregio. Delicato, in punta di piedi. Mi fido, e riconosco il tuo potenziale e stimo la tua anima. Per questo motivo voglio scoprire mano a mano la tua storia. Non ho bisogno di leggerla tutta prima.
Ho piena fiducia. Già lo sai.
(Recensione modificata il 21/07/2019 - 11:36 am)

Recensore Veterano
01/07/19, ore 15:56
Cap. 1:

Ciao dragonfly! Che meravigliosa sorpresa trovare una tua nuova storia da autrice "singola"! Seguo, come sai, anche quella (bellissima)a quattro mani, ma purtroppo non ho avuto molto tempo per leggere né commentare..vedrò di recuperare! Innanzitutto, ti ringrazio: arrivare alla fine del capitolo e trovarvi il mio nome tra gli altri,nelle note, mi ha davvero colpito...ne sono felice e devo dirti che la cosa è reciproca (di tanto in tanto rileggo le tue storie!) Il tema che hai scelto di trattare questa volta è molto delicato e spesso incompreso, sotto molti punti di vista. Il rapporto col cibo è uno dei più complessi e soggettivi, secondo me. Visto come abbondanza, benessere, salute, espressione di creatività... Insomma, è di norma un rapporto sano, salutare, quello che intercorre tra cibo e persona. Ma, proprio come dici tu, non sempre è così.. Il non accettarsi spesso si riversa sul rapporto col cibo...devastando nei casi più gravi la persona. Si rivela difficile, penso, capire come affrontare questo problema: prima di tutto avere il coraggio di chiedere aiuto e poi capire come farlo. Difficile è anche capire come porsi nei confronti di chi soffre tale disagio, col rischio, come dici tu, di sminuire il dolore. Posso solo parlare per intuito, ma credo davvero che il dolore, essendo una cosa soggettiva, non deve essere mai sminuito o ritenuto poco importante in questo contesto. In ogni caso, vorrei ringraziarti perché, con le tue storie, aiuti a riflettere e a porsi delle domande su temi molto delicati e complessi e poi complimenti per essere tanto coraggiosa, oltre che una brava autrice! Bellissimo questo tuo pensiero: "(le fanfiction) sono un mezzo per arrivare a qualcuno. Per abbracciare quel qualcuno." Anche di questo, grazie. A presto!

Recensore Veterano
01/07/19, ore 10:35
Cap. 1:

