Recensioni per
Softer, Softest
di Ellie_x3

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
05/05/20, ore 08:53

Ciao :3
Di solito le au scolastiche non mi fanno impazzire, ma questa era veramente bella e si meritava una recensione. Innanzitutto mi è piaciuto molto come hai gestito i perosnaggi, che sono tutti IC. Inoltre è un pó strano perchè di solito è Dazai ad essere rincorso e ad abbandonare Chuuya (quando ha lasciato la portmafia) e nonostante qui sia il contrario devo dire che funziona perfettamente. La scena finale in cui Chuuya legge i bigliettini era veramente d'impatto, l'hai resa molto bene e oltre a quella anche la metafora finale, quella degli alberi nello stomaco, è ben riuscita. In tutti questo mi dispiace un pó per Michizou ma infondo ho sempre tifato per Dazai quindi è andata bene. Un altro dettaglio che mi è piaciuto è che hai deciso di tenere i nomi uguali a quelli di scrittori/poeti importanti come nell'anime anche nei personaggi che hai aggiunto tu. Nel complesso è tutto ben scritto, senza errori e con uno stile bello e lineare.

Recensore Master
04/04/20, ore 18:32

Cara Ellie,
prosegue questa quarantena infinita, che nel weekend diventa ancora più amara, ma almeno mi consolo con qualcosa di bello <3. Anzitutto, volevo complimentarmi per come hai gestito il personaggio di Michizou. Non è possibile tifare per lui, dato che Chuuya deve stare con Dazai, però nella sua tenerezza verso il ragazzo e nell’idea innocente di organizzare un qualcosa tutti insieme c’è il segno della rovina: com’è che si dice? La via verso l’inferno è lastricata di buone intenzioni. Poi, come se non bastasse, c’è questo incontro che ha scatenato la mia fantasia: Dazai preda – in senso positivo, unendo l’aspetto ludico con quello più squisitamente romantico ed erotico – Chuuya bloccandolo e vincendo la partita. Non è un momento buttato a caso, ma coralmente costruito con attenzione e che ruota al concetto secondo cui Osamu non sa perdere. Mi ci soffermo perché questa caratteristica del personaggio fa scaturire l’idea di andare a giocare tutti insieme, serve a mostrare il gruppo e a vedere Dazai attraverso gli occhi di tutti, ma contribuisce anche all’aumento dell’angst. Lui, che non sa perdere, ha perso però Chuuya. Devo aggiungere altro? La scena del bacio è, ovviamente, bellissima ed è esattamente al punto giusto. Ho amato il dettaglio delle ciglia, dell’urgenza e dell’abbandono di Chuuya stesso, grazie a cui Dazai capisce che l’altro nutre da chissà quanto i medesimi sentimenti.

La parte assolutamente straziante, però, è il biglietto che Osamu teneva con sé all’incirca dal tempo delle medie. Mi sono commossa nel leggere di Chuuya che lo leggeva anche perché non è solamente un pezzo di carta tenuto per anni dentro a un diario: le frasi scritte e cancellate segnano un tormento interiore che Dazai ha nascosto sotto il suo atteggiamento strano che costringe Chuuya ad alzare quel maledetto telefono e a chiamarlo per recuperare il tempo perduto, le ore perdute. La metafora del giardino e della foresta risultano efficaci al punto giusto anche per capire lo stato d’animo di Chuuya di fronte a un bacio che risale al tempo in cui lui non ci poteva credere, di piacere in un senso romantico a Dazai – soprattutto perché lui usciva con una ragazza più grande e il chibi non è che avesse la celebre palla di vetro. Mi è piaciuto molto il finale della raccolta perché è incredibilmente scenico e cinematografico. Si chiude, ma si apre a un nuovo inizio che noi possiamo solo immaginare, ma dal punto di vista concettuale è esattamente così che doveva andare, dato che la storia si apre con Dazai e Chuuya che si incontrano, si separano e si ritrovano. Lo stile elegante e sempre preciso e fluido che ti caratterizza, poi, ha fatto il resto.
Un grande abbraccio a distanza e tanti, ma tanti complimenti,
Shilyss :*

