Recensioni per
Un racconto di mare
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 27 recensioni.
Positive : 26
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
07/11/19, ore 19:45

Rieccomi^^
E così, la nostra avventura giunge a compimento.
Ho colto tanti riferimenti in quest'ultimo capitolo: l'uomo che cerca con le sue forze di sfidare la tempesta o di perire nel tentativo, lo spirito di sacrificio, e infine la redenzione. Ci ho rivisto la lotta tra l'uomo e la natura selvaggia, ma anche e soprattutto un viaggio interiore, di colpa ed espiazione.
E poi c'è il rapporto tra Olaf e Christian, una silenziosa intesa che non ha bisogno di manifestazioni eclatanti. Un ragazzo giovane, innocente e dallo spirito fiero, e un uomo che si sente invecchiato precocemente, gravato dal peso delle proprie colpe. Ma per quanto siano diversi, come attitudine e come storia personale, oserei dire che in questo viaggio finale sono indispensabili l'uno per l'altro, e non possono concluderlo se non insieme.
Ormai ho esaurito i complimenti, ma te li faccio lo stesso. Alla prossima!^^

Recensore Master
07/11/19, ore 19:08
Cap. 1:

Ciao^^
Avrò letto questa storia tre volte, tra versione precedente e restyling, ma ne vale sempre la pena. Hai reso benissimo l'atmosfera che si respira sul cargo scalcagnato, così come l'attesa snervante in attesa di ottenere il passaggio. La narrazione va avanti come in un climax, intrecciando le storie personali di Olaf e di Christian e quella del Pamir, che qui appare quasi come una creatura dotata di vita propria.
La nave ha i giorni contati e gli uomini dell'equipaggio se ne fregano, sia del carico che delle conseguenze che potrebbero esserci se questo si perdesse in mare.
Se ne fregano tutti tranne Jensen, che invece è determinato a salvarla: per citare le tue parole, si può fuggire da tutto, ma non da se stessi, e prima o poi i demoni del passato torneranno a tormentarti. Ma chissà qual è la colpa che l'uomo deve espiare...
Volo al prossimo^^

Recensore Veterano
07/11/19, ore 14:10

Ecco che si scatena una tempesta e subito il già malmesso Pamir accusa il colpo. Quella stiva infestata di miasmi e sigillata, preclusa all'equipaggio e carica di non si sa bene cosa, comincia ad imbarcare acqua.
E mentre i nostri eroi sono in altre faccende affacendati ratti e marinai abbandonano la nave.
Mi è piaciuta moltissimo la scena in cui Olaf ritorna a bordo, e soprattutto ho apprezzato la redenzione di Christian, che qui giunge al pieno compimento, anche se la nave comunque affonda, troppo vecchia e stanca per reggere oltre.
Leggerei molto volentieri altri racconti su questa falsariga perchè quest'atmosfera marinaresca e malinconica, un po' alla Corto Maltese, mi piace davvero molto.
Di nuovo complimenti, dunque.

Alla prossima! ^^

Recensore Veterano
07/11/19, ore 14:05
Cap. 1:

Avevo già letto una versione precedente di questo racconto e devo dire di averlo riletto con molto piacere.
Questa nuova versione mi sembra più introspettiva, anche se forse leggermente più scorrevole della precedente. Soprattutto ho apprezzato molto il personaggio del Tedesco, bislacco angelo custode sulla spalla del giovane Olaf.
Anche nelle scene più violente hai comunque mantenuto una sorta di delicatezza che non le rende pesanti, in generale trovo il tono narrativo molto equilibrato e denso di significato.
Come il mare apparentemente calmo che avvolge il Pamir e che è descritto tanto bene da farci sentire lo sciabordio delle onde.

Recensore Master
07/11/19, ore 13:34

Povero Pamir! Affonda, ma lo fa con l'orgoglioso onore di un vecchio lupo di mare, permettendo a due vite di salvarsi e anche di ripartire.
Il Tedesco trova ciò che stava cercando e forse può concedersi un'altra possibilità tramite la catarsi. Anche Olaf raggiunge l'affetto sincero che forse gli mancava: sono certa che saranno insieme.
Questa storia, pur contenendo tracce invisibili di dramma, in realtà è molto commovente. Ti prende, di raccoglie al suo interno, ti fa vivere il mare in tutti i suoi aspetti, dal più bonario al più crudele.
Sui racconti di mare vai fortissimo, hai uno stile impeccabile e riesci a far percepire addirittura il salino e il movimento delle onde con il ritmo della prosa e della punteggiatura. Fantastico!
Spero di leggere presto un'altra delle tue vivibili storie! :)
A presto!

