Ciao.
Come promesso, eccomi qui.
Recensirla dopo tanti giorni dalla prima lettura mi ha dato la scusa per rileggerla la seconda volta e tornare ad apprezzarla di nuovo.
Innanzitutto mi è piaciuto il modo in cui hai utilizzato i vari passi del valzer per scandire la storia. Io non me ne intendo proprio, però ho figurato la loro storia come una sequenza di ballo, passi base per la base della loro relazione.
Attraverso di essi, poi, mi è piaciuto l'abbinamento passo avanti/futuro e passo indietro/passato, soprattutto perché in un secondo tempo e analizzando la storia credo rappresenti anche la direzione del loro viaggio ma anche il loro carattere: Dimitri è proiettato con ferocia verso il futuro, vuole arraffarlo, è determinato, il passo in avanti rappresenta il suo balzo, la sua determinazione; mentre Anya è incerta, insicura, la sua caparbietà si muove su uno strato più sottile di ghiaccio, su un portamento più ritroso, lei deve ancora acquistare la sicurezza e l'ardore di Dimitri, ecco perché il passo indietro rappresenta anche il suo andazzo, non solo la sua ricerca del suo passato e della sua identità.
In questo modo danza e personaggi e percorso sembravano procedere in simbiosi, quest'effetto mi è piaciuto tantissimo.
Confesso che la sequenza finale non mi ha fatto impazzire, l'ho trovata meno incisiva delle altre (io devo avere seri problemi con i finali >.<') troppo riassuntiva, troppo "spiegata", inoltre, non so, il tono è slegato dalle altre tre. Le altre avevano avuto modo di distendersi, di essere approfondite, di emozionare: le prime due sequenze per via dell'ambiguità, che ho adorato, mi è piaciuto molto che giocassi su ciò che veramente significava quel "è quella giusta", come se il loro cuore sapesse una verità a loro non ancora rivelata; la terza grazie al loro alternarsi in maniera così ravvicinata, il repentino cambio di POV, mi ha trasmesso un rincorrersi loro, un fare passo l'uno verso l'altra, inoltre la frase risolutrice che gioca proprio su quel "è quello/a giusto/a" mi ha richiamato alla mente proprio la canzone "Il mio inizio sei tu".
Detto questo ho apprezzato tantissimo il modo in cui le descrizioni sanno presentare i due personaggi oltre che le scene: Dimitri e il palazzo, il lusso che lui insegue, ancora una volta l'immagine del suo futuro; Anya è introdotta invece dal pensiero di Tossekov, un'idea soltanto di povertà, di mancanza, rappresenta il suo passato e il vuoto che l'accompagna, ma anche il suo senso genuino di speranza.
Ho trovato emblematiche queste due frasi:
Eccola lì, la sua chiave per forzare le serrature ruggenti dei cancelli di Parigi -> Anya possiede la chiave del famoso carillon e ho trovato molto bello il fatto che per lui lei sia proprio quell'oggetto.
La bruma argentea che avvolge la memoria inizia a dissolversi tra le dita del giovane -> Così come ho trovato questo passaggio evocativo, perché mi piace molto l'idea che, anche se lei non se ne rende conto, sono proprio le mani del giovane a risvegliare il suo passato, ancor prima di incontrare veramente la sua famiglia, è lui il suo prezioso legame.
E poi in poche righe sei riuscita veramente a racchiudere le loro personalità e il loro rapporto. Ho perso un battito quando hai accennato a quei suoi "irrisori vostra altezza", perché c'è proprio quel sorriso di Dimitri, quella sua insolenza, quel suo modo sarcastico di portare pazienza.
Anya è una ragazza insulsa, appare come un carciofo da spogliare e travestire in un fiore, mentre Dimitri è infantile e i suoi sogni sono così privi di eleganza da apparire stupidi agli occhi di Anya, ma entrambi sono pronti a sfruttare l'altro pur di avere ciò che più pensano di desiderare.
Mi piace il fatto che entrambi trovino la loro casa nelle braccia dell'altro, è proprio questo che ho sempre adorato in questo cartone, il fatto che si salvino a vicenda... cosa anni luce lontana dalle principesse Disney.
Mi piace anche come nella terza sequenza quei termini che rappresentano uno influenzano l'altro. Per esempio:
Non deve provocarla troppo, lo sa, lo lascerà sbrindellato come i cenci di uno sguattero. -> Anya ha nella voce la forza di ridurre lui in un povero sguattero, così come lui con la sua lingua sa rendere lei il riflesso di ciò che più brama, quelle illusioni di sfavillio e onorificenze. In pratica è come se attraverso i loro litigi, un parte di loro si rispecchiasse nell'altro e si snudasse di tutta quell'attrazione e si mostrasse per quello che sono: cose belle, certo, ma forse non quelle che contano veramente. Non so se ha senso quello che sto dicendo, né se ho saputo spiegarlo.
La storia mi è piaciuta, ho trovato il parallelismo con il valzer fantastico e sono felice di aver letto di loro due, perché li adoro.
A presto! |