Recensioni per
L'Ombra del Vento
di marea_lunare

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Veterano
30/12/20, ore 23:40

Intensa e coinvolgente, una storia breve ma piena di sentimenti a volte difficili da esprimere. Mi è piaciuto molto il tuo racconto, ed anche il modo con cui hai descritto i sentimenti sia di John che di Sherlock. Credo sia stato un magnifico tributo all'autore e anche un bellissimo spaccato della storia di questi due personaggi nella loro quotidianità, condita splendidamente da quelle emozioni della parte che perde. Complimenti e buone feste!

Recensore Master
01/07/20, ore 08:27

Sarò sincera con te: nella marea di ff e di Autori che scorrono nella Sezione, purtroppo, più di qualche elemento mi sfugge e si perde nella corrente. Ti dirò che sono stata “richiamata” qui dal titolo che hai pensato per questo pezzo: un titolo quasi poetico, evocativo, che mi ha invitato a leggerti. Mi sono poi resa conto, dalle info nelle Note relative alla storia, che hai fatto riferimento al romanzo di Carlos Ruiz Zafon che, sinceramente non conosco. Vista la carica emotiva che, ciò che hai scritto, mi ha provocato, penso proprio di leggere ciò che hai scelto come ispirazione per la tua ff. Sinceramente, è una storia bellissima, relativamente corta che, però, in poco spazio, racchiude molte tematiche e tanta Johnlock, di cui io sono un’inguaribile appassionata.
Uno dei punti di forza di questo tuo pezzo è la figura di Rose, che arricchisce ulteriormente, con la sua presenza, ciò che lega i due di Baker Street. L’inizio del capitolo ci accoglie con l’ “abbraccio” di un 221b che sembra proprio aver ritrovato un equilibrio. Racconti efficacemente e credibilmente la quotidianità che segna un percorso, se non ho capito male, di pacificazione, di affetti che consolano e proiettano i desideri nel futuro. Dal punto di vista temporale, siamo, penso, nel post S4 e, tra Sh e John, sembra tutto orientato ad una positiva presa di coscienza di ciò che lì lega da sempre, da quel loro indimenticabile, primo incontro nel laboratorio del Barts, sorridente complice il prezioso Mike Stamford.
Quindi, per quanto riguarda la loro situazione sentimentale, siamo ancora, se non mi sbaglio, nel “non detto” e nel “ non fatto”, in quel limbo di speranze, paure, desideri, esitazioni dovute al non voler rovinare tutto ciò che poteva essere ed ancora attende una via per esprimersi. Mi vien da pensare che, quel bacio che Sh lascia sulla fronte di John, sia la prima esplicita manifestazione d’affetto tra loro. Troverei, infatti, la conferma in quel restare interdetto di John di fronte a quel gesto tenero, ma insolito, da parte di chi, fino a quel momento, non ha mai lasciato che il suo cuore si esprimesse chiaramente.
A questo proposito, hai saputo illuminare la figura del consulting con una luce nuova, di rassicurante prendersi cura di chi, per lui, evidentemente, è molto importante, costituisce, assieme a Rosie, la sua famiglia, la sua speranza per il futuro. Tutto ciò lo esprimi efficacemente in quella sequenza di immagini in cui, mentre la bambina sta leggendo, sforzandosi di farlo bene, un passo del libro, Sh, percependo il dolore che aggredisce improvvisamente John, prende magnificamente in mano la situazione, gestendo con sicurezza l’ingenuità della piccola che non comprende fino in fondo l’improvviso cambiamento d’umore del padre. Holmes riesce a mandarla a letto, con naturalezza, senza forzature, per poi dedicarsi a John. Vediamo, all’inizio della sequenza cui accenno, Sh
lancia un’occhiata per “accertarsi che non fosse accaduto nulla”, poi quel rimanere “con le mani a mezz’aria....sopra i tasti del computer”, e quindi passa all’azione occupandosi di Rose. Tutto lo porta, infine, ad occuparsi con tenerezza del suo “conduttore di luce”, con un gesto che esprime tutto l’amore del mondo.
In tutto questo inserisci, appunto, la figura della bambina, che fai agire in modo credibile e verosimigliante, rispetto ai comportamenti dei bambini della sua età. La figura di Mary è sbiadita, ormai lontana ( meno male) e la “riabiliti, grazie al sincero, commovente dolore di John nei confronti di una situazione in cui c’è una vittima incolpevole che è di fatto senza madre. Questo tuo modo di trattare il rapporto dei coniugi Watson mi è piaciuto molto perché non indugi in trame oscure o inquietanti, doppie personalità ma salvi quello che è il cuore, al di sopra di tutte quelle che diventano connotazioni negative. Mary, infatti, è morta e rimane, deve comunque rimanere, il vuoto del suo ruolo fondamentale nella vita di Rosie. Tutto il resto appartiene, ormai, ad una tempesta che sta passando. Il tuo stile è piacevole, scorre senza inutili intoppi melodrammatici. Non manca una preziosa nota d’ironia che affiora nella scena in cui John arriva a casa con un sacco di libri ed i titoli attirano l’attenzione schifata di Sh. Meraviglioso quel “...Fingiti interessato...” e quel muto, ma struggente, rappresentare con le dita l’età di Rosie.
La qualità di ciò che racconti, inoltre, viene affidata a quel filo conduttore che individui nell’opera di Zafon, che sicuramente leggerò: me ne hai trasmesso il desiderio di conoscerla.
Complimenti, un ottimo pezzo.
P.S. Mi piace molto la foto che hai scelto per il tuo profilo...