Recensore Junior
07/11/19, ore 13:16

È già finita? Peccato, peccato davvero... era così bello leggere di loro!! Grazie per averceli raccontati!
Ecco che ci sveli da cosa fuggiva il Tedesco, dal proprio senso di colpa, e si intuiva già anche dal primo capitolo. Eh, ma dal senso di colpa non si scappa, caro mio, quello si può soltanto affrontare. Prima o poi, la resa dei conti arriva.
E allora il Tedesco scende in battaglia, contro il mare e il cielo in tempesta, contro i mille acciacchi di quel vecchio mulo che è ormai il Pamir, contro se stesso sopra ogni cosa.
È una storia di redenzione più che d'amore, anche se poi l'amore e la redenzione si intrecciano, anche se in realtà l'amore ci mette del suo. Ma resta una storia di redenzione, per come la vedo io. E mi è piaciuta, ah se mi è piaciuta!!
E davvero, mi dispiace non leggere più di loro.
Il finale è meraviglioso, il Pamir alla fine affonda e i due protagonisti svaniscono nella nebbia di una storia che sfuma via anziché metterci un punto. Liberi loro, liberi come il mare, pare quasi di vederli fluttuare via verso chissà quali orizzonti. Liberi noi di immaginarli in mille modi, in mille vite diverse. Libero, finalmente, il Tedesco redento. Libero Olaf che chissà, magari ha trovato quello che cercava.
Una storia proprio bella, una resa cinematografica - ma quanto sei bravo?? - e un messaggio molto profondo.
Una storia che soddisfa su tanti livelli, generosa, una di quelle che ti lasciano anche spazio per metterci dentro del tuo.
Ho soltanto una domanda, e mi imbarazza pure ammetterlo, sicuramente è sfuggito a me, non avrò colto qualcosa, non so... ma il Pamir, poi, ma che caspita trasportava?? 😅

Elly

Dimenticavo!! Meravigliosi i riferimenti alle due poesie, sia quella del primo capitolo che questa sulla sirena del Reno, non le conoscevo (anzi, una la conoscevo dai tempi della scuola ma l'avevo rimossa) e le ho lette entrambe con immenso piacere. Perciò ti ringrazio anche di questo :)
(Recensione modificata il 07/11/2019 - 01:34 pm)

Recensore Master
07/11/19, ore 06:51

Buongiorno.
E' quasi una favola alla fine!
Diciamo che è, appunto, una storia... tu mi dirai; certo che è una storia, cosa vuoi che sia, xD ma intendo nel senso; una di quelle storie di una volta, senza strappi di trama, senza azione troppo affrettata. E' un raccontino stile vintage, xD mi è piaciuto!
Una storia d'amore che si sviluppa su questa nave alla fine della sua esistenza, però è una vicenda dolce, che sboccia piano, che si culla tra le onde di un mare selvaggio e in tempesta.
In bocca al lupo per il Contest :)

Recensore Master
01/11/19, ore 17:38
Cap. 1:

Carissimo, come ti dissi, avevo della versione originale pochi ricordi, però, forse anche grazie al restyling, rileggerla è stata una piacevole scoperta!
Non solo per la vicenda in sè e non solo perché (essendo fan accanita dell'happy ending ^^), i due protagonisti avranno un futuro da vivere insieme e chissà quali altre avventure, ma soprattutto per la magnifica descrizione del paesaggio e delle forze della natura, che governano e quasi scandiscono il ritmo del racconto.
Il clima è davvero il terzo protagonista della vicenda, dal caldo torrido e immobile dei giorni passati ad attendere il via livera allo scatenarsi della tempesta, che fa precipitare gli eventi.
Mi rimane un unico grosso interrogativo: cosa diavolo c'era nella stiva sigillata??? °-°

Recensore Master
31/10/19, ore 07:30
Cap. 1:

Buongiorno.
Be', un capitolo molto delicato e pacato, diciamo! Mi avevi abituato a storie di azione :P
Scherzo. Credo infatti che questa atmosfera ricreata sia quella giusta per il Contest e per le sue richieste.

Recensore Master
30/10/19, ore 16:01
Cap. 1:

Una storia scritta in un modo particolare, come se fosse una divinità marina a narrarla e a descrivere onniscientemente la pigra e cristallizzata vita di bordo del vecchio Pamir.
Mi piace molto come hai deciso di impostare le sequenze narratologiche e la descrizione dei luoghi, nella sua staticità variata solo dal trascorrere delle ore, riesce comunque ad avvincere con la bellezza dello sfondo.
La carcassa chiamata nave è il mio personaggio preferito: mi fa tenerezza, si tiene a galla perchè deve e custodisce la sua buona dose di segreti.
Un po' come tutti quelli che si trovano a bordo, dalla scafato Tedesco al giovane Olaf. Sono curiosa di capire da cosa fuggano e, soprattutto, cosa sperano di trovare.
Il tifone in arrivo scombina con la sua forza naturale la vita di tutti.
Non vedo l'ora di leggere il seguito.
A presto! :)

