Recensioni per
Con te accanto
di Jonghyun88

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
27/07/19, ore 15:24

Ciao carissima, eccomi qua, è da giorni che fisso questa storia e alla fine ero troppo curiosa e ho deciso di recensire qui, quindi aspettati una recensione lunghissima, chilometrica, epocale! Non per vantarmi, eh, ma la farò davvero lunga, perché ti stimo come scrittrice e questa storia merita davvero, secondo me. Leggerò un po' e recensirò passaggio per passaggio, in modo da non dimenticarmi niente.
Devo dire che la storia mi piace moltissimo. Innanzitutto perché è drammatica e io amo le storie drammatiche e strappalacrime, anche perché penso che proprio dalla sofferenza si possa imparare di più. Nel senso, sono le brutte esperienze a farci crescere di più, di solito; e per me la stessa cosa vale anche per le storie. Ci insegnano qualcosa e a me quelle drammatiche danno molto di più. Poi mi piace perché è romantica e io sono un'appassionata di queste stoie. E mi ritrovo molto in Kibum, nel fatto che soffre per quella relazione, che è stanco, che pensa di non farcela più, che non vuole essere forzato a reagire e che, anzi, si agita e sta peggio se gli altri provano a fargli questo.
Comunque, a parte questa mia riflessione (spero di non essere andata fuori tema), andiamo con ordine.
La descrizione dell'aspetto di Kibum, di come si sente solo e triste, è qualcosa di molto forte dal punto di vista emotivo, che mi tocca da vicino perché sono a conoscenza di ciò che significa soffrire per amore. L'hai descritto abbastanza bene, come qualcosa dal quale è difficile riemergere, o dal quale a volte non si vuole nemmeno farlo.
Gli amici, Taemin e Minho, sono molto simpatici. Ovviamente non si rendono conto del dolore di Kibum, insomma scherzano, pensano che lui sia arrabbiato con loro o cose così, ma non è affatto vero. Si vede lontano un miglio che lui sarebbe una person dolce, ma in realtà nasconde tutto questo per proteggersi da altro dolore, perché pensa di stare già soffrendo abbastanza.
Jinki per ora non si inquadra molto bene, ma sembra gentile.
Jonghyun, almeno per il momento, mi sta antipatico. Voglio dire, forza il fidanzato a fare una cosa che, lo sanno entrambi, non gli darà nessuna gioia, anzi. E' molto bella la descrizione che hai dato di questi suoi sintomi e del fatto che bisogna lasciarlo fluire, passare lentamente, senza forzarsi. Brava!
Minho è davvero molto dolce. Vuole far sentire Kibum parte della band, sa quanto ha sofferto in pasato e quanto lo sta facendo ancora adesso e desidererebbe solo vederlo felice, sapere che cercherà di lottare. Mi ha dato l'impressione di essere un padre, o meglio, una specie di padre, perché si prende cura di tutti loro come tale.
Mi è piaciuto questo passaggio:
"''Non ancora.. aspettiamo un po' e vediamo se arriva. E' strano, di solito è così puntuale''
Kibum strizzò gli occhi ed abbassò lo sguardo verso le proprie scarpe in pelle. Erano nuove, avevano una fila di borchie lungo tutto il bordo delle cuciture ed iniziavano a provocargli dolore sui calcagni. In serata, quando sarebbe rincasato e le avrebbe finalmente tolte, si sarebbe sicuramente ritrovato con delle vesciche enormi. Ma, dopotutto, il prezzo per essere sempre alla moda non poteva limitarsi solamente al costo dei capi acquistati."
Descrive benissimo com'è Kibum: un ragazzo dolce, che sta affrontando il prezzo di essere famoso,
Inoltre, la riflessione sulla moda è stata molto profonda.
Mi è piaciuto anche questo passaggio:
"Schiacciò la punta del piede sulla moquette grigio perla fingendo di interessarsi al riprendere del chiacchiericcio soffuso del discorso sul parto in acqua che Onew stava intavolando con Minho, saggiando interiormente la propria dipendenza dalla sua presenza. Si imbarazzò nel verificare quanto fosse scontato accostare la parola ''lui'' alla persona di Jonghyun.
''Vedi, se lo fai in acqua dovrebbe sentire meno dolore.. '' spiegava Onew gesticolando parecchio. Minho lo assecondava intervallando ogni tanto le sue frasi con un ''davvero?'' buttato lì, completamente ignorante sull'argomento mentre Taemin se la rideva in solitaria adagiato con la schiena distesa sulla sedia, mentre leggeva un messaggio senza senso inviatogli da Kai.
