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di Miryel

Questa storia ha ottenuto 59 recensioni.
Positive : 59
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/06/20, ore 11:53
Cap. 3:

Buongiorno <3
Allora, stavo spulciando il profilo, preoccupata, perché ero convinta di essere in pari con tutto, finché non mi sono resa conto che questa storia contava 4 capitoli ed era completa e io ero certa di non averla finita, e infatti. Riprendo volentieri a leggerla, perché i primi due capitoli mi erano piaciuti moltissimo - e questo non è stato da meno. **
Peter in questa storia mi trasmette una tristezza sconfinata, Harley invece mi fa tanta tenerezza. Vuole salvare Peter, ci tiene tantissimo a lui, lo ammira, vorrebbe aiutarlo, ma Peter è troppo scosso dal dolore per la perdita di Tony per farcela. 
Sentir parlare di Morgan e Pepper, poi, mi spezza troppo il cuore. T.T
Anche in questa storia è meraviglioso il modo in cui parli del Peter che è stato via per anni, e che quando è tornato indietro non è più stato lo stesso. Adoro la profondità che dai a questo personaggio, adoro come ne parli, adoro come scrivi le sue introspezioni e mi ribalti il cuore ogni volta. Harley poi è troppo dolce, si è impuntato che vuole salvarlo, che vuole aiutarlo, ma anche se ci prova Peter continua ad allontanarlo. Peter non ne vuole nemmeno parlare perché gli fa troppo male, ma Harley non demorde, non è mai esplicito e al tempo stesso cerca di tirargli via quel dolore. Vista la situazione, vista la disperazione intentissima, non pensavo che sarebbe arrivato un bacio. Ma ahw, l'ho amato, è un momento di felicità in una storia che è giustamente cupissima, un attimo di pace per un Peter che sta soffrendo tantissimo - ma come puoi essere così sadica con lui, povero piccolo? Mi sta facendo troppo troppo male, qui T.T 
Bacio che, comunque, non termina come dovrebbe, almeno non all'inizio. Peter si scansa, pentito, si pulisce le labbra. Mi è dispiaciuto tantissimo per entrambi, qui, perché forse è vero che Peter potrebbe farsi forza e superarla, ma è difficile, e Peter non sembra davvero pronto e non dimenticherà mai Tony, pur andando avanti, pur imparando ad amare qualcun altro e baciando qualcun altro, Tony rimarrà sempre con lui. Il messaggio che lasci è bellissimo. Tony non c'è più, ma si deve comunque andare avanti, ed è così triste che a Peter appaia come un errore, come un tradimento, quando il tradimento non c'è davvero perché Tony non tornerà indietro. E allora si baciano ancora, amo le introspezioni di Harley e il fatto che non voglia essere Tony, non vuole fare da rimpiazzo, ma vuole comunque aiutarlo, amarlo, farlo stare meglio. 
Gli ultimi dialoghi sono devastanti e bellissimi. **
Non hai idea di quanto ho amato questo capitolo, è meraviglioso, intensissimo, è immensamente angst ma ne ho amato ogni riga. 
Ora sono proprio curiosa di scoprire come andrà a finire, e spero bene. Dopo tutto questo angst mi auguro che i due riescano a essere felici. <3
Alla prossima <3
fumoemiele

Recensore Master
28/04/20, ore 12:04
Cap. 3:

