Recensioni per
E' tutto grigio
di Eris Gendei

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/04/20, ore 12:43

Valutazione del contest Citazioni in cerca d'autore (Oscar edition)! – II edizione

Grammatica: 10/10

Perfetta!

Stile e lessico: 9/10
Iniziando dal lessico, l’ho trovato molto curato e tendente a un registro ricercato, sicuramente intenzionato a fare uso dei vocaboli più espressivi al fine di suscitare nel lettore le immagini che tu autrice hai voluto mettere su carta. Un esempio a riguardo, uno tra i tanti, è la parola “litania” nell’espressione “Se lo ripeteva fra i denti, come una litania”, laddove scegliendo proprio quel termine evochi l’immagine metaforica di un personaggio in trance, che non riesce a fare altro che biascicare una nenia senza inizio né fine, cristallizzando la propria penosa condizione.
Un lessico che, con la sua ricercatezza, arricchisce anche lo stile, impregnato di immagini evocative, in grado di coinvolgere il lettore e mostrargli le tue parole. Un periodo come “Continuava a ripetersi che era sola, ma non lo era. Lui era ovunque, nelle ombre dense della notte, negli angoli sporchi della casa, nel riflesso deformato che le restituivano le padelle ammaccate alle pareti” è colmo di questo tipo di immagini, di vocaboli capaci di ampliare le sfumature del testo: le ombre della notte sono “dense”, il riflesso è “deformato”, le padelle “ammaccate” – il lui in questione è un mostro “sporco”, “deforme”, “ammaccato”, e assieme a lui lo è anche Merope.
Non ho davvero nessun appunto da farti in merito al lessico, se non i miei complimenti!

Arrivando allo stile, il discorso da fare è strettamente legato al lessico, perché la tua struttura stilistica è tutta affidata alle immagini create ad arte dalla trama lessicale del testo. Non fai uso di alcun escamotage: né messe in evidenza né intervalli né un ritmo scandito in maniera particolare, è un testo che scorre compatto. Tuttavia, in questo tessuto compatto ho intravisto nella sintassi un punto di piacevole “irregolarità”: non mancano, infatti, periodi estremamente brevi, uno addirittura nominale, che in qualche modo scandiscono la narrazione, configurandosi sempre come il punto di arrivo o di partenza di una nuova svolta riflessiva della protagonista – mi riferisco a capoversi come “Nemmeno lui”, “Lui era in lei” eccetera.
Il motivo per cui il punteggio non è superiore a 9/10 è legato proprio a questa complessiva “compattezza” del testo, che nel non ricorrere mai a escamotage stilistici di messa in evidenza manca di enfasi, e la mancanza di enfasi in un racconto caratterizzato da immagini come le tue rischia di indebolire l’impatto emotivo delle immagini stesse sul lettore. Il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è quello di non strutturare i testi brevi con la stessa tecnica di quelli lunghi, perché i testi brevi (estremamente brevi, nel caso delle flashfic) per essere incisivi hanno bisogno di essere supportati anche da un impatto visivo e da qualche costruzione marcata.
Ad ogni modo, in virtù dei pregi elencati, questo piccolo appunto non ha inciso in maniera significativa sul punteggio, che resta molto alto.

Titolo: 2.5/5
E' tutto grigio è un titolo che ho trovato un po’ “muto”, non in grado di dare input particolari al lettore, e questo anche a causa della sua genericità. Il grigio è un colore cui si ricorre spesso per descrivere stati d’animo vicini alla negatività e all’apatia, motivo per cui l’immagine suggerita da “è tutto grigio” appare come già conosciuta e quindi poco attraente.
Un appunto che non ho riportato in “Grammatica” (perché valuto solo il testo da quel punto di vista e non anche i titoli) è la È scritta E’: pur essendo una soluzione diffusa, è un errore ortografico, perché E’ non è altro che una “e” maiuscola seguita da un apostrofo. Questo tipo di sviste, quando presenti nel titolo o nell’introduzione del racconto, rischiano anche di allontanare lettori, perché possono suggerire l’idea di testi dalla forma poco curata (e nel tuo caso è chiaramente un’idea sbagliata, quindi è doppiamente un peccato!).
Passando ai lati positivi, è indubbio che il titolo – la cui immagine è ripresa anche nel testo – sia coerente al contenuto del racconto e alla sensazione di confusione e frustrazione vissuta dalla protagonista: ho immaginato questo tutto grigio come un vortice di nebbia in cui Merope non distingue più se stessa né ciò che la circonda.
Arrivando al punteggio matematico, facendo una media dei pro e dei contro espressi ho assegnato 2.5/5.

