Recensioni per
Roots - Le radici di famiglia
di Melanto

Questa storia ha ottenuto 39 recensioni.
Positive : 39
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
13/07/20, ore 18:37

Finalmente siamo arrivati ad una profonda consapevolezza per Akio, ha capito di averne fatte tante di minchiate... era l'ora.
La primavera ha sempre un lato di risveglio, un po' per tutti e speriamo anche per Akio che faccia pace prima di tutto con se stesso e che magari riesca ad avvicinare questo figlio rimasto.
La pace totale dubito potrà mai esserci ma una pacifica convivenza... forse...
Sanae77

Recensore Master
13/07/20, ore 15:04

Se gli attacchi di panico fossero genetici avrebbe un senso quello che la madre racconta... ma in questo caso più che genetica è il caro nonnetto che ha portato questo bel problema a molti di loro.
Inevitabile che con un uomo di questo genere si tenda ad essere sottomesse... povera donna che cosa non deve aver passato anche se erano altri tempi.
Akio avrà così il conforto della madre... meglio di nulla.

Ehi ehi fermi tutti... mi lasci con un attacco di panie mi ritrovo dentro una mancanza di aria? Ohhh che sono 'ste scene di sesso a tradimento?
non ero pronta tanto che ho dovuto rileggere i primi 5 righi un paio di volte ahahah
Direi chje le cose tra loro vanno alla grandissima... e direi che se lo sono meritato.

Shuzo siamo proprio sicuri che non t'importi nulla nulla? Anche se cattivo il padre resta sempre il padre.
Al prossimo, prima o poi recupero eh
Sanae77

Recensore Master
07/07/20, ore 00:24

Come avevo previsto è scoppiata la terza guerra mondiale (non che fosse poi così difficile, il vaticinio). Se la visita a casa era stata una boccata d’aria, con tutto quello che si era portata appresso, la nostalgia, quello strano dolore che parlava di ricordi e sapeva di felicità nel ritrovare Yuzo nelle piccole cose e nei dettagli e negli odori di quella stanza rimasta esattamente come la ricordava, la scoperta della serra e, di conseguenza del nuovo hobby di suo padre hanno destabilizzato Shuzo, che litiga con sua madre ma che, suo malgrado si rende conto di essere nel torto e perdente di fronte a lei e a quel modo di farlo sentire sconfitto che finora era solo prerogativa di suo fratello. E quindi l’unica scelta, non potendo contemplare di poter ammettere di essere in torto, è la fuga. Ma l'universo questa sera ha deciso di infierire e durante la cena c’è la mazzata finale: non solo Akio coltiva piante, ma da mesi frequenta una scuola di ikebana.
Degno finale, l’aggressione da ubriaco a Mamoru e la fuga precipitosa, lasciando il compagno nell’angoscia più totale.
E se era stato bello vedere Shuzo tornare ragazzino per un momento e ricordare i momenti passati con suo fratello, è oltremodo doloroso vederlo adulto na terrorizzato da ciò che gli sta succedendo attorno cercare di sfuggire a Mamoru e, una volta messo alle strette totalmente abbattuto dai sensi di colpa per il trattamento riservato a chi veramente lo ama e vuole proteggerlo e aiutarlo. Il percorso di guarigione è ancora decisamente lungo, e Mamoru dimostra una volta di più di avere una forza interiore sconfinata. La scena finale, con quell’abbraccio con cui i due si rappacificano è calda e confortante, anche se Mamoru si trova a dover avcettare che Shuzo non voglia in alcun modo dare una possibilità a suo padre, anche se, conoscendo il tipo, Izawa non ha affatto deciso di deporre le armi e in qualche modo sta già studiando un modo per raddrizzare questo sentiero contorto e strapieno di rovi.
Un altro bell’ottovolante emotivo per questi due disperati.
In tutto ciò, Akio si trova a non sapere nulla ma istintivamente a percepire che qualcosa sia successo, e anche per lui prevedo uba bella corsa sulle montagne russe.

Recensore Master
03/07/20, ore 22:37

Akio si sta sfaldando sempre più, eppure in questo suo sfaldarsi comincia ad avere le prime rivelazioni sul passato, sul perché e come è giunto ad un certo punto.
Qui risponde al grande interrogativo del "perché le piante non andavano bene?"
E Shuzo non la da a bere a nessuno: gli importa ed è molto più preoccupato di quanto voglia far credere a tutti, compreso sé stesso.