Questo è stato un capitolo che mi ha suscitato sentimenti ed emozioni contrastanti e immagino che tu possa capire benissimo il perché.
Continuo ad amare moltissimo il personaggio di Harley, il suo modo di fare così semplice e spontaneo e davvero mi chiedo come tu sia riuscita a caratterizzarlo così bene, a farne un personaggio vivo e vero quando, a quello che ho capito, nel film in cui appare in realtà è solo un bambino e poi di lui non si sa più niente. Leggendo la storia si ha l'impressione di essersi "persi qualcosa" (come se Harley fosse veramente apparso nei film della Marvel ma magari io non li ho visti), e penso che un personaggio del genere sarebbe molto più interessante di altri. E credo che sarebbe particolarmente interessante vederlo davvero a confronto con Peter, come scrivevo nella prima recensione, i due Padawan di Tony Stark. Ancora una volta Harley appare come il più forte e sereno, forse quello che è riuscito meglio ad apprendere la lezione del suo maestro: nonostante la chiusura di Peter, Harley non demorde, non si scoraggia, anzi resta sempre allegro, amichevole, senza lasciarsi smontare da Peter che boccia tutte le sue proposte. Alla fine, forse preso per stanchezza accetta di lasciarlo parlare, ma ciò che vuole sapere Peter non è qualcosa di più su Harley, la sua ossessione è sempre quella di aver deluso Stark. Non è nemmeno che voglia parlare di lui, come spesso succede tra due persone che ricordano una persona cara che non c'è più, no. Peter vuole sapere cosa Tony diceva di lui ed è convinto di essere stato per lui una delusione... magari, chissà, Harley al suo posto avrebbe fatto di più e meglio e magari Tony non sarebbe nemmeno morto (mi sto immedesimando nelle paranoie di Peter, non è che io la pensi a questo modo).
Nella seconda parte della storia Harley decide di prendere l'iniziativa e di fronteggiare Peter nel momento in cui non può sfuggirgli, mentre sta lavando i piatti. Vuole che Peter tiri fuori i suoi sentimenti, che la smetta di punirsi come se la morte di Tony fosse colpa sua e lui dovesse scontare in eterno la punizione del dolore. Vuole che Peter si dia una possibilità e che la dia a lui, e allora anche Harley, che di solito è così comprensivo e gentile, insiste, pressa Peter per costringerlo a uscire dalla gabbia che si è costruito e poi lo bacia.
Ecco, devo ammettere che questa parte mi è sembrata un po' "affrettata". Per questo ho scritto che il capitolo mi ha dato emozioni contrastanti. E' chiaro che Peter dovrà andare avanti e che nessuno meglio di Harley potrà aiutarlo a farlo, a concedersi di vivere senza pensare di aver "tradito" Tony per questo, ma devo ammettere che la scena del bacio mi è sembrata un po' scontata, come se, visto che Tony è morto, Peter debba per forza innamorarsi di un altro per reagire. Non so se riesco a spiegare questa cosa, perché per il resto la costruzione psicologica dell'evoluzione del rapporto fra i due è stata accurata, profonda e realistica, ma il bacio "frettoloso" quando Peter ha appena iniziato ad ammettere di trovarsi bene con Harley, mi ha un po' delusa. Diciamo che mi sarei aspettata una cosa diversa, un Harley che, prima di tutto, volesse essere amico di Peter e volesse aiutarlo a uscire dal suo dolore, proprio com'era stato finora. Mi sarebbe piaciuto vedere Harley e Peter diventare prima amici, vedere che Harley riusciva pian piano a portare Peter fuori dal suo tunnel di dolore e disperazione, che lo spingesse a fare delle cose insieme, che so, una gita al mare, una passeggiata, come due amici qualsiasi. Che riuscisse a farlo ridere, finalmente e spontaneamente, dopo tanto tempo. Oddio, capisco che per fare tutto questo avresti dovuto scrivere una long tipo di venti capitoli, però mi sarebbe piaciuto di più e lo avrei visto più realistico, una sorta di lenta rinascita di Peter grazie a Harley. Prima una grande amicizia e poi, con calma, avrei visto bene anche la nascita di qualcosa di più, ma non ora, non così. Almeno questo è quello che è sembrato a me. Forse sono un po' prevenuta perché ho odiato con tutto il cuore le persone che si sono messe a shippare Peter e Beck (il primo sconosciuto di passaggio) come se non ci fosse un domani, solo perché ormai Tony era morto e quindi Peter doveva per forza andare a letto con qualcun altro. Nella tua storia non è certo così, prima di tutto Harley non è Beck e anzi è proprio la persona giusta per aiutare Peter a scuotersi, a reagire, a scegliere di vivere ancora e di poter essere felice. Però proprio per questo non mi è piaciuta la "fretta" di voler arrivare alla ship. Harley e Peter li avrei visti bene come grandi amici, almeno per qualche tempo ancora.
Comunque manca ancora un capitolo e, magari, sarà proprio in quello che troverò ciò che mi è un po' mancato in questo capitolo.
Mi dispiace di non aver potuto essere del tutto positiva in questa recensione, per il resto è tutto davvero perfetto, comprese Pepper e Morgan e il modo in cui hai reso Harley pian piano una parte della famiglia anche per loro, nonostante sia arrivato da poco. E continuo a pensare che Harley sia un bellissimo personaggio che non è stato sfruttato come avrebbe meritato. Ma chissà, magari è meglio così, forse la Marvel avrebbe finito per rovinare anche lui, mentre tu lo hai reso un personaggio splendido.
Spero di poter dare solo commenti positivi per l'ultimo capitolo, che magari sarà proprio come ho immaginato io.
Complimenti per l'inventiva e la creatività e soprattutto per aver saputo rendere Harley così verosimile e realistico partendo da poco o niente, penso che sia diventato praticamente un tuo "personaggio originale", perché nulla si sa dell'Harley adulto, ma sembra così ben calato in quel mondo che ci si stupisce che non ci sia stato veramente!
Alla prossima!
Abby

Recensore Veterano
08/01/20, ore 12:11
Cap. 3:

Ciao cara, eccomi per il nostro scambio libero del giardino! Ho letto solo ora che fra un capitolo questa storia sarà già finita e se da una parte mi dispiace, dall’altra sono troppo curiosa di conoscere lo svolgersi degli eventi finali, specie dopo aver finito questo cap.
Hai sempre il potere di toccare il mio cuore in un modo quasi poetico, così come lo è il tuo stile di scrittura, con molte pause studiate e un’introspezione profonda che ci accompagna tra le sofferenze di Peter per la perdita dell’uomo che ama, che ha amato... e di cui non vuol neppure sentire il nome. Ogni volta che ti leggo mio sento soffocare nel dolore di Spider-man che nonostante sia silenzioso ha un gran casino in senso figurato.
Harley stesso prova a smuoverlo e gli sbatte sotto al naso il nome di Tony per provare a spronarlo e a farlo reagire... perché è terribilmente attratto da lui. Perché hanno molto in comune e hanno il sacrosanto diritto di andare avanti. Insieme, magari, oppure no... ma muoversi in qualunque direzione sarebbe già qualcosa di grande.
Il bacio è stato un momento struggente, carico di mille emozioni e mi è dispiaciuto sentire che Peter si senta in colpa, come se stesse tradendo il suo amore quando no, non è affatto così e Harley lo dice, lo sottolinea nello scambio di battute finali che ho letteralmente adorato. Non lo sta tradendo, deludendo o dimenticando, tre parole molto diverse ma dirette in un’unica direzione, ma sta semplicemente andando avanti. E nella vita è così... non siamo eterni e chi rimane, per quanto doloroso possa essere, deve continuare a percorrere il suo cammino. E, finalmente, Peter sembra sulla buona strada per compiere un piccolo passo verso il domani.
Che dirti? Adoro! E non vedo l’ora di leggere l’epilogo di questa storia scritta, come sempre, benissimo. Alla prossima! ♥

Recensore Master
02/01/20, ore 15:48
Cap. 3:

Ciao!

