L'ISOLA OLTRE LA SIEPE DI CARME93
PREMIO SPECIALE "CALZA A PENNELLO" PER L'UTILIZZO CALZANTE E ORIGINALE DEL TITOLO
Grammatica e coesione del testo: 8.75/10
Ho notato degli usi errati della punteggiatura. In realtà credevo fosse una questione di mia preferenza, ma per curiosità e accuratezza ho poi cercato online. Il problema lo ripeti spesso e riguarda il discorso diretto. Infatti tendi ad attaccare delle frasi e il discorso diretto, senza andare a capo, e questo ti ha confusa un po’ su quella che doveva essere la posizione del punto di chiusura. Ti faccio degli esempi all’inizio del testo:
Effettivamente era una calda mattina di giugno e la camicia a maniche lunghe, che quel giorno aveva scelto d’indossare, era completamente fuori luogo. «Voglio farle una buona impressione. Le camicie bianche sono eleganti, ma l’unica che ho trovato nell’armadio risale alla Comunione di Giulia ed è troppo piccola». Quella a motivi scozzesi che indossava in quel momento non era particolarmente elegante, ma era pur sempre una camicia.
Che succede? In pratica la prima frase può aprire il dialogo, e in quel caso dovresti mettere i due punti e tenere come unico punto finale lì dove l’hai messo dopo la caporale.
Siccome la frase iniziale è lunga, potresti non volerla usare per aprire il dialogo e mettere quindi il punto e non i due punti. In quest’altro caso però, a parte il consiglio personale di andare a capo che ti do a gusto mio personale, il punto non va fuori dalla caporale, ma dentro (e magari potevi riandare a capo). Gli a capo non li conto come errore, ma te lo consiglio perché vedo che le volte in cui l’hai utilizzato hai usato anche i punti nella maniera corretta, quindi temo ti abbiano ingannata. Più sotto, invece, si legge:
«Che volete?». – quando il discorso diretto termina con il punto interrogativo o esclamativo non va il punto fuori dal discorso diretto, ripeti lo stesso errore successivamente, col punto esclamativo.
«Vi riceve, ma sbrigatevi tra un’ora ha un’udienza». – qui dovresti mettere una virgola dopo sbrigatevi oppure, per non appesantire la frase breve con più virgole aggiungere un perché. Non lo conto come errore singolo, ma tutti questi errori di punteggiatura sommati, essendo ripetuti in tutto il testo anche se non riporto punto per punto, mi portano a decurtare 0.75
l’aveva accolto a braccia aperta, più delusa era rimasta la Statale di Milano dove aveva insegnato per anni. - errore di battitura – 0.1
Metà della terza A dell’anno scorso non è stata ammesso. - errore di battitura suppongo, “ammessa” -0.1
Emilia fece un balzo indietro, probabilmente era abbastanza intelligente da capire che la situazione si stesse mettendo male. - si stava mettendo male -0.1
io non la voglia la tua amicizia – errore di battitura 0.1
«Benedetto, tesero, ti sento troppo agitato – errore di battitura 0.1
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Nella tua storia ci sono davvero tanti personaggi, ti accenno in maniera generale, poi entro nel particolare dei protagonisti. Genericamente ti posso dire che la maggiorparte dei personaggi appare leggermente stereotipata: c'è il ragazzo del cuore d'oro (tassorosso, anche se tu non l'avessi scritto si era assolutamente percepito dall'animo del personaggio), c'è quello arrabbiato col mondo ma in realtà tenero dentro, c'è il bullo, c'è il professore stronzo solo all'apparenza e così via, tutti personaggi che in realtà sono già visti. Tuttavia il punteggio come vedi non ne risente, innanzitutto perché questi personaggi non li hai messi li e descritti con accenni, ma ce li hai fatti conoscere a fondo attraverso i loro gesti e parole più che con le descrizioni stereotipate, quindi sei riuscita a dare spessore a personaggi che magari potevano risultare poco originali se presentati in maniera diversa. Inoltre c'è il realismo in questi personaggi: non sono solo quelli visti in tv o letti in libri, sono persone simili a quelle che incontri per strada e sono estremamente realistiche. I ragazzi sono ragazzi in chiunque potrebbe rivedersi nel ripensare ai propri anni alle medie e alle superiori. Questa profondità permette di amare ogni singolo personaggio a modo nostro. Procedendo in ordine, nella famiglia di Benedetto troviamo lui, che è buono ma anche impegnato socialmente, certo per il fine di tenersi il campetto, ma anche perché gli piace leggere e stare con gli anziani, perché altrimenti non l'avrebbe fatto tanto volentieri. Lui, che ha per amico un ragazzo con la sindrome di Asperger e non lo discrimina