Recensore Master
01/07/20, ore 17:08

Spesso il corpo ci lancia dei segnali che oramai non siamo più in grado di cogliere...
Spesso dobbiamo solo fermarci ad ascoltare quello che ha da dirci.
Se non rallenta... potrebbe venirgli un infarto.
Deve fare i conti e tirare le somme della sua squallida vita.
E dopo aver toccato il fondo forse potrà risalire.
Sanae77

Recensore Master
01/07/20, ore 16:17

Un piccolo passo avanti nella riconquista del figlio.
Sicuramente la notizia che gli ha portato è una delle migliori che uno possa ricevere dopo tanti anni.
Si percepisce comunque che di strada da fare ce n'è tantissima e non basterà.
Le ferite sono troppo profonde per poter essere sanate... e come abbiamo visto nel futuro per ora è più credibile una sana convivenza apparentemente pacifica... per il bene di tutti.
Sanae77

Recensore Master
29/06/20, ore 14:36

Mamoru che si sveglia e si trova solo nel letto e trova il suo sballato sul divano che brinda “con” suo fratello. E qui rivediamo di nuovo uno Shuzo tormentato, nonostante faccia di tutto per mascherare la sua situazione. Ma ancora non ha capito, a quanto pare, che per Mamoru ornai è un libro aperto, e anche se ancora riesce a nascondere qualcosa, ormai per il compagno l strada è aperta. E da questo nasce la necessità per Mamoru di parlare con Yumeko, perché è lampante che Shuzo sia preoccupato per suo padre.
L’incontro tra Mamoru e Yumeko è tranquillizzante per entrambi: per Izawa il fatto che Akio non sia in pericolo in quanto questo può portare a una tranquillizazione per Shuzo e per Yumeko apprendere di Akina e delle reazioni del figlio. Per entrambi, il fatto che Akio si stia avvicinando agli interessi dei suoi figli può essere finalmente l’elemento che possa far fibalmente scoppiare quella bolla in cui i due si sono ostinatamente richiusi e quindi la possibilità di riavvicinarsi. Sicuramente Shuzo farà il diavolo a quattro, ma questo potrebbe veramente essere il primo passo per comprendersi.
Anche il rapporto tra Yumeko e Akio si sta lentamente ricomponendo, dopo anni di incomprensioni e di sopportazione, soprattutto dalla moglie.
E la dimostrazione cge qualcosa sta finalmente muovendosi è proprio quell’improvvisata di Shuzo che ritorna a casa, anzi a Casa con la maiuscola, perché in fondo ancora sente un legame con quel luogo. Ora il nostro Scarabocchio scoprirà la nuova attività del padre, e sono proprio curioso di vedere come la prenderà.
PS assolutamente baka: Yamaguchi, Sawamura......... ma siamo a Nankatsu o a Sendai? 🤔😂

Recensore Junior
29/06/20, ore 11:17

Se la tua intenzione era quella di avere una valle di lacrime nella quale rinfrescarti in queste giornate estive ci sei riuscita!!!!
Credo che uno Shuzo così sia qualcosa di meravigliosamente bello!
Quel che ha passato Shuzo è tutto racchiuso in quella presa stretta intorno al polso di Mamoru! T_____T
Mamoru come sempre si mette in prima linea per quei due zucconi dei Morisaki!!!!! Santo Mamo <3
E' maturato veramente tanto... E' cresciuto bene il tuo bimbo <3
(si lo so, non ho ancora recensito il pregresso ma non sono riuscita ad evitare di farlo qui :P)

Recensore Master
22/06/20, ore 22:59

E mentre Akio sembra aver cominciato a trovare una strada per uscire dalla sua palude personale, Shuzo si trova ad affrontare una situazione del tutto inaspettata e per certi versi destabilizzante. Ma andiamo per ordine. Akio che intrattiene una conversazione “strana” con quel ragazzino un po’ “storto” (nel senso meno negativo possibile) e non ne rimane infastidito né arrabbiato ma solo stupito per l’accettazione di questo comportamento sopra le righe già è un evento interessante. Poi il commenti o di Gaho che lo spinge a meditare sulla sua composizione perfetta ma senz’anima e a buttarsi in una nuova composizione che si dimostra un’opera meno perfetta ma assolutamente sofferta, in cui sono veramente presenti i suoi mostri, i suoi rimorsi e rimpianti e che raffigura perfettamente sia sé stesso sia i suoi figli, tanto che anche Riko riesce a percepirne la profondità. (Per la prima volta, in questo momento sono riuscito ad empatizzare con quest’uomo che finora avevo giusto tollerato, anche se i suoi errori non scompaiono e l’epifania di questo momento non può redimerlo del tutto).
Sull’altro versante abbiamo Shuzo che continua a incrociare sua nonna ed entrambi si ignorano a oltranza, ma questa volta Akina decide di voler fare il primo passo, esprimendo peraltro apprezzamento per il nipote, cosa che laacia perplesso e infastidito Shuzo che, istintivamente e non del tutto a torto, non crede a quanto sente. E alla fine arriva quell’invito a far visita alla casa di famiglia che lascia il Nostro a dir poco sconcertato.
Due notazioni a margine: in primis, a me, nonostante sia così granitica e per certi versi inflessibile, Akina continua a ispirare, anche quando afferma senza mezzi termini che Keitaro ormai non conta più nulla. Secundum, mi è piaciuto molto il modo di pensare di Shuzo che fa una sorta di schema sul prima e sull’adesso, soprattutto quella differenza tra lo “scopare con Ike”, elemento di puro scarico della tensione puramente egoista e il “fare l’amore con Mamoru” che invece è realmente un rapporto totalizzante e altruista.
Per finire, Shuzo, suo malgrado, sta comunciando a fare i conti con le somiglianze che lui e suo fratello hanno con il padre; una radice dolorosa ma che si sta rendendo comprensibile ai suoi occhi e, forse, non solo sopportabile ma, poco per volta, accettabile. Forse per entrambi sta iniziando realmente un percorso di guarigione, lento e tortuoso come solo loro sanno renderlo, ma ora forse possibile.