"Stai andando avanti - dice e Harley e FINALMENTE dico io. Dopo aver letto un po' di storie della tua coppia d'oro, non hai idea di quanto sperassi che finalmente qualcuno riuscisse a pronunciare queste parole: qualcuno che non fosse Peter, evidentemente, ma che fosse intrecciato con lui, sia metaforicamente che fisicamente, come è FINALMENTE avvenuto in questo terzo capitolo di questa tua storia. Questa recensione sarà per forza di cose più breve di quelle che di solito ti lascio ma per il semplice motivo che finirei per ripetere negli altri due precedenti in merito a stile e a bellezza della storia in genere; mi limito solo a ribadirti che se il capitolo 4 sarà all'altezza degli altri che lo hanno preceduto, la medaglietta di proposta storia scelta sarà tua e spero vivamente che sia ancora qualcosa che abbia un senso su EFP.
Un saluto e a presto
Will D.

Recensore Master
24/12/19, ore 16:49
Cap. 3:

Tesoro mio grandissimo <3
La giornata sta volgendo al termine – il sole è appena calato –, sono a casa da sola e i bambini mi danno il tormento, ragion per cui sprofondare ancora una volta tra le tue parole è esattamente quello che mi ci vuole per affrontare con la giusta grinta non solo la serata ma anche i prossimi giorni (anche perché altrimenti il rischio è di implodere ancora prima di cominciare).
Come ben sai, ti ho sempre ritenuto una maga dell’introspezione, ma in questo capitolo hai superato te stessa: sei riuscita a trasportarmi direttamente della mente di Harley e, grazie alla straordinaria sagacia e sensibilità di questo ragazzo, ho potuto anche farmi un giro nel cuore e nell’anima di Peter. Hai gestito la sua evoluzione in modo a dir poco perfetto, ho sentito il suo terrore ma anche il palpito di vita che lo ha attraversato nel momento in cui incrocia lo sguardo di Harley. Peter è spaventato da ciò che prova – è attratto da Harley, questo è evidente – ma tutto ciò che lo distoglie dal pensiero di Tony gli sembra un peccato mortale nei confronti di quest’ultimo – un tradimento, e Peter è un animo troppo puro, troppo segnato dal dolore e dal senso di colpa per poter accettare una cosa del genere senza autoflagellarsi ulteriormente. Non ne ha la forza, anche perché, ritornando al discorso dei precedenti commenti, sa molto bene che, nel momento in cui permetterà a Harley di infrangere le sue barriere, a travolgerlo non sarà solo questo nuovo sentimento, ma anche tutto ciò che per mesi ha sepolto sotto strati e strati di apatia e rifiuto nei confronti del mondo esterno. Per fortuna sua, e nostra, Harley ha una grande sicurezza – bisogna essere più che consapevoli di se stessi per agire in questo modo deciso e tuttavia necessario (qualcuno anche un minimo più insicuro di Harley si sarebbe tirato indietro subito dopo il primo rifiuto di Peter) – e anche un gran coraggio, perché ce ne vuole di pelo sullo stomaco per mettere Spider Man letteralmente con le spalle al muro (o, fuori di metafora, contro il ripiano di marmo della cucina). Alla fine, la sua “tattica” (perdona l’orrida definizione) si rivela vincente: affronta Peter di petto, costringendolo in pratica ad ammettere che vogliono entrambi la stessa cosa: il che ovviamente non significa, da parte di Peter, rinnegare il ricordo di Tony o addirittura tradirlo. Tony ha rappresentato una parte importantissima, fondamentale, nella vita di Peter, e ciò che è stato non può e non deve essere cancellato; ma, allo stesso tempo, la vita va avanti, e Peter è giovane e ha tutto il diritto di viverla fino in fondo, con il suo carico di gioie e dolori. Tony stesso avrebbe voluto esattamente questo per lui. Però ha bisogno di un aiuto, e anche questo è innegabile, e Harley è lì, con tutta la sua forza e la sincerità del suo sentimento, più che disposto a darglielo, e a concedergli tutto il tempo di cui ha bisogno per lasciarsi andare completamente. Il bacio finale mi ha sciolto il cuore ma mi sa che ha sciolto qualcosa di ancora più duro e ostinato dentro al petto di Peter.
Mia cara, che altro aggiungere? L’anno sta per volgere al termine, e io non trovo le parole per esprimere l’onore che è stato per me aver condiviso insieme a te parte del cammino che ci ha condotte fin qui. Spero con tutto il cuore di poter continuare <3
Buon Natale, buon tutto, e che il prossimo anno sia pieno di tanta ispirazione e altrettante storie!
Con tanto, tantissimo affetto,

padme

Recensore Master
23/12/19, ore 23:47
Cap. 3:

Ciao!
Innanzitutto ti ringrazio per la bellissima recensione, una delle più dolci che abbia letto. Dopodiché ti auguro buone feste~
Infine, cominciamo.