minimamente. Lui, perspicace, che capisce cosa succede a sua madre e se ne preoccupa, che va dall'assistente sociale per rimanere al suo fianco. Insomma, è un ragazzo premuroso, sicuramente circondato da troppe ingiustizie come quelle che il padre burbero e autoritario continua a fare insultandolo solo perchè non rispecchia i suoi ideali di 'uomo'. O quelli della sorella Chiara che continua a fare del male a loro madre con commenti fuori luogo e con le battute cattive contro un fratello che nei suoi confronti invece non fa assolutamente niente di male (ma il personaggio di Chiara dovrebbe essere approfondito per capire il suo comportamento ostico). Sua madre poi è una donna debole e triste, allo stremo delle forze, che vuole combattere ma che, come molte donne della sua età alle prese con un ex marito, cade in problemi psicologici (anche dovuti ai soprusi del capo) che la costringono a prendere gocce per poter dormire. Poi abbiamo Gabriele e la sua famiglia. Lui è molto scortese e sgarbato, si arrabbia per nulla, ha un caratteraccio e si sente la sua rabbia verso tutto e tutti ma soprattutto verso il suo problema fisico e i suoi genitori che tentano di trattarlo sempre bene per via delle stampelle. E qui si capisce perchè è così oppositivo. Non lo è per cattiveria, ma per dolore. I suoi genitori, dal loro canto, hanno i loro crucci. Ogni loro parola può essere compresa alla luce delle ultime scene in cui il padre rivela i suoi sensi di colpa. Insomma, profondità e sentimento sono le parole chiave di questi personaggi. Abbiamo poi il professor Barbieri che a scuola è un po' cattivello, ma in realtà ha senso dell'umorismo e stuzzica solo i suoi studenti, a cui evidentemente tiene come vediamo quando aiuta Benedetto. E tanti altri personaggi, per lo più ragazzini, si affacciano alla storia con accenni sul loro carattere. Nessun personaggio è inutile, non perchè siano tutti importanti ma perchè danno un senso di squadra che è necessari o in questo tipo di racconti.
Trama e originalità: 9.75/10
Qui abbiamo un discorso simile al precedente. Gli argomenti in sé non sono completamente originali, e questo parametro ne risente un poco, ma hai giostrato tutto puntando sul realismo e sui rapporti. La caratterizzazione è servita anche a creare rapporti tra personaggi sentiti, forti, che il lettore riesce a percepire anche se conosce quelle 'persone' da poche righe. In molti scrivono di madri in difficoltà e figli che quasi devono occuparsene, ma a volte il rapporto viene solo accennato, soprattutto se la trama principale ruota intorno ad altro, eppure tu hai dato lo spazio necessario per creare un intreccio di relazioni forte che dà realismo e forza al tuo racconto. In più apprezzo il succedersi di tanti eventi. Non hai narrato un momento o due brevi ma hai dato un'immagine precisa dell'evoluzione del tempo e della crescita di rapporti e personaggi. Sono successe più cose, tutte non del tutto originali ma molto, molto rilevanti sia per la trama che per la realtà dei fatti.
Commento personale da lettrice, non da giudice: mi ricordo la tua storia su Vitious in un altro contest e ti dissi che, oltre l'originalità in sé, il pericolo nel parlare del bullismo è alto. Beh, se in quella storia eri stata brava ma non perfetta perchè un poco stereotipata, come ho detto anche prima ti posso dire che stavolta sei uscita fuori dallo stereotipo grazie al modo di trattare gli eventi e i personaggi, che non è stato superficiale né casuale ma ben studiato, e si vede.
Coerenza storia-titolo: 5/5
il titolo è calzante per la storia. Innanzitutto hai cominciato subito con un poco di suspence, che non guasta mai, accennando alla scena con l'assistente sociale e finendola proprio parlando dell'isola, che il lettore non conosce ancora e quindi desidera scoprire. Poi hai accennato più volte alla siepe, non solo dando più senso al titolo ma creando ancora più curiosità nel lettore e nei personaggi. Abbiamo iniziato tutti a desiderare di saltare oltre la siepe e vedere cosa ti eri inventata. E poi puff, abbiamo scoperto cos'era l'isola, ovvero una casa di riposo per anziani con un campo in cui i ragazzi possono giocare a patto di fare compagnia agli anziani stessi. Non solo l'idea è molto originale, è molto carina e mi fa desiderare in cose simili nella vita reale. In più quest'isola diventa importantissima per tutti i personaggi ed è al centro dell'attenzione perchè rischia di essere “persa”. Dunque, ottimo lavoro di costruzione della storia apposta per questo titolo!
Totale: 33.5/35 |