Egoisticamente, Kibum non riusciva a concentrarsi su nient'altro che non fosse il ricordo dei suoi denti bianchi, della sue spalle larghe e dei suoi occhi, così pieni e vivi, dilatati dalla luce soffusa delle candele sul cassettone della propria camera da letto, inzuppandosi totalmente della sensazione di sentirsi estraneo dal contesto, come se la sua assenza non gli consentisse di trovarsi a suo agio. Sollevò il polsino della camicia nera per verificare quanto tempo fosse passato. Erano appena le 16 e 15, non avrebbe nemmeno potuto considerarsi un vero e proprio ritardo. Tamburello la punta delle dita su di un ginocchio slacciandosi il primo bottone della camicia."
A volte, certe persone affogano nei ricordi la mancanza di qualcuno ed è questo che ha fatto Kibum. Ha pensato, come tu stessa hai detto, che questa fosse la soluzione, l'unica via percorribile, non capendo, però, che così si sta auto-distruggendo; o magari l'ha capito, chi lo sa? Però forse lo ha compreso troppo tardi e allora ha continuato e continuato. Ecco, anche il fatto di aver un ragazzo così distante per Kibum dev'essere stato difficilissimo. Quel ragazzo psicologicamente distrutto. Vorrei abbracciarlo, Vorrei stringerlo forte, dirgli che sarò io sua amica. L'hai descritto in un modo talmente forte, così emotivamente intenso che mi sono quasi messa a
piangere.
Ora parliamo degli altri personaggi.
Innanzitutto, Jonghyun. Mi sta ancora antipatico in questa tua FF, ma comunque una persona matura; e comunque, Kibum fa bene ad essere arrabbiato se gli ha dato un appuntamento e lui non si è presentato! Perché è questo che è successo, giusto? Mi pare di aver capito così. Mi è piaciuto questo passaggio:
"''Non sono incazzato. La riunione era alle sedici. Sapete che sono una persona puntuale.''
Taemin, che aveva prestato attenzione a bocconi il discorso, posò il cellulare sul tavolo bloccandone lo schermo. La risposta lapidaria di Key faceva ben intuire che non era momento di contraddirlo ma, giustamente, ci tenne a puntualizzare il proprio pensiero
''Kibum, non possiamo decidere il nome dell'album senza tutti i componenti.'' affermò girandosi su di un fianco ''che ti prende oggi, sembri una donna isterica'' lo derise affettuosamente, nel tentativo di scioglierlo, tastandogli con il pollice la guancia sinistra. Kibum si ritrasse scivolando indietro con la poltroncina, strusciando i piedini metallici sulla moquette morbida. Cercò comprensione negli occhi dei compagni passandovi lo sguardo ad uno ad uno mentre tutti e tre lo fissavano con espressione interrogativa
''Non credo verrà.'' confessò rassegnato. ''Ieri sera abbiamo litigato'' ammise a fatica, cavandosi fuori le parole dal petto. Gli faceva male all'altezza del cuore ogni qualvolta finivano col bisticciare. Si grattò una tempia chiudendo le palpebre, rimanendo in contemplazione dei propri pensieri. Era stato un litigio nato dal nulla quello intercorso la sera precedente. Tutto ancora una volta per via della propria gelosia e del proprio possessivismo.
''Non mi interessa ti ho detto, non voglio che tu e lui vi scriviate!'' l'aveva rimproverato strappandogli il cellulare dalle mani per gettarlo sul divano. Jonghyun aveva aggrottato la fronte imbronciando le labbra, alzandosi di scatto
''Kibum, devi calmarti'' lo aveva rimbeccato avvicinandoglisi al volto. Key era rimasto rigido nella propria posizione con i pugni serrati lungo le cosce. Infuocato ed accecato dalla gelosia, dalla paura di essere in qualche modo messo a confronto con qualcun'altro e sicuro che ne sarebbe uscito sconfitto, si era irritato ancora di più. Gli si era avvicinato a muso duro portandogli le mani sulle spalle e spingendolo all'indietro per farlo risedere. Jonghyun, colto alla sprovvista, aveva vacillato sino a perdere l'equilibrio, picchiando l'incavo delle ginocchia sul bordo del divano, cascandovici sopra di peso"
Molto bella la riflesisone sulla gelosia. Il fatto che Kibum non si senta all'altezza è, direi, più che palese. Si sente che è così, ecco tutto. E il fatto che non vuole che un altro gli scriva, che abbia usato la forza per tenerlo lì, significa che ha ancora speranza. Indubbiamente si sente, o meglio, si è sentito, abbandonato quando lui se n'è andato. E non riesco, neanche lontanamente, ad immaginare il dolore che deve aver provato in quel momento e nel giorno successivo. Dev'essere sato tremendo! Voglio dire, è molto insicuro e l'altro non fa niente per rassicurarlo. Insomma, mi chiedo come abbia fatto a continuare a vivere, come ci sia riuscito. Ammiro molto Kibum, ha un coraggio da leone anche se non lo sa, almeno non in questa parte di storia e non lo dà a vedere.
"''Ah, è così che ti comporti? Mi vuoi mettere la mani addosso?'' gli aveva urlato contro sollevando le sopracciglia. In realtà, sapeva benissimo che quel ragazzo non l'avrebbe mai fatto. In qualche modo, era giunto a conoscerlo come avrebbe potuto conoscere sé stesso e sapeva esattamente fino a che limite potesse giungere la sua rabbia."