La tenerezza di questa storia è sempre più forte, e il personaggio di Peter è sempre più complesso col proseguire della trama. Il suo lato paterno ancora non si era visto, in precedenza, ma la mancanza di Tony e la sua relazione con la dolce Morgan colmano questa relazione molto dolce di un fondo tragico. Persino Morgan sembra aver meglio superato la scomparsa di Stark di Peter, e la sua innocenza infantile aggiunge un contrasto doloroso alla sofferenza sempre più forte di Parker. Nel frattempo, l’amore di Harley si fa sempre più forte, e sembra quasi che faccia paura, come se la prospettiva di passare oltre fosse più terrificante del dolore stesso.
Mi piace stare nella testa di Harley Keener. È riflessivo, è osservante, e si capisce che fa di tutto per alleggerire l’atmosfera per sé stesso e per tutti gli altri attorno a lui. Che cerca di superare la barriera alzata da Peter e salvarlo,perché lo ama, perché ci tiene, perché vedere un ragazzo come lui ridotto così è assolutamente sbagliato.

Il dialogo tra i due ragazzi è naturale, molto semplice e pulito, e si capisce che Peter lentamente si libera del suo guscio – piano, molto piano, uno strato alla volta – e cerca di aggrapparsi alla mano che gli è aperta. L’ironia del primo si combina con la freddezza del secondo, e contribuisce a creare una maggiore chimica tra loro due. Qualcosa di cui, nei film, si sente la mancanza.
Harley è duro e determinato ad avvicinarsi a questo ragazzo che soffre e non riesce a farsi avvicinare. “Fammi solo provare, dammi una sola, cazzo di possibilità”: si percepisce la disperazione, la frustrazione. È passato un anno, ricordiamo, e Peter ancora resiste al contatto e al conforto.
Adoro anche questa frase, più avanti. "E quel quasi, ha troppi sapori diversi, sotto la lingua di Harley. Suoni scompagnati che non hanno nulla a che vedere l'uno con l'altro. Quel quasi è una mera speranza, in un oceano di paure; dopotutto, sta solo travisando cose che non esisteranno mai.” È molto forte, diretta come tutto il resto che si vede con Harley e il suo POV. Il suo senso pratico, il suo desiderio di passare oltre e portare Peter al sicuro con sé, emergono diretti e forti da questa canzone,
La reazione di Peter, il crollo lento, il pianto, rappresenta il climax emotivo di questa scena. Ho dovuto fermarmi, mentre leggevo, perché era così forte l’impatto di quelle parole, delle frasi interrotte e smozzicate, di tutto quanto che dirompeva così forte sul povero Peter. Devastante, nella sua semplicità. Quello che succede dopo è immediato, ma si sa già che non finirà qui. Dopotutto loro “sono connessi”. Durerà poco, ci saranno altre difficoltà, ma un passo avanti è stato fatto.
E per questo, a te e a Peter, un bell’applauso.

Alla prossima e complimenti. Ancora buone feste, e grazie per la consueta devastazione.
Lady R

Recensore Master
23/12/19, ore 23:29
Cap. 3:

