Recensioni per
Il talento della Strega
di Menade Danzante

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
19/09/19, ore 10:11

Eccomi qui, Tamarina mia!

Che bello ritrovare i nostri tesori più o meno dove li avevamo lasciati alla fine della tua mini-long! E così Aziraphale ha deciso, con grande gioia di Crowley (come no!), di portare avanti il progetto di costruirsi una vita sociale che vada oltre la loro coppia, scegliendo di cominciare nientemeno che da Anathema e Newt, come accennato nel tuo capitolo. Prima di tutto, complimenti vivissimi per come hai gestito l'inserimento di questi due “nuovi” personaggi. Li ho trovati perfetti entrambi, fedelissimi ai loro modelli conosciuti nella serie e nel libro. Ci arriverò più avanti ma ti anticipo fin d'ora che ho apprezzato molto anche il modo in cui hai fatto interagire i quattro, creando il giusto bilanciamento tra la distensione e momenti di imbarazzo dovuti alle circostanze tutt'altro che normali e tranquille del loro primo incontro, di cui oltretutto conservano ricordi alterati, e al fatto che Crowley e Aziraphale siano preoccupati di fino a dove possano spingersi le abilità di Anathema.
Ma iniziamo dall'inizio, ovviamente!
Ritroviamo subito i nostri Ineffable Husbands impegnati in uno dei loro piccoli diverbi, stavolta mitigato dal fatto che la loro relazione abbia subito un notevole cambiamento dopo gli avvenimenti della famosa settimana e un giorno conclusasi con la presa di coscienza e l'accettazione dei propri sentimenti l'uno per l'altro. Crowley non ha la minima voglia di imbarcarsi in quell'impresa, tanto più per il piccolo dettaglio che Anathema non gli abbia fatto proprio una grande prima impressione “investendo” la sua adorata Bentley. Credo che, in fondo, a lui basti la compagnia di Aziraphale. Non avverte alcun bisogno di espandere le sue frequentazioni oltre l'angelo ed è capibile considerando che, ora che finalmente l'altro si sente pronto a ricambiare il suo amore, Crowley ha la possibilità di godere in tutto e per tutto della situazione tanto sperata e desiderata per secoli. Insomma, che glielo fa fare di permettere a degli estranei di spezzare la loro bolla idilliaca privata? La risposta è, naturalmente, Aziraphale! Tutto pur di accontentarlo e vederlo felice.
Mi è piaciuta tanto la proposta di uscire, con il demone che gli tende la mano. Sono gesti ai quali non sono ancora abituati e che vengono un po' “tarati”, diciamo. Si è ancora in quella fase di sperimentazione dove si ha paura che un minimo scivolamento oltre il limite del consentito possa creare disagio nell'altro e questa è una preoccupazione che affligge soprattutto e comprensibilmente Crowley. Ho avuto l'impressione che ancora non possa credere a ciò che è successo tra loro e viva nella costante paura che quel sogno possa finire da un momento all'altro.
La discussione sulla gavotte è spassosissima, ma non dico di più per i motivi che sai. ;)
Ahahah, oddio! La reazione di Crowley alla vista di Dick Turpin è fantastica, proprio da lui! Ciò che invece non è esattamente da Aziaphale è la replica sarcastica allo sdegno del demone, o meglio, non è dall'Aziraphale di prima, ma il nostro angelo è ormai cambiato e un po' di sarcasmo gli si adatta alla perfezione. “Fu l'angelo a fare le cortesie del caso quando si unirono ai giovani, mentre Crowley si limitò ad annuire quando fu il suo turno di salutare. Colse subito l'occhiataccia di Anathema, ma decise saggiamente di ignorarla” Perfetto! Ottimo inizio! Davvero, si preannuncia una gran bella mangiata in compagnia, per nulla imbarazzante, no no! :D
Alla fine però sembra che, tutto sommato, le cose non vadano poi tanto male e l'atmosfera si distende al punto che perfino Crowley può iniziare a rilassarsi e a ricredersi sulla tremenda tortura di andare al ristorante con due semi-sconosciuti... almeno fino a quella frase pronunciata da Anathema che cambia tutto: “Io vedo le aure”.
