Terza classificata (pari merito):
L’inferno dell’Angelo \ Sabriel_Little Storm
- Grammatica e stile: 9.5\10;
Allora, grammaticalmente non ho riscontrato nessun problema, mi limito a segnalarti soltanto alcune piccole accortezze (per le quali non ho sottratto alcun punto, essendo proprio microscopiche e più ‘consigli’ da parte mia, che veri e propri errori).
- ‘Si era svegliata da poco quando un uomo biondo cenere si presentò davanti alla porta della sua stanza accompagnato dal medico.’ -> qui dovresti inserire le virgole, è un periodo troppo lungo per essere letto tutto d’un fiato. Considerando che nell’utilizzo della punteggiatura sei stata perfetta durante tutto il testo, ho pensato fosse giusto fartelo notare;
-‘… mormorò posando lo sguardo infuocato in quello dell’uomo…’ -> in questo caso dovresti scambiare ‘in’ con ‘su’, il verbo ‘posare’ vuole quest’ultima preposizione.
‘«La ragazzina è perfettamente in forma, il ché è strano per qualcuno che ha vissuto per mesi senza vero cibo e acqua» … «C’è solo una cosa che non capisco» continuò il medico.’
In questo caso ho trovato semplicemente un po’ di incoerenza dal punto di vista del lessico: inizialmente dici ‘è strano per qualcuno che ha vissuto…’ eccetera, perciò questa espressione (è strano) denota già un elemento ‘fuori dalla norma’. Nella frase seguente, però, dici ‘c’è solo una cosa che non capisco’, e questo in realtà nega un po’ la precedente affermazione del medico. Non posso nemmeno definirla ‘contraddizione’, perché non hai utilizzato termini forti che andassero appunto a negare quanto affermato precedentemente, però durante la lettura questo ‘aspetto’ l’ho notato, quindi pensavo fosse meglio dirtelo. Basterebbe che tagliassi quel ‘solo’, secondo me. Ripeto, anche questa è una considerazione del tutto soggettiva e per la quale non ho sottratto nessun punteggio.
Poi, il tuo stile mi è piaciuto molto è l’ho trovato anche adatto al genere scelto. Descrivi minuziosamente ogni scena, i piccoli dettagli, e questo permette al lettore di immedesimarsi perfettamente nel racconto, vedendo con precisione i personaggi, i loro gesti, i luoghi in cui si trovano. Hai parlato di cosa vedesse la protagonista, di cosa sentisse, mi è sembrato come se tu fossi riuscita a coinvolgere tutti e cinque i miei sensi, come se davvero sperimentassi in prima persona la storia intera, vedessi l’ospedale, l’albero dalla finestra, sentissi la voce del dottore e le urla delle madri. Hai curato la trama, ma hai dato molta solidità anche all’atmosfera generale, una caratteristica fondamentale per questo genere un po’ thriller, e di suspence. Poteva essere un disastro, perché potevi rischiare anche di annoiare il lettore o altro, invece hai avuto la capacita di rendere il testo molto dinamico, mischiando bene alle descrizioni anche la parte introspettiva, i flashback e i dialoghi. I flashback, poi, sono stati sicuramente un elemento molto d’impatto del tuo testo, sono stati raccontati bene e inseriti al momento giusto. Una critica costruttiva, se così vogliamo chiamarla, ma sempre del tutto personale, è quella di limitarti un pochino nell’utilizzo degli aggettivi e degli avverbi (questo ha comportato un po’ di detrazione). Sicuramente ti hanno permesso di rendere perfettamente l’idea, considerando che la ‘chiarezza’ è uno degli aspetti principali del tuo modo di scrivere, però alcuni potresti toglierli senza impoverire il testo, al contrario, lo renderesti ancora più scorrevole. Per comodità, ti copio e incollo le prime righe del tuo scritto: ‘… Con lo sguardo ancora appannato, si mise di fretta a sedere: gli arti erano intorpiditi, forse a causa della scomoda posizione in cui aveva passato la notte. Tentando di sistemarsi velocemente i capelli, si passò una mano in mezzo alle ciocche nodose, optando poi per una modesta coda di cavallo che avrebbe temporaneamente nascosto il disastro.’ Qui, per esempio, potresti eliminare ‘scomoda’ (perché se ha gli arti intorpiditi a causa della posizione con cui aveva passato la notte, vien da sé pensare che fosse, appunto, scomoda). Poi, utilizzi ‘di fretta’ e ‘velocemente’ a poca distanza l’uno dall’altro, ma l’idea di velocità del movimento la dai utilizzandone semplicemente uno. Per esempio, se scrivessi ‘si alza di fretta’ e poi inserissi l’immagine di lei che si lega i capelli, me lo immaginerei comunque come un movimento veloce, anche se non lo dicessi esplicitamente. Anche ‘modesta’ (riferita alla coda di cavallo) è un po’ superfluo, poiché legarsi i capelli in fretta comporta un’acconciatura veloce, quindi modesta. Nel primo flashback, inoltre, ci sono un po' di ripetizioni sporadiche (qualche verbo, e dici due volte che la luce lunare filtra dagli alberi, anche se con parole diverse l'immagine è sempre la stessa e io almeno ci ho fatto caso, ma conta che sono fissata perciò non darci troppo peso 😂) Tornando agli aggettivi e agli avverbi: non sono elementi che hanno stonato troppo, affatto, però durante la prima lettura si sono percepiti. Sono davvero elementi minuscoli (difatti il punteggio è alto), ma penso sia utile far notare anche le cose più piccole.