Ciao, carissima!
Questa storia è una continua meraviglia, e diventa sempre più bella a ogni capitolo che passa. Questo, in particolare, è stato un tripudio di emozioni intense e coinvolgenti.
Le tue introspezioni sono sempre splendide e riesci sempre a far passare l'interiorità dei personaggi con forza, coinvolgendo il lettore, trascinandolo nella loro psicologia con prepotenza, incatenandolo ai loro pensieri e al loro sentire, facendoglielo interiorizzare, percepire come proprio. In soldoni, mi hai uccisa con questo capitolo, distrutta, e poi fatta gioire per il risvolto che ha preso la vicenda. Insomma, è stata una continua e vertiginosa montagna russa che ho adorato da impazzire.
Ho lasciato un pezzo di cuore in questo capitolo, che è di un'intensità incredibile. In particolare, mi è piaciuta la determinazione di Harley, mi ha colpita: certo, è facile poter dire che una persona innamorata è disposta a tutto per l'altra, che è disposta a sopportare, a fare compromessi, a ingoiare, ed è anche vero. Però qui c'è un aspetto molto realistico della faccenda, che tu non manchi abilmente di sottolineare: Harley è sì in balia di un sentimento grande e potente, un sentimento che lo spinge, lo obbliga a non andarsene, ma è anche vero che fa male. Fa un male terribile e insopportabile. Peter e Harley stanno entrambi soffrendo, a modo loro e per motivi differenti, ed è proprio la sofferenza a unirli e a farla avvicinare. Harley sa che vale la pena di provare quel dolore, per Peter, lo sa e lo sente e per questo non si tira indietro: la sua tenacia e la sua determinazione sono ammirevoli e spingono a provare empatia per questo personaggio e per la sua volontà di donare a Peter, a quella persona che gli ha rubato il cuore e l'anima, un'ancora, un motivo per andare avanti.
E Peter, che lavoro straordinario hai fatto con lui! Ho innanzitutto apprezzato grandemente il fatto che tu non abbia nettamente diviso il momento del lutto con quello della volontà (inconscia) di andare avanti, ma che tu li abbia amalgamati e uniti, mischiati in un vortice che crea confusione in Peter, che gli illumina gli occhi e lo sguardo ma che, al contempo, lo fa piombare in un vuoto assoluto. Peter pensa a Tony, ma pensa anche ad Harley e questo lo spaventa, lo fa sentire in colpa nel rivolgere determinati sentimenti verso qualcuno che non è l'amore della sua vita, verso qualcuno che pure gli smuove qualcosa dentro, Si sente come se stesse tradendo Tony, come se lo stesse deludendo e non vuole accettare, non può, che invece sta semplicemente andando avanti. Peter si trova in quel momento di elaborazione del lutto in cui il dolore sta passando, sta cicatrizzando, ma lui non vuole, non si sente pronto perché crede di star facendo un torto alla persona di ama, di star infangando i sentimenti verso di lei e la sua memoria. Questo dilaniarsi interiore di Peter, oltre a essere reso meravigliosamente, è anche molto realistico: una persona non passa da un giorno all'altro dal lutto all'accettazione, ma si tratta di un processo lungo, che richiede tempo e, soprattutto, un motivo. E questo motivo, per Peter, è Harley, ragazzo verso cui si è ritrovato a provare dei sentimenti senza volerlo, senza neppure accorgersene e grazie alla tenacia mostrata da questo nel non volersene andare, nel voler rimanere a ogni costo.
Il rapporto tra Harley e Peter è nato nella sofferenza e nella sofferenza si è forgiato; è sbocciato nell'assenza di una persona, che è stato motivo scatenante del loro avvicinamento e anche ciò che l'ha reso possibile. E l'autenticità del sentimento sta nel fatto che, per Peter, Harley non è un sostituto di Tony, ma è un qualcosa d'altro, qualcosa che esula da lui e questo è un bene, è sano, ma è anche ciò che fa terribilmente paura.
Alla fine del capitolo, comunque, con Peter che non respinge più Harley, ma che gli chiede di baciarlo ancora e ancora e con quella frase di Harley, che espone un dato di fatto così semplice da essere disarmante, si intravede uno spiraglio, una speranza che le cose possano andar meglio, da questo momento in avanti.
Questa storia è davvero una meraviglia e non vedo davvero l'ora di gustarmi l'ultimo capitolo (anche se un po' mi dispiace che sia finita, come sempre mi succede per ogni tua perla, d'altronde).
Complimentissimi, cara! A presto <3<3<3

Recensore Master
20/12/19, ore 15:08
Cap. 3:

ABBRACCIAMI GUASCONA! (ogni promessa è debito, neh)
È per me un'ebbrezza tutto nuova arrivare a commentare puntualmente, ma sai che per questa storia lo sento quasi d'obbligo (un "obbligo" autoimposto e gradito, sia ben chiaro), visto quanto l'ho aspettata (e quanto t'ho tampinata, pure, roba che potresti denunciarmi per molestie e stalking).

Parto col dire che mi piace sempre più la nuova divisione dei capitoli, con una concentrazione di eventi più densa e più dilatata al contempo: invece di separare nettamente la fase del rifiuto e dell'accettazione di Harley da parte di Peter, le hai concatenate. Vi trovo dietro una logica intelligente che permette un contrasto immediato, fresco, non compiuto a distanza di una settimana dall'aggiornamento. Per dirti, semplicemente, che hai fatto centro anche in questo – ma avevi forse dubbi?

Qui torna il paragone di Tony con un'ombra, con un qualcosa che non ruba effettivamente la luce, ma la scherma e le impedisce di illuminare il mondo, in questo caso quello di Peter, su cui è costantemente proiettato. Il discorso sul senso di colpa è praticamente un must, applicato a Spider-Man, e fa male vedere come questo suo aspetto coincida in parte con Tony e tutti i suoi, di sensi di colpa. Così pesanti da spingerlo a credere che l'unico modo per farli scomparire fosse scomparire lui stesso dopo aver fatto la "cosa giusta" – sempre seguendo il personaggio canonico di Endgame, perché sai benissimo che la penso in modo leggermente diverso.
Questo però Peter non può immaginarlo: ai suoi occhi Tony era una persona sì complessa, ma dorata da una patina di perfezione del tutto fallace, oltre la quale riusciva a vedere a stento. E quindi il gesto di Tony risulta ancora più incomprensibile, ancora più doloroso, tanto più se si considera che è morto proprio di fronte ai suoi occhi (Ah, poi la scena l'ho riguardata, e parrebbe in effetti che con le ultime forze dica "kid"... oppure "okay", ma illudiamoci!)