Recensore Master
22/06/20, ore 20:36

Ciao, per prima cosa lasciami dire che sono davvero molto felice di ritrovarti e di leggere ancora una tua storia, dopo il mega recuperone che ho fatto qualche mese fa questa volta ce l'ho fatta a leggere la fanfiction per tempo. Recensione un po' dolceamara questa, non perché la storia non mi sia piaciuta, anzi! Ma ovviamente il motivo che ti ha spinto a scrivere questa storia, la ragione per cui siamo qui è immensamente drammatica. Ho naturalmente sentito della morte di Zafon, ho anche a casa molti dei suoi libri ma non li ho mai letti e credo che appena finisco quello che sto leggendo leggerò proprio L'ombra del vento. Non è la prima volta che ti vedo scrivere storie dopo delle tragedie accadute nella vita reale, comprendo naturalmente il bisogno fisico di imprimere sulla carta una sofferenza che si sta vivendo nel mondo reale (inteso come fuori dai internet), lo hai fatto spesso, come se tentassi di esorcizzare in qualche modo il dolore e lo facessi attraverso la scrittura. Ho notato però un cambiamento rispetto al passato, se le tue storie passate (penso a quella che scrivesti dopo gli attentati di Londra) erano permeati di morte, qui invece la morte c'è, ma non sfiora direttamente John e Sherlock. Ormai da te mi aspetto sempre un po' delle tragedie, e ogni volta che ti leggo ne sono già preparata, dato che spesso hai ucciso l'uno o l'altro, in questo caso la morte che affrontano è quella di Mary. Siamo distanti temporalmente da The Six Thatcher, Rosie ha otto anni e tra John e Sherlock si è anche instaurata una relazione intima di carattere romantico. Quindi si presume che il dolore sia passato e io credo sia davvero così, ma di tanto in tanto riaffiora il senso di colpa e la tragedia di questa bambina che crescerà con due papà meravigliosi (o un papà e uno zio), ma che non conoscerà mai sua madre. Il collante tra John e la sofferenza è Rosie, con le sue domande ingenue e un po' innocenti.

Ho trovato la storia immensamente poetica, non ho letto il romanzo che hai citato (o per meglio dire, attorno alla di cui idea hai costruito questa storia), però l'ho trovato un bellissimo omaggio a un grande scrittore, che tu hai fatto a mio avviso nel migliore dei modi. Non devi convincere il lettore della bellezza de L'Ombra del vento, i lettori lo sanno già e chi non ha mai letto il libro come me, ne è sicuro perché il tuo amore traspare dalle parole. Qui è Sherlock quello da convincere, lo sguardo scettico che non ama i romanzi, che rimprovera John per aver comprato a Rosie racconti tipicamente per bambini (come se dovesse leggere chissà che cosa!) e che prende quasi in giro John stesso per i suoi gusti letterari. Sherlock è un uomo con uno spirito critico profondamente sviluppato, non stento a credere che abbia aspettative alte in tal senso. Lui con la sua cultura immensa, con la curiosità che lo contraddistingue, è più uno da saggistica. Per leggere un romanzo, questo lo deve conquistare. E qui succede, il bellissimo tuo omaggio a uno scrittore che hai amato e che continuerai ad amare sta proprio qui, convincere Sherlock Holmes, il genio per eccellenza, dell'effettiva validità di uno scrittore e di un libro nello specifico. Ed è ciò che succede, Sherlock ne viene rapito. Resta sveglio non a lavorare, non a pensare, ma a leggere. Viene rapito dalle parole, da questo racconto che naturalmente rimanda anche alla loro vita, alla sua e di John, alle domande di Rosie, la sua curiosità innocente riguardo Mary, il suo non capire che in parte è ancora una ferita aperta. Mi è piaciuto, come le citazioni entrano nella vita di queste persone che sino ad allora vivevano totalmente serene, e la sconvolgono. Non credo che un libro debba fare necessariamente questo per essere un buon libro, io credo debba divertire e conquistare, magari anche farti pensare (e non sarebbe male se più persone lo facessero), ma non deve necessariamente parlare della tua vita passata, non deve proprio farti ricordare qualcosa di te. Però qui succede, e può succedere a tutti quanti e non soltanto nelle fanfiction. E tu ce lo descrivi magnificamente. Ho trovato dei miglioramenti stilistici rispetto alle tue storie passate, e una delicatezza che esce da Zafon e passa direttamente a te, che mi ha molto colpita e convinta a leggere questo libro, che già mi è stato descritto come bellissimo.

Un'ottima lettura, complimenti.
Alla prossima, spero presto.
Koa