Recensioni per
Reietti (E morir m'è dolce)
di Nirvana_04

Questa storia ha ottenuto 47 recensioni.
Positive : 47
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
29/11/21, ore 00:01
Cap. 1:

Ciao!
Ho trovato questa Drabble tramite la mia stessa categoria ne "Gli Oscar della penna". Non leggo mai cose diverse da One Shot e Long, ma mi ha molto colpito, perché pericolosamente efficace nella sua sintesi.
Giocavi in casa con me, perché adoro la coppia Remus/Sirius in ogni sua sfumatura e forse per questo mi hai colpito a fondo.
Metto questa raccolta nelle da ricordare, perché vorrei leggerla tutta appena ho un attimo di tempo, dato che il tema: solitudine e cicatrici, mi è molto caro.
A presto
vi

Recensore Master
04/02/21, ore 19:59
Cap. 1:

Ciao, anzitutto devo ringraziarti per avermi linkato questa raccolta. Nella mia perenne sbadataggine, soprattutto quando si tratta di altri fandom (altri rispetto a quello che frequento di solito), è certo che non l'avrei mai scovata e mi sarebbe dispiaciuto davvero, specie ora che la leggo perché è davvero stupenda. La coppia Sirius/Remus non mi è mai dispiaciuta, per quanto io non vada a cercarmi fanfiction leggo con piacere questa tua doppia drabble, raccontata da due punti di vista differenti, ovvero quello di Sirius e quello di Lupin. Poi arriverò anche a parlare della trama, ma intanto vorrei soffermarmi un istante sul titolo perché è una delle cose a cui faccio di solioto caso immediatamente.

Ho trovato quantomeno particolare la tua idea d'intitolare questa raccolta come "Reietti". Particolare perché sottintende già dal primo capitolo quanto il tuo progetto sia a più ampio respiro, e già questa la trovo una cosa apprezzabile perché significa che il progetto è ben ponderato. Cioè, mi viene da pensare che già con queste due prime drabble tu sapessi perfettamente cosa stavi costruendo. Mi incuriosisce il motivo per cui hai intitolato questa raccolta "Reietti", e infatti mi ci sono soffermata un istante per pensarci bene. Presumo che c'entri con i personaggi o le coppie su cui sono incentrate le varie Drabble. Ho in mente anche le altre coppie da te usate e mi verrebbe da pensare che tu abbia incentrato il tutto sul senso di esclusione, sul sentirsi mai del tutto accettati o quantomeno sbagliati. Sull'aver perso qualcosa, ecco. Se ancora non ho letto le successive Drabble, quel che è certo è che il concetto calza a pennello per questa prima storia. Avanzi, questo è il titolo specifico che le hai dato. Molto corto, ma senz'altro singificativo. Lascia intendere alla perfezione cosa tu intenda dire. Gli avanzi, li citi anche nella storia, sono le parti che rimangono, quelle che sono sopravvissute. Nel caso di Sirius a uccidere buona parte di lui (in senso metaforico, s'intende) sono state le accuse ingiuste, la separazione da Harry (che io ritengo abbia inficiato molto sul suo stato d'animo), e non ultima la prigionia ad Azkaban. Sappiamo che i dissennatori su di lui non hanno mai avuto troppo effetto, forse perché non si sentiva in colpa per qualcosa. Ma quel che è certo è che il Sirius che si riunisce a Remus in quell'abbraccio che ricordo molto bene, cinematograficamente fa il suo bell'effetto, è senz'altro il Sirius avanzato. Quello che è sopravvissuto dalla solitudine e dal dolore per la perdita e che ha patito al pari di una sconfitta. Sono avanzi e Remus se ne accorge. Lo nota dal sorriso, dalle pieghe del volto e in maniera particolare dal silenzio dentro al quale si perdono e che non spezzano ancora con parole che, al momento, sarebbero superflue. In quel silenzio ci sono tredici anni di solitudine, per entrambi, e tutti e due loro ne sono al corrente.

Prima di parlare della seconda drabble, voglio soffermarmi un istante sulla struttura. Ho particolarmente apprezzato il fatto che la descrizione dell'uno o dell'altro ovvero l'analisi fisica, emozionale e scenica, venisse fatta dal punto di vista dell'altro. Cioè, nella prima Drabble dove ti soffermi a parlarci di Sirius è in realtà Remus che racconta e osserva. Non sono storie intimiste che scavano nell'animo dell'uno o dell'altro, sono storie che guardano all'altra persona e colgono i dettagli. Scelta particolare, molto indovinata e che particolarmente esaltante, lo confesso. Oltretutto, lo stile è impeccabile. Mi ricordavo che scrivessi bene (perdonami, credo sia dai tempi de "Il tredicesmo Re" che non leggo qualcosa di tuo, credo quindi dal... 2018! Troppo tempo è passato, shame on me!), ma da come ricordavo sei migliorata moltissimo. Questo è senz'altro un prodotto totalmente diverso dal Tredicesmo Re e che si presta più a uno stile poetico, ma è molto lirico ed evocativo. Mi è piaciuto moltissimo.

