Recensioni per
Dove il cielo č sporco di panna
di Dihanabi
Ciao, questo racconto mi č piaciuto molto soprattutto per l'accurata introspezione di Ivan e per alcune metafore che hai inserito, come quella del titolo. L'idea che la vita ci passi davanti mentre noi siamo spettatori č un'idea che mi ha sempre spaventato, un'idea centrale in questo racconto cosė carico di rimpianto, e che č evidente nel guardarsi indietro nel protagonista. Molto bella e suggestiva l'idea del taxista, che ogni giorno, interseca la sua storia con altre milioni di storie e che si identifica con un ragazzo che č come lei ma senza anni e anni di rimpianto e occasioni non colte alle spalle. Chissā se un giorno sarā come lui. Chissā chi č e chissā se un giorno saremo noi, ad essere come Ivan. Mi č piaciuto molto, pur essendo instrisecamente triste, l'idea di Ivan che sposa una donna che in fondo non ha mai amato davvero: chissā se alla fine il destino di tutti noi quello di trovare compagnia per non restare soli, senza innamorarsi mai... Mi ha ricordato la strofa della canzone "La lega calcistica del '68" di De Gregori : "E chissā quanti ne hai visti e quanti ne vedrai / di giocatori tristi che non hanno vinto mai / ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro/ E adesso ridono dentro al bar / E sono innamorati da dieci anni/ |
Buongiorno. |