Recensioni per
Retrouvailles
di Shireith

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
07/04/20, ore 14:09

"Retrouvailles" di Shireith con un punteggio complessivo di 28/30

Titolo: 2/2

Mi piace molto, ho un debole per le parole quasi intraducibili. Anche il fornirne la traduzione soltanto alla fine è stato, a mio parere, un bel tocco: saperlo prima avrebbe in un certo senso “spoilerato” la storia (per quanto fosse intuibile che i due si sarebbero ritrovati), ma a fine lettura si può davvero apprezzare il suo significato, perfetto per ciò che si è appena letto. Il fatto poi che sia in francese si adatta molto bene all’ambientazione del cartone.

Grammatica e stile: 10/10

Grammatica impeccabile. Ho trovato un unico refuso, per cui non sottraggo nulla:
“strisciò tra lo calca” (la calca)
Il tuo stile mi piace molto: lo trovo immersivo, permette al lettore di immedesimarsi alla perfezione con Adrien e Marinette seguendo i pensieri e le reazioni ora dell’uno, ora dell’altra. Il lessico è equilibrato e coerente, l’uso della punteggiatura è variato e corretto. Davvero bravissima su tutta la linea!

IC e trama: 10/10

Adrien e Marinette sono assolutamente IC, in ogni pensiero e considerazione e soprattutto in ogni battuta che fai pronunciare loro. Ritengo i dialoghi un’arma a doppio taglio: non sono facili da scrivere lasciando che sia davvero il personaggio a parlare, secondo me, ma quando si riesce l’effetto è ottimo. Ho apprezzato letteralmente tutto della caratterizzazione che hai dato, ma lo scambio finale è forse il mio preferito. Quasi mi aspettavo che Adrien rispondesse “Preferisco gentilgatto”, ma gentiluomo funziona benissimo – anche perché non è più Chat.
La trama che hai costruito parte da presupposti “semplici”, in cui gli eroi sconfiggono Papillon (ma senza drammi riguardo alla sua identità, dato che questa resta nascosta) e Fu ritira i loro Miraculous per poi sparire. Il vero fulcro è però dato dall’introspezione, che usi per raccontarci di una Marinette e un Adrien più maturi, che soffrono la nostalgia per il partner che non hanno mai potuto conoscere ma al contempo si avvicinano maggiormente tra loro e iniziano a mostrarsi reciprocamente lati del loro carattere in cui sembra di riconoscere l’altro. I sospetti si accumulano per mesi, anche se come dice Marinette una cosa è sospettare, un’altra credere di poter avere ragione; l’espediente che innesca il riconoscimento finale è un murales, uno particolarmente riuscito che entrambi si scoprono ad ammirare. La scena in cui Adrien insegue Marinette, sconvolta per via dell’improvvisa rivelazione, sembra uscita dal musical che hai scelto. Hai fatto davvero un ottimo lavoro!

Utilizzo Pacchetto: 3/5

La canzone è utilizzata benissimo: oltre alle parole, hai proprio ricreato una scena simile a quella descritta dal testo; questo effetto mi è piaciuto moltissimo. Non so se fosse voluto o meno, ma la canzone recita “In a crowd of thousands, I’d find her again” ed è esattamente quello che succede qui: Adrien trova e riconosce la sua Ladybug proprio in mezzo a una folla sterminata riunita per la parata del 14 luglio. Veramente bellissimo, punteggio pieno.
Per quanto riguarda la fiducia, non credo tu abbia provato a inserirla? Tra Ladybug e Chat Noir c’è fiducia di default, questo è certo, ma non è un tema trattato in questa storia.
Il genere introspettivo è più che rispettato: oltre a essere presente, è gestito benissimo.

Gradimento personale: 3/3 [2+1*]

Ho amato questa storia dall’inizio alla fine. Si presenta benissimo già solo a partire dalla veste grafica, ma ovviamente a conquistare sono i personaggi che racconti in modo totalmente IC. Immaginare Marinette e Adrien separati da Tikki e Plagg è triste, ma assolutamente funzionale alla storia: mi piace l’idea che entrambi continuino a pensare al partner di cui hanno perso l’occasione di scoprire l’identità, così come trovo realistico che pian piano, avvicinandosi e conoscendosi meglio, inizino a riconoscersi intuitivamente.
L’uso del murales come innesco per la rivelazione mi è piaciuto moltissimo, così come la riflessione di Marinette: “Al massimo mi prenderà per pazza”, in effetti verissima. Utilizzare i nomi dei loro kwami, che giustamente solo loro possono conoscere, è un metodo semplice ma geniale – “da Ladybug”. Spero si sia capito quanto ho apprezzato la tua storia, sarebbe da commentarne ogni virgola.