Recensioni per
Dimmi invece la tua guerra col coraggio e la paura
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 17 recensioni.
Positive : 17
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
31/03/21, ore 12:58

Ed eccomi anche qui.
Penso di essere in pari almeno con tutto ciò che hai scritto su Ole e Homer (ma poi mi spulcio bene il tuo profilo per esserne sicura!) e ne sono tanto contenta, mi mancano sempre quando non ne leggo.
Dunque.
Per fortuna hai pubblicato questo racconto malgrado le tue remore, perché, credimi, non vedevo l'ora di leggere questo momento, di leggere quel dopo che deve essere consapevolezza, che è in fondo la resa dei conti. Mi sono sempre detta che un momento simile fosse indispensabile affinché andassero avanti: senza, sarebbero rimasti incastrati nel limbo dei non detti e forse non sarebbe riusciti a essere niente – proprio loro che nascono per essere tutto quando sono insieme.
E ancora una volta è Homer a frantumare i silenzi, a pretendere le parole che Ole non è mai disposto a dire, troppo spaventato all'idea di spezzare un equilibrio che vede fragile. Eppure non è per niente fragile, lo dice Homer con una delle sue frasi meravigliose: “Non mi interessa che cosa siamo. Tu sei il mio migliore amico, sei mio fratello, sei la persona a cui tengo più al mondo… e lo stesso sono io per te, lo so e basta. E vorrei dirtelo baciandoti, e so che tu vorresti fare lo stesso. Forse lo vorresti fare da prima ancora che io capissi davvero di volerlo fare, e non mi interessa dare un nome a questa cosa. Ci vogliamo bene da trent’anni, Ole, credi davvero che potremmo smettere di volercene adesso?”. Scusami, davvero, so che non è il massimo citare una porzione così generosa di testo in recensione, ma io in questa frase di Homer, nella sua domanda assolutamente retorica, vedo proprio tutto: tutto quello che hai scritto su loro due, che hai costruito tassello dopo tassello dopo tassello, tutti i silenzi e le distanze e le paure, tutto un mondo che grida perché sono l'uno il porto dell'altro, perché non abbiano speranza alcuna di fermarsi se non insieme.
Ecco, loro forse non sono niente di definibile e forse non saranno mai una coppia canonica di innamorati, ma sono qualcosa che appartiene solo a loro due e valica tempo e spazio, e resiste nonostante la vita li conduca lontani e frapponga pareti di silenzio tra loro. Loro, alla fine, si ritrovano sempre, e quando si ritrovano il tempo non è mai passato, non sul serio, perché è sufficiente una risata, uno sfiorarsi, una parola per tornare indietro ed essere di nuovo quei ragazzini che avrebbero potuto avere ed essere tutto, ma che si sono lasciati trasportare dalla corrente su altre rive.
Non so spiegarti quanto mi abbia emozionata questa storia, quando mi emozioni il concetto stesso di infinito, di ritrovarsi nonostante tutto, e quanta malinconia mi comunichi l'idea di queste due persone che avrebbero dovuto viversi e che invece non l'hanno fatto – è malinconico, e doloroso, perché è reale.
È stato un pugno nello stomaco leggere dell'anno di silenzio che è seguito alla loro prima volta, leggere di Ole che si è sempre sentito sbagliato e fuori posto – che dentro di sé ha sempre temuto di poter perdere l'amico a causa di sentimenti in esubero –, e ancora leggere di Homer che è felice e allora a più riprese avrebbe voluto baciarlo, perché proprio non riusciva a trovare altro modo per fargli capire quanto fosse felice di averlo con sé (beh, Homer, questa volta devo concordare con Ole: due amici non si dicono così di essere felici, sei un koala tonto anche tu! Ma questo l'avevamo capito da un pezzo!). Ma alla fine credo che il più grande pugno nello stomaco sia stato scoprire assieme a Ole perché abbia scelto proprio quella casa, lui così oculato e pratico che si rifugia in una villa troppo grande, troppo costosa e troppo scomoda solo perché inconsciamente quel luogo sa di Homer.
Ma ora Homer è lì ed è pronto a vincere ogni giorno le insicurezze e i timori di Ole. Mi piace pensare che, sia pure a modo loro, non si lasceranno mai più dopo questo momento e che riusciranno a viversi come avrebbero dovuto fare in tutti quegli anni persi a starsi lontani – e se non sarà così, mi consolerò pensando che in un modo o nell'altro arriverà sempre un momento e un luogo in cui ritrovarsi, perché fa parte di loro, sono questo: sono rincorse continue.
Ancora una volta credo di non averti scritto proprio niente e non so quanto possa farti piacere leggere le mie deliranze, però grazie davvero per i racconti che scrivi e per aver creato questi personaggi stupendi.
A proposito, amo sempre tanto la maniera che hai di descrivere emozioni e ambienti; al di là dei koala, leggerti è sempre bellissimo.
Un abbraccio!

Recensore Master
14/11/20, ore 11:03

Cara Blackjessamine,

mi concedo finalmente un momento per farmi la manicure con Briar di Zoya e recensire questo capitolo nel modo più compiuto possibile. È così pregno questo capitolo che è difficile fare una recensione esaustiva: Ole e Homer hanno un legame assoluto in cui predomina l’amicizia e la fratellanza. Sono anime gemelle, spiriti e corpi che si cercano. Insieme sono la cosa più simile a una famiglia che mi venga in mente. Le loro vite sono distanti per buona parte del tempo; a esclusione dell’adolescenza a Hogwarts, buona parte dell’adolescenza e della maturità viene trascorsa lontano, lontanissimo. Poi accade questa cosa imprevista (la paternità di Homer) e le loro vite si riaccostano fisicamente. Forse il loro rapporto, che ha momenti di passione pur non scadendo mai nel romantico, è tra i più belli, struggenti, intensi e veri che abbia mai letto in vita mia proprio perché c’è un limbo di indefinibilità nella natura umana e nei sentimenti che è difficile sciorinare. E tu arrivi al punto con forza, parlandoci di un amore che è connessione mentale, comunanza di spirito, affinità irrealizzabile con qualsiasi altro essere umano.