Nella seconda Drabble invece osserviamo Remus dagli occhi di Sirius. Già sappiamo quello che quest'ultimo ha passato ad Azkaban e sia leggendo il libro (il terzo, in particolare) che guardando il film la mia attenzione si è sempre soffermata su Sirius. In realtà la Rowling sottintende spesso, e alcune volte lo dice chiaro e tondo, che anche Lupin non deve aver vissuto una vita splendida. La solitudine, infatti, è anche la sua. Perché se a scuola aveva degli amici che lo supportavano e lo seguivano nelle notti di luna piena, dopo Hogwarts e dopo la morte di Lily e James, anche Lupin ha perso tutto quanto. E Sirius lo sa. Molto interessante il ritorno del concetto di "Avanzi" mentre è chiaro da un lato che Sirius è un uomo avanzato da ciò che era e che non lo accetta del tutto, Remus invece è come se avesse accettato di vivere di avanzi passivamente. La differenziazione del carattere dei due è molto netta, sono due persone algi antipodi e questo è più che evidente, ma tu lo hai sottolineato con una delicatezza assoluta. Quasi non si nota, bisogna scavare nei dettagli più di quanto si faccia di solito in una drabble. Si scava e si trovano due uomini distrutti da una vita che è stata profondamente ingiusta con entrambi, ma che finalmente si ritrovano dopo tanto tempo. Interessante è notare che anche Sirius, alla fine, sente il bisogno di tacere e navigare nel silenzio.

Gran bel lavoro, complimenti!
Alla prossima (spero non a fra tre anni...)
Koa

Recensore Master
20/01/21, ore 08:46
Cap. 1:

Ma buongiorno **. Fomentata dalla tua domanda su fb ho deciso di mettermi alla prova direttamente su una tua storia, ahahaha. Sono le 8.40 U.U vediamo quanto ci metto:

Sono sempre felicissima di trovare storie su Remus e Sirius: quelle di quando erano malandrini sono le fra le mie preferite, ma anche le ambientazioni durante il quinto libro mi piacciono da morire, giacchè se ne parla meno e invece secondo me di cose da dire ce ne sarebbero. Perchè quei due sono esattamente come li descrivi tu: due reietti, prima amici, poi ex amici, e ora di nuovo alleati e fidati compagni, a cui la vita ha strappato praticamente tutto. Sirius ha perso due famiglie, Remus è convinto che una sua non potrà mai averla. Sono due solitudini che si reincontrano in mezzo alla guerra e che in comune, oltre al passato e all'obiettivo di sconfiggere Voldemort, hanno l'amore per Harry.
Ho adorato l'idea grafica di dividere i due punti di vista a destra e a sinistra, come fossero speculari, e difatti lo sono davvero, ricordandoci di come questi due si completino a vicenda, pur senza essere amanti (io adoro la wolfstar, ma ho apprezzato tantissimo che tu non abbia voluto forzarla nella storia. Sebbene abbia uggiolato per l'atteggiamento protettivo di Sirius dheehhe :P)

Ho percepito perfettamente tutta la solitudine e il sentimento di abbandono di due anime reiette, come dici nel titolo, che solo insieme trovano la forza di affrontare ogni nuovo giorno :)

Complimenti e grazie per aver condiviso **

Benni

Recensore Veterano
11/01/21, ore 23:24
Cap. 1:

