Recensione premio per il contest “Pesca nel mazzo” di Ghostmaker
Intanto ti dico che leggendo le tue note sono scoppiato a ridere perché anche io faccio fatica a scegliere i nomi e spesso sfoglio l’elenco telefonico, prendo un nome italiano e lo tramuto in inglese ^^
Devo ammettere che mi sono trovato “impreparato” a recensire questo tipo di storia perché mischia molti temi attraverso il racconto di Marco B., in arte Acido. L’idea che il soprannome sia affibbiato per scelta della tribù è quanto mai azzeccata perché è così nella realtà: a volte per ciò che fai, spesso per ciò che dici, di rado per colpa della famiglia. Ad esempio io nel mio forum non sono Ivan, ma Zio Ghost (e per quelli spiritosi invece è diventato Nonno Ghost vista l’età^^).
Il racconto narra uno spaccato della sua del protagonista trascorsa in una qualsiasi periferia di una qualsiasi grande città dove il microcosmo di persone diventa Macrocosmo con il passare del tempo, tanto che dall’altra parte potrebbe esserci anche un deserto che nessuno ci farebbe caso. Il protagonista è delineato attraverso i suoi racconti e non si fa scrupoli mentre descrive pregi e difetti delle persone che gli girano intorno.
Non so se sarai molto contento di questa recensione perché neanche io, dopo averla conclusa, l’ho trovata adeguata al racconto che probabilmente offre degli spunti ulteriori che io non sono stato in grado di recepire.
Di sicuro il finale mi ha colpito per la ruvida attinenza con un attualità degradata nella quale si muore perché qualcuno decide di divertirsi. I fatti di cronaca nera sono pieni di queste situazioni è lasciano basiti quando cerchi di comprendere le motivazioni di quei gesti insani.
Acido è figlio di un quartiere dal quale ci si aspetta sempre che esca fuori un poco di buono e lui stesso ha una visione del futuro già contorta nella quale ogni gesto positivo ha una fine segnata in partenza. Quello che disturba è che forse… ha pure ragione. |