Recensore Master
28/03/20, ore 14:32

Cara Ellie, ^^

continua l’isolamento e continua il mio stalkeraggio <3 e stavolta devo approntare un tipo di recensione diversa, perché altrimenti ti dico solo la metà della metà delle cose che devo **. Non è vero, anche questa volta sono dovuta arrivare fino alla fine per sapere come e cosa - non riesco a interrompermi. L’attenzione al contesto scolastico è sempre eccellente. Il gioco della bottiglia è sempre foriero di verità e disastri indicibili e in questo caso Dazai e Chuuya si confrontano su un tema scottante. La prima volta, una di cui se si ama e si è giovani, inevitabilmente, si è tremendamente gelosi e che funge un po’ da momento in cui vediamo Dazai avere una crepa visibilissima: la sua risposta decisamente acida ne è la prova. Tra l’altro, amo come lo rendi, i soprannomi che dedica a Chuuya, il perenne sarcasmo e perché no, anche il veleno nei confronti del fidanzato di Chuuya.

Questo momento rivelatorio si dimostra funzionale ad altro, però: a un momento di verità (la scena dell’armadietto e quella, successiva, della biblioteca, molto più intima) dove il fatto che Chuuya abbia avuto una ragazza e non un ragazzo rende le cose più gestibili e crea la condizione per una possibile intesa, una rinnovata condivisione. Nell’atto di Dazai di stendersi sulle ginocchia dell’altro appoggiando la testa, esibendo il collo, abbandonandosi a una familiarità che recupera quell’amicizia intessuta quand’erano ancora colleghi/compagni prima del viaggio di Chuuya, c’è anche un elemento importante che spiega l’atteggiamento di quest’ultimo.

Dazai che esce con le ragazze in verità è indeciso e, confidandolo, apre a Chuuya una possibilità che l’altro non aveva potuto (voluto? Osato?) prendere in considerazione e che scombina tutte le carte. Qualche nota tecnica va anche alla gestione del capitolo nella sua struttura, al fascino perfido che regali a Osamu quando lo descrivi con una divisa che lo fa sembrare decisamente più adulto o il modo in cui rendi la sua loquacità sferzante, per non parlare delle caratteristiche bende che non abbandonano in nessun momento il personaggio. I triangoli mi provocano sempre strane reazioni perché mi fanno soffrire, ma amo leggere belle storie su questo tema e questa lo è perché sviscera come Chuuya abbia scelto qualcun altro perché non pensava che Dazai potesse valicare il confine con l’amicizia. Struggente, invece, è la gelosia di Dazai che lo vede con un altro, che si lascia accarezzare da dita che non stringono lui, ma un altro – e niente, queste sono le tipiche cose che mi sciolgono definitivamente e che hai reso tanto bene - come la difficoltà nel trattenere un autocontrollo che l’età, la situazione e i sentimenti rendono difficile da gestire. Il filo conduttore di tutta la long è senz’altro la difficoltà di comunicare sentimenti ed emozioni; qui, tuttavia, abbiamo fatto un significativo passo avanti. Non vedo l’ora di proseguire, grazie come sempre per la ricchezza introspettiva che offri,
Shilyss ^^

Recensore Master
22/03/20, ore 18:31

Cara Ellie,
Prosegue questa quarantena e prosegue la mia lettura che, però, sarebbe comunque andata avanti. Il capitolo è struggente. Avevamo lasciato Chuuya in partenza per Parigi ed è lì che lo ritroviamo col suo pacchetto di sigarette e questa sua aria nostalgica addosso. Gli anni francesi sono passati in un lampo ed è tempo di tornare da Dazai. Considerando il punto in cui il rapporto tra i due si era interrotto e l’età dell’adolescenza in cui sono ancora invischiati il loro incontro ha qualcosa di terribilmente angst. La loro amicizia è stata profonda, ma la lontananza e soprattutto la mancanza di chiarezza nel loro rapporto crea quei silenzi ben resi anche dalla chat notturna.
Il non detto esistente tra Chuuya e Dazai rende persino il rivedersi dopo anni terribilmente pesante. Chuuya è un pesce fuor d’acqua (alcuni personaggi non gli parlano più) e indossa persino una divisa differente. Questo dettaglio che viene ripetuto nel testo mi ha fatto pensare che, con tutta probabilità, possiamo dire che hai usato un simile dettaglio proprio per sottolineare la difficoltà del ragazzo di reinserirsi in una realtà cambiata.

