Recensioni per
Non sarà Amore e Psiche
di Koa__

Questa storia ha ottenuto 69 recensioni.
Positive : 69
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
01/09/19, ore 00:59

Il primo caso insieme.
Chissà nel suo palazzo mentale con che oggetto ha rappresentato il loro primo caso insieme?

In questo capitolo vediamo Sherlock a lavoro. Uno Sherlock acerbo, ancora ventenne, ma comunque il nostro Sherlock.
E John, che interagisce, non si intimidisce di fronte a niente, fa domande, non ha paura di esporsi, e Sherlock lo adora sempre di più.
Mi è piaciuto un sacco il modo in cui interagiscono.
Poi c'è Mycroft che come un ombra controlla la scena, a volte interviene, anche se in minima parte, che sa, Mycroft sa già cos'è successo, eppure è lì e controlla l'operato del fratello e il modo in cui interagisce con questo John che ha avuto l'ardire di rispondergli a tono. Grazie al quale Sherlock sta diventando più forte e coraggioso, tanto da trovare la forza di replicare e dire quello che non aveva mai trovato la forza di dire a Mycroft. Grazie al quale Sherlock sorride.
Sherlock e John insieme contro il resto del mondo sono davvero imbattibili. Insieme è davvero un bel modo di vivere!

Complimenti per il capitolo (o dovrei dire per la storia in generale perchè la trovo davvero bella) arriverò quanto prima agli altri, promesso!

Recensore Veterano
31/08/19, ore 22:11

Cara Koa, questo capitolo è stato meraviglioso, MERAVIGLIOSO.
Mi è piaciuto immensamente tutto, dall'inizio alla fine.
Mi ha colpito la frase sul ridere a occhi chiusi e occhi aperti, non ci avevo mai pensato e devo dire che hai ragione. Mi ha colpito il fatto che Sherlock, maestro della deduzione, con John non usi questa sua abilità o comunque non dia credito a quello che vede, tanto è sfiduciato e disilluso, convinto di non piacergli.
E poi per me qui c'è stato un grande passo avanti nella loro coppia, ossia il fatto che Sherlock gli abbia detto chiaramente di essere gay. Forse John l'aveva intuito e dico forse, perché l'interesse che ha dimostrato, riguardo alla natura della relazione che Sherlock ha avuto con Victor, fa presumere che John ci stesse pensando su e che sperasse in una conferma.
L'arrivo della madre, poi, mi ha lasciato senza parole.
Che disastro, povero Sherlock. E hai ragione, renderla semplicemente cattiva, come per esempio la matrigna di Cenerentola, sarebbe stato meno d'impatto e meno realistico. Quella donna vuole bene a suo figlio ma non si rende conto che, così facendo, lo mortifica e lo rende insicuro. E il giovane Sherlock si sente umiliato, imbarazzato e perfino il meno intelligente della famiglia! Lui poi, che secondo me potrebbe superare anche Mycroft.
E John ha capito, gli sta accanto e lo ama silenziosamente. È così evidente. Il fatto che non abbia avuto storie, che trovi sempre il tempo per lui, che gli abbia chiesto di andarlo a vedere durante una partita, che si imbarazzi quando l'altro è mezzo nudo... È tutto così evidente, ma Sherlock non lo vede! È talmente convinto e suggestionato in senso negativo che non vede l'evidenza. Lui, poi.
Scusa, forse ho fatto una recensione incasinata ma questo capitolo mi è piaciuto tantissimo, forse è quello che mi è piaciuto di più finora.
Il tuo modo di scrivere è come sempre impeccabile, sembra quello di uno scrittore professionista (bravo).
Davvero tanti complimenti, mi stai facendo salire l'hype per questa coppia, come se non avessi già abbastanza ship ;)
A molto presto,
Ecate