Ciao, sono TheDoctor e sono qui per l'ABC del Giardino di EFP. Piacere di conoscerti, "recensionisticamente" parlando!
Alla fine ho optato per un "banale" ordine di pubblicazione, un po' per essere certa di non lasciare indietro nessuno, un po' perché la coppia Sirius e Remus con tanto di avvertimento "no slash" ha molto attirato la mia attenzione. Spesso, infatti, nelle fanfiction vengono associati come coppia e vederli interpretati in una chiave diversa mi ha messo subito una gran curiosità.
Il ritmo che dai alla breve narrazione entra di per sé a far parte della scena che descrivi e ne diventa una componente integrante. Non ci sono parole scambiate o "pensieri diretti", quindi mi si é facilmente proiettata in mente l'immagine della stanza deserta, con l'aria disturbata solo dai respiri dei due personaggi coinvolti. Respiri profondi e ritmici, come lo sciabordare delle onde, come il tuo far crescere le frasi per ridurle a una sola parola, a un singolo *swossh* che porta tutto via con sé.
Anche la scelta della seconda persona é molto particolare e non può non saltare all'occhio. É azzardata e rara, ma io apprezzo sempre il senso di coinvolgimento che riesce a veicolare, se ben costruita (e questo é decisamente il caso). Crei le scene attraverso gli occhi dei tuoi personaggi e forzi il lettore a porsi nei loro panni, nel senso più letterale del termine.
Il modo in cui descrivi Sirius e Remus li riesce a caratterizzare in una maniera assolutamente efficace e unica. Li fai comparire chiari come apparizioni man mano che dipingi a parole il sorriso sbilenco e quell'eleganza un po' stropicciata di Black, per poi cambiare soggetto e passare alle mani affusolate e a un'aria più dimessa, quasi più timida, di un lupo mannaro che mi ha sempre lasciato il senso di temere di disturbare solo esistendo.
Nei silenzi ci sono tutti i rimasugli e gli avanzi che prometti già nel titolo. Il rapporto tra i due protagonisti si srotola, pezzo per pezzo, nei gesti che fanno, nelle parole che non dicono. In contatti brevi e significativi, come lo sfiorarsi di una mano, il sostegno di un tocco su una spalla. Ma c'è anche tanto a dividerli e ad allontanarli e, paradossalmente, anche quello si percepisce nei gesti, a tratti alterni, come due flussi di sensazioni opposte che coesistono, due poli di una calamita.
Nelle parole che hai scelto rivedo bene il clima "grim" del quinto capitolo, come una grande cappa scura, una consapevolezza che sfiora e si attacca a tutto, imprigionando ogni personaggio coinvolto. Mi é piaciuto molto come sei riuscita a incarnare queste caratteristiche "per vie traverse", senza esplicitarle chiaramente ma plasmandole tramite una scelta lessicale che denota cura e un amore particolare.
Ho trovato questa storia quasi più simile a una poesia che a una prosa. Il ritmo, in particolare, la trascina deliziosamente sulla linea.
In fin dei conti, il rapporto che descrivi tra loro é quasi neutro. Non nel senso che non sia carico, ma più legato al fatto che sarebbe potuto essere un legame di amicizia o romantico o qualsiasi altra definizione e sarebbe stata la stessa cosa: il kernel di tutto, ciò che li lega al di là delle etichette, é un legame forte, di cui si percepisce l'essenza anche senza dover anticipare niente sulla sua natura.
Ti rivelerò (e forse non sarà una scoperta) che le flash non sono molto il mio terreno di recensione, ma ho fatto del mio meglio per cercare di mettere in parole ciò che sei riuscita a trasmettermi. Spero che, al di là della tecnica, sia riuscita a sintetizzare che mi é molto piaciuta, anche se magari qualche considerazione é più un mio volo pindarico che altro.
Alla prossima, se ti andrà!

Recensore Junior
26/10/20, ore 16:52
Cap. 1:

Beh, sono qua sotto tuo consiglio in pratica, ma devo dire che per la descrizione e, soprattutto, per il titolo che hai scelto... probabilmente sarei finita qua indipendentemente.
In fondo, nella vita studio psicologia e nulla amo quanto ascoltare e leggere di tutte quelle anime che a causa dei fatti che, alle volte loro malgrado hanno dovuto esperire, hanno ormai perso l'ingenuità che gli apparteneva alla nascita.
Proprio per questo "spiriti smarriti, anime rotte", "una raccolta ricamata su solitudini e cicatrici", "reietti": tutte brevi descrizioni di un qualcosa che coglie costantemente e irrimediabilmente la mia attenzione.