Recensore Master
16/06/20, ore 19:23

Che bellina la nonna. Forse avrebbe potuto fare qualcosa di più in passato per i suoi nipoti, ma era intrappolata anche lei in una società e in una famiglia per cui sei donna e non hai voce in capitolo. Keitaro diventa sempre più odioso ogni volta che appare, anche quando non fa nulla.
Shuzo sembra in pace con sé stesso, i suoi problemi si riducono alle composizioni di ikebana e al Kokoro. Ma non frega nessuno: per quanto dica che non gli importi nulla di Akio, è troppo rapido il modo in cui nota che c'è qualcosa di diverso, che c'è qualcosa di strano....
Staremo a vedere.

Ma quanto è cresciuto e maturato il nostro scarabocchio! Vederlo intento nel suo ruolo di sensei, con tutti i pensieri che si porta dentro e tutte le considerazioni che fa su sé stesso e sul mondo, non sembra proprio più lo scapestrato sguaiato e strafottente di un tempo.
Il modo di porsi nei confronti di quella supposta, quasi sicuramente, lontana cugina sono decisamente diversi da quelli che avrebbe tenuto un tempo, e anche il modo di spronarla e guidarla senza essere invasivo parlano di maturità e di un equilibrio raggiunto. Le radici però sono sempre lì a ricordargli che comunque lui, volente o nolente, è legato a quella famiglia e che in parte questa sia una sua scelta dato che certe radici, ancorché dolorose, continua a mantenerle vive.
L’incontro con Akina è interessante nella sua quasi non-esistenza. Entrambi si sono riconosciuti e squadrati ma nessuno dei due, per motivi diversi, uno per risentimento e l’altra forse per rimorso, ha fatto il primo passo, dimostrando di avere punti in comune caratterialmente.
E mentre Shuzo rumina i suoi pensieri riguardo le proprie radici, suo padre decide di darsi una possibilità di capire, e forse curare, le proprie cicatrici e si ritrova nuovamente davanti alla scuola di ikebana.
Come la prenderà Shuzo quando scoprirà questa nuova direzione nel percorso del padre? (perché sicuramente lo scoprirà, e sarà uno spettacolo interessante... :)

Recensore Master
08/06/20, ore 13:03

12 marzo, una data che riesce a smuovere in modi diversi sia il padre sia il figlio. Akio ormai è totalmente abbattuto da quei ricordi che impietosi tornano a fargli visita. Un figlio morto e l’altro perso, e allora basta un niente per riportargli alla mente quel momento devastante in cui non è più possibile illudersi che sia tutto un brutto sogno perché quel corpo freddo poggiato su un tavolo autoptico, coperto solo da un semplice lenzuolo bianco non può essere preso come un incubo, un’allucinazione. E quel ricordo scatena l’ennesimo attacco di panico che lascia Akio completamente svuotato.
E se fino a quel momento era convinto di avere ancora qualche possibilità di nascondersi, due semplici gesti sono li a dimostrare quanto lui si sbagli. Prina quel tentativo di chiamare il figlio superstite per augurargli buon compleanno che si risolve in una terrificante scena muta e poi la vera e propria fuga da quell’insegnante di ikebana che danno ad Akio la misura di quanto sia precipitato in basso e lo portano a farsi tutta una serie di domande sul perché abbia cercato in tutti i modi di distruggere quel figlio colpevole solo di essere diverso da lui. Il momento finale all’intorno di quella serra che con la sua potente vacuità è ormai è una sorta di mausoleo alla sua decostruzione e disfatta con sé stesso è un vero e proprio momento di catarsi che spinge Akio a cercare un modo di risalire verso la superficie dopo un vero e proprio viaggio dantesco agli inferi che però è giusto solo il primo passo di un percorso che si prospetta ancora lungo e doloroso. E io ti odio taaaaaanto perché mi stai obbligando a empatizzare con un personaggio che avrei preferito continuare solo a odiare neanche troppo cordialmente!
Sull’altro versante abbiamo poi Shuzo che il compleanno vorrebbe dimenticarlo ma che si trova invischiato sia dai “nipoti” che vogliono festeggiare chi a tutti gli effetti è un parente amato e i vecchietti, quella banda bassotti che, seppur ridotta nel numero, non vuole mollare la presa e lasciarlo andare per lo stesso motivo dei bambini. Su tutto ciò c’è Mamoru che lo scruta e lo legge ormai come un libro aperto e lo sprona ad aprirsi con lui senza ricorrere ai soliti trucchi per mascherarsi e si accorge senza il minimo sforzo di quanto Shuzo, nonostante si ostini a negare accampando disinteresse con strafottenza, sia preoccupato per la salute di quel padre che si ostina pervicacemente a voler ignorare, illudendosi di riuscirci ma inconsciamente stando ci male.
Nonostante tutto c’è speranza per questi due bakascemi che continuano a remare contro sé stessi con tutte le loro forze.