Recensore Master
31/08/19, ore 16:52

Ciao Koa!
Allora. Ho talmente tante cose da dire su questo capitolo che spero di non dimenticare niente.
A mio parere hai trattato dei temi davvero molto delicati qui, e l'hai fatto con una bravura disarmante. Parlo del discorso su Victor e sulla sua pansessualità e della scena con la signora Holmes, ma partiamo dall'inizio.
Il tempo. Sherlock si ritrova a rivedere man mano tutte le sue convinzioni, da quando John è entrato nella sua vita (e nella sua stanza), in particolar modo, adesso, si sorprende a rivalutare la teoria della relatività temporale, cosa che, per una mente scientifica come la sua, non è affatto irrilevante. Il giovane Holmes si rende conto di percepire il mondo in maniera diversa, ora che John è suo amico (perché sì, lo è, glielo ha detto lui e Sherlock non ha motivo di diffidare delle sue parole), il tempo che passa lontano da lui scorre lento, lentissimo, in modo quasi intollerabile, ma quando sono insieme vola, fugge via come quel meraviglioso venticello estivo, senza che Sherlock riesca mai ad afferrarlo davvero, a bloccarlo per goderselo fino in fondo. Il tempo con John è sempre troppo poco, risolvono qualche caso (ho adorato la descrizione di quel Watson eccitato e adrenalinico dopo la corsa per le strade di Londra) a volte cenano insieme, dormono nella stessa stanza, ma le loro routine sono ancora molto diverse, così come il loro modo di socializzare. John ha molti amici, che frequenta abitualmente, ha il rugby, lo studio, un nuovo passatempo che a quanto ho intuito c'entra qualcosa con lo scrivere al pc... ;)
Ma Sherlock non si sente parte di tutto questo, è ancora esterno al mondo di John, o almeno così crede lui. Secondo me invece è l'unico che lo capisce davvero e lo apprezza per come è sotto la superficie, sotto la facciata di sciupafemmine, scapolo d'oro, campione sportivo e studente modello.
Sherlock ama di John quello che gli altri nemmeno riescono a vedere e trovo che sia straordinario, soprattutto perché John fa esattamente la stessa cosa, si capisce benissimo.
Forse è proprio per far parte del suo mondo che Sherlock acconsente ad andare a vedere una partita, dopo le mille insistenze di Watson. Ed è fantastico il modo in cui questo si pavoneggia, accidenti è così lampante! (Anche un po' meno John, che così me lo ammazzi quel poveraccio! XD)
Una scena che mi è piaciuta moltissimo è quella della chiacchierata notturna, quel tentativo di prolungare il loro stare insieme, quella serata che sembra perfetta e fin troppo breve. Mi piace che John gli chieda di Victor, si intravede un bel po' di gelosia in quella raffica di domande insistenti, in quel bisogno di dare una definizione al loro rapporto. A Sherlock non piacciono le etichette ma spesso sono necessarie per spiegare alcune dinamiche che altrimenti rimarrebbero difficili da comprendere.
Victor è suo amico, non hanno mai fatto sesso. Victor è pansessuale, Sherlock è gay. Qui lo dice chiaramente, John non può fingere di non aver capito. I genitori di Victor l'hanno allontanato da Sherlock perché convinti, nella loro ignoranza omofoba, che l'avesse in qualche modo influenzato. Non è una cosa così assurda che certe persone siano così sciocche da pensare che l'inclinazione sessuale si possa inculcare o condizionare, in tutto ciò mi ha fatto piacere che i signori Holmes non abbiano sollevato alcun problema dopo il coming out del figlio. John ne sembra sorpreso e ho pensato una cosa. Potrei sbagliarmi, eh, ma credo che in quel momento stesse pensando a se stesso e alla possibile reazione dei suoi se gli dicesse di essere innamorato di un ragazzo.
Fantastico immaginarmi i signori Holmes a proclamare l'amore libero e a buttarsi in qualche orgia! E qui si capisce che in realtà sono brave persone, che amano i loro figli e che tuttavia non sanno dimostrarlo nel modo giusto.
La signora Holmes in particolare, qui tu ce la mostri in tutta la sua smania di accudimento totalmente inopportuna, agisce completamente in buona fede, credendo di fare la cosa giusta per Sherlock, mentre invece non fa che tarpargli le ali farlo sentire non compreso e non accettato. Soprattutto non incoraggiato.
Sherlock ha quasi vent'anni eppure la madre lo tratta come un bambino, lo ritiene incapace di prendersi cura di sé stesso solo perché esce dalle righe, non rispetta i canoni della normalità. Non capisce che non c'è un modo giusto di crescere o di vivere, che il fatto che Sherlock sia diverso non significa che sia meno degli altri.
Secondo me lei ha paura che non sia in grado, che si trovi in difficoltà, che finirà per avere problemi con gli altri. Ma in ogni caso agisce nel modo più sbagliato, ferendolo come nessun altro e ridicolizzando il suo modo di stare al mondo, i suoi sforzi per comprenderlo e farne parte.
Sherlock balla una musica tutta sua e lei non riesce a sentirla, gli propina quella che vuole lei, senza rispettarlo in alcun modo.
Ho trovato tutto ciò davvero molto triste e spaventosamente reale. Sherlock ora ha John, che lo considera suo amico, che lo ritiene fantastico, che lo capisce e che sente come lui quella musica segreta, non ha certo bisogno di sentirsi svilire dalla persona che dovrebbe capirlo, incoraggiarlo e amarlo più di chiunque altro.
Mi piace sempre il modo in cui John reagisce di fronte a queste cose, con fermezza, eleganza e una buona dose di ironia. Qui, diversamente dall'incontro con Mycroft, non usa quest'ultima, bensì la pura verità, dice ciò che pensa e difende Sherlock a spada tratta, restando in disparte quando è proprio lui a mandarla via ed esplodere. La reazione di Sherlock è perfetta, stringe il cuore vederlo così fuori di sé, con John che attende seduto al tavolo e che poi non ce la fa più e sia alza, lo raggiunge, lo abbraccia e lo accarezza dolcemente.
È la prima volta che si toccano in quel modo, Sherlock ha bramato quelle mani per così tanto tempo, eccitandosi al solo pensiero, eppure adesso quel tocco è così puro e innocente, carico di un affetto e una comprensione che gli scaldano il cuore e gli fanno capire che non è più solo, contro il reato del mondo.
Bellissimo, davvero.
Hai una sensibilità che mi lascia sempre più senza parole, sono ammaliata dalla capacità che hai di descrivere l'animo umano, è una dote che possiedono davvero in pochi e tu ne hai fatto tesoro riversandola nelle tue storie. È come se sezionassi la mente e il cuore dei personaggi, come se volessi sempre arrivare all'origine delle loro azioni e dei loro modi do comportarsi. Mi piace davvero tanto questo aspetto della tua scrittura.
Ultimo appunto sulla scelta del quadro.
Io amo Dalì, tanto che avevo chiamato così il mio gatto.
L'opera da te scelta è a mio avviso perfetta da accostare alle riflessioni di Sherlock sulla relatività del tempo. Gli orologi molli richiamano l'impossibilità di percepire lo scorrere del tempo in modo oggettivo. Dalí fa riferimento alla teoria della relatività, che anche Sherlock, in questo capitolo, è costretto a prendere per buona. La percezione del tempo sarà sempre influenzata dalle emozioni umane e in questa parte della storia, ce lo mostri benissimo. Insomma, mi è piaciuto molto il tuo accostamento!
Concludo qui, spero di non aver dimenticato niente, nel caso correggo.
Capitolo che ho adorato, complimenti!
Aspetto con ansia il prossimo ^_^
Un bacio grande.
S.
(Recensione modificata il 31/08/2019 - 07:00 pm)