Il primo capitolo di questa tua raccolta, dunque, porta il titolo di "Avanzi", che subito mi si configura come qualcosa che è rimasto, ma che in fondo non basta; qualcosa che non è stato prettamente scelto, ma che si è soltanto ritrovato là.
Innanzitutto l'estetica attraverso cui hai presentato queste breve componimento formato da due drabble (a occhio e croce), dove ognuno dei periodi è seguito da una parola in corsivo che di primo acchito interpreto come un pensiero del soggetto di cui si sta trattando, in questo caso Sirius, rivolto a degli "altri indefiniti" che possono essere sì le persone che hanno popolato il suo contesto (o quelle di cui si parla nella drabble - devo ancora leggere), ma anche noi lettori.
Tra l'altro un'altra cosa che sto notando e che confido nel fatto sia voluta, ma non so, dimmi tu, è che in qualche modo le parole in corsivo di ciascuna drabble compongono due "frasi" - "la vostra infinita e naufraga(ta - la mia testa lo ha aggiunto spontaneamente) solitudine" e "il vostro oscuro e vergognoso rimorso". Due frasi che, indipendentemente dall'essere venute fuori con coscienza credo siano già un buon riassunto di ciò che all'interno di ciascun frammento sarà possibile trovare e che già da sole sono profondamente evocative, volte a toccare delle corde sottili e delicate che rischiano solo di rompersi (e parlo per lo più di ciò che ognuno può trovare all'interno di se stesso).

Ebbene, procederò per gradi perché leggendo la prima delle due drabble ho già visto un quantitativo innumerevole di immagini e metafore e non voglio lasciarne sfuggire neanche una dalla breve e infondata analisi che ne farò.
Alla fine tirerò le fila e boh, leggendo anche le tue note, magari, scoprirò quanto io possa aver divagato o compreso di ciò che tu volevi trasmettere.
(intanto di sottofondo mi è partita Wait degli M83, che se non conosci ti consiglio di ascoltare, che è perfetta per un mood di questo tipo eheh)

Dunque, dopo infiniti sproloqui: abbiamo Sirius, un Sirius di cui sappiamo già che finge una serenità (il suo sorriso) che palesemente non gli appartiene poiché intrisa di una malinconia ormai inscindibile da se stesso (ho apprezzato tantissimo che tu abbia scelto il termine "tatuata" perché rende appieno l'idea di qualcosa che è pressoché incancellabile). E ancora: nel periodo successivo vi sono due ipotesi, ove l'una non esclude necessariamente l'altra, di interpretazione con le quali ho guardato a tale affermazione. Utilizzi una seconda persona, "un tu apparente" che può essere Sirius stesso - quindi un suo desiderio di allontanarsi da questa condizione in cui è ormai costretto (una condizione di amarezza e angoscia che è infinita, in una vita che appare altrettanto, vista la difficoltà con cui essa viene vissuta - questa ostentazione di felicità che altro non è se non l'ennesima prova del suo dolore, il "ghigno che attraversa la pelle e arriva fino all'osso"). Eppure, può essere una seconda persona anche perché colui che sta guardando (che nella mia testa si può configurare col soggetto della seconda drabble, ma solo perché mi ci è caduto l'occhio, visto che ancora devo leggerla e scoprire in quale modo sono legate e eventualmente correlate), il quale sa perfettamente cosa significhi nascondere sotto nuovi abiti un disagio che è però palpabile e proprio in virtù di questa consapevolezza sa anche forse, se un'anima è persa a tal punto, conviene allontanarsi onde evitare di lasciarsi trascinare giù assieme a lei. Ok, mi sono fatta prendere la mano con un periodo estremamente lungo, pardon, e con un viaggio mentale che mi son fatta e che boh, non so quanto senso possa avere rispetto a ciò che volevi intendere tu, ma non è forse questo il bello di questo tipo di componimenti?
E' quasi niente, a questo punto, ciò che è rimasto di lui, ormai troppo afflitto, troppo rotto, troppo tutto; e quel poco che c'è è stato preso, "masticato e sputato", termini che non lasciano molto all'interpretazione: palesemente non è stato trattato esattamente nel migliore dei modi. Dopo tutto ciò che ha vissuto, gli rimane solo una promessa che tenta invano di mantenere "in mezzo a relitti di colpe e rimpianti" (ti giuro: VOLO, volo tantissimo, quest'immagine la trovo davvero splendidamente esplicativa del marasma di dolore e angoscia e sofferenza con cui ha avuto e ha tutt'ora a che fare); una promessa che però naufraga.
Stavolta, poi, abbiamo un soggetto plurale: quindi i due dovrebbero parlare, probabilmente l'esigenza viene da entrambi, eppure mantengono le mani ben salde sui bicchieri, sebbene da bere non vi sia più nulla, nell'unica compagnia della loro reciproca solitudine. Questo l'ho preso un po' come un invito/consiglio, un modo per mettere il lettore di fronte a una situazione che potrebbe tranquillamente vivere - forse l'ho presa così perché sono sensazioni, queste, che in qualche modo conosco - e mostrargli come la tendenza sia sempre quella di rifugiarsi nella propria solitudine, cosa che viene fatta anche dagli altri da noi... ma la scelta migliore sarebbe proprio il parlare e il confrontarsi.
Termino questa prima parte, ci torno dopo quando avrò una visione più complementare.