Tematiche delicate. Introspezione. Analisi approfondita del personaggio. Angst tra gli avvertimenti. Potevo io non inziare da questo capitolo? NO, non potevo. Anche perché sono una grandissima amante del genere h/c, quindi se l'angst è accompagnato a problemi di salute/psicologici e alla necessità di essere in qualche modo accuditi e confortati io vado in brodo di giuggiole, e qui ho chiaramente trovato pane per i miei denti.
Farò una follia e invece che dalla tua storia partirò dalle note: "Chi mi conosce sa che non posso non scrivere del dolore. Che non posso fare a meno di raccontarlo, analizzarlo, provare ad esorcizzarlo" concordo con ogni singola parola di questo intento; il modo migliore di superare un dolore, secondo me, è parlarne, sviscerarlo, analizzarlo, lasciare che ci inghiotta e poi ci risputi fuori pronti a ripartire. Non ho mai creduto nel "passerà", nel "non pensarci" o nel lieto fine a tutti i costi e penso che addentrarsi nella sofferenza altrui, come lettori o come scrittori, ci renda infinitamente umani. Concordo anche sul fatto che le fanfiction debbano sì essere un passatempo, ma che possano anche veicolare qualcosa di più profondo, un messaggio, uno spunto di riflessione. Dopotutto il personaggio di Yuuri si presta così bene a una storia sui disturbi alimentari e le insicurezze, più o meno motivate, che sarebbe stato un peccato non cogliere l'occasione.
Non fingerò disturbi alimentari che non ho mai avuto, ma sicuramente non ho sempre avuto un gran bel rapporto con il mio corpo e con il cibo e ho apprezzato tantissimo la delicatezza con cui hai impostato il tutto, ma allo stesso tempo il fatto che tu abbia detto le cose come stavano, senza indorare inutilmente la pillola. La forma "spezzata", passami il termine, dai continui andare a capo si adatta perfettamente al contenuto, all'arrovellarsi dei pensieri, all'autocontrollo che Yuuri deve essersi imposto e che, in un certo senso, già avevamo visto nell'anime. Una leggera tendenza a commiserarsi e ad arrendersi, il senso di inferiorità, il non accettare del tutto che qualcuno come Victor possa averlo notato, le debolezze e la sua infinita dolcezza... tutte le caratteristiche principali di Yuuri tornano a galla e sono ben presenti in questo alternarsi di dialoghi e ricordi. Il protagonista indiscusso è Yuuri, non potrebbe essere nessun altro. Ho apprezzato molto anche che la gravità delle cose si sia scoperta pian piano: pensavo fossimo in uno studio medico, a una qualsiasi seduta di terapia psicologica, poi la presenza di Mila ha instillato un dubbio...finché hai citato fili e cuscini. Yuuri sta male, è messo peggio di quanto credessi, ma ci sono arrivata pian piano e la rivelazione è arrivata come una secchiata d'acqua gelata: Yuuri non è più solo un goloso con la tendenza a ingrassare, è malato. Ha ceduto.
Ho ADORATO, davvero adorato, il punto in cui dici che porcellino è giocoso e che anche picchiettare lo è, ma che questa cosa si pianta nella testa di Yuuri come un tarlo: troppo spesso la gente (Victor, in questo caso) parla o agisce per scherzo, senza rendersi conto del danno che fa. E' giusto ricordarlo, di tanto in tanto, che dire "scherzavo!" non aggiusta le cose.

Tu hai ringraziato me per la storia che ti ho fatto leggere, ma direi che devo davvero fare altrettanto... Era da un po' che non trovavo in questo fandom qualcosa di nuovo e valido da leggere, sono davvero felice della scoperta.
Credo proprio che ci rivedremo presto... <3
Pally

Recensore Junior
30/06/19, ore 22:58
Cap. 1:

Riesci sempre a materializzare il dolore... in questo caso non mi è mai appartenuto ma lo racconti in modo tale da renderlo comprensibile persino a una come me.
Le insicurezze le abbiamo tutti, anche quelli che fanno gli spavaldi, ma avere il coraggio di affrontare i propri limiti e le proprie paure non è forse il vero significato del coraggio?
Non te l'ho mai detto ma ti stimo tantissimo per come scrivi, per ciò che hai affrontato e per come riesci a dare sempre tanto amore in tutto quello che fai.
Perciò GRAZIE!

Recensore Master
30/06/19, ore 22:13
Cap. 1:

Di solito tendo a non leggerle quelle angst.. ma le vostre le ho lette tutte mi pare..
E so che soffrirò un sacco.. solo leggendo come yuuri si rappresentava.. È stato brutto.. e soprattutto perché lo capivo e capisco ancora purtroppo.
Sono curiosa di sapere come andrà avanti

Recensore Master
30/06/19, ore 18:15
Cap. 1:

-arriva guadando il laghetto di lacrime-
Mannaggia ç_ç
Nonostante conosca genesi e sviluppo di questa storia rileggerla fa sempre tanto male.
Yuuri in un letto d'ospedale che prova a rimettere insieme i pezzi del percorso costellato di rinunce, delusioni, solitudine che ce l'ha portato è un dolore troppo grande ç_ç

Mila gli è a fianco nel ruolo di psicoterapeuta, credo che in qualche misura le si addica, forse perché nell'anime la vediamo sempre disponibile e materna nei confronti di Yurio o perché una donna ha una maggiore sensibilità a capire un disagio legato alla gestione del proprio corpo, al rapporto che si ha con esso e alla difficoltà di accettare la propria immagine.