Recensore Veterano
08/06/20, ore 11:49

E così, tempo tre capitoli e hai fatto la magia di farmi empatizzare un pochino anche con Akio... MIRACOLO!!
Forse è ancora un po' più pena che tenerezza, quella che provo verso di lui, ma ci stiamo decisamente avvicinando alla sfera delle emozioni positive. Comunque, se papà Morisaki, qui, decide di darsi alle piante, non posso immaginare il colpo che piglierà a Shuzo, che chi sa perché sulle prime ho l'impressione che non la prenderà benissimo XD
Un'altra cosa che ho adorato di questo capitolo è il parallelismo tra Mamoru e Yumeko nel loro capire senza che i loro uomini parlino, e nel non lasciargliela passare liscia, seppur con delicatezza e senza insistere troppo. E il fatto che le dinamiche relazionali delle due coppie per alcuni aspetti si assomiglino non fa che mettere in luce anche le similitudini di Akio e Shuzo... perché alla fine, Shuzo è il figlio che assomiglia ad Akio, e forse non solo per la durezza in cui si sono avvolti per sopravvivere alle angherie della vita.

Alla prossima settimana! <3

Recensore Veterano
03/06/20, ore 21:12

Io te l'avevo detto che la scuola adatta a Shuzo è la Sogetsu. Sai quanto si divertirebbe con il materiale non convenzionale? XDXDXD

Recensore Master
03/06/20, ore 12:08

Come ho avuto modo di dire altrove, mamma Morisaki ha tutta la mia approvazione, e lo confermo. Nonostante abbia trovato tardi la forza di reagire, ha comunque un rapporto diverso con Akio e non rinnega i nipoti, Shuzo compreso, del quale anzi pare riesca a scorgere le qualità senza troppa fatica. Anche con Akio si dimostra propositiva, tanto da aprirsi e spronarlo a superare i suoi limiti, ganasce imposte dal padre che hanno rovinato la vita un po’ a tutti. Chi invece si conferma vecchio bastardo è Keitaro, che gli anni non hanno certo migliorato e che addirittura ha cancellato quel figlio colpevole prima di avergli dato un nipote degenere e fallato e poi di averlo difeso, arrivando anche a cercare di buttarlo fuori di casa come si farebbe con un sacco dell’immondizia (no credevo sarei mai arrivato a difendere Akio, ma tant’è, di fronte a un essere abominevole come suo padre...)
Sull’altro versante invece abbiamo Shuzo, che sembra aver raggiunto un suo equilibrio, soprattutto grazie a Mamoru (e questi due li vediamo belli impegnati in attività decisamente piacevoli, che non guasta... 😇), anche se sotto sotto continua a farsi paranoie per qualcosa, come se la tranquillità fosse un mostro orrendo da cui tenersi alla larga. E questa volta a mivare le sue certezze è quel senso di incompiutezza che si è insinuato nel suo ruolo di sensei.
Interessante anche come, suo malgrado, vedendo suo padre in condizioni non proprio ottimali, Shuzo si ritrovi a chiedere notizie a sua madre, salvo poi liquidare il tutto con un alzata di spalle (il cannibale che si risveglia e fa le bizze) che però mette chiaramente in luce quella dualità di sentimenti verso Akio che comincia a darsi strada, che lui lo voglia o meno.
Notazione a nargine puramente di divertimento, il modo che ha Shuzo di pensare a Kaede, che lui chiamerà mezzasega anche quando entrambi avranno i capelli bianchi, nonostante è chiaro il rispetto e l’affezione che prova per il suo kohai.
E un pensiero anche ai vecchietti, qualcuno dei quali non è più, e al modo tenero e ornai scevro da dolore che ha Mamoru di parlare con il suo vero primo amore, che comunque è rinasto tra loro come caldo ricordo per entrambi.