Su Peter, sulle sue reazioni e non reazioni, c'è molto da dire, ma l'emozione che spicca su tutte è sicuramente la paura, subito seguita dalla rabbia. Rabbia principalmente verso se stesso, visto che per quanto possa covare sospetto o incredulità rispetto agli avvicinamenti di Harley, Peter non è tipo da prendersela con gli altri, ma sempre, sempre con se stesso. E anche in questo è simile a Tony, nonostante quest'ultimo sia in fin dei conti perfettamente in grado di scindersi da colpe non sue, almeno a livello razionale (per poi prendersele comunque, ma questa è un'altra storia).
Ma l'aspetto più interessante e che più mi dà da pensare, in questo frangente, è la sua paura. Di cosa, esattamente, ce lo fa capire il filtro limpido degli occhi di Harley: paura di provare qualcosa. Paura di essere comunque funzionale e funzionante, anche se la persona che gli faceva da fulcro non c'è più. Paura di vivere, in sintesi, di sporgersi verso una vita che può e deve andare avanti; e lo farà inesorabilmente con o senza di lui, anche se fatica a concepirlo.
È un mondo intero, quello che apri sul suo animo; e questo è solo il primo livello, quello più universale... ma Peter è un singolo, e io nella sua reticenza e distanza vedo anche una paura di ferire Harley, di usarlo, di intraprendere una relazione di livello "inferiore" rispetto a quella appena finita (che non è mai finita davvero: la morte in questi casi non dà chiusura, muta e sfuma e lascia soltanto in sospeso un sentimento che non ha avuto modo di trovare una conclusione o un proseguimento naturali). Ma il punto, per quanto possa sembrare banale, e  ti assicuro che nella tua narrazione non lo è affatto, è che si ama in molti modi diversi, si amano persone diverse, si ama in tempi e in età diversi... e questo Peter non può accettarlo, perché vive per assoluti: giusto e sbagliato, salvare o non salvare, colpa o non colpa. Harley non diventerà il nuovo amore della sua vita. Harley è una svolta, un tramite, un passaggio obbligato per capire che si può amare ancora in declinazioni mutevoli e non necessariamente eterne per quanto si tenda a idealizzare così il concetto di amore. E di questo sono consapevoli entrambi, anche se con intensità discordanti: Peter ha visto sfumare "l'eterno" davanti ai suoi occhi, ed è qualcosa che segna e lascia marchi indelebili; Harley è qualcuno di troppo pragmatico per proiettare un sentimento su una scala d'infinito, e infatti vive nel qui ed ora, e per mezzi e obbiettivi, ovvero far stare bene Peter tramite se stesso, a prescindere dal risultato ultimo.


E il tuo Harley mi conquista proprio per questo: nonostante il velo dell'infatuazione è sempre cosciente delle sue azioni e ne intuisce il rapporto di causa-effetto... ma non si governano i sentimenti – almeno non come sta cercando di fare Peter – e quindi vi si abbandona. È qui che l'indole spiccia di Harley fa breccia: lui non ha alcun vincolo che lo trattenga dal non amare, non ha barriere fisiche che gli impediscano fisicamente di accostarsi a Peter; e ha al contempo l'acutezza e la tenacia necessaria per spezzare e abbattere gli ostacoli eretti da una persona, timorosa di infangare ricordi che in realtà, sotto la luce di un nuovo sentimento, non potrebbero che risplendere. È questo che intendevo nel considerarli facce della stessa medaglia: facce e sfaccettature d'animo che trovano un punto di contatto in Tony, che in questo caso è un po' il divisore della medaglia, la parte interna e oscura che non vede la luce ma che fa involontariamente da collante e barriera. Ma forse sto a estroietta' troppo... so' gli straordinari de Aprile che me accecano.

Potrei soffermarmi su altri mille e più passaggi che mi hanno colpita e trascinata in questo pezzo di mondo segnato da storture e macchie che vanno via via raddrizzandosi e schiarendosi (le descrizioni di Peter, la gestualità di entrambi, il modo delicato eppure intenso e coinvolgente in cui approcci le scene romantiche, i giochi di sguardi e dialoghi e passi avanti e passi indietro che Peter e Harley fanno sulla stessa scacchiera... e tanto altro). Ma penso mi dilungherei così tanto da esulare dal fulcro del discorso: ovvero i sentimenti e il messaggio che, credo, tu vuoi inviare tramite questa storia. Un messaggio che io ho recepito in modo spero più vicino possibile a quello che intendevi tu e che, te lo dico col cuore, mi ha fatto e mi fa bene leggere ogni volta.

Questa volta sono stata quasi brava e mi sono quasi tenut- Nonèveromai. Mi succede questo quando giochi a battaglia navale coi miei sentimenti e fai centro :')
Chiudo con uno sbuffo di fumo, prima che tu mi malmeni, e arrivederla a stasera (lo so che è stasera, ti tengo d'occhio, Co' <3)
Ciao ciao, Guascona!

-Light- (quella che a Natale je regali un bavajio pe' zittilla)

Recensore Master
19/12/19, ore 17:50
Cap. 3:

Appena ho visto che c'era un nuovo capitolo mi sono fiondata.
Questa storia dolceamara mi ha rapito. Forse perché io stessa sono triste in questo periodo, ma è come una colonna sonora dai toni calanti che mi accompagna nei giorni di pioggia.

Non posso immaginare quanta rabbia ci sia in Harley, che non ha alcuna colpa se non quella di sentirsi attratto da un ragazzo meraviglioso come Peter, e quella di non essere Tony. E Peter che si sente addosso tutte le colpe del mondo pur non avendone nessuna.
Sento questi sentimenti come fossero miei.

Harley che si è in qualche modo innamorato di Peter grazie alle parole di Tony... Che vuole disperatamente conoscere il ragazzo spensierato e divertente dei suoi racconti, vuole vedere il sorriso, gli occhi accesi, vuole sentirne la risata. Il Peter di ora che è a malapena un'ombra, eppure resta comunque meraviglioso. Agli occhi di Harley che vuole salvarlo, agli occhi di chiunque, sebbene ci sia tanto dolore in lui... Tranne che ai suoi stessi occhi.