Recensore Master
31/08/19, ore 12:01

Ciao **
Oddio, ma che tenerezza in questo capitolo. Oramai il rapporto fra John e Sherlock è sempre più consolidato, si sono avvicinati molto dal punto di vista emotivo e mentale. A parte che io credo proprio che John abbia un effetto benefico su Sherlock, non so spiegarlo, ma sicuramente gli rende la vita migliore e Sherlock stesso sente di poter essere migliore con lui al suo fianco, secondo me è una cosa bellissima. Amo il fatto che ci sia stato un avvicinamento tale che abbia portato Sherlock a confidarsi, sia per quanto riguarda la sua sessualità e il fatto che praticamente quasi nessuno lo sa, e riguardo la storia di Victor. Tramite le sue parole lo abbiamo conosciuto meglio e abbiamo capito quanto legati fossero e quanto difficile sia stato poi separarsi. E già di per sé confidarsi su certe cose non è facile, se si parla di Sherlock ancor peggio, ma questo ci fa capire quanto John sia speciale. Ma vogliamo poi parlare di come Sherlock si scioglie quando quest'ultimo gli conferma che effettivamente sono amici?
E poi mi è piaciuta tanto la frase: "L'amore era quello che avrebbe voluto vedere, ma non ciò che era reale" (o una cosa del genere). E' sempre più innamorato e tutto è descritto con molta dolcezza.
Poi arriva il fatidico incontro tra la Mrs.Holmes e John. Guarda, io me lo sono figurata benissimo John che sì, cerca di essere gentile e cortese, ma allo stesso tempo è teso perché percepisce il disagio di Sherlock. Anche io l'ho percepito, e mi sono sentita proprio male per lui. E' vero che molto spesso i genitori si comportano in un determinato modo perché credono di fare il bene dei figli, questo è il caso, ma Sherlock proprio non ce la fa, ci sta troppo male, e quando sono soli, non esita a lasciarsi andare. Qui mi sono sciolta un sacco. Non poteva che essere John quello a consolarlo e a lenire le sue ferite. Mi è piaciuto tutto davvero molto, per la sua delicatezza.
Complimenti, a presto <3

Nao

Nuovo recensore
31/08/19, ore 10:53

Buongiorno! Ho appena finito di leggere questo capitolo e devo dire che mi è piaciuto moltissimo. Trovo la descrizione della nottata "del racconto" di Victor bellissima. Ha un'atmosfera nostalgica e malinconica che mi ha davvero colpito. Come mi ha colpito la visita della madre di Sherlock. Come dici tu nelle note vuole fare del bene ma non capisce che quello che fa è proprio quello che il figlio non vuole. Lo tratta come un ragazzino incapace sminuendolo e frustandolo.. e credo che chiunque al posto di Sherlock si sentirebbe nella stessa maniera.
Ancora quindi un ottimo capitolo! Spero di leggere presto il prossimo!

Un saluto
Marta

Recensore Master
30/08/19, ore 14:11

Ciao **
Rieccomi qui, ora felicemente in pari e con una gran voglia di scoprire cosa succederà adesso. Adoro questo Sherlock che riflette sull'amore, che ha già conosciuto per certi versi, dopotutto esistono tanti tipi d'amore, esiste quello che prova per Victor, quello per il suo lavoro, e adesso quello per John. Sono tutti tipi di amore diverso, ma egualmente intensi e importanti. Poi mi è rimasto in testa il dettaglio che nel suo palazzo mentale abbia tipo lo scomparto con tutte le informazioni sui cartoni animati, no perché credo di avere anche io una cosa del genere, AMO. Mi è piaciuta tanto com'è venuta fuori man mano la differenza tra Sherlock e Mycroft. Sono completamente diversi, Mycroft infatti non sembra tanto bravo a compere l'animo umano come fa il fratello, anzi, gli umani non li sopporta proprio, così come non sopporta gli animali. Però per Sherlock si preoccupa, forse ha un approccio un po' brusco, ma in soldoni è questo. Infatti il suo dialogo con Sherlock mi è piaciuto un sacco. Quest'ultimo gli fa presente che okay, Victor è andato, ma non è mica morto (almeno qui oh!), e che non si pente di certo di averlo incontrato. John non è un tizio a caso, ma una persona che vuole passare davvero del tempo con lui, che rispetta e che gli vuole bene. Poi che nei rapporti a volte si soffra, questo non si può impedire, ma vale la pena viverli. Poi beh, a mistero risolto, ora qui Sherlock ha davvero il cuore in pace, visto che ancora si è liberato di anni di silenzio, e soprattutto c'è John, che è veramente un raggio di sole. NON CE LA FACCIO.
Mi pare tutto così canon pur essendo un'AU. Aspetterò con ansia il seguito :*

Nao

Recensore Master
29/08/19, ore 20:21

Ciao, rieccomi - molto felicemente - di nuovo qui.
E' stato troppo una gioia vedere Sherlock e John cercare di risolvere il loro primo caso assieme. John giustamente è un po' tipo: "Ma io cosa ci faccio qui che neanche sono un vero dottore?", però intanto fa bene il suo compito. E' stato davvero molto interessante, tra l'altro per come hai concluso il capitolo: "Lui e John contro il resto del mondo. Insieme era un buon modo di vivere." M-ma io adoro troppo, così mi si scioglie il cuore. Però mi è piaciuta tantissimo anche la frase "Per lui era sempre stato normale dividere ogni più cosa col più piccolo di casa Trevor, dato che lo riteneva praticamente un prolungamento di se stesso. "
Eh sì, perché io Victor e Sherlock me li immagino sempre così, con un legame quasi "viscerale", dove l'uno completa l'altro.
Tra l'altro lui ancora non riesce a credere di essere AMICO di John. Se ripensa a Victor, si rende conto di come quest'ultimo fosse completamente diverso, e ciò rende tutto ancora più sorprendente per lui. Mi è piaciuto il vederli collaborare, inutile dire che fanno una squadra BELLISSIMA e poi c'è anche Lestrade a cui voglio tanto MA TANTO BENE.
E poi Sherlock sbotta contro Mycroft, dopo essersi trattenuto per un bel po'. E' umano anche lui, prima o poi le cose deve dirle, era necessario, visto che ora si sente più leggere e visto che anche John ha capito. Il suo silenzioso sostegno è stato molto importante. E quindi niente, Sherlock mi sembra proprio pronto a spaccare il mondo, adoro.
Capitolo davvero interessante e bello, spero di tornare al più presto <3

Nao

Recensore Master
28/08/19, ore 20:43

Avevamo lasciato uno Sherlock spaventato e ora si ritrova a correre per scappare da John, ma Sherlock è, per prima cosa troppo intelligente per non rendersi conto di non poter fuggire per sempre, e per seconda cosa ha imparato ad affrontare tutto, deve trovare il coraggio di affrontare anche questa situazione.
E John come capita spesso lo sorprende. John viene a sua volta sorpreso dalle capacità deduttive di Holmes, dal fatto che anche lui è osservato da qualcuno veramente, che anche la sua maschera costruita con tanta fatica ha potuto ingannare Sherlock Holmes.
E afferma una cosa che fa sentire Sherlock felice. In quel "io e te siamo uguali" c'è la risposta alla ricerca continua di Sherlock. Si è sempre sentito "troppo" o "troppo poco", mai nessuno gli aveva detto che era "uguale" a se.
Ovviamente c'è ancora del lavoro da fare per comprendere quanto siano simili e quanto siano compatibili, entrambi credo che ancora ritengano la cosa utopica, un: "troppo bello per essere vero".

