Recensione premio per essersi classificata al primo posto al contest "La mia OTP in 500 parole": 3/3
Ciao cara, eccomi di nuovo qui. Mi mette un po' di tristezza aver già finito anche con le tue recensioni, ma purtroppo questo tempo è passato veramente in fretta e, tu e gli altri vincitori del contest, mi avete permesso di scoprire storie meravigliose e di cui non sospettavo nemmeno l'esistenza.
Ho scelto questa storia non per la sua brevità, anche se ammetto che mi è tornata molto comoda, ma perché partecipiamo allo stesso contest e non vedevo l'ora di farmi venire qualche turba mentale vedendo che altre belle storie in gara ci sono. La mia fortuna è che hai scelto una stagione diversa dalla mia, quindi ho un metro di paragone in meno ahaha
Da quanto ho letto, presumo (sono troppo pigra per controllare) che la tua stagione fosse l'inverno e, rischiando di fare una figura tremenda, ti dico che secondo me l'atmosfera invernale emerge fin dall'incipit, chiara e potente in ogni riga di questa storia. Peraltro hai usato un prompt che non riuscirei a usare nemmeno pregando in austroungarico, perché i caminetti sono davvero difficili da usare, se ci pensi. E qui mi pongo un freno, dato che ho abbandonato il tono semi-formale, ma ormai ho deciso che mi sei simpatica e quindi non ti libererai facilmente dei miei deliri.
Mi è piaciuto molto che tu abbia introdotto i personaggi immediatamente e senza giri di parole che, in una storia che si mantiene breve, sarebbero certamente risultati eccessivi.
La baita ha un bel significato, sia reale, sia simbolico. Mi spiego meglio: ha quel sentore di casa, di luogo sicuro, forse anche di ricordi. E' tepore, un luogo caldo e familiare, che permette fin da subito di immergersi nell'atmosfera tiepida creata dal caminetto. Spero di non starmi immaginando tutto, per sicurezza ti chiedo ovviamente conferma.
Peraltro loro sono a casa come lo è anche il bambino, senza che possa esserne a conoscenza. Ho peraltro trovato adorabile la trovata (scusami per la ripetizione) del singhiozzo, che ti ha permesso di sviluppare una scena veramente tanto dolce e fluffosa (?). Come penso tu abbia capito, il fluff non è la mia solita tazza di te, ma ammetto che lo considero uno dei miei guilty pleasures occasionali.
Michele - che peraltro è uno dei miei nomi preferiti - è veramente adorabile, è proprio l'emblema del padre e marito premuroso fino all'overdose di zuccheri ma, quando ha detto che soffrirebbe più di Angela, l'ho trovato carinissimo.
Ti faccio una vergognosa confessione: quando hai descritto la fine del fuoco, ho avuto il sospetto che volessi mandare a fuoco la baita e stavo per avere una crisi di identità, tra lato angst e lato fluff che facevano a pugni. Ma, fortunatamente, mi hai evitato questo dolore (dopo avermi uccisa con la storia precedente).
La conclusione è molto dolce, in piena coerenza con il resto della storia, che nel complesso ho apprezzato veramente molto.
Ti faccio i miei complimenti e un grosso in bocca al lupo per il contest.
Gaia |