Prima lettura: anche questa seconda parte mi ha spezzato un po', almeno tanto quanto la prima. E' ancora una volta evocativa e ambigua e mi lascia a tratti perplessa, perché non so quanto le mie interpretazioni possano essere corrette. Eppure, al di là della correzione, so dirti che trasmette (trasmettono) tantissimo.
Dunque, abbiamo Remus e le dita (le mani) che simboleggiano/rappresentano il suo dolore e la sua condanna (si atteggiano ad artigli: un chiaro riferimento alla vera natura del suo essere, ma al contempo anche il modo di rendere un certo movimento. In particolare, quella tendenza degli animali a grattare gli artigli così da affilarli. Non so perché ma essendo associati al dolore di cui sopra, nella mia testa, l'immagine che è creata è di due mani che si grattano l'un l'altra, che è poi anche una compulsione che tanto spesso si tende a mettere in pratica nei momenti di crisi/ansia/angoscia/etc (il grattarsi/tocchicchiarsi come gesto catartico di un disagio percepito). Poi dopo con quel "troppo lunghe e delicate" ci si riferisce alle sue dita e alle sue mani, ma l'ho sentito anche come un modo per riferirsi a lui stesso (nella mia testa, dunque, si tratta di una sineddoche in pratica - una parte per il tutto) e quanto sia inverosimile che sia una creatura oscura (come oscuro è il buio, quasi a rimarcare ancor più l'oscurità che irrimediabilmente lo abita - al di là del suo essere un lupo mannaro, aggiungerei).
Così, conosciamo una delle ragioni della profondità del loro legame: come Sirius sente di essere ormai un avanzo (della persona che era, magari), Remus è un individuo da sempre abbandonato a se stesso e quindi abituato a cibarsi di ciò che resta. Questo e il fatto che nella vita, seppur contro la sua volontà, si sia sporcato le mani innumerevoli volte, fa sì che il proprio giudizio sulla sua persona sia piuttosto severo (le sue mani ben più sporche di quelle dell'amico) e credo che questa sia un po' l'opinione che lui hai di sé e ciò che teme gli altri possano pensare di lui, ragion per cui se ne vergogna - anche perché ciò nonostante poggia quelle stesse mani sull'amico nel tentativo di rincuorarlo, ma come può? L'unica voce che gli è rimasta, quindi, cosa è? E' quella dell'amico? E' quella che Lupin attribuisce a Sirius (senza che lo sia effettivamente)? E' il rimorso per le situazioni che suo malgrado ha creato?
(non lo domando davvero, è più un ragionamento/riflessione)

Ebbene, sono andata per lunghe; mi sono lasciata un po' sfuggire di mano. Non l'ho esplicitato prima, quindi lo faccio adesso, se non lo si fosse in qualche modo dedotto: mi è piaciuto moltissimo questo primo capitolo. Mi è piaciuto per la scelta delle tematiche, per l'attenzione risposta alla scelta minuziosa dei termini, per le immagini che hai creato e per le riflessioni che hai suscitato. Inutile aggiungere che le incognite mi sono rimaste, ma questo è proprio il tipo di testo che piace a me: quello che non vuole darti delle risposte, ma che vuole creare domande e lo fa andando a toccare, per riprendere un po' le fila con cui ho aperto la recensione, delle corde delicate e dall'ambigua saldezza, quasi a cercare di scavare nella profondità dei personaggi trattati, del lettore e, probabilmente, anche nella tua personale.


Ovviamente, è stato davvero un piacere tornare qua,
a presto,

Bongi!

Recensore Master
05/10/20, ore 21:04
Cap. 1:

