A Cose!
Eccomi finalmente, piena di gloriosi propositi, a fare un tuffo nell’adolescenza sgangherata di due personaggi che so amate molto. Non vi dico niente sulla loro caratterizzazione perché sono perfetti: Tony incapace di cucinare, che si rende conto di aver creato un bel po’ di casini ferendo le pretese adolescenziali di esclusività di Peter è reso magnificamente. Il goffo Peter che quasi si perde il costume di Spiderman di fronte al ragazzino più chiacchierone del mondo, ovviamente è nella scomoda posizione di non sapere con chi stia parlando. Una situazione che da un lato esalta (Tony ha molte cose da raccontare su di me), dall’altro spizza (chi è costui? Perché è dove mi trovo io?)
Peccato però che Parker sia sostanzialmente abbastanza insicuro di se stesso, nonostante l’improvvida forza e i superpoteri, e poi, diciamolo: anche un personaggio spiccatamente pieno di sé come il caro Loki ♥soffriva la competizione col fratellino Thor per guadagnarsi l’affetto di Odino, quindi… Quello che ferisce Peter però non è che l’altro abbia un rapporto esclusivo col suo mentore, bensì che Harley si sia preso la confidenza di chiamarlo per nome, una di quelle sottigliezze di cui Stark non s’accorgerebbe mai. Solo che il nostro cervellotico Spiderman di quartiere si fa i cosiddetti film su questa cosa – e viaggia, viaggia, viaggia…
Keener è un’anima semplice ed è reso molto, molto bene: apprezzo tanto il lavoro che state facendo con lui perché ne abbiamo una visione molto limitata in Iron Man 3 quando è ancora solo un ragazzino e creare un adolescente consapevole nel giro di poche battute. Lo spaesamento del primo giorno di scuola per il ragazzino del Tennesse è reso molto bene e non ho potuto fare a meno di apprezzare il ruolo canonicamente da triglia (non me ne vogliano le fan di Steve) di Cap costretto a fare discorsetti melensi pre inizio lezioni. Oh, ma è il canone XD!
Ci sono tanti elementi “pucciosi” nella storia: gli adulti che non capiscono la necessità di far squillare il telefono ottomila volte, l’uso delle emoticon, il disagio adolescenziale di due ragazzi che si incrociano in un corridoio scolastico e condividono più di quanto immaginino, Tony che è così geniale da non pensare a sottigliezze come le interazioni umane. Perché qui il problema vero non è tanto che Peter rosichi dietro a un “signor Stark” che dà perché non riesce a prendersi la confidenza di chiamare Stark Tony, ma il fatto che quella mitraglietta di Harley ha carpito il suo segreto. Non che abbia fatto ‘sto grande sforzo, in verità. A ogni modo, l’ha carpito e sappiamo quanto Peter tenga a mantenere segreta la propria identità, nevvero?? Mo’ chiudo ‘sto capitolo e vi mando un baciotto pistacchioso!
Brave, brave, brave! Vi si lovva,
Shilyss vostra :* |