Poi il caso.
Sherlock chiede a John di seguirlo e lui accetta.
Un altro inizio per loro.

L'incontro con Mycroft, il modo in cui John dimostra di non esserne intimorito.
Quanto è straordinario John agli occhi di Sherlock riusciamo a leggerlo con tanta chiarezza.
Qualcuno con cui condividere qualcosa, qualcosa solo loro.
Si vedono entrambi per quello che sono e si piacciono, nei pregi e nei difetti.

E ora il primo caso, al prossimo capitolo.
Intanto complimenti per questo!

Recensore Master
28/08/19, ore 20:14

«Perché nessuno vede me e quando credi di non essere visto puoi essere liberamente te stesso, ecco perché io so tutto.
Ciao! Inizio citandoti questa frase perché non lo so, mi ci rispecchio così tanto. E' assolutamente vero che quando si crede di non essere "visti" in un certo senso la cosa mette anche meno ansia e ci permette di essere più liberi.
Detto ciò, amo tutto. Lo so, sono ripetitiva, ma è ciò che sento. Sherlock è scappato in preda alla vergogna, e se quest'ultima è difficile da gestire per un essere umano nella norma, figurarsi per lui. John gli corre dietro (e qui io muoio perchè le discussioni/riappacificazioni/ o quel che sia, sotto la pioggia IO LE AMO.) e cerca di non farlo allontanare. Sherlock ammette subito di non essere in grado di affrontare certe sensazioni, ma quello che succede dopo, ovvero quando capiamo il vero motivo per cui Sherlock ha buttato il disegno... non lo so, per me questa è una dichiarazione d'amore così BELLA. Gli occhi, quante cose si capiscono dagli occhi? Quante cose Sherlock non aveva capito, ma adesso ha compreso, lasciando di sasso John?
John che non è assolutamente ciò che sembra, perché alla fine anche lui è un po' solo, anche lui sogna il grande amore (Questo John così romantico mi piace DA MORIRE) e anche lui è un po' simile a Sherlock. Si sono venuti incontro a metà stradaaaaa.... avevano bisogno di incontrarsi, evidentemente. Giuro che è stato un batticuore continuo, poi arriva la fantastica proposta di Sherlock e lo invita a Londra con lui a risolvere i casi, perché sì. In tutto ciò avviene anche l'incontro tra John e Mycroft. Standing ovation per il primo che "Quindi tu sei quello con la vita noiosa?". E niente, mi ha fatto ridere un sacco.
Mycroft ha capito qualcosa? Terrà gli occhi aperti sul nuovo "amico" di suo fratello? In questo capitolo c'è stato un alto livello di fluff che mi ha fatto prendere proprio a bene. Sherlock e John sono troppo belli anche in questa loro versione da giovani universitari, e poi il loro approcciarsi così delicato e naturale.
Non vedo l'ora di proseguire, un bacio :*


Nao

Recensore Junior
28/08/19, ore 16:39

La conclusione dello scorso capitolo mi aveva lasciato parecchio incuriosita sul continuo. Sherlock scappa quando John gli dice che sa che il disegno l’ha fatto lui, e il biondo parte all’inseguimento. Della corsa sono venute fuori due caratteristiche tipiche di Holmes che ho apprezzato. La prima è che attraverso un ragionamento logico ad un certo punto si ferma, sa che l’altro lo raggiungerebbe e che in ogni caso lo rincontrerebbe nel dormitorio; quindi questo suo modo di essere razionale anche quando ci sono di mezzo i sentimenti, i quali potrebbero offuscare la sua capacità di giudizio. La seconda è l’accenno alle lacrime e l’urlo “sussurrato”; perché è umano ed è sensibile, forse già la presenza di Victor ha modificato il suo modo di esprimersi, che unito alla giovane età rispetto alla serie tv, lo portano ad esporre con più leggerezza le emozioni, che non sono ancora del tutto celate da una maschera di impassibile cinismo (come invece mi pare faccia Mycroft).
 
John lo raggiunge e lo osserva. Sherlock sente di vivere una situazione ribaltata, perché è lui che in genere deduce gli altri. Gli è capitato di passare sotto la lente di ingrandimento di Mycroft e di sua madre, ma chissà quei cialtroni quanto hanno mai capito del piccolo. Perché ho notato che ci sono metodi e tipi differenti di deduzione. Holmes per dire, dai capelli umidi di John ha capito che aveva finito da poco gli allenamenti di rugby, o mi vengono in mente momenti in cui a video, osservando i pantaloni di un uomo, capiva che questo possedesse tre cani, ma c’è tutto un altro modo d’indagare che porta Sherlock a non fermarsi alla superficie. Già viene detto che il moro ha notato l’abitudine del coinquilino a mettere nel tè latte ma non zucchero, qui approfondisce il concetto e gli dice che non lo fa per piacere ma per ragioni sentimentali, perché la madre lo prende così. Ed allo stesso modo nota che John sembra triste quando ride. Constatazioni assai profonde.
 
Credo che John si sia avvicinato a Sherlock in mensa con la speranza che il disegno, abbastanza esplicito, potesse indicare un certo tipo di interesse nei suoi confronti. Quando il moro scappa forse ha pensato che un approccio diretto sia stata una mossa azzardata e lo rincorre per dirgli che non si deve preoccupare, che va tutto bene, e che anzi non c’è motivo per il quale sentirsi imbarazzati.
La risposta di Sherlock a primissimo impatto mi ha fatto molto ridere “Non sono riuscito a ritrarti come volevo”: nudo integrale. A parte gli scherzi, immagino significasse che una volta che è stato scoperto si rammarica di non essere neppure riuscito a rendere giustizia al ragazzo, e che se ci fosse riuscito probabilmente non si troverebbe in quella brutta situazione perché non si sarebbe sbarazzato del ritratto.
Watson comunque riesce a “rigirare la frittata” un po’ sicuramente curioso, un po’ per non permettere a Holmes di chiudersi a riccio. È assai dolce da parte sua preoccuparsi dell’altro avendo capito che con i rapporti interpersonali non ci sa fare troppo. Perfetta la figura del cavaliere medievale, ma appunto anche John in realtà indossa un’armatura e mostra solo una parte di sé.
 