Il nostro involtino ha portato alle estreme conseguenze un discorso che nella serie è solo accennato: i suoi problemi col peso: la facilità a mettere su chili e la lotta per perderli. È una battaglia che combatte da solo, tenendosi tutto dentro, all'esterno non arriva la gravità del suo problema; Victor presume che sia una questione di timidezza o autostima, Yurio invece lo aggredisce, com'è nel suo carattere, senza capire quanto sia fragile il suo avversario.

Non prendo la copertina di pile, perché con qesto caldo potrei evaporare, ma mi cerco un angolino buio e fresco dove aspettare il seguito °-°

Nuovo recensore
30/06/19, ore 18:11
Cap. 1:

Ho letto la tua nuova storia con molta curiosità, perché l'assaggio che ci hai proposto mi ha acceso una lampadina. Ho visto dopo che era una What if, ma l'ho intuito con le righe che scorrevano, che qualcosa era diverso rispetto alla storia che conosciamo. Qualcosa si è intuito, ma molto dovrai mostrarcelo.
Al di là di ciò che vorrai raccontarci, ciò che avrai aggiunto/cambiato/rielaborato, trovo che tu abbia toccato un punto fondamentale del cartone. In Yuri on Ice!!! tutto è bello, tutto è rosa e brillantinato e tutto va bene, ma non è vero niente che va tutto bene, ci sono mille ombre e mille ferite che si intravedono tra le scene; soltanto l'autrice ha scelto di non puntarci la luce, perché voleva che la sensazione fosse di leggerezza, che alla fine ci rimanesse la positività della storia. Ma sono lì e aspettano, aspettano che qualcuno le raccolga e le racconti, a suo modo forse, col proprio vissuto, ed è proprio per questo che esistono le fanfiction, no? Sono d'accordo con te, ok, l'intrattenimento, ma c'è tanto che abbiamo bisogno da dire e non è detto che una storia originale sia ciò che meglio ci permetterebbe di esprimerlo o di arrivare a toccare qualcun'altro.
Yuuri ha grossi problemi di rapporto col cibo. Io, che sono una bulimica pavida, sempre troppo codarda per farmi davvero del male nonostante tutto o forse troppo fortunata ma bulimica da tutta la vita, l'ho colto subito. L'ho sentito, una cosa fortissima, che mi ha colpito come una padellata in faccia. Il modo in cui gestisce la morte del cane e l'ansia della finale mangiando, la velocità con cui ingrassa e poi dimagrisce, la determinazione con cui si nega poi il cibo e si allena fino allo sfinimento, andando a correre invece di finire la cena... Persino sulla sua pagina web della Federazione pattinaggio giapponese c'è scritto che ciò in cui è bravo è "stare a dieta". E' un problema che pervade la storia di Yuuri fin da piccolissimo, in casa, in pista, e chi sa cosa vuol dire ha sicuramente empatizzato. Anch'io, nel mio piccolo, ho messo questa problematica nel mio ultimo racconto in maniera più esplicita. Perché proprio non ci si può sottrarre, se si vuole raccontare la verità.
Sono contenta che tu abbia scelto di scriverne, perché l'analisi che fai fin qui è meravigliosamente puntuale e IC, perché è scritto molto bene e sono curiosa di vedere come avrai mischiato le pedine per farlo arrivare dov'è ora, a parlare con una psicologa in quello che temo sia un letto di ospedale. Mi piacerebbe sbagliarmi, ma lo scoprirò andando avanti.
So quanto può far male scrivere questo genere di storie. Coraggio, andrà bene. E' un'altra piccola creatura che tu hai lasciato nel mondo. Passerà il tempo e tra anni, rileggendola, sarai ancora fiera di averla messa su schermo e di averla condivisa. Alla prossima.