Recensioni per
Figlio dell'amore, figlio del dovere
di NPC_Stories

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
26/01/21, ore 00:29

Ciao!
Eccomi qui: sono stata molto contenta che tu mi abbia proposto questa storia, perché è stata una lettura che ho apprezzato davvero molto.
Non ho letto tantissime storie tue, ma credo di poter affermare che una delle cose cose più apprezzo della tua scrittura è la capacità di racchiudere mondi precisi, fatti di leggi, consuetudini e legami complessi e radicati in uno spazio piuttosto breve. Non ho mai letto delle tue long, ma solo storie autoconclusive, e tutte, pur essendo molto diverse per trame e ambientazione, hanno in comune questa capacità di fissare in maniera precisa delle linee cardine molto solide, uno scheletro capace di sorreggere perfettamente la narrazione.
Questo succede anche in questa storia che, nonostante il finale che è una bella apertura su uno scorcio di speranza, mi ha molto immalinconita. Mi ha molto colpita da subito il titolo, perché credo tu abbia saputo trovare delle immagini molto evocative, capaci di schiudere dei mondi e soprattutto di aprire molte domande alla mente del lettore, che inevitabilmente si ritrova attratto e incuriosito, con la voglia di scoprire se e come queste figure possano sovrapporsi o avvicinarsi. Leggendo, diventa chiaro che il titolo ha un significato quasi didascalico, ma la definizione così precisa e opposta di questi due figli, che ricorre anche nel titolo, aiuta subito a tracciare una distinzione netta non solo del rispettivo carattere, ma anche della differente visione del mondo che i due giovani (scusa, devo fare la battuta stupida: ammetto di aver sorriso più del dovuto nel considerare "giovane" un baldo centenario XD) sviluppano. E, tra l'altro, proprio l'accento sul quel loro essere figli è secondo me interessantissimo, perché mette subito in campo uno dei temi fondamentali della storia: sono entrambi figli, sì, ma sono figli di un padre che nessuno dei due sente di riuscire a sfiorare e a "possedere", e proprio il rapporto con le figure genitoriali (quelle che sono tali per il sangue, ma anche quelle che sono tali per i comportamenti e l'affetto che si è sviluppato) è il perno attorno a cui si sviluppa anche il legame tra i due fratelli.
Ho trovato davvero molto interessante come tu sia riuscita a dipingere tanto vividamente i caratteri così diversi di questi due personaggi, e ho apprezzato anche moltissimo il modo in cui hai strutturato la storia, con questi paragrafi che si alternano e si distinguono molto anche dal punto di vista grafico, in modo tale che le diversità di carattere dei due fratelli emergano anche e soprattutto per contrasto.
La cosa che più mi ha stretto il cuore di questa storia è la lucidità e la precisione con cui sei riuscita a mettere in luce quanto, spesso, le persone siano davvero delle isole, e quanto sia difficile comunicare per davvero, mostrare chiaramente i propri sentimenti e trarre qualcosa di costruttivo da essi. Per buona parte della storia i personaggi, tutti, sono chiusi ognuno nella propria bolla, nella propria prospettiva che per definizione è distorta e non oggettiva, e la posizione di ognuno di loro è perfettamente comprensibile da un osservatore esterno, ma non lo è ovviamente dal loro punto di vista, che è falsato da incomprensioni e non detti che non fanno altro che allontanarli sempre di più. Insomma, credo che tu abbia saputo mettere in luce un aspetto terribilmente realistico dei rapporti interpersonali.
Ed è bello che, alla fine, ci sia un moto di speranza, un rischiararsi della situazione dato dall'apertura a questo contatto più diretto, dove finalmente c'è una reale comunicazione e la condivisione di una condizione: le differenze tra Tazandil e Fisdril rimangono e non vengono annullate, ma i due riescono a scoprire un terreno in comune in quell'assenza di un concreto affetto paterno che li può portare a un rapporto improntato alla costruttività, e questa è una cosa che mi piace moltissimo.
Insomma, questa storia mi è piaciuta davvero molto: l'ho trovata coinvolgente e matura, capace di rendere in maniera molto concreta una complessità di rapporti che non è facile rappresentare in un racconto autoconclusivo.

