SECONDA CLASSIFICATA
GONE di Soul_Shine
Lessico&Stile: 10/10
Ho adorato lo stile con cui hai raccontato questa storia – che è poi il tuo stile caratteristico: nonostante le tematiche, il tono in cui Ethan si esprime sembra quasi rassegnato, tranquillo, come se vedesse gli eventi scorrere attraverso la stoffa di una tenda, o con la nebbia che gli occupa la visuale: è frastornato e questo si riflette perfettamente nel lessico da te utilizzato e nel modo in cui presenti la narrazione al lettore.
Nonostante questo, lo stile è chiaramente scorrevole, fluido e immediato, complice anche la mancanza di termini troppo elaborati – e superflui, aggiungerei, soprattutto in un contesto del genere.
Adoro la chiarezza e la sfrontatezza con cui racconti gli eventi e i protagonisti, che sembrano continuamente gridare la propria ribellione e la frustrazione che provano in un mondo che non li ha accolti come avrebbe dovuto.
Per quanto riguarda la grammatica, ho notato anche usi spesso la d eufonica, che in realtà è un errore: la regola è che andrebbe aggiunta solo con le parole che iniziano con la stessa lettera, quindi espressioni come “ed ecco”, “ed era” sono corrette, mentre “ad Ives” o “ed ora”, ad esempio, sono sbagliate.
Siccome sai che sono pignola, aggiungo anche che, nelle domande, bisogna sempre scrivere “che cosa...?” e non solo “cosa...?”.
Infine, ti segnalo alcuni refusi che ho ritrovato, in caso volessi correggerli:
- Ogni volta che venivo assalite da emozioni troppo grandi per essere espresse, […] → Credo volessi scrivere “assalito”.
- […] Avrei bisogno di una doccia, ma il mio stato psicologico è doppiamente devastato di quello fisico e non ho nessuna intenzione di rientrare nella casa che ho condiviso con Ives, […] → Non è un refuso, né credo si tratti propriamente di un errore, ma personalmente avrei scritto: “Avrei bisogno di una doccia, ma il mio stato psicologico è doppiamente devastato rispetto a quello fisico e non ho nessuna intenzione di rientrare nella casa che ho condiviso con Ives, [...]”. Probabilmente è solo questione di gusti, ma mi sembra sia più scorrevole.
- […] tutto questo grazie a te che gli hai ficcato nel cervello certe stronzato fin da quando era ancora un bambino! → Immagino volessi scrivere “stronzate” (sì, ti segnalo anche questo XD).
- “Ma era necessaria fare proprio oggi questa foto? Sono distrutto!” → Personalmente avrei scritto “necessario”, anche se questa frase mi ha fatto venire parecchi dubbi; mi informerò a dovere ^^
Trama&Personaggi: 20/20
Ho dovuto leggere questa storia più volte a distanza di giorni per convincermi di essere riuscita a carpire ogni particolare. È così che funzionano le storie scritte bene, no? La sostanza si trova anche nei minimi dettagli, ed è proprio quello che succede qui, anche se ho ugualmente la sensazione di essermi persa qualcosa per strada – e non certo perché tu non l'abbia espressa.
Mi ci è voluto del tempo soprattutto per capire come strutturare una valutazione adatta, che riuscisse a toccare ogni punto dandogli la giusta importanza.
I tuoi personaggi sono maestosi e, come è successo per la storia di Kim, ho avuto l'impressione che avrei compreso tutto anche senza conoscere la serie: questo perché i protagonisti sono vivi e io sono davvero convinta che in qualche universo loro respirino e vivano la loro vita come tu la racconti.
Ethan e Ives hanno uno spessore notevole e riesci sempre a tirare fuori il meglio di loro: ogni caratteristica appare come un tesoro, unica e inimitabile. In qualche modo, riesci a tirare fuori la loro personalità, le persone che realmente sono, e a trasporlo sulla carta in un modo in cui anche i loro difetti appaiono stranamente belli, particolari; quasi ci si dimentica del degrado che li circonda, degli aspetti negativi delle loro vite e delle loro stesse personalità, perché riesci comunque a raccontarli sotto una luce positiva, tanto che si ha l'impressione che siano unici nel loro genere – come effettivamente sono.