E non solo, Anathema sembra tenere particolarmente a fornire una spiegazione dettagliata della sua arte e questo non fa che aumentare sempre di più in Crowley un senso di allarme. Vorrebbe disperatamente cambiare discorso ma il tutto precipita alla svelta e quando la ragazza fa riferimento alle aure demoniache di quel fatidico giorno alla base aerea, il demone non può fare a meno di pensare che si stia riferendo a lui. :( E capisco il suo terrore! Dopo secoli di “I'm an angel, you are a demon”, Aziraphale ha deciso (alla buon'ora!) di accantonare le loro differenze per abbracciare la “loro parte”! L'ultima cosa che serve al loro neonato, ancora fragile, nuovo tipo di rapporto è che si rimarchino quelle differenze che hanno impiegato tanto tempo e tanta fatica a colmare. Ha una più che giustificata paura di ciò che potrebbe sentire e che poche parole possano mandare in frantumi ogni cosa.
Ma un primo sospiro di sollievo arriva quando Crowley capisce che il riferimento di Anathema è relativo ai Quattro Cavalieri e non a lui. Certo che però, per aver tratto subito quella conclusione, il nostro povero demone deve avere ancora delle insicurezze spaventose riguardo la sua natura. Insomma, è il giorno dell'Apocalisse, i Quattro sono tutti lì riuniti e quando Anathema parla di aure demoniache pensi subito alla tua e non alla loro?! Questo la dice lunga sui timori che ancora lo affliggono malgrado tutto.
Ma basta quel contatto tra le loro ginocchia, basta leggere la rassicurazione negli occhi di Aziraphale, la certezza che lui non l'avrebbe più abbandonato, che non avrebbe più permesso alle loro nature opposte di mettersi in mezzo, per tranquillizzarlo, sì, ma anche per farlo vergognare di aver dubitato dei sentimenti dell'angelo, arrivando a temere seriamente di essere allontanato di nuovo solo perché una ragazza ha riportato a galla ciò di cui entrambi sono perfettamente consapevoli ma che hanno scelto di ignorare per iniziare una nuova vita insieme.
E poi arriva la nota esilarante! Newt che, nella sua ingenuità, dice ciò che tutti pensano: “Quindi siete una coppia.” Semplice e diretto, tanto da meritarsi un calcio sotto il tavolo da parte di Anathema.
Mi è piaciuto molto il modo in cui hai gestito la conversazione tra Aziraphale, Crowley e Anathema, rimasti soli e con la possibilità di parlare liberamente. Crowley mette su la sua solita facciata di sarcasmo e irriverenza per nascondere il timore che Anathema gli incute (cioè, non lei in sé e per sé quanto piuttosto quello che potrebbe uscire dalle sue labbra, tanto più che ella gli ha appena rivelato di conoscere le loro vere identità). E poi come accidenti si fa a nascondere ad arte i propri sentimenti quando sai di avere davanti qualcuno che può vedere la loro manifestazione intorno a te sotto forma di campo di forza colorato? Capisco benissimo il disagio di Crowley!
Per fortuna interviene Aziraphale a cambiare discorso e a venire prontamente in aiuto del demone, che però capisce di aver imposto la sua volontà all'angelo e se ne vergogna, pentendosene.
Anathema che si è munita di gadget anti-demoni è bellissima! E Crowley che, inizialmente, pensa che abbia nascosto sotto il cappotto una boccetta di acqua santa?!
Però la ragazza ha ragione: meglio essere preparati ad ogni evenienza. L'incontro si fa sempre meno convenzionale.
E, alla fine del pranzo, ecco arrivare una delle solite premure che il demone riserva al suo angelo, anche se, in questo caso specifico, si tratta più che altro di un modo per rimediare al suo comportamento di prima. Fa in modo che Aziraphale e Anathema possano proseguire il discorso sulle aure, interrotto dall'angelo per sollevarlo da quel peso, dall'eventualità di udire qualcosa di spiacevole. Splendidamente tenero, splendidamente IC. <3
Oddio, ma la scena finale! Che cosa non è?! Ormai avrai capito che adoro le scene in cui i due condividono il letto (non nel senso che intenderebbero i più maliziosi ;)). E qui, in particolare, hanno un confronto potenzialmente molto rischioso. Crowley teme ancora di sapere ciò che Anathema ha rivelato ad Aziraphale nel momento in cui gli ha concesso di rimanere soli, mentre l'angelo sembra intenzionato a parlargliene. D'altra parte, il demone sa anche che Aziraphale non insisterebbe mai per metterlo a parte di qualcosa che lo ferirebbe. E così, alla fine, Crowley conosce la verità: l'aura dell'angelo e la sua sono molto simili.
Ovviamente, la sua prima preoccupazione è per l'anima di Aziraphale. Teme che stia Cadendo e, avendo lui stesso subito quel destino, è terrorizzato all'idea, soprattutto perché, intimamente, sarebbe portato a dare la colpa a se stesso, come se fosse stato lui a “tirare giù” l'angelo dal Cielo.