La nostalgia verso il rapporto con Dazai – o verso Dazai in particolare – è acuita a mio parere dal carattere particolare del ragazzo. La tensione massima nel capitolo è raggiunta quando Dazai si accorge della relazione che ha Chuuya con Michizou, il “nuovo partner”/amante che viene fatto entrare di nascosto non tanto per via della passione dirompente, ma per scardinare le regole e per dimenticare lo spreco di bende. Possiamo dire che il capitolo qui raggiunge il suo climax successivamente, nel momento immediatamente seguente, con Chuuya e l’altro (Michizou) che dorme beato e che crede di contare qualcosa e che ci sarà una presentazione a colazione, prima o poi, e la comunicazione sempre frenata con Dazai, un pensiero nella notte che si risolve in poche battute – in un linguaggio tutto loro. Da notare come Dazai, pur non avendo mai avuto come partner ufficiale Chuuya, sia stato presentato a Verlaine e Rimbaud. Il finale lascia presagire che Chuuya lotta con se stesso per non rispondere a Dazai, ma che allo stesso tempo si ostina di non fare determinati passi per orgoglio, preferendo fumare, fare il teppista e andare con persone di cui, in fin dei conti, non gli interessa granché. Sei stata un vero e proprio raggio di sole in questa giornata di quarantena in cui siamo in primavera pur senza esserlo davvero: un abbraccio forte,
Shilyss
(Recensione modificata il 22/03/2020 - 06:32 pm)

Recensore Master
15/03/20, ore 18:26

Cara Ellie!
Finalmente ce l’ho fatta e ti ringrazio perché in questo pomeriggio di quarantena in cui tutto sembra surreale le tue storie mi riportano alla normalità. Tra l’altro questa shot è veramente molto bella e ben scritta perché piena di non detti. Chuuya e Dazai alla fine sono diventati amici. Condividono dei momenti, si messaggiano, studiano insieme e sebbene Chuuya abbia il solito atteggiamento di chi viene perseguitato da un amico è palese come Dazai rappresenti un compagno di scuola speciale, un amico, qualcuno a cui dire, con settimane d’anticipo, una notizia dolorosa. Il trasferimento a Parigi, nel luogo più consono a Verlaine e a Rimbaud, tra l’altro. Le necessità degli adulti sono crudeli e capaci di spezzare routine e abitudini: è giustificabile che Dazai si senta tradito dall’abbandono dell’amico, soprattutto in un contesto teen, dove la presenza anche fisica degli amici è costante – penso alle mie amiche che hanno scelto di vivere altrove e con cui il rapporto c’è ancora, certo, ma nonostante si faccia di tutto per vedersi il venerdì sera ci si organizza inevitabilmente con altre persone, o, almeno, ci si organizzava. Sic. Ecco perché non vuole rispondere: meglio troncare subito un’amicizia che non può sopravvivere alla lontananza, alla quotidianità mancata, ai rituali e alla presenza che solo un vicino di banco può dare.
E la Pecora, la gang, reagisce allo stesso modo, con lo stupore, sebbene emerga in maniera chiara quanto in Chuuya prevalga il fastidio per l’assenza di Osamu, sopraggiunto proprio in un momento in cui l’idillio dell’amicizia era raggiunto – prova ne è quel sorriso sincero che viene rivolto da Dazai a Chuuya.

