Ciao!
La storia mi aveva già attirata dal brevissimo estratto che avevi postato su fb prima di pubblicare, poi sapendo che partecipa al “gioco” sono corsa ancora più veloce a leggerla una volta pubblicata sul sito, prendendo due piccioni con una fava!
E niente, che splendore! Si è presa un posto di diritto tra le ricordate dopo la prima, straziante, lettura. Ho amato tantissimo la storia, come hai saputo costruire la flash, la tua protagonista… cercherò di andare con ordine quanto più possibile, perché la storia si merita una recensione per bene (non so se riuscirò a essere all’altezza, ma ci si prova).
Parto dalla cosa forse meno rilevante ma che merita una menzione: Peaky Blinders e Birmingham! Sappi che ho amato il piccolo omaggio e sentivo parlare i tuoi personaggi con il loro – spesso incomprensibile ma dannatamente affascinante – accento.
Bellissimo anche come hai strutturato la flash, intervallandola con la canzone e riuscendo a presentare tutto il percorso del tuo personaggio in così poche parole (ehm, sì, per me cinquecento parole sono troppo poche, ma tu hai saputo fare una magia unica con queste).
Ho amato il rapporto padre e figlia che hai delineato (in generale è un tipo di rapporto su cui mi piace leggere e interrogarmi, ma questo legame è semplicemente meraviglioso), fatto di piccole cose, che sono però quelle che restano di più nel cuore delle persone, come quell’idromele bevuto seduto su un bancone, il padre che fa ballare Hestia per le strade, il tè corretto con whisky (così, a caso, ha tutto il mio amore e rispetto per averlo scelto irlandese XD), e i geloni tra le dita. Non so se abbia senso, ma il passaggio dell’infanzia lungo il fiume, in mezzo al fango e tra pioggia e sangue l’ho amato: con poche coordinate realizzi l’immagine meravigliosa di questo padre che cresce la figlia insegnandole a combattere, a non piangere mai, a prendersi cura della sorellina. E lo fai tramite dettagli che sanno proprio di “addestramento”, o forse sono io che leggo oltre del semplice fango e il sangue, ma sapi che, forse irrazionalmente, quelle righe sono le mie preferite.
Bene, vediamo di andare ^^’. La scena dell’addio e del passaggio di testimone è straziante, un dolore che fa male e ti rimane dentro, e poi Hestia che, costretta a crescere in fretta per prendersi lei cura della famiglia, ora, senza versare una lacrima inizia a insegnare la lezione alla sorellina… non ho parole, ma ho riletto più volte con un po’ di lucciconi agli occhi (ho il terribile difetto di immedesimarmi troppo con ciò che leggo, ma sappi che un pezzo del mio cuore si è sentito come se ci fossi stata io, al posto di Hestia: mi hai fatto venire i brividi).
Questa tua caratterizzazione di Hestia tanto tenace, resiliente e guerriera mi è piaciuta tantissimo, e di sfuggita cito anche la madre, che a sua volta ho apprezzato tanto, con quel suo essere soldato in forma più silenziosa e in disparte, ma sempre ugualmente potente.
Niente, è meglio che ti lasci prima di riempirti di altre parole vuote, ma ho davvero amato la storia (e, aiuto, sarà difficile scrivere storie all’altezza di quelle che avete già postato!), l’ho riletta non so quante volte.
Un abbraccio e a presto,
Maqry |