Bentornata. Anche se dire bentornata con una cosina così dolorosa non so se sia la parola giusta. Comunque è bello vederti su queste pagine, di nuovo. Nel giorno della festa della mamma, ma senza feste.
Mi verrebbe da dire che chi non ha mai provato cosa significhi, quanto dolore fisico e mentale ci sia dietro a questo evento, quanti strascichi, non potrà mai capire. Però non è vero, l'empatia e l'intelligenza emotiva rendono perfettamente in grado le persone di mettersi nei panni degli altri, anche in situazioni orribili come queste. Come tutto.
Non so se nel tuo vissuto ci sia, da lontano o da vicino, un evento simile. Spero di no, però non è così strano, succede spesso, succede a tante donne, tante volte. A volte il figlio è l'evento strano, perché per uno nato ne hai persi 3, 4. Ma questi sono dolori che si portano dentro, che non hanno spazio sociale. A volte non hanno spazio nemmeno in famiglia.
Quindi, non so cosa ti abbia spinto a scrivere questa storia triste, ma è molto bello, se bello si può definire, aver pensato a questo, oggi. A chi non è venuto al mondo, a chi non ce l'ha fatta a far nascere un'altra vita. Perché abbiamo un bel ripeterlo, ma nella testa si impianta quell'eco, che dice che se chiunque ci riesce tranne te sei proprio tu fallata, tu l'incapace. Certo, poi passa; passerà, deve passare. Se no diventa una patologia, se no ti toglie la sanità mentale.
Ti ringrazio anche per aver usato Kintsugi per descrivere Yuuri. Forse non era un riferimento, ma mi ha fatto sorridere. Che bello immaginarlo così, vero? Certo, segnato, ma non sconfitto. Anzi, più forte, più prezioso.
Un abbraccio grande. Spero di ritrovarti ancora in futuro su queste pagine. |