Ma il tema dell’amicizia e della separazione necessaria, particolarmente dolorosa in questi giorni, non è l’unico che hai affrontato. Chuuya potrebbe rimanere in Giappone. Il prezzo da pagare sarebbe rimanere solo a circa quindici anni d’età (se ricordo bene l’ordinamento nipponico). Una cosa che qualsiasi teen auspicherebbe, ma che il nostro sa essere pesante sia perché nel capitolo precedente abbiamo scoperto che i genitori del ragazzo viaggiano spesso, sia perché Chuuya conosce il peso dell’abbandono e sa di dover essere grato per essere finito nella famiglia composta da due persone intelligenti come i suoi padri. Che fare, quindi? Rimanere in Giappone appare folle, soprattutto a fronte della secca chiusura di Dazai. E allora non rimane altro che attendere la partenza, rimpiangendo le settimane di commiato che avrebbero potuto esserci. Non credo che questa shot poteva venire meglio perché bilancia abilmente le necessità di un adolescente e quelle di un orfano, ma tiene ben presenti anche gli “egoismi” di Dazai che rimprovera, così come la gang, a Chuuya di dover seguire i genitori. In realtà, qui occorre fare un distinguo: la pecora sfrutta Chuuya laddove Dazai è amico/collega <3 supportivo, che per esempio si batte affinché il compagno non debba sforzarsi saltellando per raggiungere gli scaffali più alti. Tutt’altro tipo di rapporto, dunque, ma proprio per questo più prezioso soprattutto in un’età dove la vita ti impone di stare insieme. Che sei bravissima e coinvolgente lo dico ogni volta, ma devo rinnovarti questi che non sono complimenti, ma ovvie considerazioni: bravissima, davvero. Un abbraccio <3
Shilyss ^^

Recensore Master
07/03/20, ore 12:59

Cara Ellie!

Leggerti è sempre piacevolissimo, soprattutto in questo periodo un po’ sottotono: meno male che almeno ci sono le tue storie! L’idea di mettere Rimbaud e Verlaine come padri di Chuuya è senza dubbio adorabile <3 quindi impesta il fandom quanto vuoi, che qui siamo contenti di leggere cose belle. ** L’inedito contesto scolastico è intrigante perché ci permette di entrare nella mente di Chuuya e di vedere questo compagno di banco nuovo e particolarissimo attraverso i suoi occhi. Hai adattato le caratteristiche del personaggio all’AU in maniera perfetta. L’attitudine al suicidio (visto però come un modo molto romantico e scenico di morire), le bende e l’insulto a tale proposito, la cultura sfoggiata, i vizi, l’atteggiamento compassato e lo sguardo che colpisce Chuuya. L’antipatia nasce per una di quelle cose che sono semplici quanto efficaci. Un posto ambito e occupato da uno sfacciatissimo Dazai genera un dissidio e provoca un’inevitabile vicinanza da parte del chibi Chuuya, che si trova in una posizione tale da non poter rifiutare, segnata da quegli attriti tipici di chi non vuole darla vinta all’altro. E l’atteggiamento così tranquillo e placido, ma solo all’apparenza, dell’accomodante Osamu mi è piaciuto moltissimo.

Un plauso va all’incipit. Il tuo stile è sempre profondamente riconoscibile, ma qui cedi il passo a un tono studentesco e più scanzonato, che subito ci aiuta a inquadrare cosa significa, per Chuuya, avere attorno lo spreco di bende e come subisca la sua presenza, vicinanza e, alla fine, amicizia. Perché per colpa dell’algebra, materia in cui il poveretto non è affatto portato, si rende necessaria la presenza di Dazai in casa sua ed essendo la storia ambientata in un contesto prettamente scolastico ci sono anche i genitori del ragazzo. Osamu Dazai si infila con la stessa tranquillità nella vita domestica di Chuuya. È bello come in questo capitoli i non detti vincano su quello che viene espresso, in una costruzione molto interessante, perché Chuuya, che considera Osamu una sorta di piaga scesa in terra al solo e unico scopo di tormentarlo, ma a lui deve rifarsi per avere delle ripetizioni. Sono soci, in qualche modo o colleghi. Inoltre, dicendo cose che in fondo alla sua anima hanno un significato leggermente diverso, appare evidente come Chuuya non possa non sfoggiare una sospetta rigidità nei confronti della situazione intera. Dice di odiare Osamu, ma questo si è insinuato nella sua vita e Arthur ne coglie lo sforzo di aiutarlo, anche se, come viene detto (e questa cosa mi è piaciuta tantissimo, sappilo), Osamu sta aiutando Chuuya – sta avendo la pazienza di insegnargli l’aritmetica. E questa vicinanza consente a Chuuya di abbassare un minimo le difese per vedere un lato meno oscuro del compagno di banco – molto bella è la scena, a questo proposito, di Osamu che si addormenta sotto lo sguardo dell’altro, di Chuuya che osservandolo parlare con i propri genitori ne rintraccia un lato più umano. Ed è dalla conoscenza di sé, di noi, dell’altro e dall’apertura in tal senso che può nascere qualcosa di più. Grazie come sempre per queste affascinanti disamine sui personaggi e per il modo in cui li rendi anche nei più vari contesti AU. Sei preziosa e questa storia merita di essere listata **.
Un abbraccio e a presto,
Shilyss