È difficile condensare l'immensità di ciò che Ives ed Ethan sono in questa storia – e in tutta la serie, come già sai –, perché inevitabilmente finirei per lasciare fuori qualcosa e sminuire la profondità delle loro vicende.
La trama, poi, pare cucita loro addosso, perché segue una logica e una coerenza e non è un contesto creato in cui dei personaggi agiscono, ma dei personaggi che agiscono in un contesto creato da loro stessi: questo è un principio che ho capito dopo tanta pratica e ritrovarlo in altre storie mi fa esplodere il cuore di gioia, perché non è per niente scontato e tu lo saprai sicuramente quanto me.
Ma che cos'altro posso dire, Soul? Non ho davvero parole per descrivere questa storia e la sua maestosità, e in un certo senso mi sembra di essere troppo riduttiva a commentarla in questo modo.
Ho l'impressione tu abbia fatto lo stesso lavoro di un architetto, gettando pezzo per pezzo le basi di un edificio fino ad arrivare alla cima: hai costruito un'opera grandiosa con la meticolosità di un ragno che costruisce la sua tela, senza perdere di vista un solo dettaglio di tutto ciò che sono Ives&Ethan.
Se dovessi trovare una – miserissima, superflua – pecca, direi che avrei apprezzato una maggiore caratterizzazione di Maura, che in questa storia mi è sembrata più fiacca e stanca rispetto a come sono abituata a vederla (e non mi riferisco al suo ruolo in questa storia, ma proprio a lei come personaggio); mi sarebbe piaciuto sentirla di più, ma non ho voluto penalizzarti in quanto questo potrebbe essere un effetto voluto, tenendo conto del contesto: colui che considerava un figlio – o almeno così pare – ora è morto e non solo è distrutta dalla notizia – non dimentichiamo che ha perso anche la sorella, e questo l'ha inevitabilmente segnata –, ma ha anche scoperto un lato della figlia che in tutta probabilità non conosceva: alla luce di ciò, tutto torna ed è assolutamente coerente che sia “meno presente”.
Probabilmente sono solo io che avrei apprezzato una maggiore introspezione di questo personaggio, perché questo avrebbe significato prolungare la storia e credimi, non mi stancherei mai di leggere di qualsiasi personaggio di questa storia e di questa serie.
Inoltre, il fatto che abbia volutamente rimanere cieca e sorda davanti alla realtà – mi riferisco alle azioni della figlia svelate da Ethan – mi ha fatto molto riflettere e ha contribuito ad attribuirle un certo spessore, in questa storia.
L'elemento del sogno di Ethan, poi, per quanto mi riguarda è stato pura poesia: lo hai inserito nella trama senza creare confusione e il flusso di pensieri e sensazioni di Ethan, le azioni stesse di Ives, il bacio, il tutto amalgamato alla narrazione struggente e delicata... è stato incredibilmente commovente e terribile al tempo stesso.
Hai fatto un lavoro eccellente sotto tutti i punti di vista e ti sono grata per aver aggiunto un tassello così importante a questa serie, per quanto doloroso.
Drammaticità: 10/10
Ma io che cosa dovrei dire riguardo a questo parametro? Hai centrato in pieno il tema del contest e la mia personalissima visione di dramma: come mi sono permessa di spiegare in altre valutazioni – e come tu già sai, perché ormai ne ho sproloquiato in tutte le salse –, per quanto mi riguarda, il dramma non è tanto identificabile in un'agente esterno – che, in questo caso, potrebbe anche essere la morte di Ives –, quanto nell'evoluzione personale che questo ha in uno o più personaggi della storia.
Il dramma vero, autentico, è quello che logora una persona con lentezza studiata, una sensazione di cui forse nemmeno ci si accorge, ma che è sempre lì, dietro l'angolo, a controllare a vista la sua vittima.
