Innanzitutto salta agli occhi la struttura del testo, che è impostata sull’alternanza dell’attenzione di chi legge che viene richiamata ora da uno, ora dall’altro dei dei due protagonisti, e c’è anche un posticino per il nostro Greg. Un’ idea sicuramente interessante che accompagna alla confluenza delle esperienze in un’unica conclusione.
Siamo in pieno AU, nel mondo particolare delle “soulbond ”, in cui i colori di ciò che circonda i personaggi determinano il destino delle coppie e dell’incontro di anime gemelle.
Ho sempre pensato che la caratteristica narrativa di questo Universo sia proprio nel rendere concreto il fatto che un sentimento, se è scambiato tra persone che si piacciono, ovviamente, possa davvero rendere la vita più luminosa e colorata.
Nella prima “tappa” del capitolo, dedicata a Sh, diamo uno sguardo alla famiglia Holmes in cui sta crescendo l’ansia per il fatto che i due figli, Sh e Mycroft, non abbiano ancora trovato l’anima gemella.
In realtà, qualcosa si sta muovendo, perché il maggiore e l’ispettore di polizia Lestrade sembrano notare dei particolari che li avvicinano l’uno all’altro: molto suggestiva l’immagine di quella maniglia, oggetto tra i più banali, che attira in modo magnetico l’attenzione di Mycroft. Ovviamente stanno comparendo i colori negli oggetti che richiamano un’anima verso la propria gemella.
Ma, quello che io ritengo un dolcissimo simbolo di ciò che è destinato ad essere il legame tra Sh e John, è quella barchetta di carta che è comparsa, unico oggetto colorato della sua infanzia. Blu, come voi occhi di John, un mezzo per andare lontano, insieme.
Molto ben costruito il punto in cui scrivi dei pensieri che affollano la mente di Holmes, dopo il ritrovamento di quell’unico oggetto con una tinta diversa dal grigio consueto: in lui c’è l’alternanza tra l’inquietudine che quella scoperta ha provocato in lui e la sensazione che, comunque, l’idea di non essere destinato alla solitudine non gli dispiace certamente “...come una calda coperta...”.
Si arriva al pezzo in cui presenti la vita di John e non mancano preziosi riferimenti IC, che ti combino in un quadro che sembra leggermente diverso da quello canonico, visto che, per esempio, è il buon Mike a fargli incontrare Greg ed a procurargli il primo lavoro come sostituto temporaneo di un collega. Il fatto che tu abbia inserito subito Lestrade nelle prime esperienze che John fa arrivato a Londra, lo trovo positivo perché il personaggio dell’ispettore l’ho sempre ritenuto un “ponte” effettivo tra i due di Baker Street. Qui da te, rendi concreto proprio il ruolo di cui ho appena parlato perché propone di collaborare con lui sia a Sh sia a John. Mi è piaciuto in modo particolare il fondamento logico sul quale poggi l’offerta di consulenza a Watson. La tua è sicuramente una versione originale e credibilissima dei motivi per cui John riceve la proposta: è un medico, un soldato, dunque pronto a situazioni al limite dell’ordinario e della routine quotidiana ma, soprattutto, è onesto e leale ed a Lestrade serve qualcuno per scoprire delle “mele marce” a Scotland Yard. Davvero, una versione così precisa e dettagliata della collaborazione tra Greg e John non l’ho mai trovata nella Sezione, se non ricordo male. Brava.
L’occasione, in cui il “ponte” che è Lestrade, porta Holmes e Watson ad incontrarsi, è lo stesso intreccio “crime” visto in ASIP, scelta questa che mi piace molto perché mi riporta all’inizio di tutto, ad un’atmosfera diventata ormai mitica e malinconicamente lontana nel tempo ed, ahimè, irripetibile.
Ecco quindi gli omicidi mascherati da apparenti suicidi liberamente messi in pratica, ecco il messaggio con scritto “Sbagliato” sui cellulari apparso in contemporanea sui cellulari durante una conferenza stampa...In questo percorso IC, innesti, con ottimi risultati, uno sviluppo di trama che si discosta da quanto visto in ASIP. Per esempio, mi riferisco al fatto che i nostri due, prima d’incontrarsi, si parlano, si confrontano e di conoscono senza vedersi di persona e, quando lo fanno, già c’è un legame particolare. Sh ha la prova che quel soldato sia qualcuno di speciale anzi, unico, per lui, dal colore del proiettile, in mezzo ad uno scenario dipinto di grigio e nero.
Veramente ben pensate e suggestive quelle pochissime note di colore che avvertono Sh che la sua vita cambierà e che qualcuno accoglierà le sue paure. Infatti hai centellinato quei rari dati visivi che avvertono della prossimità dell’anima gemella, anche per quanto riguarda Mycroft, per esempio, rendendoli così preziosi e doppiamente significativi. Non c’è infatti un’esplosione di tinte, che avrebbe, secondo me, colorato di banalità una storia così bella ed intensa.
A questo proposito quella barchetta blu con il messaggio scritto all’interno l’ho trovata simile ad un tocco magico che mi ha fatto spuntare qualche lacrimuccia. Le “bambine” grandi dovrebbero essere più controllate, parlo per me, ma chissene....: al cuore ed alle emozioni non si può e non si deve comandare.
Davvero brava, complimenti. |