Recensore Master
04/10/19, ore 13:20

Carissima Ellie,
prima di tutto ti devo chiedere scusa per il ritardo della mia recensione ma, in verità, mi fa piacere leggerti e recensirti quando ho tempo di sciorinare ogni singola emozione che mi trasmetti perché, vorrei lo sapessi, sono sempre tantissime. Questo capitolo mi ha davvero, davvero colpito e credimi quando dico che sentire le emozioni come sei in grado di farmele sentire tu, è davvero difficile qui su questa piattaforma. Sarà che sono una persona particolarmente sentimentale, sarà che amo farmi coinvolgere da ciò che un personaggio sente, sarà che le storie scritte bene mi lasciano quel senso di malinconia e soddisfazione che mi percuote, ma davvero sono ammaliata. Se dovessi affibiare una canzone a questo capitolo, le darei "Eleonor Rigby" dei Beatles, in particolare quel loro ripetere "Ah, look at all the lonely people", perché, in questo capitolo, la solitudine di Chuuya è davvero forte. Nessuno capisce che la decisione che è stata presa non appartiene a lui e che se fosse per la sua volontà, non partirebbe mai; non ora che forse ha trovato davvero il posto che gli appartiene, dove vuole stare, con le persone che dopotutto lo fanno sentire a casa... ma quanto è triste dover giustificare una decisione che non può essere revocata, perché lui è un ragazzo che è sotto l'ala protettiva della sua famiglia, come molti, ma è anche attaccato a loro e, pur avendo provato a dissuaderli, non ha nemmeno insistito troppo. Il lavoro è lavoro, e questa presa di coscienza da parte sua, denota una fortissima maturità che, comunque, per una persona così giovane, significa anche soffrire tantissimo. Un adulto è più abituato a perdere contatti con gli altri e a farsene di nuovi, perché nella vita più su va avanti più si perdono persone e se ne trovano altre, ma un giovane come Chuuya, come può anche solo concepirlo? Ora che ha trovato la sua zona comfort?

