Recensioni per
Il tempo di pensarti
di ValeS96

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
21/09/19, ore 22:50

Nelle cento parole di questa ff hai magicamente saputo esprimere qualcosa di complesso.
Vedo che è una tua predisposizione quella di servirti, per ciò che ci vuoi raccontare, almeno per quanto riguarda questa Sezione, a parte la splendida e devastante "Ripeti", di drabble, di testi cioè molto brevi. La loro essenzialità tecnica però non toglie il pregio di essere testi densi e preziosi, davvero "pesanti", in senso buono, ovviamente, dal punto di vista contenutistico, con parecchi spunti di riflessione.

Non sono d'accordo con chi crede che, scrivere drabble, significhi prendere una specie di "scorciatoia" per non inoltrarsi in una narrazione più articolata e complessa. Non è mancanza di coraggio il produrre pezzi brevi. Sì perché, in una "piccola" ff come questa e come le altre che ci hai regalato, sono evidenti il lavoro e l'impegno nel fare in modo che le idee e gli spunti argomentativi scelti ci siano tutti. Difficile, molto difficile...
È simile, anzi, uguale a ciò che succede quando ci esprimiamo a parole: un lungo ed articolato discorso, a mio avviso, è sì impegnativo per la quantità di strutture e di espressioni da armonizzare fra loro con, in più, la necessaria attenzione costante per la proporzione tra le varie parti. Ma il racchiudere in poche frasi gli stessi concetti è molto più complicato. Ci si deve inoltrare in un difficile lavoro di "limatura", di paziente ricerca lessicale di termini che siano carichi di significato per non avere la necessità di usarne altri in più.
Cioè, in poche parole, prendo esempio da te nella tensione alla sintesi, si vede che sai scrivere. Il che non è automatico in una persona che vuole raccontare qualcosa agli altri.

Arrivo al presente pezzo.
 Ricco di sensazioni, coinvolgente, struggente. Queste sono le prime caratteristiche che mi vengono in mente. E, soprattutto, poliedrico come in un gioco di specchi. Infatti veniamo accolti da un'atmosfera carezzevole e rassicurante, in cui Sh sta dolcemente soffermandosi sul suo John.
Veniamo avvolti in un morbido abbraccio di messaggi sensoriali che ci trasmettono tutto il coinvolgimento di Sh nei confronti del suo “coinquilino” che egli vede quasi come una magnifica terra da esplorare ed in cui stare per sempre.
Ma l’atmosfera accogliente cambia repentinamente, perché Holmes, il POV è suo, ha la malinconica consapevolezza che tutto quello che sta facendo non è reale. Ed il dato che ci riporta bruscamente alla realtà è che John non reagisce alle carezze, non risponde. Dunque, non c’è lì con lui…
E, come in “Gnawing distance”, di nuovo tra i due c’è una muta porta chiusa, invalicabile. Un confine invalicabile soprattutto per Sh, per le sue paure, per le sue ansie, per la disistima di sé.
Qui siamo nel Mind Palace, in cui egli tenta di realizzare il suo struggente desiderio di comunicare a John ciò che prova per lui ma tutto diventa livido e silenzioso perché non è reale.
Ho trovato molto interessante la scelta dell’avverbio (“…potenzialmente…”) che Sh usa per definire quel clima allucinato di struggente, impotente desiderio. Lo trovo perfettamente coerente con la sua mentalità razionale, che tutto riporta ad una dimensione logica per poter meglio comprendere e dominare la tempesta che John ha scatenato in lui, anima e corpo.
Una drabble, anche questa davvero di qualità.
Complimenti.
P.S. Molto intensa la poesia di Sbarbaro, che, sinceramente non conoscevo, e che ha la stessa atmosfera di visionaria tensione emotiva.

Recensore Master
15/07/19, ore 08:51

Ciao, sono molto felice di esser la prima a recensire questo piccolo capolavoro perché te lo voglio proprio dire che hai scritto qualcosa di stupendo. A dir poco stupendo. Mi sono piaciute moltissimo anche le altre storie che hai scritto in passato, ma questa ha qualcosa in più. Un miscuglio di amarezza e dolcezza, con tanta emozione dentro. Ci troviamo di fronte a questo Sherlock Holmes che si ritrova a fare pensieri su John Watson e sulle prime sembra più chiaro il contrario di ciò che alla fine è. Nel senso che sembrano i momenti finali di una scena d'amore, loro due sul letto, sfatti ed esausti dopo una lunga sessione di sesso e con John che si è addormentato e Sherlock che non riesce a smettere di guardarlo e di sfiorarlo con le dita e di bearsi del suo corpo. Eppure non è così. C'è un ribaltamento della situazione e ciò che sembra, si dimostra alla fine soltanto un'illusione. Una fantasia come ne ha fatte tante Sherlock dentro al suo palazzo mentale. A un certo punto la bellezza di quella scena, la dolcezza del momento scompare assieme a tutto il resto. A suggerirci che qualcosa non va è la passività di John. Prima l'avevo interpretata come colpa del dormiveglia nel quale è caduto, ma quel pensiero che fa Sherlock a un certo punto: "Ma non mi senti, non mi sfiori" suggerisce in realtà che lui non ci sia e non ci sia nemmeno mai stato. Questo lascia un senso di amarezza perché ci rendiamo conto che Sherlock si è immaginato tutto e come suggerisce il brevissimo paragrafo conclusivo non è nemmeno la prima volta che si lascia andare a certe fantasie. Anzi dev'essere l'ennesima. C'è un velo di tristezza in questo, Sherlock ama profondamente John e la debolezza lo porta a formulare pensieri come questo e a illudersi, a dirsi che probabilmente un giorno potrebbe anche accadere. Ma non ha la certezza di niente. Tanto meno che John possa ricambiare il suo sentimento. Eppure non è tutto completamente triste, Sherlock prova un grande sentimento, struggente quasi e proprio lui che si era sempre vantato del fatto che le emozioni come l'amore non lo toccassero, che "affezionarsi non è un vantaggio". Insomma proprio lui si è scoperto innamorato e in un modo così disperato... Indubbiamente mi colpisce parecchio.

La tua drabble ci mostra tutto questo, attraverso una prosa attenta ed efficace. Che introduci anche grazie al verso della poesia (che non conoscevo e per questo ti ringrazio, perché c'è sempre da imparare anche dalle fanfiction) che inserisci nell'introduzione come se bastasse quello a farci capire cosa succederà nella tua drabble. La maniera in cui scrivi è enfatica in alcuni passaggi e molto d'impatto nel descrivere ciò che Sherlock fa col corpo di John. Non importa che sia solo un'illusione, non davvero. Il modo in cui sei riuscita a scriverlo lo ha reso immensamente vero. Anche se che poi, lo ammetto, scoprire la verità fa quasi male perché ci rendiamo conto che ci siamo illusi un po' anche noi assieme a Sherlock. Resta un leggero amaro in bocca, com'è giusto che sia perché la storia non è del tutto felice e perché alla fine Sherlock resta solo con le proprie illusioni, per quanto dolce il sentimento che prova sia, non è ovviamente piacevole vederlo così triste e solo. Come dicevo, non hai mai deluso in nessuna delle storie che hai scritto e ognuna è sempre stupenda e mi piace sempre più delle precedenti. Questa poi è una piccola perla.

Alla prossima. Spero presto.
Koa