Quando ho capito che in tutto questo ci avresti infilato un giallo mi sono decisamente esaltata. Non è Sherlock Holmes senza un mistero da risolvere, anche se non è il centro della storia.
E questa parte, che si apre con John e Sherlock in auto mentre si recano sul luogo del crimine, mi ha ricordato un po’ quello che ho raccontato io nell’ultima oneshot. Ovviamente sono storie che hanno proprio un’intenzionalità diversa, e fare paragoni non è il mio proposito; tu hai ripreso una parte considerevolmente breve dei dialoghi che conosciamo, e li hai anche parecchio rimodulati per adattarli al contesto del quale tratti, funzionano veramente bene. È stata una scena molto calda, non nel senso di sensuale, quanto di familiare. Con i due personaggi che hanno modo di conoscersi meglio e finalmente Watson si apre e si lascia andare sui propri problemi con il padre e la sorella. In ogni storia c’è un momento topico, nel quale questi due si riscoprono simili, soprattutto nei dolori oltre che nel carattere, e si fidano e si vogliono, e ogni volta per me è come se fosse la prima e mi emoziono di nuovo. Certo, non accade sempre sempre, dipende anche dalla bravura dell’autore, ma con le tue fanfiction è un appuntamento fisso.
 
Ottimo comunque l’appunto su Mycroft il quale è presente a differenza di Harry, e finalmente Sherlock lo riconosce a sé stesso più apertamente. Come mi hai detto stai cercando di mediare tra la figura distaccata e quella amorevole. Sicuramene ti sta riuscendo perché appunto già avevo percepito che non fosse un fratello completamente da buttare, e poi in questi righi la sua figura è gestita veramente bene. Come la questione già esplorata del microscopio, potrebbe averlo preso tanto per far felice il fratellino, tanto per tenerlo buono, dipende dai punti di vista, e quello di Sherlock è sempre un filino troppo critico.
Allo stesso modo, vedere che il più piccolo ha portato con sé un estraneo potrebbe mettere in allarme Mycroft, ma solo perché si preoccupa e non vorrebbe mai che Sherlock soffrisse, come l’ha sicuramente visto fare con Victor. Qualcuno dovrebbe dire al maggiore che ci sono cose dalle quali non può salvare Sherlock, non dai sentimenti e le relazioni comunque, e che il suo modo di fare non è quello giusto in assoluto. Questo penso.
 
Meraviglioso John Watson. Non c’è stata occasione fino ad ora di parlarne ma che razza di risposte argute da questo John! Quando è stato accompagnato per la prima volta nella camera di Sherlock quest’ultimo vuole intimorirlo, per difendersi a sua volta, e il biondo con la risposta prontissima gli fa “io invece russo”, senza scomporsi minimamente. Oppure quando Sherlock gli dice “essere me è una sciagura e nessuno mi sopporta e nessuno mi sopporterà mai” e quello si infervora così tanto e gli risponde di petto “[…] non so con chi cazzo sei cresciuto, Sherlock, ma io ti trovo fantastico”.
Adesso John tiene testa a Mycroft, non ne è affatto intimidito e lo affronta a viso aperto, guardandolo dritto negli occhi. Poteva benissimo sentirsi a disagio per la situazione, si trova in mezzo ad estranei, non invitato, dove qualcuno di potenzialmente pericoloso ha compiuto un omicidio. In più credo che vedere tanti poliziotti e Mycroft, che con la sua posa austera farebbe paura a sé stesso riflesso in uno specchio, non lo faccia essere per niente a proprio agio. Insomma avrebbe tutte le giustificazioni del mondo a stare sulle sue e in silenzio, a ritrarre la mano offerta per le presentazioni e nessuno avrebbe avuto da condannargli nulla. Invece se ne esce con “ah, tu sei quello con la vita noiosa” e le mie guance si sono gonfiate per le risate tanto alla svelta di come si deve essere invece sgonfiato l’ego di Mycroft.
 
Il riferimento all’Estasi di Santa Cecilia è perfetto. Le opere che hai scelto non hanno mai un legame scontato o immediato col racconto, forse fatta eccezione per il disegno che rappresenta John. Qui arriva solo alla fine il significato. Sherlock è l’unico a vedere la bellezza di John, non solo tra lo stuolo di poliziotti, ma anche tra tutti i suoi amici, perché è chiaro che solo lui ha visto oltre le apparenze. Watson lo dice proprio chiaramente che non aveva mai detto a nessuno determinate cose. E di rimando anche John è l’unico ad apprezzare davvero Sherlock, l’unico per il quale non sia trasparente. Certo non lo è stato per Victor, ma oltre al fatto che è lontano, è chiaro che non abbia visto tutte le sfumature di Holmes se non l’ha mai accompagnato a risolvere un caso. In egual misura nemmeno Mycroft, la madre e il padre devono conoscerlo poi tanto bene se credono sia solo problematico, un grattacapo, o un chimico o ancora un atleta.
 
A presto col prossimo capitolo. Mi fa veramente piacere che apprezzi quello che mi sento di dirti. Non è scontato, potevi ritenerlo esagerato, come mi pare di aver capito sia stato per altri, altrove. Continuo a ribadire che è per la mole di cose fantastiche e spunti di riflessione interessanti con i quali farcisci il tuo racconto!