Anche in questo passaggio si nota il suo dolore. Okay, posso capire che Jonghyun si sia sentito in colpa per il suo attacco di gelosia (io ne so qualcosa,anzi, anche di più), posso comprenderlo, davvero. E' una sensazione orribile, terribile, che ti schiaccia, ti distrugge, ti annienta. La gelosia è una delle cose più brutte che possa esistere a questo mondo. Ma perché lui no nha pensato al dolore di Kibum? Perché non ha pensato al motivo per il quale lui può averlo fatto e che, dietro ad una cosa del genere, ad un gesto così tremendo, c'er una disperazione più che profonda? Perché? Non lo capisco. O forse ci ha penato, ma non abbastanza. Se l'avesse fatto, l'avrebbe
perdonato.
Sono contenta, invece, che Kibum abbia trascorso un po' di tempo con la band, che sono dei ragazzi molto dolci esimpatici. Almeno si è distratto, non stato più così male per un po' e poi ha aiutato una persona. Quello che intendo dire è che, a volte, quanxo si sta male, sentirsi utili per gli altri ci fa stare meglio e forse è questo che lui ha provato. Poi vabbè, alla fine il nome dell'album non l'hanno scelto, ma per quanto è successo prima sono contenta.
"La loro relazione procedeva da anni, fin da poco dopo l'essersi incontrati alla casa discografica. Si erano presi subito, con sorpresa, riscoprendo nel tempo una sintonia sempre più completa sino a giungere al culmine del loro rapporto un mattino di Settembre, precisamente il 23, il giorno del diciannovesimo compleanno di Kibum. Jonghyun si era intrufolato nella sua stanza al dormitorio e l'aveva svegliato con un bacio a fior di labbra che si era ben presto approfondito con il contatto delle lingue calde nella bocca dell'altro. Le sue mani assetate avevano assecondato la scia della passione sin dentro i pantaloni del suo pigiama e Kibum aveva fatto lo stesso slacciandogli i jeans aderenti e godendo appieno del primo, indimenticabile, contatto vibrante del suo corpo dentro il proprio.
Ma nonostante non vi fossero comprovate ombre né dubbi persistenti sul sentimento provato da entrambi, Jonghyun poteva sicuramente dirsi seccato delle continue scenate di gelosia di quel ragazzo. Era conscio della sua profonda insicurezza e comprendeva che tutte quelle ansie e quel comportamento apparentemente così aggressivo altro non erano che uno sfogo alternativo al suo sentirsi inadeguato, ma d'altro canto iniziava a soffrirne pesantemente e non era sarebbe più disposto a tollerare determinati atteggiamenti.
Irritato, si era rialzato dal divano raccogliendo il proprio telefono, aveva chiuso i bottoni della camicia che solo poco prima Kibum gli aveva slacciato per assaggiarne il sapore della pelle attraverso morsettini fugaci e si era diretto verso il portoncino blindato che conduceva al di fuori dell'appartamento. Si era poi fermato per un istante, con Kibum voltato di spalle e gli aveva sussurrato
''Stai per perdermi, Kim Kibum. Questa volta per sempre.''
Aveva successivamente richiuso la porta dimenticandosi del proprio cappotto, rimasto appeso sulla cappelliera accanto a quello dell'altro. Distrutto, con un brivido ghiacciato lungo la schiena, Key si era portato i palmi delle mani sul viso disciogliendosi in un pianto senza sosta, così concitato da farlo singhiozzare. Si era lasciato andare sulle ginocchia molli fino al pavimento ed aveva proseguito nel pianto fino a notte fonda, spostatosi nel letto che gli era sembrato vuoto senza il respiro caldo di Jonghyun ad accarezzarlo.
Si sollevò dalla poltroncina ancora più nervosamente, spingendo sui braccioli con le mani, sistemandosi i polsini della camicia. I ragazzi avevano seguito il suo movimento confuso che dalla finestra panoramica ormai bagnata da goccioline di pioggia, era giunto sino a ridosso della porta.
''Ragazzi, possiamo rimandare la riunione per favore?'' aveva chiesto quasi implorando, inchinandosi in segno di rispetto e vergognandosi del proprio, inusuale, comportamento. Sebbene in realtà quello non fosse un incontro ufficiale, aveva comunque preso tempo a tutti ed era conscio di quanto per loro scarseggiasse, sempre presi da un meeting lavorativo o da un servizio fotografico. Onew indagò silenziosamente sulle reazioni di Taemin e Minho affidandosi alla lettura dei loro sguardi. Entrambi, per facilitargli il compito, annuirono accomodanti, consapevoli che effettivamente non era quello lo stato emotivo con cui sarebbero potuti giungere ad una conclusione proficua. Jinki si rivolse nuovamente a lui passandosi una mano fra i capelli castani
''Va bene, Kibum.. va bene. Non funzioniamo se non ci siamo tutti e cinque. Sopratutto se ci sono tensioni tra di noi. Tu e Jjong siete.. come dire..'' si portò una mano sotto il mento sollevando gli occhi in cerca delle parole adatte. Kibum rimase ad ascoltarlo impaziente di bere dalla sua bocca una qualche verità che potesse schiarirgli le idee e chissà, forse anche smuoverlo nella direzione più giusta, affidandogli inconsciamente il peso di decifrare la confusione che si era annidata nella propria mente.
