Ciao carissima!
So che magari ti aspettavi che passassi a recensire qualcuna delle tue storie di Harry Potter, ma ammetto che le Alice/Cappellaio sono un po' il mio guilty pleasure e quando ne trovo una proprio non resisto. Spero che non ti dispiaccia, ovviamente, spero di poter trovare del tempo in futuro per passare anche da qualche tua Drarry (pur essendo esponente del Dramione-IC-team).
Io poi, in un certo senso, ammiro chi è capace scrivere flashfic - condensare tanto in poco è arte, ed è un'arte che mi sembra tu abbia fatto tua. Graficamente, ho trovato l'impaginazione molto gradevole e mi ha permesso di godermi la storia con calma e tranquillità, senza dover star lì a ingrandire manualmente il testo.
Ma, idiozie che noto solo io a parte, la cosa che veramente mi ha fatta propendere per questa storia è stato il titolo, che ho trovato immediatamente molto intrigante e mi ha spalancato davanti presupposti ed enormi aspettative. Aspettative che, te lo scrivo chiaro e tondo, non sono state deluse.
L'incipit è - a mio parere - totalmente magistrale e ha subito catturato al mille per mille la mia attenzione: non mi capita spesso di trovare narrazioni del Cappellaio in prima persona e, quando succede, è sempre una festa! Trovo che tu abbia coniugato l'essere matto del Cappellaio in una sorta di flusso di pensieri ibrido, che nel complesso ho adorato.
Molto intelligente, il fatto di citare tutti gli altri abitanti del Paese delle Meraviglie, che comunque fanno parte di quel mondo che Alice ha consapevolmente abbandonato.
In questo senso, la prima parte è splendidamente introspettiva e sul filo del nonsense, che è un genere che (secondo me, ovviamente) è un sacco difficile da rendere così difficile.
La seconda parte, a parimerito introspettiva, spacca semplicemente il cuore - perché, se nella prima vi poteva essere un filino di speranza, in questa appare chiaro del perché il povero Cappellaio non possa avere speranza nemmeno nei propri pensieri. Ed è tutta una questione di nomi, di non sapere, e Alice non sapeva.
In questo senso, la tua storia è bella perché si basa su quest'alternanza tra onirismo e realtà, dove la seconda semplicemente non sussiste mai.
Io sinceramente non ti conoscevo come autrice, ma più come utente facebook, e devo dire che sono stata sorpresa (ampiamente) in positivo e spero quindi per davvero di poterti leggere nuovamente :)
Spero di non averti annoiata troppo con questi sproloqui, ti mando un grosso abbraccio.
Gaia |