- Utilizzo pacchetto: 5\5;
Il pacchetto obbligava, in sintesi, a utilizzare un segreto. Tu hai proposto una storia davvero interessante, con una protagonista che aveva un trauma da nascondere gigantesco. Mi è piaciuta moltissimo questa tua idea di creare una storia di genere quasi thriller, uno di quelli che mi appassionano di più, e sicuramente anche uno dei più difficili da scrivere! Riuscire a trasmettere l’effetto sorpresa, attribuendogli però anche veridicità, è sicuramente difficile, ma tu sei stata molto brava. Hai rispettato ‘i tempi’ dei personaggi, svelando tutto soltanto nel secondo capitolo, facendo restare i lettori in ansia e in attesa fino alla fine.
- Caratterizzazione personaggi: 5\5;
Iniziamo da Sindy, la nostra protagonista. In realtà, mi sono appena resa conto che il tuo testo non è molto introspettivo, non ti soffermi nel dettaglio sui pensieri dei personaggi, ma sono caratterizzati comunque benissimo! Descrivendone i gesti, scegliendo le frasi giuste, sei riuscita a creare un profilo molto profondo di ognuno. Lei ha un carattere chiuso, ma è ovviamente giustificata dai (molteplici) traumi subiti, e mi è piaciuta anche la tua scelta di renderla più cinica, che depressa. In realtà, non analizzandone nel dettaglio la mente, trasmetti ancora di più l’idea di una persona che non vuole aprirsi, nemmeno al lettore. Insomma, c’è stata molta coerenza tra lo stile che hai utilizzato e l’empatia del tuo protagonista, ed è stato sicuramente un punto di forza che ha permesso di far emergere Sindy al meglio, nel modo più realistico possibile. Quando parlavi della sua infanzia, tramite i flashback, tutta l’innocenza e la paura riemergevano, quindi sei stata anche versatile. Ho apprezzato come all’inizio lei non volesse ricordare, per poi sviluppare la sua psicologia fino al secondo capitolo, nel quale decide di collaborare con il dottore. La figura dello psichiatra penso di volerla inserire al pari di quella di Sindy, mi ha colpito fin dall’inizio con la frase ‘I ricordi fanno parte di noi, che lo vogliamo oppure no. Senza memoria siamo solo delle cellule vaganti’. Nel capitolo finale, nella scena in cui Sindy è sotto ipnosi e gli stringe la mano così forte da fargli male, l’ho proprio adorato, perché ha dimostrato di essere una persona con principi morali forti e che comunque era interessato al benessere di Sindy. Mi è piaciuta molto anche la figura di Martin, per quanto facesse indirettamente del male alla protagonista. Sembrava volesse portare una ‘parvenza’ di normalità nel tuo racconto, anche se la parte in cui parli della sofferenza di Sindy per quella storia d’amore è stata straziante, la buona sorte non è decisamente dalla sua parte!
- Gradimento personale: 4.5\5;
La storia mi è piaciuta moltissimo, sono stata pienamente coinvolta e la trama mi ha entusiasmato, così come le ambientazioni. Questo genere ‘dark’ è appassionante, ma incredibilmente difficile da scrivere, però tu ci sei riuscita molto bene. Ho adorato la caratterizzazione dei personaggi, i flashback sono stati meravigliosi, così come l’idea dell’orfanotrofio e dell’ospedale psichiatrico. La scena in cui corre nel bosco penso sia stata una delle mie preferite, insieme a quella dove ‘confessa’ di aver inflitto la cicatrice sotto al mento dell’antagonista. Non ti ho attribuito il punteggio pieno, però, perché ci sono alcune cose che non sono riuscita a capire, ma non so se tu l’abbia fatto di proposito o meno. Allora, Victor è il colpevole della morte dei bambini, del trauma psicologico di Sindy, (poiché l’ha violentata). Ho dedotto che fosse la stessa persona ad averle sparato, giusto? Non so, magari a distanza di anni, temeva che il proprio nome venisse a galla. Passo a dirti quello che proprio non ho compreso: all’inizio del primo flashback, Sindy a un certo punto è costretta a fermarsi per recuperare le energie, sente il fruscio, una botta in testa e vede il buio. Cosa le è successo? E’ stata picchiata da qualcuno, o semplicemente è svenuta per la fatica? Victor l’ho escluso, perché se fosse stato lui l’avrebbe uccisa come aveva fatto con gli altri bambini, no? Oppure è stato lui, ma in seguito lei è fuggita nuovamente? Poi, nel secondo capitolo, abbiamo un altro flashback durante il quale viene ‘curata’ dai medici, e dal tuo testo si capisce che lei ha vissuto in strada per un po’. Immagino sia successo dopo l’esperienza dell’orfanotrofio, questo significa che dopo la fuga nella foresta era stata rapita da qualcuno e poi lasciata in strada? Ecco, questi elementi mi hanno mandato un po’ in confusione, però in primis io tendo a essere idiota quando si tratta di attivare il cervello (perciò, potrei tranquillamente non aver capito determinate cose per colpa mia), oppure è stata una tua scelta scrivere questo proprio per permettere al lettore di trarre le proprie deduzioni. Comunque, sono sempre piccolezze, la trama principale ovviamente si capisce forte e chiaro.
- Punti bonus: 2\2;
- Totale: 26\27 |