Valutazione per il contest "I miei ultimi undici libri"
Terza classificata:
"Death is Nothing at all", di Sabriel_LittleStorm
Grammatica e stile: 12,5/15
Aspetta, ti aiuto!». Dato che la frase è già terminata con il punto esclamativo, non è necessario mettere un punto fuori frase. -0.5 È un errore che si ripete in molti dialoghi, quindi non li ho segnati, ma generalmente la regola dice che, se c'è un punto esclamativo o interrogativo nella frase, non bisogna mettere il punto alla fine.
"che Edwin ricordò di aver ricevuto solamente quando lasciò la sua terra alla volta della città che lo aveva cresciuto" Poiché viene recuperato un momento del passato, "lasciò" avrebbe dovuto usare un tempo verbale che si colloca più indietro del passato remoto. -1
Suggerimenti (non tolgono punti)
"Edith uscì dalla locanda respirando a pieni polmoni l’aria mattutina, tastando con i palmi l’antica porta decorata, per poi allungare il bastone bianco fino alle scale, muovendo un piccolo passo in avanti." A mio parere, in questo periodo viene usato un po' troppo il gerundio, il che rende più difficoltoso lo scorrimento della frase. Se fossi in te, avrei "sciolto" qualcosa, ovvero avrei reso qualche frase col gerundio una subordinata esplicita. Una cosa simile in "la salutò la donna sorridendo, sorprendendo tutti i presenti." e in "prendendosi i capelli tra le mani, attorcigliandoseli in una coda distorta." e anche in "Den scivolò fuori dalle lenzuola cercando di non fare rumore, infilandosi velocemente i pantaloni del pigiama, scostando le tende alla veneziana in modo da poter vedere fuori."
"per l’ultima volta, la gioia della vita, nella morte." A mio parere, per rendere la frase più ad effetto, avrei eliminato l'ultima virgola.
Il lessico da te selezionato è ricco di pathos: quasi ogni parola è piena di sentimento, e aiuta molto a dare un tono alla storia. La struttura che lo sorregge, nel senso di come vengono posizionate le parole, non sempre dà il meglio di sé: specialmente all'inizio, mi sembra che sia eccessivamente semplicistica per una storia con quel tipo di linguaggio, e può diventare ripetitiva. Ad esempio, all'inizio trovo molto presente la struttura frase principale più gerundio che regge la secondaria, a volte con anche più gerundi di fila. È una costruzione molto efficace per dare il tono che cerchi, non fraintendermi, ma soprattutto all'inizio ne ho viste molte, molto ravvicinate, e vedere tanto spesso la stessa messa in scena stanca. Come ti ho già segnalato prima, molte di quelle potrebbero venir facilmente migliorate "sciogliendo" la costruzione. È una cosa di facile rimedio, anche, perché non ti manca il talento: esso appare nella seconda parte della storia, a partire dal pezzo in cui Den cavalca, in cui orchestri perfettamente il ritmo della storia per averne il miglior pathos, e catapulti il lettore nel mondo di Edith&Edwin. La tua è una storia in cui più si procede con la lettura più migliora, ed il finale è ti lascia con un buon gusto, finita la lettura.
Trama: 9,8/10
Questo è un punto a cui fatico dare un punteggio, lo ammetto. Il tuo racconto è descrive una giornata particolare dei personaggi, in cui c'è un ritrovo di famiglia, ma in cui non avviene granché. La tua storia, però, è più focalizzata sui personaggi che sul raccontare quanto avviene a loro, e da questo punto di vista è efficace: le descrizioni dei luoghi in cui si trovano sono chiare, quelle temporali un po' meno ma comunque si capisce quello che avviene prima e quello che avviene dopo, e l'ambiguità fa parte del fascino dell'ambientazione. L'unico motivo per cui il punteggio non è pieno è perché, ogni tanto, trovo che troppe informazioni siano date, l'una ravvicinata all'altra, e per chi non ha familiarità con la serie di storie può essere difficoltoso capirle alla prima lettura, arrestandone così il ritmo. Ma è solo una piccola nota in confronto al resto, che è grandioso!
Caratterizzazione personaggi e loro coerenza: 8,9/10
Nella tua one-short vi sono parecchi personaggi, che tratterò in ordine d'importanza.
Le due gemelle, Dafne e Nelith, sono due figure secondarie, che fanno più progredire la trama che altro. Non ti sei concentrata molto su di loro, e l'ho trovata una buona mossa: non hanno rubato lo spazio ai protagonisti, le hai caratterizzate abbastanza da darle la loro identità, ma non così forte da separarle come duo. Ed, essendo loro gemelle, mi è parsa una buona scelta.
Trovo che però, raramente, dedichi più attenzione a loro che non ai due ragazzi con cui condividono la scena. Den&Rickard, nella loro prima apparizione, esprimono personalità, coi loro atteggiamenti e movimenti. Dopo quello che sono viene fuori per lo più dai loro dialoghi, che però hanno anche la funzione di portare avanti la loro backstory e il loro conflitto con gli altri, per la loro relazione. E, se la cosa mi pare funzioni per Rickard che è un tipo misterioso, per Den non lo trovo così efficace. Mi ha dato l'impressione di un ragazzo buono e gentile, un ottimo punto d'incontro per uno dal passato più difficile come Rickard, ma l'ho trovato poco utilizzato e con più focus sulla sua storia che su di lui, se capisci cosa intendo. Non un cattivo personaggio, ma mi pare sia stato un po' lasciato da parte.
