Dato che è una storia molto lunga, ho preso una serie di appunti man mano che leggevo.
Ti riporto via via le cose che ho notato, prima tutte quelle che secondo me meritano una revisione (piccoli errori di battitura o termini che cambierei), e poi le cose che ho apprezzato maggiormente. Cercherò alla fine di darti un giudizio generale, anche sullo stile e sulla storia in sé.
Qui di seguito ti elenco alcuni di questi errori, premettendo che sono davvero dovuta andare a spigolare.
- “Sentir scorrere il potere sottopelle fin dentro le ossa.” Sotto e pelle vanno staccate.
- “Le nebulose sono ammassi stellari, non penso esistano le stelle nebulose.” Perdonami, sono di - impostazione scientifica e su queste cose sono puntigliosa.
- “Ora spunta un po’ sull’irascibile.” Francamente non capisco l’uso del termine, magari avrei usato “vira” o qualcosa di simile?
- “Hanno appena visto un uomo morire, probabilmente in uno dei modi più dolorosi in cui si possa morire.” Qui c’è un doppio spazio 😉
- “Qualche studioso della parola di Dio (ha! Dio non parla affatto)” l’esortativo va scritto “Ah”.
- “gli starnazza dietro Crowley, sperando che l'angelo riesca ancora a sentirlo.” Il termine starnazzare secondo me è più adatto a un berciare sonoro, piuttosto che quello che fa Crowley in quel momento. Capisco il richiamo alle anatre, ma probabilmente avrei scelto qualcosa che implichi un vociare più sommesso, forse “mormorare infastidito”.
- “lasciandolo solo con il suo thermos e il suo risentimento.” Anche qui ci sono due spazi 😉
- “In una specie di scantinato, con un mucchio di ladri, drogati e prostitute. Qui manca la fine delle virgolette.
Per quanto riguarda le mie menzioni d’onore, sono qui riportate.
- “Lo sorprende. Si rende conto improvvisamente che il vero problema delle domande è dover dare risposte. Sembra niente. Ma è complicato.”
Questa mi è piaciuta moltissimo, è vera fino al midollo delle ossa. Crowley è uno che fa troppe domande, ma il vero problema sono proprio quelle, le risposte.
- “Una volta, senza volerlo, assiste alla morte di una stella. È uno spettacolo terribile: l’astro implode su se stesso, e si espande fino a inglobare tutti quelli circostanti. Li brucia, e li trascina via con sé nell’oblio. Il cielo si illumina, prende fuoco. Ma non è un bello spettacolo. Perché una stella che muore deve trascinare le altre giù con sé? Non può abbandonare questo cielo in silenzio, da sola? La verità è che l’oscurità è spaventosa. Essere soli è spaventoso.”
Ok questo è meraviglioso. Non ho una sola cosa da dire, se non che è splendido. Hai colto un senso profondissimo, le paure ataviche dell’uomo, la solitudine e insieme il buio, lo spegnersi di una stella. È un concetto davvero profondo, che si adatta benissimo a Crowley. Chi crea le stelle, e si trova senza luce, abbandonato, non può che soffrirne tantissimo.
- “La fortuna del diavolo.”
Mi piace tantissimo questa citazione, brava!
- “Quella sera, Aziraphale riceve un curioso encomio da parte del Piano di Sopra. Sembra che ventitrè alcolisti londinesi abbiano miracolosamente dimenticato come si beve.”
Geniale. C’è una FF in inglese che parla proprio dei miracoli (in realtà quelli accadevano per caso quando… Aziraphale aveva un orgasmo), e mi piace pensare che ogni tanto comunque gli scappino, a Crowley o ad Aziraphale, indifferentemente, e che il paradiso apprezzi in ogni caso.
Parlando dello stile e dell’impaginazione, devo dire che la tua è una storia decisamente ben scritta. Io sono innamorata perdutamente di Crowley e mi piace tanto il suo punto di vista e la sua introspezione. Questa è una cosa in cui credo tu ti sia destreggiata molto bene. Scrivi bene, sei chiara, pulita. Hai decisamente un buon lessico e ho trovato tante delle tue riflessioni ben fatte, intelligenti, che denotano tanta sensibilità.
L’impaginazione invece non sono certa mi convinca del tutto. Non amo molto i caratteri troppo grandi e il continuo cambio della giustificazione da destra a sinistra un po’ mi spiazza. Non ho capito tra l’altro il criterio che hai usato per scegliere cosa giustificare a destra o a sinistra, e forse non ho trovato unità in questo. Tra l’altro (ma questo è un mio limite forse), non amo molto andare a capo ogni volta (o quasi) si metta un punto. Forse mi piacciono i paragrafi densi, o forse in questo modo mi da un po’ troppo l’idea di una poesia o una ballata. In alcuni casi penso sia una scelta giusta, ma alcune volte forse è un po’ “troppo”.
Ovviamente questo è un giudizio molto personale e sei liberissima di ignorarlo, perché capisco che dipenda moltissimo dal modo in cui, nella tua mente, leggi la tua storia. Se per te è “in musica”, non so se riesco a spiegarmi, va benissimo così. In generale il tono è abbastanza lirico, per cui anche se mi rispondessi che era una scelta ben definita, lo accetterei e lo capirei.
Un altro piccolo cenno, sulla scelta di scrivere una OS così lunga. Io ho un enorme difetto che è quello di andare “troppo veloce”, e i miei capitoli sono in generale brevi e stringati. Difficilmente vado oltre le duemila parole. Credo che ottomila sia un po’ un azzardo, e avresti potuto dividere in tre parti, rendendo la storia più fruibile per tutti. È una storia molto bella e davvero vale la pena di essere letta. Almeno a me è piaciuta tanto, e se avessi scelto di dividere in due o tre capitoli l’avrei senza dubbio letta prima. In questo modo è un po’ scoraggiante, soprattutto per chi fa un po’ fatica a trovare il tempo ☹
Mea culpa.
Infine, vorrei parlare della caratterizzazione di Crowley. Devo dire che mi piace molto, sei stata davvero brava perché lo hai reso realistico. Senza troppo angst (come invece capita a me di fare, fin troppo spesso), senza troppa prosopopea. È giusto, semplicemente. È Crowley.
Spero che questa recensione (stralunga) ti soddisfi e ti sia d’aiuto, e che tu scriva presto qualcos’altro. Si ha bisogno di storie come la tua, in questo fandom. Continua!
A presto,
Gladia (Recensione modificata il 01/02/2020 - 06:49 pm) |