Jinki si era grattato la fossetta sopra l'arco di cupido incrociando un braccio sull'addome
''Sai, vero? Vi abbiamo sempre detto che questa relazione sarebbe stata pericolosa'' ammise interrompendosi per tastare le reazioni dell'altro ma Key rimase immobile sul posto, spalancando impercettibilmente gli occhi. Non erano esattamente quelle le frasi che l'avrebbero fatto sentire meglio, pensò, speranzoso che il loro leader potesse dare una svolta positiva al discorso
''Quando voi due litigate.. è tutto buio. Non capite più niente. Tu arrivi intrattabile e ti senti in diritto di comportarti male con noi, che non c'entriamo nulla. E lui non si presenta nemmeno alle riunioni. Questo è sbagliato.'' puntualizzò con tono fermo
''Ma..'' sospirò per infondere al proprio discorso un tono ancora più solenne. Kibum trattenne il fiato mentre una rapida accelerata della pressione sanguigna gli faceva pulsare la giugulare
''Ma voi due siete perfetti insieme. E' bellissimo per noi accorgerci di quanto bene vi vogliate. Quando voi siete insieme.. quando voi siete semplicemente sinceri l'uno con l'altro.. quando tu non sei offuscato da paranoie inutili e lui non perde sé stesso nei ricordi dolorosi.. ecco, Kibum.. ecco che in quel momento voi due siete come una luce. Una luce accecante, penetrante, e con il vostro bagliore inondate anche noi e ci rendete partecipi di tutto quel calore che vi esplode dentro e che è troppo per riuscire a contenerlo.''
Taemin annuì smuovendo il caschetto biondo, inserendosi nel discorso per stemperare l'atmosfera
''Scusa Jinki, a che calore ti riferisci esattamente?'' aveva scherzato strizzando le guance fino a far scoparire la forma dei propri occhi. Minho aveva seguitato a dargli corda portandosi una mano sulla bocca spalancata
''Già, in che senso Jinki!?'' l'aveva incalzato osservando di sottecchi la reazione di Kibum che, ancora fisso sul posto, li aveva inceneriti con lo sguardo
''Non è il momento di scherzare, ya!'' li aveva ammoniti Onew, avvicinandosi a Key per regalargli una pacca affettuosa sulla spalla
''Vai''
Con nella mente l'immagine inarrivabile che Jinki aveva appena delineato attraverso le proprie parole, Key si sentì vacillare sulle proprie gambe al tocco delicato del leader del gruppo, poggiandosi al legno lucido della porta per mantenersi in equilibrio. Jinki gli si avvicinò ulteriormente carezzandogli la cascata di capelli rossi
''Vai da lui. Chiaritevi una volta per tutte. Quel ragazzo ti ama. Lo conosco da più tempo di te e credimi, non ho mai visto i suoi occhi così pieni di vita come quando incontrano i tuoi.''
Anche Minho gli si avvicinò abbandonando la seduta e così fece Taemin, sistemandosi il tessuto dei jeans sulle cosce e raggiungendolo sull'uscio della porta.
''Ha ragione Jinki. Non avere tutte queste paure. Non va da nessuna parte senza di te. Non può farlo e sai perché?'' gli domandò Minho inclinando il busto per ritrovare il suo sguardo basso. Kibum scosse la testa a destra e sinistra rimanendo appeso alle parole incoraggianti dell'amico"
Anche questo è un bel passaggio, molto toccante anche se corto. Magari mi sbaglio, però. Questo è solo un mio pensiero.
Per quanto riguarda Jonghyun, lo sto rivalutando, forse, sembra un ragazzo molto gentile. Ho letto che ha aiutato molto Kibum e mi fa piacere e che hanno una storia e che lui lo ama ancora. NOn lo dà a vedere ma, appunto, lo ama ancora. E' tutta una corazza, anche questa. mi dispiace che lui e Jonghyun abbiano litigato, che lui sia stato respinto così duramente, che Kibum stia così da schifo. Mi dispiace per tutto!
E' stato davvero molto crudele e senza cuore a dire che si sarebbe sentito meglio se Kibum l'avesse picchiato. Davvero, io se fossi in lui questa non gliela perdonerei tanto facilmente. Ma dai, come si fa a dire una cosa del genere?