Questo è esattamente ciò che accade in questa storia: il dramma non è tanto la morte di Ives di per sé – che è senz'altro un dramma in ogni caso –, quanto il fatto che Ethan non ci fosse quando Ives è morto, i suoi dubbi, i sensi di colpa che lo divorano dall'interno, come un demone che lentamente si impossessa di lui.
E, a questo proposito, ammetto che quasi non ho sentito la mancanza di Ives in questa storia, perché mi sembrava continuamente riflesso nelle parole di Ethan, nei suoi pensieri e nella sua introspezione – curatissima, come un'ombra.
Inoltre, come detto sopra, la cura dei dettagli è impressionante: da quando Ives è morto il cielo non è stato più blu, senza nuvole, ma costantemente uggioso e coperto. È come se anche il tempo atmosferico riflettesse in qualche modo lo stato d'animo di Ethan, il suo dolore, od omaggiasse la sua perdita: che fosse voluto oppure no, è stato un dettaglio che non ho potuto fare a meno di notare e che ho apprezzato profondamente.
L'alternanza, verso la fine della storia, della dura realtà con i ricordi dei momenti felici, è la prova che sai gestire il genere drammatico con maestria esemplare: per riprendere la citazione tematica del contest, questa è la magia che intendo quando mi sento “felice di essere triste”, e questa storia mi ha suscitato questa sensazione forse meglio di qualsiasi altra in gara.
Se si legge attentamente, poi, si riesce a scorgere quell'alone di degrado che permea tutta la trama: l'onnipresente droga, che è uno degli agenti esterni del dramma; lo stesso fatto che Ives sia stato maltrattato dalla cugina – che lui invece considera una sorella, e adoro l'enfasi che hai messo su questo particolare – e cacciato da colei che avrebbe dovuto prendersene cura come una madre e, soprattutto, il fatto che il litigio tra Ethan e Maura accada in una chiesa, che è, o almeno dovrebbe essere, simbolo di pace e fratellanza per eccellenza. Quest'ultimo particolare l'ho trovato devastante, terribilmente meraviglioso, anche se è solo uno degli indicatori drammatici di questa storia: realizzare questo simbolismo, forse nemmeno pienamente consapevole, non è affatto facile e tu hai saputo gestirlo alla perfezione.
Chiaramente, questa è solo l'ennesima prova che tutto in questa storia è stato curato fin nei minimi dettagli, e in modo eccellente.
Gradimento Personale: 5/5
Credo non ci sia assolutamente bisogno che io specifichi quanto ho adorato questa storia, ma questo è senz'altro uno dei casi in cui è doveroso farlo.
Mi hai regalato un capolavoro e io non ti sarò mai grata abbastanza per questo. Ho letto tutte le storie di questa serie e l'ho seguita con passione fin dai suoi albori: è stato difficile ricollegare alcuni eventi all'inizio – mi riferisco a quando leggevo le prime raccolte –, ma ora mi rendo conto che non ho nemmeno bisogno di pensarci, perché Ives&Ethan, come anche gli altri coprotagonisti, mi sono entrati dentro.
Questo è un po' un off-topic che non riguarda questa storia nel particolare, ed è anche qualcosa che ti ripeto praticamente in ogni recensione – anche perché è un po' impossibile non farlo, dal momento che è la prima cosa che mi viene in mente quando finisco di leggere.
Ives&Ethan, loro malgrado, hanno creato un piccolo e personalissimo impero e con questa storia mi sono accorta che, anche se uno dei membri è venuto a mancare, questo continuerà a splendere per come è, perché Ives è mancato solo fisicamente.
Non so se sia qualcosa che hai intenzionalmente attribuito alla storia, ma mi è sembrato proprio che Ives respirasse dalle parole di Ethan e che, per questo motivo, non sia mai realmente morto.
Ho adorato, poi, che i paragrafi venissero spezzati da citazioni di canzoni che sembra siano state scritte apposta per questa coppia di fratelli-non-di-sangue; potrei leggere un'infinità di storie su di loro senza mai averne abbastanza.
Ormai sono diventati parte di me e questo è soltanto merito del tuo stile e del tuo talento.