Dazai poi non è d'aiuto. È palese che non accetti quel fatto e che lo stia dando a vedere con un malcelato disinteresse e che, in tutti i modi, stia tentando di trattare male Chuuya pur di non soffrire entrambi e invece... invece così facendo forse sta solo peggiorando le cose. Ma anche qui, si denota la tua capacità di saper esprimere i sentimenti di persone che si ritrovano disorientate da un cambiamento che non volevano, che reagiscono ognuna in modo diverso – e anche qui, sei stata in grado di differenziare la cosa: Chuuya che tenta di giustificarsi, Dazai che non ne vuole nemmeno parlare, che non ha bisogno delle sue scuse, che cerca di allontanarlo con accuse, ritirando tutto ciò che è stato, fingendo di trovare sollievo in quella separazione, perché: “questa tua cotta per me stava iniziando a mettermi in difficoltà.”
E questo fa male, veramente male, specie se si pensa che, forse, non è davvero ciò che pensa o... se è la verità, quella frase ha tutt'altro significato: "mi mette in difficoltà perché sono io quello che ha una cotta per te." o almeno questo è la mia personale intepretazione.
I due pugni, poi. Uno che non va a buon fine, l'altro sì e davvero, davvero complimenti per come sei in grado di descrivere persino il formicolio che attraversa le mani di Chuuya, quel suo vedere bianco, poi rosso, poi bianco; una rabbia quasi ingestibile; torna subito vigile, ma fa troppo male...
E fa male quella malinconia che pervade ogni singola parola e gesto, dove Chuuya vorrebbe solo che gli altri lo capissero e nessuno lo fa perché, come lui, nessuno è in gradi di accettare il fatto che andrà via, che quell'Aprile arriverà più velocemente di quanto tutti credono e sebbene alla fine dici che Chuuya ha intenzione di godersi gli ultimi momenti di vita prima di partire, sappiamo tutti che non sarà mai davvero così, che ogni cosa sarà permeata dalla consapevolezza che tutto presto avrà una fine e che del domani non vi è certezza.
Carissima Ellie, in sostanza io questa storia la sto amando soprattutto per la tua capacità di mettermi davanti non solo a delle emozioni palpabili ma anche di fronte a situazioni realistiche e che questa è una fanfiction, che tratta però dei temi profondi, che si nascondono nell'anima più oscura delle persone e che fa di te una scrittrice profonda e emozionante il che, chiamarla fanfiction è un po' un insulto. Questa è una storia e sono veramente felice di aver modo di leggerla!
Proseguirò presto, a discapito di qualsiasi cosa! leggerti è sempre un piacere.
Un abbraccio e complimenti,
Miry