Recensore Master
27/08/19, ore 16:23

Ciao Koa!
Perdona il ritardo, qui nel resort dove mi trovo non sempre c'è segnale ma spero di riuscire ad inviare senza problemi questa recensione.
Non vedevo l'ora di scoprire che ruolo avresti dato a John nella risoluzione del caso e sono felice di vedere che è stato fondamentale per Sherlock, senza nemmeno farlo apposta gli ha fornito la soluzione a portata di mano.
Certo, sono sicura che il giovane Holmes avrebbe risolto il mistero in ogni caso, ma con John ci ha messo decisamente meno tempo ed è proprio perché ha trovato finalmente il suo portatore di luce.
"John che accendeva tutte le luci, che apriva tutte le porte del suo palazzo mentale" bellissima questa immagine e tremendamente azzeccata.
John ha il potere di illuminare Sherlock in ogni modo, dalla mente, al corpo, fino al cuore, e trovo che tu ce lo abbia mostrato benissimo in questo capitolo.
È concentrato sul caso ma non può fare a meno di distrarsi, ed ogni distrazione deriva da John, dal suo essere così meraviglioso e incredibile per lui. Allo stesso modo anche il giocatore di rugby è piacevolmente stupito, direi estasiato, dalla genialità di Sherlock e non manca di farglielo sapere.
Tornando all'inizio, mi è piaciuto come ci hai mostrato il modo in cui Sherlock è divenuto edotto sull'amore, trovo che sia una cosa molto da lui documentarsi in quel modo, così come i pensieri che fa sulla storia di Amore e Psiche. Di certo molte fiabe ritenute romantiche, alla luce dei fatti, non lo sono per niente, anzi, incarnano più che altro un'idea di amore contorto e spesso anche abbastanza maschilista, ma lasciamo stare questo discorso, che in fin dei conti poco c'entra con la tua storia. Sherlock comunque lo sa, è consapevole che l'amore malato (che alla fine amore non è) può portare anche all'omicidio, passando per la strada della gelosia ossessiva, ed è anche grazie a queste nozioni che alla fine risolve il caso. Però. C'è un però. Credo che in fondo Sherlock conosca quel tipo d'amore, quello vero e romantico, solo in teoria e che con John le sue conoscenze si arricchiranno tantissimo.
Certo, sicuramente vuole bene ai suoi genitori e a Mycroft, anche se non lo ammetterà mai, e ha amato tantissimo Victor, ma non era amore romantico, quindi John è la prima persona di cui si innamora davvero e sono certa che quando conoscerà gli effetti dell'amore reale e corrisposto ogni sua teoria andrà a farsi benedire. Almeno questo è quello che credo io, poi non so come tu articolerai quella parte di introspezione, sono curiosa di scoprirlo.
Ah, concordo col fatto che sappia riconoscere l'amore ma non lo deduca in John, quando si è coinvolti in prima persona in questo genere di cose il discernimento può venir meno, anche in un genio come Sherlock, quindi non mo sorprende che non se ne renda conto.
Per quanto riguarda il giallo, sì non è troppo complesso ma l'ho trovato comunque molto particolare e hai pensato davvero a tutto, dal movente, agli alibi, alla parte scientifica ecc, quindi bravissima, l'ho davvero apprezzato.
Arrivo in ultimo a parlare del discorso che Sherlock fa a Mycroft, che mi ha tenuta letteralmente incollata allo schermo.
Come hai sottolineato tu stessa attraverso le sue parole, se Sherlock non avesse avuto Victor ora sarebbe una persona completamente diversa e non posso che essere d'accordo.
Qui non ha paura dei sentimenti, non si nasconde da ciò che prova e l'aver avuto Victor accanto anche da adulto sicuramente ha fatto la differenza. Non ci sono stati traumi infantili di quella portata, niente cani che non esistono e bambini affogati nel pozzo, niente sorelle psicopatiche e solitudine totalizzante.
Sherlock ha conosciuto l'amicizia, quindi una forma d'amore, e di certo ci crede, non la rinnega né rifiuta questo tipo di sentimento, cosa che inizialmente lo Sherlock della serie prova a fare. Non dimentichiamoci quel "io non ho amici!" pronunciato ne "thob". E anche se poi ritratta, di sicuro gli costa molta fatica aprirsi in quel modo con John.
Insomma, il discorso che fa al fratello maggiore la dice tutta, il tuo Sherlock non teme l'amore, comparisse Mycroft e il suo rifiuto delle emozioni e dei sentimenti e afferma senza remore né imbarazzo di amare John Watson. Wow. Uno a zero per Sherlock!
Mi piace sempre tantissimo questo modo particolare di caratterizzarlo, trovo che abbia tantissimo realismo e che, con tutte le sue fragilità, sia meravigliosamente umano, non si può non amare.
Concludo qui. È davvero un bel capitolo e non vedo l'ora di proseguire la lettura... anche se mi dispiace che manchino solo pochi capitoli alla fine. T___T
Un bacione e a presto!
S.
(Recensione modificata il 27/08/2019 - 04:28 pm)

Recensore Master
27/08/19, ore 15:22

Ma ciao **
Non ce la posso fare, perché ad ogni capitolo IMPLODO. Qui poi è stato un continuo, ma parto dall'inizio che è meglio.
Sherlock finalmente inizia a rendersi conto che avere John come coinquilino non è affatto male (ma ce lo avessi io un coinquilino del genere, santo cielo). Certo, reduce dalla pessima convivenza con Mycroft (e in questo posso capirlo), non si aspettava chissà che. E invece John è assolutamente tranquillo e adorabile, gli prepara pure il tè. E a proposito, Dio benedica il tè, non solo in quanto mia droga indiscussa, ma anche perché è servito per avvicinare Sherlock e John, almeno un po'. Ho adorato quando Sherlock si domanda. "Mh, John mi ha visto nudo, perché ho le abitudini belle, chissà perché ha fatto quella faccia?".
Mah, io direi che è perché apprezzato, poi fai tu Sherly. Comunque John qualche volta mi fa morire male, visto quello che dice a Sherlock, che vuole essere suo amico, e Sherlock che non vuole che lui se ne vada quando accenna al discorso, ma certo che non vuole, quanto è carino T_T
Ovviamente non può credere che John lo voglia come amico, visto che l'unico amico che abbia avuto è stato Victor. I due sono molto diversi ma evidentemente hanno visto in lui qualcosa che gli altri ignorano.
La parte del disegno mi ha giusto un po' uccisa. Intanto complimenti a Sherlock per le fantastiche doti artistiche e D'IMMAGINAZIONE, ma quando l'ha buttato io mi sono portata le mani sulla testa e ho urlato: "NO SHERLOCK COSA FAAAAI". Ho visto troppi teen drama per non sapere cosa sarebbe successo. E infatti il disegno fa presto il giro della scuola, fortuna che Sherlock è insospettabile, solo che mettendomi nei suoi panni, MI IMMAGINO L'ANSIA.
Oh caro Mike, se questo servirà a fare avvicinare quei due (e devono avvicinarsi per forza, prima o poi DOVRANNO parlare della questione) io ti giro che gli farò una statua. Povero Sherlock che scappa per la vergogna, ma io amo tutto ciò e non vedo l'ora di leggere l'evolversi degli eventi **