Recensore Master
30/10/19, ore 11:04
Cap. 1:

Buongiorno, caro Old. I vari restyling hanno reso questa storia una gemma. Non ho idea di come fosse prima, fatto sta che ora hai saputo creare un universo che incanta. La constatazione più banale che mi viene in mente, tanto per cominciare, è che "sembra di essere lì ". Constatazione banale perché in fondo, in tutte le tue storie "sembra di essere lì ", fin dalle prime righe si viene immediatamente calati dentro alla narrazione e si contemplano paesaggi e luoghi mai visti, atmosfere che suggeriscono quello che sta per accadere senza però svelarlo, e che per questo aumentano in chi legge il senso di curiosità e l'attesa.
Già l'incipit ti coinvolge in questa atmosfera di mare terso e immobile, sorvolato da gruppi di tre o quattro pellicani a volo così radente che si può addirittura scorgere il colore cinereo delle piume. Da qui l'attenzione si sposta al Palmiro, cargo battente bandiera liberiana: mi è venuto subito in mente Carlo Verdone, ma è stato solo un attimo perché qui il trash non c'entra per niente, quindi il clima è serio, avvolto in un'immobilità tanto incantata quanto foriera di pericoli.
Il Pamir "è un rene artificiale, un polmone d'acciaio, odiato ma necessario": neanche in trecento anni avrei potuto creare un'espressione simile, una sintesi così azzeccata del clima e della vicenda. Su questo vecchio cargo che fa letteralmente acqua da tutte le parti (o forse sarebbe una sola: quella stiva misteriosa di cui è assolutamente vietato l'accesso), viaggiano per l'appunto un carico arcano e forse pericoloso e una ciurma di uomini in fuga: dalla miseria, dalla giustizia e forse soprattutto da se stessi.
Il Tedesco, così detto per antonomasia ("ha un imperativo categorico di Kant nel DNA) è "una figura netta e severa che si staglia contro il cielo, nobile e lontana come la fregata che volteggia allo Zenith". È l'eroe solitario ma non estraniato dal suo contesto: osserva, si accorge, tenta di avvertire e di rimediare. Possiede una conoscenza profonda della gita di mare, dove ognuno deve imparare a contare soltanto su se stesso. Il suo parlare è breve, ma non manca di istruire per quanto può l'altro bianco dell'equipaggio, lo svedese Svensson. C'è un'amicizia allo stato nascente, c'è soprattutto una furiosa tempesta in avvicinamento. E c'è chi pensa a mollare baracca e burattini, mentre la Pamir si trova a metà strada tra il valico interdetto e il tifone che inizia ad ergersi all'orizzonte.
Ciò che più mi ha colpito in questo primo capitolo (e che già mi convince a inserire la storia tra le preferite, sulla fiducia ) è la magia dell'atmosfera descritta: un silenzio che relega questa nave in attesa in uno spazio fuori dal tempo, avvolto da una natura incontaminata e splendida - i branchi di pesci argenteo, il cielo di smalto, la Croce del Sud nella notte trospitale - e che trasporta il lettore in quello stesso universo immobile e rassegnato, che ricorda certe pagine di "Cent'anni di solitutine".
Attendo con molta ammirazione la magia del seguito.

Recensore Junior
29/10/19, ore 17:01
Cap. 1:

Che meraviglia, una storia nuova!!
Certo che ne hai di ispirazioni, sei proprio sicuro di non volerci provare a pubblicare qualcosa?
Non si può confinare un talento come il tuo nel campo dell'amatoriale... tu sei nato per scrivere! Spiega le ali e vai, buttati!!!
Ok, mi ricompongo...
Bello questo primo capitolo, c'è tanta carne al fuoco, un Tedesco di indubbio fascino e dal passato oscuro e misterioso, un ragazzetto che sognava chissà cosa dalla vita di mare e che invece stava per fare una gran brutta fine, una vecchia bagnarola che imbarca acqua nell'indifferenza del capitano e un tornado in avvicinamento... olè!!
Promettente a dir poco! E scritta in modo divino, anche se ormai ti sarai stufato di sentirmelo dire 😅
Aspetto trepidante il seguito :)

Elly
(Recensione modificata il 29/10/2019 - 05:02 pm)

Ah, dimenticavo... 'navi dipinte su un dipinto mare' è una citazione? Se lo è, mi piacerebbe saperne di più :)
È bellissima, così come è bellissimo il fatto che l'incipit sia la fedele descrizione di ciò che vedevi dalla nave in quel di Panama. Ti dirò, non è che mi abbia fatto questo grande effetto, semplicemente perché sembra SEMPRE che tu abbia visto di persona ciò che descrivi, in qualsiasi tempo e luogo si muovano i tuoi personaggi. E già basterebbe questo, a definire il tuo talento smisurato!!
(Recensione modificata il 29/10/2019 - 05:59 pm)

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