Recensore Veterano
24/09/19, ore 20:26

Ciao!
Bene, penso sia la mia prima recensione in questo fandom(?)
Inizio malissimo, perché non so bene cosa dire, so solo che volevo proprio dire qualcosa.
Ci provo.
Ti ho scoperta sul gruppo "Il Giardino di EFP" e ho aspettato di finire l'anime prima di leggere la tua storia. Nonostante ciò ho sempre lasciato la finestra aperta, accertandomi di non eliminarla. Non mi piacciono molto gli scambi ed è per questo motivo che ho fatto semplicemente quello che volevo. Ecco perché mi trovo qui, a commentare senza nessun accordo.
Sono sorpresa. Molte cose mi hanno fatto storcere il naso quando ho iniziato a leggere il primo capitolo.
Prima fra tutte l'ambientazione (voluta dalla challenge, sì, ma ciò non toglie che fosse bizzarra). Avevo paura di vedere due personaggi che MAI avrei immaginato di vedere inquadrati nell'ordinarietà della scuola crollare in un tentativo forzato e innaturale.
Come ho già detto, sono sorpresa. Sei riuscita a calarli qui come se fosse del tutto normale. Sarà il fatto che sono nuova nel fandom, che ho da poco finito la serie o quello che vuoi, ma per la prima volta mi sono ritrovata a vedere questi due così attaccati al loro contesto da non riuscire neanche a immaginare una AU. Mi è venuto facile pensare, dopo aver letto questa storia, che se non avessi letto proprio la tua, questa qui, probabilmente l'avrei continuata a pensare così. Quindi nulla, volevo fartelo sapere.
Ora passiamo ai veri contenuti di questa recensione(?)
Il primo capitolo è proprio un po' ambiguo. Due caratteri forti che si studiano con la stessa diffidenza, ma manifestata in modi totalmente diversi. Visto il "secondo titolo" sapevo che mi avresti lasciata con l'amaro in bocca e beh, ci sei riuscita, così come nel secondo e nel terzo.
Ecco, parlando del secondo, mi è piaciuto molto il modo in cui Chuuya si riotrva costretto a guardare in faccia la realtà ed i suoi sentimenti. Fin qui tutto normale, tipico, direi, ma ciò che mi ha sorpreso è stato il modo in cui l'hai reso. Ovvero il fatto che a metterlo davanti alle sue emozioni, a finire la guerra, a fargli capire di avere una cotta colossale sia Dazai stesso. A ripensarci ora è una soluzione molto particolare e a dir poco geniale.
D'altro canto nella storia originale è proprio Dazai a mettere fine alle sue lotte interiori (parlo di corruzione) e non lo so, messa così ha reso il tutto più magico.
E poi l'abbandono e il ritorno.
Ho AMATO la scena in cui Chuuya indovina l'angolazione della sigaretta senza guardare. È così iconica! Sono proprio loro, fatti di piccole vittorie di Dazai, concessioni mascherate di Chuuya, imprecazioni, ma innegabile fiducia. Meravigliosa.
Meravigliosa come, per di più, la realizzazione di Dazai. Mi piace che sia proprio lui a rendersene conto per ultimo. Insomma, vista la lungimiranza e la capacità di previsione ci si aspetta che sia proprio lui a riconoscere i propri sentimenti. È bello che, invece, la consapevolezza lo colga di sorpresa, lo sconvolga così, con la forza della gelosia. Incredibilmente, leggendo, me l'hai fatto sembrare ovvio, quando in realtà non lo era affatto. Passa il tempo ad analizzare situazioni e comportamenti, a riconoscere la cotta di Chuuya per lui e poi si è perso per strada i suoi, di sentimenti. Sorprendentemente IC.
Su questo mi soffermerei altre duemila parole a farti i complimenti, perché, davvero, addentrandomi in questo fandom mi sono resa conto di quanto il carattere di Dazai sia criptico, incomprensibile a tratti e complesso, ma allo stesso tempo davvero ben delineato. Insomma, ne rende difficilissima la scrittura, soprattutto se calato in situazioni nuove per chi legge. Insomma, più vado avanti e più mi sembra spaventoso scriverne senza finire per non fargli giustizia.
Per questo, davvero davvero davvero, infiniti "davvero" complimenti.
(mettiamoci che anche Chuuya è complicato e quindi boh, sei una dea?)
Ovviamente ho adorato anche lo stile, che te lo dico a fare?
Certe frasi che scivolano benissimo e ti fanno annuire soddisfatta, in certi punti poetiche, in altri spezzate, arrabbiate. La tua scrittura trasuda emozioni.
Non ho notato errori, se non qualche accento che manca a volte (ad esempio su "obbligò"), ma si vede che non è altro che distrazione.
Era da una vita che non aspettavo con ansia di leggere i capitoli non ancora usciti di una storia. Ne avevo praticamente dimenticato la sensazione.
Ti devo proprio ringraziare per questa perla, davvero.
Sono felicissima di averti scoperta.
A presto!
Adieu,

El.

Recensore Master
19/09/19, ore 17:47

Ma buonasera!
Io avrei davvero voluto passare prima di ora ma... sono senza connessione a internet da tipo 25 giorni, e scrocco il wifi da sorella e padre che però sono dei maledetti e quindi ho finito per passare dopo di te, anche se avrei voluto precederti (siccome ti ho chiesto io lo scambio ç_ç).
Be', prima di tutto piacere di conoscerci *___* scoprirti è stato un vero onore. Il tuo stile mi ha davvero rapita, siccome è molto curato e, soprattutto, molto coinvolgente. Io non sono più un'adolescente, ma sin dalle prime righe sono entrata in quello che è il mood scolastico che da tanto non percepivo. Soprattutto perché è tanto tempo che non metto piede in una scuola/università (so' anziana ç_ç) ma... le tue descrizioni sono state come una scossa; siamo in questa aula, siamo Chuuya, ci guardiamo intorno, ci avviciniamo svogliatamente al nostro solito posto e ci ritroviamo un clandestino. Un occupante che non siamo noi. E qui, inizia il tutto. È il momento esatto che segna, sulla linea del tempo immaginaria che hai minuziosamente tirato durante tutto il racconto, che qualcosa sta cambiando e che quell'incontro ha molto, tanto da dare. Ho apprezzato da morire come all'inizio tu abbia inserito elementi che saranno (tipo cose che Chuuya verrà a sapere solo in seguito a quell'incontro, che ora ha solo come protagonisti occhi vuoti si shinigami), ma che poi cominci il tutto dallo start. Se Chuuya era convinto che non avrebbe mai dovuto litigarsi nulla con nessuno, inizia a ricredersi e questo Dazai sembra già la sua condanna o la sua salvezza, in qualche modo. Non nascono forse così, gli amori migliori ♥? E laddove Chuuya reclama qualcosa che è suo quasi di diritto (quasi, ma non lo è...), Dazai non si scompone minimamente, dando prova di tenergli testa e di non temere in alcun modo le conseguenze che potrebbe portargli mettersi contro il re della Pecora... due teste dure, ma dannatamente appassionate ♥