Ma questo, come gli fa notare Aziraphale, è un pensiero irrazionale ed è molto più probabile che le loro aure siano simili perché finalmente i due sono davvero dalla loro parte.
E poi arriva quella domanda che fa prendere un altro colpo al demone: “Siamo una coppia?”.
Domanda più che legittima, in effetti. Come si fa a definire un'amicizia che ci ha impiegato millenni a trasformarsi in qualcosa di diverso e che comunque rimane ancora difficile da comprendere perfino ai diretti interessati?
Mi è piaciuto il ragionamento che Crowley compie per cercare di rispondere, accostando le caratteristiche del suo rapporto con Aziraphale a quelle che di solito sono presenti nelle relazioni umane di coppia. Tranne per il fatto che, come valuta giustamente il demone, loro non sono umani e quindi non possono rientrare in una categorizzazione che utilizza parametri di quel tipo.
Ma, alla fine, “coppia” è un termine che può adattarsi anche alla loro situazione e Crowley si azzarda ad assentire. Il bacio con cui i due suggellano quel nuovo importante traguardo è di una dolcezza incredibile, mi ha sciolta sulla sedia, davvero!
E la conclusione, che verte di nuovo su Anathema ma stavolta strizzando l'occhio ad un clima più rilassato e divertente è, come sempre, perfettamente azzeccata per smorzare la forte componente emotiva delle ultime righe e riportare la narrazione su un piano più distensivo che lascia una nota di leggerezza al lettore e permette di chiudere la shot con un senso di appagamento e di “lieto fine”.
Non ho quasi nominato un elemento imprescindibile in questa storia, ovvero la “conversazione segreta” sotto il tavolo, ma l'ho fatto per una ragione: volevo dedicargli qualche riga a parte.
Allora, sei stata eccezionale nell'orchestrare la narrazione su più livelli: uno è ovviamente quello della conversazione che si svolge tra i commensali, l'altro è quello del linguaggio non verbale che Aziraphale e Crowley utilizzano per reagire e commentare quello che viene detto. Attraverso gesti piccolissimi come lo sfiorarsi le ginocchia (bellissima ripresa di “Ride Home”), o maneggiare una pallina di riso con le bacchette, l'angelo e il demone riescono a comunicare senza bisogno di parole ma con la stessa chiarezza di un discorso ad alta voce. Riescono a trasmettersi i reciproci sentimenti, le sensazioni, la richiesta di conferme o il bisogno di smentite e queste puntualmente arrivano, sempre per mezzo di quella modalità priva di parole ma altrettanto efficace, o forse perfino di più. Poteva essere molto difficile mantenere il controllo su questi due livelli, gestendoli in parallelo senza creare confusione, ma tu ci sei riuscita egregiamente. Hai trasmesso anche l'idea che, nonostante Crowley e Aziraphale si trovino in compagnia di altre persone, quello che c'è tra loro, quella bolla, quel microcosmo che appartiene solo a loro due, quel mondo di significati interpretabili solo dall'uno e dall'altro, non venga in alcun modo intaccato dalla presenza di terzi.
Ormai sono davvero una coppia e questo concetto è espresso a meraviglia anche attraverso queste piccolezze (che non sono piccole per niente, in realtà).
Che posso dire di più? Pov di Crowley centrato in pieno, personaggi credibilissimi (Anathema e Newt comrpesi, naturalmente), equilibrio perfetto tra angst, fluff e ironia. Stile impeccabile e fluido, ma non è una novità. Riesci sempre a dare vita a momenti di un'intensità emotiva formidabile ma, allo stesso tempo, di una delicatezza disarmante. Sembra impossibile che le due cose possano coincidere, ma ti assicuro che è così e amo questo tuo modo di rendere gli Ineffable Husbands.
Un sequel adorabile per la tua meravigliosa mini-long, dove vediamo i nostri piccioncini ineffabili compiere un altro significativo passo in avanti, anche grazie al contributo estemporaneo di Anathema e Newt.
Ricambio il complimento che mi dedichi di solito, tesoro: le tue storie sono sempre una garanzia di qualità altissima, IC ed emozioni forti. Non mi stancherò mai di ripeterti quanto adori la visione che fornisci degli Ineffable Husbands nelle tue shot, sempre in bilico tra commedia e tragedia.
Bravissima anche questa volta, Tam. Ma bravissima sul serio!
A presto, darling!