In ogni caso gli altri hanno ragione: Kibum e Jonghyun devono stare insieme e aiutarsi a reagire, sono diversi da com'erano all'inizio della storia. Anche solo il fatto che sia arrabbiata dimostra che comunque ha delle reazioni e che la su gelosia non è da considerarsi un problema grave. Sta lentamente
migliorando.
Le frasi che gli hanno detto sul loro rapporto all'inizio sono angoscianti, sono strazianti. Non ci sono altre parole per descriverle e, in realtà, su questo non so bene cosa dire, se non che vi si leggono tutta la su disperazione e il suo dolore, ma anche l'affetto che provano verso i due ragazzi, nonostante pensi c non la capiscano. Ma, ho una domanda, solo un piccolo dubbio. tu hai detto che gli altri approvano la loro relazione, giusto? Però se che per mantenere la pace tra i membri dopo una litigata bisognerebbe impedire ai due di riprovare, qui invece so che non ci sono problemi.
"Sarebbe andata bene anche sua madre. Non gli avrebbe certamente detto di essere lì per riappacificarsi con il figlio, suo compagno da quasi dieci anni. Le avrebbe raccontato la solita favoletta del venire a trovare il migliore amico di sempre per discutere insieme del testo di una nuova canzone, esattamente come aveva fatto le poche volte che era stato lui ad andare a casa sua."
Kibum non sarà forse il più fiducioso del mondo, ma per fare pace ci ha azzeccato, è stato molto dolce, veramente. Il suo gesto mi ha commossa nel profondo. Credo che sarebbe un bravissimo fidanzato, se solo decidessero di rimettersi insieme... Ci sono troppi "se"... Devo solo andare avanti con la storia per scoprirlo. Lo faccio subito.
"Scosse la testa velocemente per scrollarsi via di dosso un po' della pioggia che gli aveva inzuppato i capelli, aprendo e chiudendo le gambe per scaldarsi almeno un po'. Il giubbotto di jeans che indossava non sarebbe di certo stato sufficiente a proteggerlo dal vento che, improvvisamente, prese a soffiare nel cielo di Seoul.
''Non risponde nessuno..'' disse fra sé e sé. Fortunatamente constatò che non vi erano passanti curiosi in quel momento. L'avrebbero sicuramente fermato per scattarsi una foto con lui e solitamente l'avrebbe fatto ben volentieri, anche sotto una tormenta di neve, ma l'urgenza dettata da quel momento richiedeva la presenza di Kibum in quanto essere umano e non di Key degli SHINee, estrosa celebrità coreana."
Il pensiero di essere se stessi, davanti alla casa di Jonghyun, è molto bello.A quanto ho capito Kibum non crede che possa risolversi tutto; e va bene, io lo rispetto. Penso solo che credere in qualcosa dia più speranza, ma non voglio criticare lui, assolutamente. Mi dispiace che non riesca a credere in loro un po' di più. Forse dovrebbe, magari questo potrebbe aiutarlo, farlo stare un po' meglio; ma so bene che non è facile andare a trovare qualcuno con cui si ha litigato. E se non s la sente, deve darsi tempo e non forzarsi, perché altrimenti poi starebbe ancora più male. Edato che non crede in loro, immagina di essere respinto perché nessuno apre e ovviamente ne ha paura. Del resto, chi non ha paura di un rifiuto? Nessuno, credo.
Il fatto che Jonghyun abbia aperto proprio e sottolineo proprio, in quel momento è stato strano, ma bellissimo. Mi spiego meglio. Intendo dire che è come se lui fosse un angelo venuto ad aiutarlo inquel momento difficile. Sì, è vero, sono stati lontani per tanto tempo e lui sarà stato possessivo come gli ha ricordato, però è comunque lì con lui, pronto a dargli una mano, preoccupato per ciò che gli ha sentito dire. Quando gli ha aperto la porta mi sono emozionata tantissimo. Kibum ha bisogno di abbracci, di calore, di affetto, di non sentirsi solo. Ne ha un bisogno disperato, però non riesce a dirlo; ed Jonghyun è l'unico che lo comprende senza che lui glielo chieda o faccia nulla perchè lui lo capisca. Kibum ha cercato di fargli capre che il suo è stato solo un momento di debolezza, ovviamente mentendo. Sa mentire benissimo, tra l'altro, sa nascondere il dolore e anche in questo mi somiglia molto.
"Prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni neri rassegnato all'idea che nessuno gli avrebbe risposto. Scorse in rubrica per cercare il suo numero ma quando lo trovò, ancor prima che schiacciasse la cornetta verde, risuonò nell'aria il meccanismo del cancellino. Sollevò lo sguardo verso il portone d'ingresso per comprendere chi aspettarsi all'entrata ma vide solamente la porta di legno bianco lasciata semi aperta, come un invito ad entrare. Richiuse l'inferriata alle sue spalle ed imboccò il vialetto piastrellato ai cui lati si stagliavano piccole siepi ben curate.