Edwin ha, più o meno, il suo carattere, ma grazie al maggior numero di parole a lui dedicato, e alla sua backstory comunque triste ma non drammatica, dato che è ormai cosa comune, riesce a risplendere di più. È anche un buon punto di riferimento per il lettore- attraverso i suoi occhi, che riscoprono la sua vecchia casa ormai sconosciuta, il lettore impara a conoscere la famiglia passo a passo con lui. E, in particolar modo, Edith.
Un arzilla vecchietta cieca ma perfettamente lucida, che ha imparato ad accettare la sua morte e continua a prendersi cura dell'azienda e della sua famiglia. Come fa non attirare l'attenzione, con un personaggio del genere? Certo, dalla mia esperienza pare strano che una persona di quell'età accetti l'omosessualità in modo così placido, ma considerando l'eccezionalità di quella donna non me ne stupisco. Edith è il motore della storia, Edwin colui che la fa capire al lettore mantenendo comunque una sua identità: se per i personaggi minori ho avuto qualche riserva, per questi non posso che farti i complimenti!
Gradimento personale: 3,5/5
Nel tuo racconto vengono presentate due storie parallele: quella di Edith&Edwin e quella di Den&Rickard.
Ho amato davvero tanto quella dei due fratelli: l'idea di andare via da casa per un futuro migliore è una a cui penso spesso, e che ho paura dovrò mettere in pratica, quindi capisco molto come si sente Edwin. Ed Edith è la parte migliore di questa coppia, con la sua forza e lucidità nonostante la malattia.
La storia dei due innamorati, però, mi pare lasciata troncata a metà. Ora, so che fa parte di una serie, e probabilmente è più chiaro se leggo le altre storie, ma fatico a vedere il progresso con questi due: la loro relazione era segreta a inizio storia e lo rimane anche alla fine, con un chiarimento finale da parte di Edith che però loro non hanno provocato in alcun modo. Conoscere attraverso di loro le due gemelle è stato interessante, e i piccoli indizi che hai lasciato sul loro passato sono affascinanti, ma a fine storia mi sono parsi un po' fine a sé stessi. Di certo sono elementi che approfondirai in altri racconti, ma a mio parere, se fai parlare dei personaggi essi devono avere un ruolo importante, che in quei due non ho notato. Non credo che siano venuti così per incapacità tua (hai saputo trattare benissimo Edith ed Edwin, che a mio parere sono più complicati) ma lo vedo più come un problema d'organizzazione della storia. Questo è il problema con questo tipo di storie in generale, quindi non te ne faccio una colpa: solo, ti chiedo di prestare più attenzione!
Titolo&introduzione: 2,4/3
Ammetto che, all'inizio, il titolo mi ha lasciato spiazzata. Non perché sia difficile da capire, o perché non mi pareva collegato alla storia in sé (che ho invece trovato molto azzeccata), ma perché non comprendevo come mai fosse scritto così, con Nothing" maiuscolo. Quando mi hai poi chiarito che era una citazione, ho apprezzato davvero il riferimento: lo trovo un titolo significativo, e ben adatto al contesto. Essenzialmente un titolo perfetto! L'unica ragione per cui ho tolto qualche punto è che, se seguivi la citazione della poesia, anche "all" doveva essere maiuscolo.
L'introduzione è composta da una citazione, un paragrafo che racchiude il punto saliente della storia. È un ottimo modo per attirare l'attenzione del lettore, ma a mio parere "rovina", in qualche modo, il piacere della lettura, dato che sai già come andrà a finire, come quando nei trailer mettono le scene più belle del film. Inoltre, sebbene racchiuda bene il tema principale della storia, preferirei che la storia venisse introdotta con le parole di un autore, in quanto una citazione può essere fraintesa, ma se una parte di testo originale l'accompagna il tutto viene più chiaro.
Bonus: 3,2/4
Genere: La descrizione del paesaggio fatta da Edwin alla sorella è piena di poesia e liricità, quindi punteggio pieno.
Citazione: La citazione è stata inserita parafrasata, ma rientra molto bene nella situazione e aggiunge qualcosa sul personaggio che la pronuncia.
Ambientazione: Il borgo sul mare è una presenza importante nella storia. La nebbia è un elemento che giunge più tardi, ma lo considero "costruzione" dell'ambiente.
Obbligo: Sfortunatamente, credo che qua ci sia stato un fraintendimento. Quando parlo di riferimento, intendevo che doveva essere nel testo, ad esempio come una frase detta dai personaggi, o una metafora esplicita. Sebbene la tua citazione a inizio testo colleghi quello che sta vivendo Edith a quanto detto nella poesia, ed è per questa la ragione che l'ho contato come inserito, il riferimento doveva essere nel testo stesso, non all'esterno.
Totale: 40,3/47 |