Recensioni per
Cà d'Anime è in vendita
di yonoi

Questa storia ha ottenuto 39 recensioni.
Positive : 39
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
24/05/20, ore 23:03

Ed eccoche i fantasmi esprimono la loro gentile opinione anche sul tizio della palestra, tra l'altro implicato in affari poco puliti. Un bilanciere in faccia ... ci vuole una certa creatività sadica per queste cose.
Certo che per le telefonate che riceve le suonerie del Ninèn sono molto appropriate.
Be', finalmente il nostro cede alla sua chiamata all'agricoltura ... troppo tardi per il disgraziato Balotti.
Altro capitolo davvero carino, complimenti!

Recensore Master
28/12/19, ore 14:58

Ciao!
l'esoterismo bolognese è qualcosa di eccezionale.
È un esoterismo che, come Bologna, è pieno di bonimia e buon senso, ma è anche pungente quando uno meno se l'aspetta.
Il famoso "Di' ban so, fantesma" è emblematico di questo atteggiamento ironico e dissacrante, che non attribuisce facilmente il valore della serietà a certe cose.
I manutengoli e i profittatori hanno fiutato la bazza, ma nulla possono contro il mondo del soprannaturale, soprattutto se questo mondo etereo ha la qualifica della bolognesità.
È bellissimo l'intreccio di tutti questi personaggi, che sembrano usciti di primi (e migliori) film di Pupi Avati.
Complimenti e alla prossima!

Recensore Master
25/11/19, ore 09:44

Ciao Yonoi,
eccoci qua con il nuovo capitolo!
Più leggo e più mi viene in mente il detto di 'chi disprezza, compra' inteso più come gioco di parole visto la Cà d'Anime in vendita e la reticenza del Ninen al suo 'acquisto'. E poi, ok, non c'è un vero e proprio disprezzo, ma per tutta la sua vita quel posto è comunque stato l'origine di tutte le sue paure, spaventi, e perdite, o perlomeno fino a questo capitolo, anzi questo passaggio:

"Vista da lì, nella piena luce di una mattina domenicale, col sottofondo di campane che veniva a folate dai borghi vicini, la villa perdeva tutto il suo alone di mistero e appariva per quello che era realmente: una signora d’altri tempi che si reggeva decorosa sulle stampelle e riposava al sole come i pensionati nei giardinetti, addosso ancora i segni di un passato di splendore dimenticato."

È un bellissimo momento, descrittivo e di significato intrinseco. Io ci leggo molto rispetto nell'approccio del Passerini, che lo si vede, comincia a non temere più quella fatiscente villa spettrale, ma si sta affezionando a quella che - fantasticando - potrebbe diventare la 'sua nuova casa' da condividere tra l'altro con i suoi 'amici fantasmi'.
In fondo quando lui la associa ad una signora d'altri tempi, ma con ancora addosso i segni di un passato splendore d'altri tempi, ecco, è inevitabile pensare a come, potenzialmente parlando, lui stesso potrebbe riportarla alla sua bellezza originale.
Ecco, seppur fantasticando, lui, progetta in bene per la Cà d'Anime, al contrario di quella cialtrona di una maga che voleva trasformarla in una scadente e ingannevole sceneggiatura televisiva, o di mister due ante che voleva abbatterla per immischiarla nei suoi fini poco nobili. Già abbatterla era una pessima idea, ma forse non è tanto la prospettiva di un nuovo centro benessere in sé, ma il fatto che il tipo sembra sguazzare fin troppo bene nel mondo del riciclaggio del denaro sporco, e difatti la sua offerta sembra fin troppo generosa per lo stato in cui versa l'immobile.
Quindi, una la vuole utilizzare per ingannare la gente, l'altro per riciclare danari sporchi, mentre invece il Ninen, se potesse, le vorrebbe restituire il suo antico splendore. Non potendo, comincia con qualcosa di molto più piccolo ma simbolico: in questo capitolo è la prima volta che si reca alla villa per volontà e desiderio, e non contro voglia e per dovere, nelle vesti di giardiniere, sì, ma come se volesse curare più qualcosa di suo che un immobile da vendere poi ad altri.

L'unica cosa di cui ho sentito la mancanza, e forse anche il Passerini visto la buona propensione di questo capitolo, è che oggi non si sono sentiti l'Anguilla e il Secchio.
Chissà se sono destinati a sparire, ma dicevano che 'bastava crederci' come riesce a fare il Ninen...

Detto questo,
il Punghen invece fa paura 😅
Se gli stai 'antipatico' si rischia forte.

Alla prossima! E se altri discutibili personaggi dovranno passar a miglior vita per accontentare il Punghen, beh pace alle loro buon'anime, ma mi piacerebbe molto leggere diversi altri capitoli di questo magico racconto.
A presto!