''Posso entrare?'' domandò sporgendosi con la testa all'ingresso, strusciando le scarpe nuove sullo zerbino esterno."
Nessuno, credo, nemmeno il più convinto, vorrebbe davvero chiudere una relazione. Cioè magari sì, però questo è solo un certo disperato di chi non ce la fa più e quindi utilizza il la rottura come ultima spiaggia (e io non sto parlando a vanvera, so quello che dico). Mi ricordo, a questo proposito, che quando ho studiato Schopenhauer alle superiori (oddio spero si scriva così, ora non ricordo) c'era una sua frase che mi ha colpita. ora non la rammento parola per parola, ma in sostanza egli diceva che chi rompe una relazione, in realtà, vuole che l'altro faccia un passo indietro.
"'Ho la febbre'' bisbigliò mentre Kibum gli spostava il tessuto caldo dal viso. A contatto con quel suo viso contrito, rimase incantato dalla visione delle guance arrossate, del naso rosso per il raffreddore e degli occhi fattisi piccoli e lucidi per via della temperatura elevata. La fame incontrollata dei propri sensi lo fece sentire come se si rivedessero dopo anni, secoli, quando realmente erano trascorse meno di ventiquattro ore. Si inclinò con la schiena sopra di lui per passargli gentilmente un palmo sulla fronte
''Scotti!'' mormorò preoccupato. Jonghyun riversò gli occhi all'indietro estenuato dall'influenza
''Ho preso la medicina mezz'ora fa. Adesso mi passa'' rispose sforzandosi di non contorcersi per il dolore alle ossa. Kibum vi si inginocchiò accanto, appiccicandosi con le cosce al divano"
Ecco, anche in questo ci assomigliamo. Purtroppo, devo dire; perché trovare chi ami malato, nella maggior parte dei casi, vuol dire soffrire di più, stare malissimo.
"Gli fece segno con la mano di occupare lo spazio risicato che era riuscito a liberare. Il suo sguardo si fece amorevole. Kibum si stese vicino a lui posizionandosi su di un fianco, voltandosi nella sua direzione, a pochi centimetri dal quel corpo che emanava calore. Jonghyun gli accarezzò con pazienza i capelli bagnati, seguendo il percorso delle proprie dita"
Santo cielo, quante volte nella mia vita ho provato questa sensazione! Tantissime, troppe! Mi sentivo come se non potessi fare altro... ora forse un po' meno, perché adesso, come ha detto Jonghyun, ho qualcosa pe cui lottare. Dico tutto ciò perché spero, con tutto il mio cuore, che lo troverà anche lui, un giorno, forse in Jonghyun, forse in qualcun altro.
E lo capisco anche quando si accoccola contro di lui. A volte è più forte anche di me. Sto male e devo farlo. Kibum però non vorrebbe, in fondo lo sa; non desidererebbe affatto diventarne dipendente, o almeno stargli accanto a volte quando proprio non ce la fa, però al contempo non può farne a meno.
Io loro stuzziacarsi è stata bruttissimo. Anche lui lo incolpa e mi fa inca***** da morire! E lui non è riuscita a dirgli la verità, a sfogarsi. Ancora.
In più, le parole di prima della band, le prime, sicuramente on gli giovano. Non lo fanno a nessuno.
Dio, si stanno per dichiarare? Mamma mia, ci vuole un bel coraggio. Penso che bisogna trovarsi in certe situazioni per capire davvero.
"'Volevo vederti..'' ammise candidamente, non riuscendo a fermare le parole. Jonghyun chiuse le palpebre portandogli una mano dietro la nuca, accostandogli la fronte alla propria
''Volevi vedermi?'' sussurrò. Kibum annuì con la testa perdendosi in un brivido caldo che gli nasceva dallo stomaco, raggiungeva la gola e ne fuoriusciva a cascata rivestendogli la pelle dalla punta dei piedi all'ultimo capello rosso"
Anch'io ho fatto così con la mia ragazza, anche durante queste feste. E' bruttissimo, ma piuttosto di farli soffrire o arrabbiare, sia io che Kibum abbiamo preferito fare così, anche se mossi da motivi diversi. Più vado avanti con la lettura, più mi rendo conto di ritrovarmi sempre maggiormente nel carattere di questo ragazzo e anche in suoi certi gesti.
E così finalmente stanno per affrontare la discussione. Oddio, credevo che si sarebbero lasciati davvero. Quando haparlato di "volevo vederti" mi sono venuti i brividi, pensando a quello che in realtà ha deciso di fare.
"Si sollevò piano dal divano rimboccandogli le coperte, sentendosi più tranquillo. Si pizzicò la pelle sottile del collo per verificare di non stare sognando. Pensò che sicuramente avrebbero discusso ancora e che lui sarebbe ricaduto nello stesso, incontrollabile, stato d'ansia e senso di inadeguatezza, ma era disposto a lavorarci intensamente. Accanto a lui, con lui, nulla gli sembrava insuperabile.