Premessa: questa recensione potrebbe essere molto confusa e molto poco coerente. Ma questa coppia di drabble mi ha stritolato il cuore, sappilo.
Non so nemmeno quante volte io le abbia lette prima di decidermi a mettere in fila qualche parola.
Sono due storie meravigliose, e prima di perdermi nei miei deliri frignanti lasciami cercare di fare un commentino semiserio al tuo stile: è sublime. Mi hai conquistata dall'allitterazione di quella piega stropicciata che Sirius atteggia a sorriso, che è un'immagine bellissima, amara e malinconica, davvero la dimensione perfetta per racchiudere tutta l'essenza di Sirius, e di Sirius in questo momento della sua vita. Hai saputo toccare delle immagini nettissime, vivide, che sembrano davvero cucite sui personaggi. E ho amato lo stile frammentato, quelle frasi spezzate da incisi che sono delle vere e proprie ferite aperte. Li ho amati, perché creano una rete di rimandi dall'uno all'altro, in un intreccio fatto di specchi e similitudini. È una storia raffinatissima, da leggere e rileggere per poter cogliere appieno tutte le implicazioni, tutte le sottigliezze, tutto il complesso ricamo con cui hai saputo, in uno spazio brevissimo, fare due ritratti tanto vividi di Sirius e Remus. Ecco, davvero, è meraviglioso, e vorrei davvero avere il tempo di lasciarti una recensione come si deve, analizzando ogni dettaglio, ma temo dovrai accontentarti di questo delirio.
Perché Sirius e Remus... santo cielo, credo siano i miei personaggi preferiti in assoluto della saga. Ultimamente leggo e scrivo poco di loro, ma voglio loro un bene infinito: ci sono proprio affezionata, e soffro assieme a loro (andiamo, come si fa a non soffrire con loro?), e trovo che siano forse quelli che hanno dovuto patire di più, per tutta la vita. La loro amicizia è qualcosa di prezioso, e ho amato immensamente il momento in cui hai scelto di ambientare la tua storia: immaginarli a ricostruire gli avanzi della loro amicizia a Grimmauld Place, ognuno prigioniero dei propri incubi ma entrambi vicini mi strazia proprio il cuore. Hai reso in maniera sublime le loro sofferenze, e il modo in cui, nonostante tutto, continuano a cercare di starsi vicino, sostenersi, proteggersi, appoggiarsi l'uno all'altro. Davvero, queste mani che vengono viste come insanguinate e che sono capaci di gesti protettivi e vergognosi mi hanno commossa: sono un'immagine emblematica e perfetta per rappresentare il loro legame.
Raramente una storia mi ha fatto soffrire così tanto, ma l'atmosfera che hai saputo creare è assolutamente pregnante e efficace.
Davvero, ti faccio i miei complimenti!

Recensore Master
13/09/20, ore 16:10
Cap. 1:

Ed io che non ho letto tutti i libri e che di Harry Potter a malapena ricordo il nome del protagonista e solo perché è anche il nome della saga, giungo comunque davanti a questa coppia di drabble. In realtà le avevo lette fin dalla prima volta in cui le hai postate, poi causa mancanza di tempo – e ritardo cronico – ho rimandato una vera e propria recensione, anche perché è sempre così difficile dire cose coerenti su scritti così corti.

E dunque vediamo di partire con ordine.
Il titolo, o I titoli, a partire da quello dell’intera raccolta che trovo bellissimo e immediato e che subito mi ha fatto venire in mente Remus. Pur non conoscendo questi personaggi bene come li conosci tu, non posso certo dimenticare il mannaro più dolce del creato (e tra l’altro, l’ho sempre visto benissimo in coppia con Sirius, quindi ben venga l’abbinamento di questa prima coppia di drabble).
Ma è il titolo di questo capitoletto ad avermi colpita, nel senso che ha proprio affondato la lama nel cuore che poi le due drabble gemelle hanno ben pensato di girare per bene.
Sono andata a controllare cosa fosse Grimmauld Place e do quindi per scontato che non si stia parlando dell’epoca dei malandrini, ma del dopo, anche perché nella frase di Sirius in cui si parla dei suoi avanzi, masticati e sputati, io un po’ penso ad Azkaban in cui è dovuto marcire per anni, fino ad impazzire, lasciando ben poco del ragazzo di un tempo. E anche perché i sorrisi di Sirius sono stropicciati, amari e gli scavano fino all’osso.
E tutte queste immagini così evocative e insieme così drammatiche, le ho trovate affascinanti, gonfie di tanti altri significati, perché quando parli di Sirius parli anche di Remus (e viceversa) e hanno così tanto in comune e c’è così tanto da raccontare e che rimane invece racchiuso in quel momento, con le mani intrecciate ai bicchieri. E trovo che anche la scelta di scrivere dei bicchieri già vuoti a metà, sia non solo quello che sta effettivamente accadendo a Grimmauld Place, ma anche una metafora per la loro vita, per loro svuotati a metà, lasciati solo con gli avanzi – per l’appunto.
E questi avanzi li ritroviamo anche nella parte che invece si focalizza su Remus con lui che di avanzi ha imparato a vivere (e forse anche per questo non ha problemi ad accettare quelli di Sirius, ad accettare le sue mani insanguinate quando le appoggia sopra le sue spalle.