PS: Pane, Nutella e divano.
Le 'orfanelle piene di scalogna e sentimento' dopo i giocatori di calcio... è Candy Candy? 😄

Recensore Master
22/11/19, ore 23:10

E no, dai! Ma che nervi 'sti scrittori che mollano un cap sul piú bello! Che brutto vizio, porca miseria!
Io cmq ribadisco il mio rimanere incantato dalla facilità con cui utilizzi una marea di parole per raccontare ogni minimo dettaglio, dal pollo del contadino, al dietro del Pandino del Passerini. Senza tutti questi particolari, il racconto non sarebbe lo stesso. Mi ubriaco di parole!
All'inizio mi irritava un po' il Passerini. Zero spirito d'iniziativa, vivere alla giornata... In questo capitolo la mia simpatia per lui é cresciuta notevolmente. Ora sembra voglia dare veramente un senso alla sua vita e forse 'onorare' la morte dei suoi due cari amici.
La frase del contest dei tattoo credo voglia significare anche questo. Continuare a vivere per coloro che non ci sono piú, ok, ma quello del Passerini non era un vero e proprio vivere, se vogliamo.
Proprietario e inquilini trapassati hanno fatto bene a dargli un svegliata, altrimenti tra sigarette e sovrappeso, non so quanto sarebbe potuto ancora campare.
Forse la sua idea dell'azienda agricola può essere una vera e propria botta di vita. Una rinascita. Ed é vero ciò che dice il giudice, non c'é due senza 3. Immagino morirà il vecchio Passerini per dar vita al nuovo proprietario terriero.
Rinnovo i complimenti e alla prox!
Ssjd
(Recensione modificata il 23/11/2019 - 09:53 am)

Recensore Master
21/11/19, ore 17:42

sta storia ha tratti leggermente horror (vedi la pessima fine che fanno le due maghe e due ante) eppure la narri che sembra quasi una commedia è quasi inquietante! inquietante che mi sia messa a sghignazzare a causa di ciò, mente al poveretto veniva sfracellata la faccia tra i tanti pezzetti qui e la in cui ho sorriso.
ebbene, I fantasmi colpiscono ancora!
quello vuole demolire? e noi demoliamo lui!
il piano ha un che di geniale tra l'altro....
l'univo che sa cosa sia veramente successo è ilnostro povero protagonista Passerini che di certo non può andare a zonzo raccontando che sono stati i fantasmi e che li ha visto pure i graffiti che hanno fatto nel muro della villa ehehehehe.....
in realtà pure il conte sa di che cosa son capaci i fantasmi e infatti spinge verso di loro il graditissimo Passerini che non ha comprensibilmente voglia di accollarsi una villa in rovina con presenze spettrali e campi annessi.... o forse sì? che stia cominciando a cambiare idea? che il suo estno sia proprio prendersi cura di quello che a tutti sembra un rudere disperso nel nulla e nella nebbia confortando e facendosi confortare dagli amici spettri e coltivando quel mucchio di campi che ci sono annessi?
ci sta provando a giudicare dai ciliegi che ha preso, vedremo!
intanto deve sopravvivere ai numerosi infarti causati dalle visite (saranno numerose se si scopre il filo conduttore) della polizia al suo ufficio, dopotutto non c'è due senza tre e tutti volevano la villa olè
curiosa di scoprire come la farai terminare ti saluto, alla prossima!
Nala

Recensore Master
21/11/19, ore 10:02

Sai, pur essendo questa una storia di fantasmi, ci sono dei momenti che mi fanno sghignazzare come un pirla. I termini del dialetto emiliano (alcuni sono davvero buffi. Ma del resto, ci sono robe simili in ogni dialetto italiano), le interazioni del Passerini con la collega (che, dopo questo capitolo, penso si potrebbe anche chiamare Cugina Itt), i suoi attacchi di ansia per ogni minima roba (ma fatti una flebo di camomilla mista a bromuro, Massimo!). Tutto molto divertente. Però, non bisogna mai dimenticarsi del tema centrale della storia. Che infatti, anche in questo capitolo torna prepotente a farsi sentire. I fantasmi della Cà D'Anime sono ben decisi a non cedere la villa a persone con cattive intenzioni, e stavolta hanno fatto fuori anche il Balotti (tra l'altro, con un modo particolarmente brutto. Beccarsi un peso di centoventi chili in faccia non deve essere una bella esperienza). Subito dopo, il suo cadavere si fa un bel viaggetto per il fiume, dove alla fine viene trovato da un povero contadino che stava solo pensando ai razzi suoi (poraccio). E giusto perchè non ci si fa mancare nulla, ecco che entrano in scena anche i carabinieri (e a proposito, il giudice Radicchio mi piace un sacco. E' già diventato il mio eroe). I quali vanno a fare una visitina al Passerini. E posso solo immaginare l'infarto che gli è venuto. Poraccio anche lui.

Al prossimo capitolo!