Recensioni per
Roots - Le radici di famiglia
di Melanto
Finalmente siamo arrivati ad una profonda consapevolezza per Akio, ha capito di averne fatte tante di minchiate... era l'ora. |
Se gli attacchi di panico fossero genetici avrebbe un senso quello che la madre racconta... ma in questo caso più che genetica è il caro nonnetto che ha portato questo bel problema a molti di loro. |
Come avevo previsto è scoppiata la terza guerra mondiale (non che fosse poi così difficile, il vaticinio). Se la visita a casa era stata una boccata d’aria, con tutto quello che si era portata appresso, la nostalgia, quello strano dolore che parlava di ricordi e sapeva di felicità nel ritrovare Yuzo nelle piccole cose e nei dettagli e negli odori di quella stanza rimasta esattamente come la ricordava, la scoperta della serra e, di conseguenza del nuovo hobby di suo padre hanno destabilizzato Shuzo, che litiga con sua madre ma che, suo malgrado si rende conto di essere nel torto e perdente di fronte a lei e a quel modo di farlo sentire sconfitto che finora era solo prerogativa di suo fratello. E quindi l’unica scelta, non potendo contemplare di poter ammettere di essere in torto, è la fuga. Ma l'universo questa sera ha deciso di infierire e durante la cena c’è la mazzata finale: non solo Akio coltiva piante, ma da mesi frequenta una scuola di ikebana. |
Akio si sta sfaldando sempre più, eppure in questo suo sfaldarsi comincia ad avere le prime rivelazioni sul passato, sul perché e come è giunto ad un certo punto. |
Spesso il corpo ci lancia dei segnali che oramai non siamo più in grado di cogliere... |
Un piccolo passo avanti nella riconquista del figlio. |
Mamoru che si sveglia e si trova solo nel letto e trova il suo sballato sul divano che brinda “con” suo fratello. E qui rivediamo di nuovo uno Shuzo tormentato, nonostante faccia di tutto per mascherare la sua situazione. Ma ancora non ha capito, a quanto pare, che per Mamoru ornai è un libro aperto, e anche se ancora riesce a nascondere qualcosa, ormai per il compagno l strada è aperta. E da questo nasce la necessità per Mamoru di parlare con Yumeko, perché è lampante che Shuzo sia preoccupato per suo padre. |
Se la tua intenzione era quella di avere una valle di lacrime nella quale rinfrescarti in queste giornate estive ci sei riuscita!!!! |
E mentre Akio sembra aver cominciato a trovare una strada per uscire dalla sua palude personale, Shuzo si trova ad affrontare una situazione del tutto inaspettata e per certi versi destabilizzante. Ma andiamo per ordine. Akio che intrattiene una conversazione “strana” con quel ragazzino un po’ “storto” (nel senso meno negativo possibile) e non ne rimane infastidito né arrabbiato ma solo stupito per l’accettazione di questo comportamento sopra le righe già è un evento interessante. Poi il commenti o di Gaho che lo spinge a meditare sulla sua composizione perfetta ma senz’anima e a buttarsi in una nuova composizione che si dimostra un’opera meno perfetta ma assolutamente sofferta, in cui sono veramente presenti i suoi mostri, i suoi rimorsi e rimpianti e che raffigura perfettamente sia sé stesso sia i suoi figli, tanto che anche Riko riesce a percepirne la profondità. (Per la prima volta, in questo momento sono riuscito ad empatizzare con quest’uomo che finora avevo giusto tollerato, anche se i suoi errori non scompaiono e l’epifania di questo momento non può redimerlo del tutto). |
Che bellina la nonna. Forse avrebbe potuto fare qualcosa di più in passato per i suoi nipoti, ma era intrappolata anche lei in una società e in una famiglia per cui sei donna e non hai voce in capitolo. Keitaro diventa sempre più odioso ogni volta che appare, anche quando non fa nulla. |
Ma quanto è cresciuto e maturato il nostro scarabocchio! Vederlo intento nel suo ruolo di sensei, con tutti i pensieri che si porta dentro e tutte le considerazioni che fa su sé stesso e sul mondo, non sembra proprio più lo scapestrato sguaiato e strafottente di un tempo. |
12 marzo, una data che riesce a smuovere in modi diversi sia il padre sia il figlio. Akio ormai è totalmente abbattuto da quei ricordi che impietosi tornano a fargli visita. Un figlio morto e l’altro perso, e allora basta un niente per riportargli alla mente quel momento devastante in cui non è più possibile illudersi che sia tutto un brutto sogno perché quel corpo freddo poggiato su un tavolo autoptico, coperto solo da un semplice lenzuolo bianco non può essere preso come un incubo, un’allucinazione. E quel ricordo scatena l’ennesimo attacco di panico che lascia Akio completamente svuotato. |
E così, tempo tre capitoli e hai fatto la magia di farmi empatizzare un pochino anche con Akio... MIRACOLO!! |
Io te l'avevo detto che la scuola adatta a Shuzo è la Sogetsu. Sai quanto si divertirebbe con il materiale non convenzionale? XDXDXD |
Come ho avuto modo di dire altrove, mamma Morisaki ha tutta la mia approvazione, e lo confermo. Nonostante abbia trovato tardi la forza di reagire, ha comunque un rapporto diverso con Akio e non rinnega i nipoti, Shuzo compreso, del quale anzi pare riesca a scorgere le qualità senza troppa fatica. Anche con Akio si dimostra propositiva, tanto da aprirsi e spronarlo a superare i suoi limiti, ganasce imposte dal padre che hanno rovinato la vita un po’ a tutti. Chi invece si conferma vecchio bastardo è Keitaro, che gli anni non hanno certo migliorato e che addirittura ha cancellato quel figlio colpevole prima di avergli dato un nipote degenere e fallato e poi di averlo difeso, arrivando anche a cercare di buttarlo fuori di casa come si farebbe con un sacco dell’immondizia (no credevo sarei mai arrivato a difendere Akio, ma tant’è, di fronte a un essere abominevole come suo padre...) |