Peter che non vuole tradire un ricordo tanto vivo dentro di sé... Ma che non riesce a non aggrapparsi alla vita che viene dai baci di Harley. Come se potesse rianimarlo. Come se il bacio stesso fosse una respirazione artificiale, come se gli avesse spinto aria nei polmoni.
Quando si è tanto giovani la vita è prepotente, ti prende a schiaffi e per i capelli e Peter la sta evitando da troppo. Forse l'ha piegato, e il vento ha tirato troppo a lungo e troppo forte... Ma non è del tutto spezzato. È chino e curvo per il troppo dolore, ma Harley è lì per raddrizzarlo, offrirgli riparo, aiutarlo a portare il peso.

Miryel, che posso dirti. C'è bellezza nel dolore, orgoglio nella sofferenza, e Harley è una sottile speranza che si insinua come un refolo di vento dopo un anno di bonaccia. Peter gli si aggrappa perché non può più resistere al soffio della vita. Ne ha bisogno. Ha bisogno di andare avanti. Non di dimenticare, semplicemente di smettere di morire in queste sabbie mobili.

È davvero meraviglioso come ne parli...grazie.

Recensore Master
18/12/19, ore 12:10
Cap. 3:

Ciao carissima, sono sempre felice di leggere quello che scrivi e - devo ammettere - questa mini-long mi sta coinvolgendo davvero tanto. Il tuo stile è sempre calibrato, scorrevole ma intenso e certe frasi davvero colpiscono e fanno male. Una cosa poi che apprezzo sempre, ma che forse non ti ho mai detto, è la tua capacità di creare dialoghi mai scontati e allo stesso tempo molto realistici. Sembra davvero di vedere la situazione come la descrivi ed è una cosa davvero incredibile. Passando al capitolo specifico, continua la lenta elaborazione di Peter, Tony è sempre presente tra i suoi pensieri "quasi cosa tante ente", ma Harley non demorde e alla fine riesce ad avvicinarsi fisicamente a lui. Ho apprezzato molto come per tutto il capitolo ci sia ancora questo schema: Peter si allontana, Harley si avvicina, Peter lo respinge ma alla fine torna indietro. Questo avviene nella conversazione della prima parte e, poi, nell'approccio fisico finale. Tutto questo rende la storia credibile e rispettosa dei sentimenti reali dei personaggi che emergono davvero a tutto sesto. Mi stai conquistando davvero e sono curiosissima di leggere l'ultimo (l'ultimo, davvero??) capitolo. Un bacio e alla prossima!!:)

Recensore Master
17/12/19, ore 16:10
Cap. 3:

Ehilà Miryel, che bello tornare a immergermi nelle tue storie, in questa storia in particolare...
Sai quanto io ami la coppia Tony/Peter... me l’hai fatta conoscere tu in fondo... ma sai anche quanto io ami le storie d’amore che nascono dall’angst e dalla sofferenza, altrimenti anche la mia Vargas Callisto non sarebbe mai nata se Isabeau non fosse venuta a mancare...
Ecco qui ci ho visto questo: un disperato dolore, ma anche un bisogno inconfessabile di aggrapparsi a qualcuno di vivo per non restare nella fissità del ricordo di chi non c’è più.
Harley fa davvero tenerezza, ma è anche molto tenace... sa cosa prova e non molla, tenta il tutto per tutto con Peter, anche slealmente...
Però quanto sono dolci quando si baciano? E quando Peter lo cerca? Gli dice a parole di andare via, ma in realtà lo vuole lì e Harley non si fa pregare... sa cosa non potrà mai essere, ma sa anche cosa vorrebbe essere per Peter...
Adoro questa coppia e come hai trattato i loro reciproci tormento.
Adoro tutto, non vedo L’ora di leggere il resto!
Bravissima per aver avuto il coraggio di osare...
È venuta fuori proprio bene questa storia davvero...
A presto!
Ladyhawke83

Recensore Master
16/12/19, ore 23:56
Cap. 3:

Ciao Cosa!

C’ho il cuore sgretolato dall’angst e dalla delicatezza, perché ‘sta storia po’esse feRo e po’ esse piuma: oggi è stata piuma.
Allora, allora, è difficile scriverti una recensione sensata, anche alla luce della seconda rilettura. Harley esplora e tenta. Hanno ancora una vita intera davanti e parto dalla fine: sarebbe ingiusto rimanere in uno stato di vedovanza imposta a nemmeno vent’anni, Tony stesso non lo vorrebbe perché è comunque andato avanti anche lui – fa parte del Grande Cerchio della Vita, come cantava Ivana Spagna. Al live action non pensiamo. Eppure il Peter che si trova ospite a casa Stark-Potts e che si sente in colpa anche nei confronti della sempre magnificamente resa Pepper per l’amore che lo travolse al tempo e che non c’è più – o meglio, sopravvive dolorosamente – non è il ragazzo di Homecoming. È uno che ha combattuto ed è morto in battaglia, per poi resuscitare, combattere e vedere la persona che ama morire in battaglia. La spensieratezza di un forse è perduta per sempre.