A presto,

Nao

Recensore Veterano
26/08/19, ore 20:30

Ciao Koa!
Gran bel capitolone anche questo. Sei stata ingegnosa a inventarti la storia della gelosia nei confronti del gatto come movente! È rara ma esiste eccome, ed è vero, l'amore è spesso una componente fondamentale di molti omicidi, purtroppo.
Ho apprezzato molto la parentesi sull'amore secondo Sherlock, e a questo proposito trovo molto intrigante anche il suo rapporto con Viktor. Sarebbe interessante se costui tornasse dagli USA per una visita a sorpresa... TANTO interessante, anche perché il rapporto che lo lega a Sherlock è di amicizia, ma in modo non convenzionale, se così si può dire. Mi pare sia qualcosa di un pochino più complesso, almeno da quanto ho inteso.
Comunque la storia dello smalto e dell'unghia spezzata del micio mi è piaciuta, e grazie a chi viene scoperta? Ma a John, naturalmente <3
Sherlock ormai è completamente andato per lui, e anche John, diciamolo. Con tutti quei fantastico... <3
Mi dispiace sapere che siamo in dirittura d'arrivo, perché questa storia è davvero bella :)
Complimenti e a presto,
Ecate

Recensore Junior
26/08/19, ore 16:47

Eccomi qua, dopo una rilettura del capitolo, a farmi viva.
È passato del tempo, mi pare di aver capito una settimana, in ogni caso poco immagino, da quando John si è trasferito nella stanza di Sherlock. Quest’ultimo vorrebbe trovare una scusa qualunque per allontanare il biondo, forse ancora impensierito di potersi far del male con questa vicinanza, o magari perché ha sempre pensato di non poter trovare nessuno più, dopo Victor, col quale trovasse piacevole condividere il proprio tempo e i propri spazi. Un po’ come se volesse rimanere fermo nelle proprie convinzioni, sia mai che Holmes ha torto riguardo qualcosa. E invece è così, si sbaglia, ma non è stato mai più piacevole avere torto se si tratta di amore, e di Jawn!
 
C’è di nuovo un accenno al vivere sugli alberi. Non è propriamente la stessa cosa della “casetta mentale” del precedente capitolo, ma mi voglio ricollegare ad un’impressione che avevo avuto, ovvero che mi dava “l’idea di un luogo sicuro e appartato, nel quale il bambino può pensare in tranquillità e può essere quello che è, in totale libertà”. È di nuovo così. Ampliando il concetto, ho notato che non si fa menzione ad una camera del piccolo Sherlock nella quale lui si rifugia (a meno che la memoria non mi assista), e forse l’unico modo per mostrare la propria estraneità alla famiglia e soprattutto il proprio disappunto è allontanarsi dalla casa e staccare i piedi da terra. In un certo senso credo che Sherlock abbia voluto creare un posto che fosse unicamente suo ed espressione di sé e che ci sia riuscito solo nella stanza a Cambridge.
 
Ancora un volta Sherlock si isola, ma con Victor ha scoperto che mantenersi fermo sulle proprie decisioni non era poi così importante, non più di condividere il proprio tempo con chi lo faceva stare bene, e scende dai rami alti per seguire l’amico. E lo stesso si ripete con John. Ma noto già una prima differenza di forma, ovvero che la presenza del biondo è più “violenta” di quella di Victor, perché è come se egli sia salito sulla casetta sull’albero invadendo senza permesso lo spazio del moro, e non che abbia atteso che l’altro scendesse. Certo, per Sherlock ha sicuramente aiutato l’essere già completamente innamorato di Watson, eppure c’è dell’altro, una sintonia, l’essere trattato con gentilezza, forse anche il non sentirsi scontato e invisibile, ha aiutato a normalizzare la situazione. Il ragazzo infatti accetta dei piccoli compromessi, come il non fumare in camera, in maniera semplice, davvero non gli pesa.
 
Che all’arrivo di John, Sherlock gli si sia rivolto dicendogli esattamente il contrario di quello che voleva, ovvero che restasse per sempre lì con lui, era chiaro a tutti. Forse solo Anderson non ci sarebbe arrivato. Era, ed è ancora, vagamente convinto di non piacere a nessuno, né a suo fratello né ai propri genitori.
Le estati trascorse a casa del maggiore devono essere state terribili. Tutto il tempo a sentirsi elencare i propri difetti e la propria disapprovazione sul modo di intrattenersi, soprattutto riguardo ai casi pericolosi di omicidio. Però c’è da riconoscere tra le parole di Sherlock che Mycroft non è affatto male come lo vuole dipinge. Il più grande si preoccupa per il fratello ma lo lascia fare, lo controlla a distanza. Ha contattato il sergente Lestrade per capire che gente frequenta e probabilmente per raccomandarsi di tenere al sicuro quello scapestrato che si butta a capofitto nelle situazioni più disparate credendo di poterne uscire sempre illeso. Gli regala un microscopio, certo con le parole non sarà un asso, ma questo mi pare significhi che dopotutto sostiene le sue scelte di vita, o se non altro quelle di studio. Sono sicura che tutte queste cose Sherlock le sa, e che si rende conto di essere voluto bene, ma Mycroft ha una maniera non convenzionale di farlo, non come ad esempio lo faceva Victor (che il moro può considerare l’unico modo “normale”), e quegli atteggiamenti vagamente snob, inglesi e di superiorità li fanno essere in una situazione di costante conflitto pacato.
 