Ho adorato riconoscere tutti i piccoli riferimenti alla saga, come ad esempio quando parli delle dita atteggiate ad artigli di Remus, che ricordano effettivamente quelli di una bestia (o il fatto che venga definito cucciolo addormentato sul ciglio di una strada); così come ho amato il modo in cui la musica cambia a seconda del protagonista, pur usando le stesse note.
Per Sirius c’è un velo un po’ più oscuro, forse anche merito di quel suo ghigno che un po’ aleggia per tutta la drabble e per quel suo destino ad Azkaban di cui un po’ sento l’eco nell’ultima parola con cui la concludi: solitudine.
Per Remus invece il velo si ricopre di tristezza, ma ha lati più teneri, più dolciastri e che poi terminano nel rimorso, giusto per calpestare meglio i miei feels e ricordarmi che questa raccolta non è fatta per i lieti fini perché E morir m’è dolce. Lo sai che ti odio, vero? Non puoi nemmeno immaginare quanto!

Detto questo, faccio un po’ schifo nel recensire le drabble e temo che mi siano usciti un insieme di pensieri confusi e incoerenti. Ma un’ultima cosa ci tengo a dirla, perché penso che di tutta la coppia di drabble sia in assoluto la cosa che ho amato di più e che mi ha lasciato completamente a bocca aperta…
E no, non parlo del tuo stile che è semplicemente perfetto – e già sai che hai quel modo di raccontare i drammi che mi catturano e mi schiacciano il cuore a terra. Perché sei crudele, ma elegante, perché nulla di quello che scrivi è mai banale, è tutto assolutamente pensato fino all’ultima virgola, fino all’ultimo “–”.
E proprio dei trattini voglio parlare, perché non solo sei riuscita a creare due intere drabble speculari e legate l’una all’altra, ma addirittura ci hai infilato quelle ultime stoccate composte dalle parole che seguono i trattini e che compongono due ultime frasi a conclusione di una storia già bellissima così.

La vostra infinita e naufraga solitudine.
Il vostro oscuro e vergognoso rimorso.


E io qui a piangere per due personaggi di cui non mi importava niente, accidenti a te! WHY?! T___T

Non ho davvero le parole adatte per spiegarti quanto mi hanno lasciato dentro queste drabble e quanto davvero apprezzi il tuo modo di scriverle (e anche di impaginarle, che a me di solito ‘sti giochini non piacciono, ma qui l’allineamento a specchio ha assolutamente senso). Complimenti!

Recensore Master
31/08/20, ore 23:12
Cap. 1:

Ciao!
Avevo promesso che sarei passata e che li avrei adorati, giusto? Eccomi qui per dare fede alle mie parole, anche se magari con un goccio di ritardo. Mi sono accorta che ho talmente tante storie da recuperare che ne riempio fogli e fogli interi e mi spiace non dare a tutti ciò che si meritano.
E Remus e Sirius si meritano un sacco, meritano amore e parole fino alla fine dei miei giorni: gli unici due che ce l'hanno fatta, perché anche Peter per loro è morto, perso completamente. No, Sirius e Remus sono rimasti soli, di una di quelle solitudini che fa male e brucia, di una di quelle solitudini che è atroce perché ci si deve fare i conti. Sono passati troppi anni, troppi dolori e parole d'odio in quel rapporto, eppure sono seduti insieme in una cucina: un uomo troppo magro che sorride e uno che è dovrebbe essere un mostro, ma rimane un cucciolo che ha troppi demoni con cui convivere. E un silenzio che non è tirato, ma è un silenzio necessario: si parlano con il nulla, con gli occhi, con quelle mani che si posano sulle spalle nella speranza magari di cancellare quello che è stato, nella speranza di andare avanti insieme. Un po' per loro stessi, un po' per James, un po' per Harry.
Mi accorgo che è difficile, me lo fai sentire con questa struttura doppia, in questi due ritratti perfetti di due uomini che hanno perso qualsiasi cosa, scavando perfino nelle profondità del cuore. Ci sarà un motivo per cui li amo, perché dopo tante calamità hanno ancora il coraggio di parlarsi nei silenzi, hanno ancora il coraggio di lottare, di far valere una voce che è un po' anche quella di James e di Lily.
Che dire? Mi è piaciuta, hai un bellissimo stile e ti faccio gli auguri per questo anniversario un po' in ritardo: tutti i traguardi devono essere festeggiati e tu l'hai fatto nel modo migliore!
Sia ❤

Recensore Veterano
31/08/20, ore 01:06
Cap. 1:

Eccomi qui!
Sono finalmente arrivata a recensire queste Drabble, che avevo già letto avendo visto il link su Facebook ma non avevo avuto ancora il tempo di recensire.