Recensore Master
23/09/20, ore 14:33

Ciao, eccomi qui per lo scambio del giardino. Che posso dire, non ho mai giocato a Dungeons & Dragons ma amo profondamente il fantasy e gli elfi, perciò sono felice di essermi fermata a leggere questa bella storia. Ho apprezzato molto il modo in cui esponi i sentimenti e i pensieri di tutti i protagosti, in particolare, ho sofferto molto per Fisdril. Purtroppo, il padre di questi due fratelli è uno sciagurato. Uno smidollato che non ha saputo amare i suoi figli quanto la sua prima moglie, e questo è palese. Per fortuna Fisdril dimostra di aver ereditato dalla defunta madre anche il buon senso, ( le donne ne sono quasi sempre dotate più degli uomini) oltre che la bellezza. Lo si evince dal modo in cui riconosce nel fratello minore l'astio nei suoi confronti, la rabbia e probabilmente l'invidia che prova, sempre per colpa di quel padre degenere. La figura di Lekherya è molto intensa e affascinante: una guerriera ma soprattutto una donna saggia, amorevole nei confronti di entrambi i suoi figli, perché penso che consideri veramente Fisdril come un figlio a tutti gli effetti. Anche Tazandil lo rimarca, ed è bellissimo vedere crearsi un rapporto importante quanto quello fraterno, in un battito di ciglia, quando le incomprensioni si chiariscono e ci si scopre più simili di quanto si pensasse. Mi è piaciuta moltissimo, sul serio. Lo spessore degli argomenti trattati e dei personaggi, compresa la loro caratterizzazione, è perfetta.
Un unico appunto, l'impaginazione del testo che andrebbe sistemata, ma penso che tu lo sappia già benissimo. A parte questa piccola svista che un po' distrae, la lettura è stata piacevole, perciò tanta roba.
Complimenti davvero!
Tea.

Recensore Master
13/08/20, ore 20:51

Questi due sono ADORABILI. Apprezzo tantissimo questi insight su personaggi che non sono centrali, ma che creano un mosaico attorno a quelli che invece hanno più palcoscenico. Non avevo mai pensato al rapporto che Taz ha con il fratello: e sono felice di sapere che alla fine le cose sono andate per il meglio, proprio perché sono TANTO diversi.
Sono anche contento di sapere che Taz alla fine ha conosciuto l'amore attraverso non solo sua madre e suo fratello, ma anche attraverso una moglie e suo figlio Johel. Insomma, come si fa a non voler bene alla famiglia di Johel, disfunzionalità a parte?
Il padre comunque è uno stronzo.

Recensore Master
30/07/20, ore 19:25

Cara Npc,

Questa è una di quelle storie in cui mi immergo per riemergere frastornata e soddisfatta. In questa shot hai messo in campo tantissimi argomenti che mi piacciono e li hai espressi bene. Il protagonista è Tazandil, il figlio del dovere “che non ha fantasia per sospettare che il padre non sia un buon capo.” Già questo modo di presentare il personaggio mi piace immensamente. È giovane e vorrebbe, come tutti, l’amore di chi non lo ama. Non si rende conto di avere una madre che è un’elfa straordinaria, ma stravede per questo padre che rinfocola la sua gelosia in nome di un amore perduto e del suo simulacro, interpretato dal figlio maggiore. E il modo in cui racconti le vicende complicate del capoclan degli Arnavel mi è piaciuto moltissimo, perché l’hai fatto con una prosa molto diretta, spiegando un intrico semplice solo all’apparenza in modo perfetto, chiaro, senza ombre.

Il capoclan è una figura meschina nel suo dolore, che rimpiange a ogni sospiro la prima moglie defunta e sposa la propria amica del cuore più per dovere che per altro, tanto che questa unione, pur generando Tazandil, non si risolve nemmeno in un’amicizia affettuosa. Una volta che Lekherya partorisce il proprio figlio, anzi, il matrimonio cessa di fatto di esistere per essere solo una mera formalità. Questo capo irraggiungibile che vive nel passato è il cruccio di entrambi i suoi figli, ma prima di parlare di Elashor e di quanto, oltre a non essere un buon capo, non è neanche un buon padre, voglio fare una considerazione.