A questo punto mi è sorto un dubbio: Sherlock sa che non è colpa sua se Victor è andato via? Mi viene in mente la situazione in cui dei genitori si separano e i figli se ne sentono responsabili. Sherlock è abbastanza intelligente da saperlo che non c'entra, ma non sono sicura l’abbia capito veramente. Victor come viene detto più volte, è l’unico che abbia veramente voluto bene al ragazzo, per lui non è mai stato invisibile, e ha sopportato i suoi difetti senza farne un dramma, poi ha scelto di andare a studiare in America. Non l’ha fatto perché non sopportava più la compagnia di Sherlock. Mi pare come se quest’ultimo stia cercando di punirsi per non aver fatto abbastanza, per non essere stato una motivazione valida a restare, per cui ha cominciato a limitarsi: non può in maniera categorica avere nessun amico. Non considera tali neppure Mike Stamford o Lestrade, con i quali ha comunque trascorso del tempo. Certo l’amicizia è più di incontrarsi su una scena del crimine, ma appunto ho l’impressione che Sherlock si freni di proposito, non solo per non soffrire.
 
Al contrario con John non può resistere e si apre a semplici confessioni, come raccontargli quanto sia pedante suo fratello, ma è già qualcosa. La scena del tè è ricca di pathos, un po’ come tutte le situazioni in cui fino ad ora c’è stato un dialogo tra i protagonisti. Il fatto che per tutto il tempo Sherlock non sia riuscito a guardare negli occhi John ha per me due spiegazioni. Sia la paura di scorgere nello sguardo dell’altro la voglia di andare via alla svelta o la menzogna ogni qual volta si mostra gentile, sia il timore di non riuscire a celare il proprio amore, perché per sua stessa ammissione lui è un pessimo bugiardo. Alla fine Watson affronta di petto il discorso che il coinquilino gli aveva fatto quando si è trasferito in camera con lui e gli dice che se vuole lo lascerà in pace e se ne andrà. A questo punto Sherlock gli risponde sinceramente che crede di non piacere a nessuno e l’altro si innervosisce e gli dice che per lui è fantastico.
Già a questo punto Sherlock dovrebbe essere in grado di mettere assieme i puntini, tra il fantastico, lo scattare quando lo intravede mezzo nudo.., e capire che anche John è bello che innamorato, ma come ci hai espresso in altre occasioni, lui non sa se può fidarsi delle proprie deduzioni. John dovrà faticare un pochino ed essere un minimo più esplicito. Eppure, a differenza di altre storie nelle quali magari Sherlock è spaventato dall’amore, questo giovane uomo non aspetta altro, al più potrebbe richiedere una perizia psichiatrica per John, ma le cose avrebbero un evoluzione molto più semplice, rapida e favorevole. Al di là della semplicità, in realtà spero proprio che ci sia un’evoluzione graduale del rapporto. Ovviamente solo il fatto che sia tu l’autrice, Koa, mi fa stare tranquilla su questo punto. Perché un conto è guardare da lontano una persona per un anno ed innamorarsi di quello che mostra, come accade appunto a Sherlock, ma ben diverso è conoscere davvero quella persona. È un dettaglio sciocco, ma ad esempio John russa di notte, magari questo poteva essere un fattore repellente (ovviamente io facevo riferimento in particolar modo ad aspetti caratteriali). Insomma mi aspetto che si scoprano e si conoscano a vicenda, pian piano.
 
Prima di concludere volevo parlare dell’opera che dà il titolo a questo capitolo. Certo non è famosa come le precedenti, si potrebbe dire che è “solo” un busto di John Watson a matita. Ma a parte il fatto che mi piace assai, questa fanart move il sole e l'altre stelle. Cioè, è stata sprone e fonte di ispirazione per l’intera fanfiction a quanto ho capito. Non saprei chi ringraziare, l’autrice del disegno o chi te l’ha fatto scoprire. Per tagliare la testa al toro ringrazio te che hai avuto la voglia e la fantasia di creare questo capolavoro.
L’autore del disegno, nel brano, si trasforma in Sherlock, che “scarabocchia” sovrappensiero, distratto forse da quel “fantastico” che gli ha rivolto John, o dall’idea delle sue dita calde che lo medicano dopo l’incontro di pugilato. Fatto sta che l’amore rende umano e un po’ sciocco il rigidissimo e logico Holmes che non è invisibile proprio per niente, e che getta il disegno appena fatto.
Mike con un ruolo un pizzico diverso da quello del telefilm ci mette comunque lo zampino. Nella serie fa da tramite e fa cominciare una conoscenza, qui che già siamo ai livelli di una appena nata amicizia, fa in modo che John colga l’interesse un po’ più spinto che prova Sherlock nei suoi confronti. O comunque il biondo avrà quell’idea, che potrebbe benissimo essere smentita dall’altro se solo fosse stato più composto e gli avesse tirato fuori una spiegazione, mentre invece scappare, secondo me, non ha fatto altro che confermare l’ipotesi iniziale.
 
Basta, ti saluto, come mia giustificazione per lo sproloquio di cui sopra dico solo che hai scritto praticamente due capitoli in uno (continua assolutamente così!!) e quindi c’erano un mare di cose da dire. Probabilmente ne ho pure dimenticata qualcuna, impossibile da credere, ma nel caso le riporterò sicuramente con le prossime recensioni (che recupererò magari in tempo per la pubblicazione del prossimo capitolo).
A presto, e veramente complimenti,
K.

Nuovo recensore
25/08/19, ore 22:28

Ciao eccomi qui, a complimentarmi innanzitutto per la difficile impresa del giallo! Dici sempre che è un caso semplice, ok, ma lo trovo adeguato alla giovane età di Sherlock e ai mezzi a sua disposizione! Soprattutto come ci anticipavi, non è importante in sé per sé ma per quello a cui porta... Il monologo di risposta a Mycroft me lo sono goduto un sacco! È quello il fulcro del capitolo! Speriamo di essercelo levato dalle scatole per un po' 😆, ora sono curiosa di vedere lo sviluppo della situazione con John ☺️ Ps sono un po' triste per il gatto rimasto orfano 😿