Quel "Non finisce qui" e quel "Me lo auguro", parono proprio il manifesto di un inizio vero e proprio, che sfocia in una confidenza fatta per lo più di battibecchi e discussioni, ma qui ho bisogno di esprimere un concetto e mi auguro di riuscire a farlo in italiano (ma in italiano vero). La parte in cui discutono sulla stupidità mi ha molto divertita. È un dialogo fatto di botte e risposte che, effettivamente, ha l'intento di far sorridere ma che sottolinea quanto in realtà quel rapporto si sia già evolvendo. La conferma la abbiamo subito dopo, quando più o meno viene espresso lo stesso concetto, ma dove Chuuya risponde alle supposizioni sempre nei riguardi della sua stupidità verso le materia scientifiche con una risposta meno ostile e più risolutiva ma che, purtroppo o per fortuna, lo espone. Ecco, questo è un ulteriore scatto del rapporto, dove si traccia una confidenzialità che sin dall'inizio si evolve di grado in grado. Qualcosa di umano, qualcosa che succede nei rapporti umani, quando questi chiedono inconsapevolmente che si trovi un'evoluzione.

Infine, siamo passati dal “Oi, moccioso. Trovati un altro posto.” al più confidenziale e tenerissimo “Muoviti, stupida principessa, siamo in ritardo!” che infine chiude la linea del tempo che hai tirato, dove tutto gira come orbite intorno a loro due, al loro evolversi, a questi genitori che hai affibiato a Chuuya, frizzanti e che donano colore ad una storia che già di per sé esplode di cromie, alla pari di una tavolozza molto ricca. Infine, apprezzo sempre tantissimo chi, come te, riesce a prendere un'opera fumettistica/animata e a estrapolarci dentro molto più di quanto si veda; apprezzo che tu abbia estrapolato elementi dai personaggi e ne abbia curato un'introspezione dettagliata. L'uso della narrazione così curata, poi, denota la tua maturità linguista senza che questo appesantisca o snaturi l'opera originale.
In sostanza, ho amato tutto, persino quell'ultima frase che è un po' dolce/amara. Il che, nel mio animo angst, è sempre un bene ♥
Ti faccio tantissimi complimenti e, sicuramente, passerò di nuovo da te perché sono rimasta estasiata dal tuo stile e dai tuoi contenuti! Quindi a rileggerci prestissimo, spero di aver detto tutto
un abbraccio e felice di averti conosciuta!
Miry

Recensore Junior
11/09/19, ore 15:24

Ciaoooo,
Sono tornata... Sembra che ti sto perseguitano ma giuro che non è così... Solo che mi piace troppo come fai interagire i due personaggi e mi sembra giusto darti una mia personale opinione... Se ti annoia basta dirlo hahahha.
Comunque come al solito sto parlando troppo di cose completamente inutili e prive di senso....
Allora mi piace molto questa nuova ambientazione, non avevo mai letto fanfiction in cui si ritrovano a scuola in uno scenario completamente diverso e devo dire mi piace più del previsto quindi come sempre good job ( anche se preferisco lo scenario classico hahhaha).
Apprezzo i nomi dei due scrittori francesi che hai dato ai genitori di chuuya e di come hai aggiunto anche la figura estremamente importante di koyo.
E nulla come al solito ci vediamo al prossimo capitolo
Sciaooo