Si accinse a recarsi in cucina per preparasi una tazza di the caldo. Rovistò fra i cassetti ordinati in cerca del colino per filtrare le foglie ed accese il fornello ad induzione sotto il pentolino dell'acqua. Si sedette poi sullo sgabello dell'isola. Da quell'altezza poteva scorgere di sfuggita l'avvallamento del corpo di Jonghyun sotto il caldo tartan, ma gli era sufficiente per assecondare con lo sguardo il movimento del suo petto che inalava e rilasciava fiato bollente e per sentirlo mugugnare ogni tanto per i brividi della febbre
''Il mio Dino..'' pensò, ritornando con la mente ai giorni in cui si erano conosciuti
''Io sono Kim Jonghyun, piacere di conoscerti!'' gli aveva teso la mano in attesa di stringere la sua. Kibum si era irrigidito nel tentativo di comprendere se fosse più grande di lui, in modo da poter adeguare il tono della conversazione. Non riuscendo a venirne a capo, aveva chiesto arrossendo, imbarazzato e confuso
''Emh.. sei più grande di me?''
Jonghyun in risposta aveva riso di gusto, con innocenza, tenendosi la pancia con le mani
''Ahahahahah! Come faccio a sapere se sono più grande! Dicono che noi asiatici ci somigliamo tutti! Poi tu hai una pelle così perfetta..'' aveva allungato un indice sfiorandogli la cicatrice sotto l'occhio sinistro ''non hai un poro dilatato! Ma come fai??'' gli aveva domandato stupito. Kibum era arretrato di qualche passo portandosi le braccia avanti al petto"
Ha avuto un bel coraggio a dirglielo. Nel senso, non credo sia facile ammettere una cosa del genere; ma questo significa che comunque vuole provarci, che non ne è totalmente convinto.
E comunque, nonostante il suo cedimento e il fatto che non sta bene, sono contenta che quello con la febbre sia Jonghyun e non Kibum. Almeno lui può riflettere davvero.
Kibum è stato bravo a ricordare il loro primo incontro. A me, comunque, piace il suo carattere così dolce e introspettivo, è rassicurante; ma ad Jonghyun non piace, o forse sì, solo che non lo ammetterà mai. Ho ragione?
"'Ah.. ah.. seguo la skincare ogni giorno'' gli aveva risposto parecchio turbato. Jonghyun aveva annuito e lui, irrimediabilmente, si era perso in quegli occhi scuri così simili all'imbrunire del cielo in prossimità della notte.
''Comunque io sono Kim Kibum.. piacere di conoscerti.''
Jonghyun sembrava illuminare la sua giornata e sorrideva con spontaneità. Gli aveva raccontato della sua passione sfrenata per i dinosauri, delle numerose t-shirt con stampa giurassica che aveva nell'armadio di casa e di quanto gli piacesse cantare fin dalla più tenera età.
''Cantare è tutto ciò che so fare'' aveva candidamente ammesso sedendosi accanto a lui, poggiandosi su di un muretto nel cortile dell'edificio nel quale si tenevano le lezioni di ballo
''Mi piace anche ballare, ma quando canto è tutta un'altra cosa.. mi sento diverso, più sicuro! Mi sento libero'' aveva concluso inclinandosi con il viso nella sua direzione. Kibum a quei tempi non aveva certamente compreso cosa potesse significare per quel ragazzo il termine ''libertà''. Aveva ingenuamente creduto che fosse pressoché lo stesso che gli attribuiva lui stesso: indipendenza dai genitori, crescita personale, possibilità di mostrare il proprio talento."
Scusa la franchezza, ma a me quello che ha bisogno di libertà, al momento, sembra Kibum. Come può anche solo permettersi di dire che Jonghyun ne ha più bisogno? Davvero lo pensa? No, sul serio, a me chi fa riflessioni del genere fa stare malissimo, mi lascia sgomenta, mi fa arrabbiare e intristire in una maniera che non ti puoi nemmeno immaginare. Lo so che è una storia, ma mentre la leggo e la recensisco la sento molto vera, realistica. E' questo che mi piace: descrivi tutto in maniera quasi tangibile, fai provare sensazioni, emozioni diferenti, ma è tutto davvero reale. Certo, è una storia drammatica, ma non è esagerata, queste cose possono capitare, sei stata davvero brava a scriverne con tutta questa attenzione, trattando tematiche forti con tutta la delicatezza necessaria.
"''Perché sarei un cretino?'' domandò schiacciandogli il labbro inferiore con un dito. Jonghyun accolse fra le proprie mani la sua, tempestandola di piccoli bacetti affettuosi
''Sei un cretino perché pensi che io possa desiderare altro.''
Gli mordicchiò una nocca stringendo piano i denti sulla superficie bianca, lappando con la lingua la base del dito sino ad inglobarlo nell'antro umido della propria bocca. Kibum fu accolto da un brivido che gli attraversò i lombi sino alle vertebre cervicali.