Prima di ogni altra cosa, devo dirti che ho apprezzato moltissimo il tuo stile e il lessico, còratissimi entrambi, ben calibrati e che danno perfettamente la misura dei personaggi di cui hai deciso di trattare. Le parole in corsivo, poi, rimarcano ancor di più ogni concetto imprimendolo benissimo nella mente del lettore.

Sirius e Remus sono due dei miei personaggi preferiti, come, in verità, tutti i Malandrini ma di loro due mi affascina il tormento dei sopravvissuti, il senso di colpa con cui convivono una vita intera per varie ragioni, un'adolescenza felice che si è infranta nei dolori dell'età adulta.
Ecco, di questi dolori, di questa decadenza che li ha colpiti dopo la Prima Guerra Magica ne hai fatto un racconto perfetto.

Sirius è effettivamente un uomo distrutto da una vita non vissuta, una prigionia che perdura per anni e che stride con la libertà che aveva cercato di guadagnarsi prima.
Della sua parte ho amato questa descrizione: "un orgoglio sdrucito, una tormentata eleganza e una promessa che naviga in mezzo a relitti di colpe e rimpianti". Hai colto l'essenza di Sirius e dei suoi tormenti. È una descrizione che mi ha emozionata tantissimo, facendomi venire le lacrime agli occhi, davvero.

Remus, d'altro canto, è un uomo consumato dai suoi tormenti, dal suo trasformarsi in "una creatura del buio", lasciando che sia sempre la licantropia a definirlo.
Vive la sua vita ai margini, accontentandosi degli avanzi, di quello che può raccogliere tormentato perennemente dai rimorsi.

La struttura della Drabble l'ho amata in questo intreccio di frasi da cui emergono due uomini che non sanno parlare, che annegano nel vino e nella disperazione, che sono scomposti davanti a tutto il dolore che hanno provato. Ho adorato il dettaglio delle mani di Remus, così diverse da quelle di Sirius, che provano a proteggerlo in ogni caso.

Sono molto contenta di essere passata di qui e di averti "scoperta" come autrice. Ti confesso che, per un momento, sono stata tentata anche dal cambiare fandom ma poi sono tornata da Remus e Sirius che mi chiamavano! Arriverò, prima o poi, anche altrove.
Intanto, l'idea di questa raccolta mi è piaciuta tantissimo. Trovo che i "sopravvissuti" a quella prima guerra - che poi sono destinati a morire tutti nella Seconda - siano i personaggi probabilmente più intriganti della saga per i rapporti che intessono tra loro e per il modo in cui si comportano nell'intervallo tra le due guerre. Il modo in cui stai esaminando i loro tormenti mi è piaciuto davvero tanto e continuerò a seguirti, di sicuro.
A presto,
Un abbraccio
Fede

Recensore Master
04/08/20, ore 10:51
Cap. 1:

Wow!
Ammetto di non essere una che è solita leggere di Harry Potter, ma oggi quasi per caso sono capitata qui e l'unica cosa che mi viene da dirti è: wow!
Queste due drabble (sono due drabble, sì?) Sono una speculare all'altra. Remus che parla di Sirius e Sirius che parla di Lupin (giusto?). E sono perfette. Mi piace tantissimo il modo in cui le hai scritte, come i due personaggi che si conoscono da una vita si ritrovano a osservarsi e pensassi dopo tutto quello che è trascorso (che poi dopo l'ultima maratona di hp in quarantena mi sono ritrovata a pensare che la saga raccontata dalla generazione dei malandrini sarebbe stata ancora più bella, e questa tua storia ne è la riprova XD). Adoro come tu riesca a farci vedere quello che i due protagonisti provano. Le parole che usi hanno un effetto duro, crudo (crudele), sanno di realtà e schiettezza. Non c'è più tempo per mentire a se stessi le cose sono così. Ogni parola che usi è perfetta. Hai creato un atmosfera incredibilmente palpabile che mi piace tantissimo. Mi piacciono tanto anche le descrizioni che fai (è tutto quasi una metafora, una similitudine calzantissima).
Il rimorso, i rimpianti, l'assenza di speranza, il vuoto che nessuno dei due sa come riempire, il ritrovarsi a pezzi, ma il ritrovarsi lì insieme. Davvero complimenti.
Sei sempre brava a far passare emozioni.

Un bacione
Earth