Rispetto alla vecchia edizione di questa storia, trovo che la tua scelta di accorpare i capitoli abbia dato un risultato ancora più intenso al tutto: Pepper e Morgan compaiono solo come brevi cenni, sebbene sia sempre Maguna a invitare Peter a dormire. Ciò consente ai due ragazzi di rimanere soli e confrontarsi sulla perdita, sull’assenza, sul senso di colpa. E ad Harley tocca un peso terribile. Quello di consolare Peter, di provare a farlo ragionare sulla necessità di andare avanti che non significa cancellare con uno schiocco ciò che è stato (sic, Thanos infame/per te solo le lame), ma raccogliere un’eredità (sempre tenendola, eh Pete) e proseguire con quel pezzo di anima di Tony che rimarrà sempre nel suo/tuo cuore (scrivice qualcosa su sta cosa, neh?)

Uno degli elementi più intensi del capitolo, come dicevo anche prima, è il senso di colpa di Peter contro cui Harley, tenacemente, lotta. Sappiamo che zio Ben non appartiene all’MCU per ragioni commerciali, ma il senso di colpa è uno degli elementi tipici di Parker. Ecco perché è così credibile che il ragazzo del Queens si assuma anche il peso degli eventuali errori di Stark e persino del suo sacrificio, ahimè, necessario. La minilong è bella anche per il tempo che tu e i tuoi personaggi vi prendete affinché questo lutto venga superato. Dimenticare un grande amore tragicamente finito è difficile, ma scriverlo così, in maniera forte ma senza cedere all’ooc, è una delle cose che più sto apprezzando. Era necessario, per esempio, che, complice anche la presenza luminosa di Morgan, Peter decidesse di ascoltare Harley – e che bello che Harley non sia affatto sicuro che Peter lo vorrà, che bella e realistica che è la sua paura di essere allontanato, la sua testardaggine. Il bacio è romantico e sofferto e io apprezzo questo discorso delle due anime colpite dalla perdita che si incontrano com’è naturale che sia – la vita ha tremendi risvolti tragici.

Il motivo, lo sai meglio di me: non è solamente che sono due personaggi simili e con gusti affini, ma che Peter è una brava persona, uno che è impossibile non amare, un eroe tormentato dal suo sentirsi inadeguato e non all’altezza, da un senso di responsabilità schiacciante. Harley avrà la pazienza di aspettarlo e di convivere con un’ombra sempre presente, con un passato quantomeno ingombrante? Lo spero Co’ <3
Un abbraccio pistacchioso da Shilyss, colei che non si è piastrata.

Recensore Master
15/12/19, ore 15:23
Cap. 3:

Sappi che aspettare il prossimo capitolo è una tortura!
Come si fa a non aver voglia di abbracciare Peter dopo questo capitolo?
Harley si è spinto un po' oltre, questa volta, ma ha fatto bene a farlo. Ha capito che era quello di cui Peter aveva bisogno, anche se non l'avrebbe mai chiesto e ora... beh, non mi aspetto solo rose e fiori, ma spero che vada a finire nel migliore dei modi.
Ci sono dolori che uniscono e affinità che emergono proprio quando si pensa di aver perso tutto. L'hai reso bene, ho adorato lo scambio tra i personaggi dopo quel bacio che ha espresso il bisogno di Peter di andare avanti, di continuare a vivere, perché forse sono parole scontate, ma sono vere: non si può tradire un ricordo, si va avanti perché la vita va avanti.
Non importa in quanti frantumi sia andato in cuore. Si può morire di crepacuore, sì, ma il più delle volte si va avanti anche se non si vorrebbe.
Credo che ogni volta si ami solo un po' di meno, tanto che alla fine le delusioni e le perdite non fanno nemmeno più troppo male.
Ci vuole un po' per impararlo, però, per accettarlo, e Peter ha appena cominciato a farlo.
Forse, in quel momento di disperazione in cui si ha bisogno di tornare a vivere ci si aggrappa un po' a chiunque sia pronto a tenderti una mano, indipendentemente dal fatto che sia la persona giusta o meno, ma in questo caso l'impressione è che Harley sia proprio la persona giusta per Peter e quindi... vorrei che fosse già il giorno del prossimo aggiornamento per crogiolarmi un po' nel dolore di Peter e fantasticare col suo lieto fine.

Occhio che hai saltato qualche spazio in "funerale.Quellecolpe".

A presto! ^^

Recensore Master
14/12/19, ore 16:15
Cap. 3:

Ciao Miry cara :) è stato un capitolo davvero, davvero affascinante ed adorabile.
Il povero Harley ce la sta mettendo davvero tutta ed è encomiabile, in pochi avrebbero quel tipo di pazienza. In pochi saprebbero leggere l'universo dentro solo uno sguardo. Una speranza per il futuro in così poco che Peter ha saputo dargli.
E invece lo ha fatto, non si è arreso, e quel piccolo lumino alla fine del tunnel è diventata una stella. Non ancora un faro, o la luna... ma, per lo meno, una stella brillante da seguire.
Finale dolcissimo, sentito ed emozionante. Ma come, già l'ultimo capitolo il prossimo? So già che mi mancherà molto, questa storia. Mi hai sorpreso con questa coppia ma sento già di adorarli.
"Come nasce una ship" xD
Sono curiosa di vedere cosa riserverà il futuro per questi due teneri piccioncini :)
Un abbraccio e a presto!
Eevaa