Utilizzo del prompt: 6/10
Hai scelto il prompt C’erano giorni in cui a malapena s’alzava, erano quelli in cui la mancanza pulsava prepotente, inserendolo anche tra le tue parole. Senza dubbio, tra le righe – soprattutto quelle della seconda parte della storia – si avverte una sensazione che si avvicina alla mancanza, così come si avverte questa stanchezza opprimente che impedisce alla protagonista di alzarsi dal letto.
Tuttavia, pur leggendo il testo più volte, non sono riuscita a rintracciare nel prompt il filo conduttore del racconto, la citazione ispiratrice. Questo perché la tematica portante del racconto, il suo pilastro, non è la “mancanza”, bensì la condizione sventurata della protagonista – alienata da se stessa al punto tale da rimpiangere chi l’ha percossa e l’ha fatta crescere nel terrore e nello svilimento. Una tematica, questa detta, che è così importante e così ben sviscerata nella trama del racconto da annullare quasi totalmente il prompt, che pur citato non è altro che una frase tra le tante.
In questo caso specifico tengo a precisare che, al di fuori del contest (fine a stesso, in fondo!), questa storia affronta una tematica importante in maniera lucida, che mi rendo conto non potesse cedere il passo al prompt per potersi esprimere al meglio. Questo per dire che, al di là di ciò che sono chiamata a valutare in questa sede, ho trovato il tuo testo molto interessante.
Tornando alla valutazione strettamente intesa, facendo una media dei pro e dei contro messi in evidenza, ho optato per 6/10 in questo parametro.

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 7/10
Anche valutare questo paragrafo non è stato semplice. Premetto che alla primissima lettura, arrivata a fine storia, mi sono chiesta se avessi frainteso tutta la prospettiva e dovessi riferire i pensieri di Merope a Tom Riddle e non al padre – questo a causa del finale immerso in quella sorta di rimpianto e (come accennavo nel parametro precedente) mancanza. Alla fine credo di aver bene interpretato (almeno lo spero!) la caratterizzazione della protagonista come incastrata in una condizione così svilita e svilente da non riuscire più a discernere il bene dal male, il desiderabile dall’indesiderabile – pressata com’è dalla totale incapacità di percepirsi autosufficiente e autonoma.
Fatta questa premessa, inizio da Marvolo Gaunt, estremamente presente nella sua assenza. Hai descritto in maniera feroce e per questo perfetta la crudeltà di questo padre senza morale né affetto, che scaraventa sulla figlia giudicata “sbagliata” tutte le frustrazioni della sua esistenza. Una fotografia convincente del personaggio e in linea con quanto raccontatoci dalla saga.
Arrivando a Merope, è nella sua caratterizzazione il motivo per cui il punteggio non è più alto di 7/10. In linea generale, e al di là persino del personaggio in sé, come ho già avuto modo di dirti ho trovato questa caratterizzazione interessante e matura, un’introspezione fatta molto bene. La prima parte della storia trovo che narri una Merope perfettamente in linea alla controparte cartacea, dove la caratterizzazione “cede” è nella seconda parte, quando la protagonista – abbandonata dal padre – lo rimpiange e solo in un secondo momento rivolgerà le sue attenzioni a Tom, come suggerisce la frase conclusiva “Un giorno, sentendo rumore di zoccoli, avrebbe capito: non ne aveva bisogno, sapeva rialzarsi da sola”, laddove il “rumore di zoccoli” allude chiaramente al cavallo di Tom.
Il problema sorge perché il personaggio di Merope, nella saga, è caratterizzato soprattutto in funzione dell’amore per il babbano Tom Riddle. E sappiamo bene che non appena ha avuto modo di essere libera dal padre e dal fratello è fuggita via per non fare mai più ritorno. Mi rendo conto che, essendoci delle lacune nell’opera originale, ognuno possa immaginare questa “presa di consapevolezza” a suo modo, ma dovendo valutare la caratterizzazione in relazione al personaggio presente nei libri non posso evitare di trovare distante da ciò che sappiamo l’immagine di Merope impegnata a rimpiangere il padre anziché progettare l’inganno e la fuga per prendersi ciò che ha sempre voluto: Tom.
Per i motivi detti, ho reputato che 7/10 fosse il punteggio più giusto: da un lato essendo un punteggio alto dà merito alle tue caratterizzazioni, dall’altro risente un po’ della perplessità esposta.

Totale: 34.5/45