Devo ammettere l'epica non sia il mio forte, non perché non mi piaccia ma non avendo seguito studi antichistici non ho avuto l'opportunità di studiarli approfonditamente.
Passando alla storia in sé ho molto apprezzato il modo con cui hai dato una veste aulica restando comunque con una struttura sintattica e un lessico non troppo complicati (e non intendo in modo negativo, una storia deve essere comunicativa non soltanto con esagerazioni) che fanno da contorno ad un contenuto che ricalca davvero bene l'epos greco.
Odisseo è sempre stato un personaggio enigmatico, simbolo di astuzia e di saggezza (non dimentichiamoci la sua comparsa nell' Inferno) e anche in questo caso è tenuto a viaggiare, forse a non rivedere la sua terra appena toccata. Tra i tuoi personaggi, quelli femminili mi hanno colpito per la loro tenacia e risolutezza, una è una donna destinata a veder partire i suoi uomini l'altra è una dea, che ha in mano il destino delle piccole persone sotto di lei. Li sai ben delineare psicologicamente
complimenti
milla4 |