''Perché non potresti volere altro? Guardami..'' lo esortò indicandosi con la mano rimasta libera"
Questa parte mi è piaciuta tantissimo. Perché? Perché è vero. L'amore, tante volte, fa più paura di tante altre cose. Forse perchè è difficile, pieno di alti e bassi, di ostacoli chepaiono molto più grandi di noi, troppo grandi, che sembrano insormontabili. Ed ora che anche Jonghyun comprende sul serio le inaiucrezze di Kibum, tutto in casa, sicuramente, peggiorerà. Anche la band noterà che il clima è
cambiato.
Ah, sì, un'altra cosa: la frase di Kibum, il gesto di indicarsi, i sensi di colpa che prova... insomma, mi ha colpita molto, tutto questo.
Ma soprattutto mi ha colpita il fatto che Jonghyun abbia finalmente aperto gli occhi e ciò che vuole fare. Capisco che vuole aiutarlo, ma forse non è il modo giusto, almeno non secondo me. Ma forse è solo una mia impressione. Forse vuole essere così duro per scuoterlo, non sapendo, però, che lo faranno stare peggio.
Questo passaggio, infatti, lo descrive benissimo:
"''E' così?''
Jonghyun rispose all'abbraccio stringendolo contro il proprio petto. Roteò la testa strusciandovi una tempia contro la sua guancia, come il gesto di un cucciolo affamato di carezze poi iniziò a parlare, mormorando appena.
''Ci sono tante cose che non rifarei nella mia vita. Non darei preoccupazioni a mia madre, quante volte è stata sveglia tutta notte in attesa di vedermi rincasare. Cercherei di essere più gentile con mia sorella, la rispetterei di più, la tratterei come una principessa. Non permetterei a mio padre di umiliarmi, non gli confesserei nessuno dei miei sogni e non gli darei l'importanza che gli ho sempre attribuito.''"
"Morbidamente, schiacciò le labbra sulle pieghe della sua camicia che si increspavano contornando i tratti dell'osso della spalla, fra il colletto e la cucitura inziale della manica. Kibum si spostò di qualche centimetro con il sedere per guadagnare ulteriore vicinanza.
''Probabilmente non darei così importanza al lavoro. Sarei più permissivo con me stesso e lavorerei sodo per riuscire ad accettare i miei limiti, senza sentirmi un completo incapace quando commetto qualche errore. Mi darei tregua. Respirerei più a fondo l'aria frizzante che si confonde con i primi raggi del sole e resterei più a lungo in contemplazione del pallore della luna. Farei tutte queste cose, se solo potessi tornare indietro.''
Kibum inclinò il collo per poggiare uno zigomo sui suoi capelli castani, lasciandosi trasportare dalla sua voce rotonda, così profonda ed accogliente. Jonghyun rispose al gesto sollevandosi lievemente, scontrandosi con la superficie liscia dei tratti del suo volto.
''Ma c'è una cosa che non cambierei mai. Potrai non credermi, se vorrai, ma è tutto così chiaro e trasparente qui, all'altezza del mio cuore''"
Il discorso di Jonghyun è molto bello, ma lui non sa che Kibum pensava che tra loro fosse finita. NOn sa che in realtà, almeno in parte, ne è convinto.
molto belli comunque i loro momenti. Sonoteneressimi, di una dolcezza infinita! I due si vogliono davvero molto bene. Anche Kibum gliene vuole, nonostante faccia fatica a
dimostrarlo.
E così, alla fine, i due si sono rimessi insieme; ora Kibum è più sereno, o quantomeno tranquillo e vuole lottare. Un finale fantastico per questa storia, che lascia comunque anche delle incertezze, perché alla fine niente è perfetto, la felicità per sempre non esiste.
Complimnti davvero per come hai trattato queste tematiche, per come l'hai conclusa, con questo senso di felicità ma di incertezza al contempo.
Bravissima!
Okay, questa è la recensione più lunga che io abbia mai scritto.
Devil

Recensore Master
10/07/19, ore 16:11

Sono shiolta. Ma proprio shiolta shiolta, tipo gelato al sole. Shioltisshima.
Va beh, a parte le mie affermazioni deliranti, questa fic è davvero bella. Prima o poi, tutte le coppie devono affrontare un litigio, grande o piccolo che sia, ed è molto più difficile quando uno dei due o entrambi sono così sensibili e inclini ai sensi di colpa. Per fortuna ci sono gli amici a ricordare loro come ci si comporta, e per fortuna quando c'è l'Amore basta che gli occhi si incontrino per cancellare ogni dubbio.
Bella e delicata la lemon, e bello il discorso di Jonghyun su cosa farebbe se potesse tornare indietro... anche se penso che non ci sia un momento stabilito per certe cose, vengono da sole e l'importante è riconoscerle come passaggi vitali e non atti di egooismo... ma riconosco che è difficile, soprattutto per un altruista come lui.
Grazie di aver condiviso, questa sì che è terapia!