Recensore Junior
19/09/19, ore 09:48

Waaaa ma io adoro tutto ciò! *-*
Mi era piaciuta da matti "Una settimana e un giorno" quindi non potevo non innamorarmi anche di questo degno sequel!
Mi piace davvero molto come descrivi Crowley ed Aziraphale, i dialoghi sono semplici ma riescono a racchiudere tutti i sentimenti e le emozioni che i due non riescono ad esprimere a parole. Questo si percepisce soprattutto nel loro "gioco" delle ginocchia sotto il tavolo, che ho trovato di una dolcezza disarmante.
Bellissimo anche come si siano approcciati ad Anathema e Newt. Questa coppia strampalata ne sa una più del diavolo (visto che siamo in tema x'D), vedasi come quando Newt afferma, senza inutili giri di parole, "Quindi siete una coppia". Quando l'ho letto nella mia testa ci sono stati i cori da stadio, ebbravo il nostro ingegnere informatico!
Delicato e dolcissimo anche il tema delle auree, di come Crowley sia velatamente terrorizzato nello scoprire come sia la sua, e successivamente con la paura che per colpa sua Aziraphale stia cadendo. Ma io piango, siete troppo belli aw.
Lacrime che si accentuano nell'ultima scena, mentre sono a letto, e l'angelo gli chiede se siano effettivamente una coppia. Tu vuoi farmi commuovere, non trovo altre spiegazioni.
Mi piacerebbe tantissimo leggere altre tue storie ambientate in questo "universo" in futuro, come ti dicevo prima mi piace tantissimo il tuo stile di scrittura e di come sai scrivere su questi due. Veramente complimenti. <3

Alla prossima!

Mirea.

Recensore Veterano
18/09/19, ore 19:10

Ciao ho letto la long e mi è piaciuta e anche questa è molto carina ;D un bacio

Recensore Veterano
18/09/19, ore 18:14

Alla fine stanno davvero allargando il circolo delle conoscenze (yeah).
Anche in questa OS è un piccolo grande gioello.
Come hai detto nelle note qui ha dato spazio al demone e lo hai fatto benissimo e, sì hai mantenuto i pg IC. La parte introspettiva è stata perfetta, per nulla pesante, anzi. I dialoghi sono resi altrettanto bene.
La paura di Crowley non è tanto quanto di incontrare Anathema e Newt ma quella che, essendo lei una strega, possa miniare e quindi rompere l'equilibrio che quei due dopo 6000anni hanno finalmente raggiunto..Infatti, appena Anathema tura fuori il discorso aure il demone va in panico, mentre Zira vorrebbe saperne di più. Però conoscendo il suo demone e cerca di sviare il discorso. La scelta della loro conversazione segreta sotto al tavolo è assolutamente azzeccata, quel toccarsi o meno il ginocchio l'ho apprezzato davvero molto. È però quando Crowley guarda Zira che capisce che il suo gesto non è dettato dalla pietà ma dal fargli sapere che lui è lì e non se andrà. Da lì il pranzo diventa un po' più facile e alla fine si lasciano con la promessa di un pranzo al cottage..Il demone però che si sente in colpa con l'angelo, gli "regala" 10 minuti per chiacchierare con Antathema riguardo le aure <3
Loro due a letto sono la dolcezza <3 Anche qui hai reso in modo naturale e perfetto il loro rapporto. Crowley che ha la costante paura di essere inadeguato per l'angelo e, che ancora pensi di poter farlo cadere è assolutamente da lui, perché di fatto, per il demone, la felicità e il bene del suo angelo vengono prima di tutto/i. La domanda di Zira sul fatto se siano o no una coppia me la aspettavo da quando Newt lo ha affermato al ristorante. Anche qui complimenti per come hai analizzato i loro momenti di vita e intimità, che per noi umani sono sinonimo di coppia ma per loro, entità sovrannaturali è un concetto non facile da gestire. Il finale ottimo, Crowley che dopo aver appurato che la sua aura non è il problema deve chiedere a Zira come mai Anathema sia così diffidente con lui..xD Per lui non è minimamente possibile pensare (o meglio ammettere) che lei sia un tantino risentita di essere stata investita. Sono felice che di sapere che tornerai su questo universo perché sono curiosa di vedere come si evolverà la loro storia.

Di nuovo complimenti e alla prossima

Recensore Veterano
18/09/19, ore 18:11

Ma che bellina questa OS! Complimenti! Crowley mi ha fatto morire dal ridere e mi ha suscitato una tenerezza disarmante, povero cucciolone. Beh, Newt che è sempre mezzo rimbambito fa sempre troppo ridere e se non ci fosse lui a dare un tocco di ilarità al tutto, non so che avrebbero fatto i nostri due piccioncini. Quando sono arrivata al leggere il << so cosa siete...>> di Anathema mi è venuto subito in mente il sacerdote Tzekel-kan del film "Eldorado" (non so se hai presente) , quando si riferisce ai protagonisti con la stessa frase! Ahah Comunque dolcissimo il finale, complimenti ancora! Un abbraccio Nanami