Questa tua storia è recente rispetto alle altre, ma cronologicamente si pone molto prima, è quasi un mito fondante: e trovare in una storia ambientata in epoche antiche due fratelli e un padre che è quasi un fantasma egli stesso mi fa venire in mente altri miti fondanti, primo tra tutti quello tra Romolo e Remo. Il fatto che Elashor sia così distante mi fa anche pensare a quanto lui appaia buio e lacrimoso e, al contrario, la sua seconda moglie spicchi e luccichi. È lei che mantiene un dialogo con Fisdril, figlio non del suo ventre ma del suo cuore, è lei che parla col giovane elfo appena tornato per spiegargli cosa prova il fratellastro ed è sempre lei ad accollarsi la sofferenza di un matrimonio politico e di facciata con un amico per il bene della comunità, perché Elashor altrimenti non ce la fa. Lei è il perno e lei la madre, che, infatti, i due fratelli si contendono. Certo, l’immagine di Lady Aelrie, complice anche il nome, affascina chi legge con il suo destino infelice e il sospetto che si tratti dell’anima gemella del capoclan, ma Lekherya ha assolutamente tutta la mia simpatica.

E ora veniamo ai due fratelli. Adoro questo tipo di rapporti perché sono complicati. Tazandil si sente da sempre defraudato dell’affetto del padre dal figlio dell’amore, dal vincente e brillante Fisdril, ma è solo conoscendolo che scopre come entrambi soffrano delle stesse mancanze. È un dialogo non facile, il loro, dato che Fisdril si è dovuto/voluto allontanare per non vedere quella che considera la propria vera madre ignorarlo a favore di un neonato figlio del suo ventre e Tazandil sa di essere nato per una mera ragione matematica, perché è meglio avere due eredi che uno, la casata ne trarrà beneficio. Si vive male in tutti e due i modi, però. A essere simulacro di una donna morta e a essere una pedina in una scacchiera che vale comunque meno del primogenito. Ciò che emerge è che Elashor probabilmente non ama nessun membro della sua famiglia: è distante da tutti e vicino solo al ricordo di una donna fantasma. È indicativo ciò che dice Fisdril, a tale proposito: “mi ama per non odiarmi.” Questo concetto mi ha fatto tornare in mente un personaggio dei Buddenbrook, il figlio di un primo matrimonio d’amore che, avendo la stessa colpa di Fisdril, veniva però odiato in eterno dal padre che lo riterrà per tutta la vita responsabile della morte della madre.

Il rapporto tra Fisdril e Tazandil avrebbe potuto creparsi per sempre dopo l’inizio burrascoso, ma dando una svolta a quella che è, in genere, la vulgata in tal senso, hai creato un punto d’incontro e un dialogo molto bello e a cuore aperto dove il maggiore mostra la saggezza e la schiettezza necessarie per conquistare il fratello più ombroso. E lo ribadisco, il risultato mi è piaciuto tanto, l’ho trovato intenso e trascinante. Ti faccio i miei più sentiti complimenti e ti ringrazio per questa bellissima lettura. A presto,
Shilyss

Recensore Master
02/07/20, ore 22:41

Ho visto una OS nuova e mi sono fermata immediatamente qui. ^^
Dunque, non amo gli elfi per la loro impalcatura sociale, per tutta questa "armonia con il mondo" che mi sa di un'ipocrisia tutta umana, e forse per questo questi due fratelli capaci di ammettere invidia, antipatia, rabbia mi hanno piacevolmente sorpresa.
La vicenda ha un sapore amarognolo, sebbene non sia propriamente tragica (escludendo la morte della madre di Fisdril che, però, per noi lettori è solo un nome) e, per quanto finisca bene, coi due fratelli che trovano un punto d'incontro, qualcosa in comune su cui costruire un rapporto, non si può nemmeno parlare di un vero lieto fine, perché rimane la storia di un amore negato, di due ragazzi che, pur avendo un padre, è come se non l'avessero, e forse è persino peggio.
C'è molta malinconia di base, che si percepisce molto bene nel primo figlio, mentre nel secondo ha ancora il sapore della rabbia giovanile.
Hai reso molto bene la differenza di carattere, ma anche quella dovuta all'età, una differenza marcata sin dal titolo.
La narrazione è molto pacata, scorrevole e molto gradevole. È tutto raccontato in modo chiaro, che permette al lettore di individuare ogni personaggio.
Devo dire che l'ho trovata una lettura rilassante.
Alla prossima. ^^