Totale: 45/45
Kidfic: + 0
Anche se, in un paragrafo, compaiono Ives&Ethan bambini, nella maggior parte della storia sono entrambi adulti, o quasi. Inoltre, al di là di questo, fatico molto a percepire la loro reale età, e questo vale in realtà per la serie in generale: il loro passato, le vicende potenzialmente traumatiche che entrambi hanno vissuto impediscono loro di vivere la loro infanzia e soprattutto l'adolescenza con serenità, il che è certamente coerente con la trama di fondo.
Contenuti forti: + 0
Secondo l'accezione che attribuisco io a questo parametro, non ho riscontrato contenuti forti – inteso come violenza, fisica e psicologica – in questa storia; anche se le dinamiche e il contesto sono tutt'altro che pacifici, non ho trovato elementi riconducibili a contenuti forti veri e propri, complice anche forse lo stile che hai utilizzato, pacato, rassegnato e, per quanto brutale, quasi dolce, come se, mentre scrivevi, volessi anche consolare Ethan per la sua perdita.
Tematiche delicate: + 2
Questo parametro mi ha dato moltissimo da pensare, tanto che ho deciso di prendermi, anche per questo, una “pausa di riflessione” per capire quale punteggio fosse più adatto assegnare.
Il regolamento di EFP dà pochissime indicazioni a riguardo, menzionando solamente razzismo e abusi e lasciando un “eccetera” interpretabile a proprio piacimento, per cui ho dovuto ragionare secondo i miei personalissimi standard di “tematiche delicate”.
Ho deciso, quindi, di procedere per passaggi individuando i temi principali di questa storia – che sono la morte, la droga e lo spaccio, e il passato di abusi di Ives, almeno da parte della cugina – e successivamente di ragionare su ognuno di essi.
La morte può essere considerata una tematica delicata? Probabilmente sì, e non solo per la perdità in sé, ma anche per il modo in cui questa viene vissuta da chi la deve affrontare. Detto ciò, personalmente la considero una tematica delicata? Ni.
Lo potrebbe essere per i motivi scritti sopra, ma lo considero anche un processo normale e naturale, nonché una delle fasi della vita che inevitabilmente tutti ci ritroviamo ad affrontare: per questo motivo, la considero una tematica delicata “a metà”, perché ognuno di noi deve necessariamente imparare ad affrontarla e superarla, prima o poi. (+ 0,5)
La droga e lo spaccio sono considerate tematiche delicate? Direi di sì, e lo stesso sostengo io. In questa storia, hai ampiamente sviluppato non solo le dinamiche della droga e le sue conseguenze su chi ne abusa – si veda anche la causa della morte di Ives, per fare un esempio “banale” –, ma anche le conseguenze su chi ci costruisce sopra i propri affari e la sua intera esistenza. Ho apprezzato molto il modo in cui hai raccontato questo “fenomeno”, in modo approfondito ma delicato e, a mio parere, mandando in qualche modo anche un messaggio positivo, ossia che la droga fa male, e questo è un dato di fatto che non si può cambiare.
Ho sempre pensato che fossi estremamente informata a riguardo e ne sono felice, perché si riflette nelle tue storie, rendendole di conseguenza credibili e realistiche più di quanto già non siano. (+ 1)
Il passato di abusi di Ives può essere considerato una tematica delicata? Citando nuovamente il regolamento di EFP, assolutamente sì. Tuttavia, in questa storia compaiono solamente nella seconda parte – in cui sono ampiamente sviluppati, anche grazie alla comparsa di Maggie –, per cui mi sembra giusto dividere il punteggio in due. (+ 0,5)
In totale, dunque, ho aggiunto due punti a questo parametro. Ovviamente si tratta della mia personalissima analisi, per cui sono aperta a qualsiasi ciritica/opinione a riguardo e ti chiedo scusa per non aver preso in considerazione prima il problema.
Probabilmente avrei dovuto informarmi di più riguardo al significato effettivo di questi parametri. In ogni caso, i miei ragionamenti (e i punteggi) non rimangono altro che pareri personali e numeri davanti alla bellezza di questa storia.
Totale + bonus: 47
Grazie ancora per aver partecipato! <3 |