Ho trovato questa shot molto carina, molto realistica.
C'è una gradevole atmosfera di complicità tardo adolescenziale, di ragazzi sui forse 18 anni, che giocano insieme.
All'inizio ammetto di averci messo un attimo a capire che si trattasse di un gioco. Non è stato chiaro da subito e questo indica che hai scritto decisamente bene. Ho trovato divertente e dinamico lo scambio di battute tra di loro, anche se vengono introdotti da subito tanti personaggi e forse questo rende un po' più difficile la lettura perchè ci si perde un poco nei nomi.
Leggere di questi due ragazzi, Lebis e Chris, che si guardano timidi senza trovare il modo di venirsi incontro nonostante si piacciano, mi ha fatto tornare un poco indietro, a quando ero adolescente anche io. Mi fa sempre pensare a quante incertezze si possano avere quando si è ancora tanto giovani, quanto sia difficile tirare fuori i propri sentimenti. Che poi, tra l'altro, nell'adolescenza i sentimenti sono potentissimi, soverchianti, quindi è davvero tanto complicato perchè si accavallano tutti gli uni sugli altri.
Quindi Diana, il deus ex machina, il cupido della situazione, architetta un appuntamento a cui sa già che mancherà. Lei probabilmente è più smaliziata, più presente a se stessa. Magari ha giù una storia e non è persa nell'emozione del primo amore. Forse ha qualche secondo fine, tipo vincere la prossima partita a paintball, ma dubito che ci sia solo questo. Alla fine, vedere due persone tendersi tra loro senza toccarsi mai è da una parte romantico ma dall'altra estenuante. Eppoi diciamocelo, i lieto fine piacciono a tutti. Poi, se c'è da guadagnarcisi una vittoria... beh tanto meglio! E' divertente anche la reazione di Mark che, appunto, credeva si trattasse solo di una fiacca vendetta, mentre Diana guardava molto oltre.
Ci sono tanti piccoli particolari gradevoli che danno dei minuscoli spaccati di vita del resto del gruppo. Ada che scappa e un gelato in meno da pagare (braccine corte, si dice a Roma), gli scherzi, le battute, la complicità. C'è il tipo che non sa perdere, quello che si vanta, quella che si infastidisce. E' sottinteso che si tratti di un gruppo che si conosce da tempo, affiatato, dove ci si sente a casa e ci si possono permettere prese in giro e scherzi sulla presunta o meno inferiorità di qualcuno. Comunque è tutto ben reso e molto realistico.
Non sempre penso sia facile scrivere di cose semplici e di spaccati di vita quotidiana senza rendere il tutto banale o noioso. Per esempio, nei libri di Banana Yoshimoto, si parla sempre di storie semplici, di pezzi di vita delle persone normali, ognuna con la sua storia alle spalle, che sia difficile o semplice, eppure nelle sue descrizioni c'è tanto da cogliere e in cui ritrovarsi.
Così in quello che scrivi si torna ai tempi del gioco, quelli in cui si è abbastanza grandi per fare le cose da soli, ma abbastanza piccoli per mantere una dimensione ancora infantile e di timidezza. Tutto è possibile e tutto è emozionante perchè nuovo e mai vissuto, e quindi ogni situazione è una sfida e una gioia. Insomma, si è pieni di energia potenziale, pronta a diventare cinetica, per metterla sul piano della fisica che mi piace sempre tanto.
Grazie per questa breve ma piacevole lettura, che mi ha fatto sorridere e, appunto, tornare un po' indietro. |