Prima ho detto che Ole e Homer sono famiglia e credo che non sia un caso che la loro vita nella stessa città inizi proprio quando Homer deve fronteggiare la paternità e decide di abbandonare la sua carriera in Gran Bretagna. Lui impara il mondo assieme a suo figlio (altro concetto bellissimo) e si ritaglia dei momenti familiari assieme all’amico di sempre, quello che nemmeno oceani e continenti hanno saputo allontanare (e le amicizie, nella vita vera, spesso naufragano perché finiscono gli argomenti in comune, perché interessi, orari e attività non coincidono più: loro no, loro continuano a sentirsi – i rapporti veri travalicano queste difficoltà). Ed è Homer a rivelare a Ole una verità fondamentale. Una buona fetta del capitolo è dedicata, infatti, all’analizzare la casa di Ole, un uomo single e solitario che avrebbe potuto senz’altro vivere in un bilocale moderno e ha preferito, invece, acquistare una casa che è tutto fuorché un affare. Sei stata bravissima a sottolineare proprio questo elemento: la casa è scomoda, in pessimo stato, inadatta perché troppo grande. È dispendiosa sia per quanto riguarda l’acquisto che la ristrutturazione o il mantenimento. Eppure, nonostante tutto questo, Ole la sente sua, la sceglie, sa che è quella giusta, insiste, lui così introverso e remissivo, per averla.

È corrispondente alla sua idea di casa. Assomiglia, ma di questo non se ne rende conto se non col senno di poi, a quella dell’amico che è tutto, che è l’Affetto Supremo: è il suo ideale di famiglia, perché la casa è la famiglia. A questo proposito, ricordo come descrivesti la casa paterna di Ole, l’appartamento babbano dove questo ragazzino dotato non riusciva a essere a suo agio e che si vergognava di mostrare agli amici (a Homer). Ecco, cara blackjessamine, ho analizzato solamente uno degli aspetti e ti ho lasciato un mezzo papiro.

L’altro elemento su cui volevo soffermarmi prima di chiudere, ma che, come dicevo, non esaurisce gli argomenti, è la rivelazione. Homer rivela a Ole il mondo. È lo specchio che riflette la vera immagine di Ole, la bussola che gli permette di identificarsi. È amandolo che Ole scopre la sua omosessualità, è lasciandolo entrare nella sua casa che si accorge di aver preso quella dei signori Landmann a modello, è facendolo accedere alla sua cerchia di conoscenze che scopre quanto la sua vita è piacevole e bella, compreso il castagno dove si ritrovano. Ci sarebbero da toccare altri argomenti: come anche nella maturità si cerchi il bisogno di rievocare alcuni momenti dell’adolescenza, periodo dove la nostra personalità si forma, come il silenzio parli più delle parole. Insomma, è incantevole e scrivi di loro con una profondità, una dolcezza e un amore che arrivano diritto al cuore di chi legge.
Un abbraccio,
Shilyss

Recensore Master
06/11/20, ore 20:20

Ciao cara **
E’ un piacere tornare a leggerti, anche perché questi due ragazzi (che in questa storia sono oramai due uomini fatti e finiti). Leggere di Ole e Homer mi mette sempre una certa malinconia, in questo caso in particolare, forse perché li ho conosciuti ragazzini e mi ritrovo a leggere di loro in versione adulta, dove sono più maturi, ma sono pur sempre gli stessi personaggi che ho imparato ad amare e conoscere.
L’autunno gioca un ruolo importante in questa storia, a livello proprio di atmosfere: è stato descritto in maniera così nitida il tutto, loro “nascosti” dal mondo in questo angolo di giardino dove sembrano un po’ intoccabili. In genere tutta la storia ha un’aria un po’ trasognata e delicata e questa è una cosa che mi è piaciuta molto. Ma nonostante ciò, i sentimenti, i dubbi e le paure ci sono sempre e sono costanti. E’ bello come Homer e Ole vogliano dedicarsi un po’ di tempo per loro, cosa non facile con tutti gli impegni e con il fatto che Homer oramai ha un figlio a cui pensare. Però è bello quando ci riescono, perché mi sembra di rivedere un po’ quei due ragazzini spensierati di tanti anni prima. Credo sia stato questo a trasmettermi malinconia più di tutto: il ricordare dei tempi che sembrano lontanissimi ma allo stesso tempo molto vicini. Ole ricorda sempre con grande dolcezza gli episodi della loro adolescente, tutti i detti e i non detti, fino ad arrivare alla separazione e poi al loro ritrovarsi. Ole è felice e non può fare a meno di ripensare ai bei momenti con Homer, con la sua famiglia. E’ felice, ma ha anche paura che questa felicità possa sparire da un momento all’altro con una parola sbagliata. E’ pure vero che tra questi due personaggi il rapporto è sempre un po’ stato al limite tre una forte amicizia e amore, e io mi ritrovo d’accordo con te quando dici che non è facile razionalizzare ciò che c’è tra loro. Se dovessi descrivere il legame tra Homer e Ole lo descriverei innanzitutto come una fortissima amicizia, ma anche come un essere anime gemelle (anche perché si sono ritrovati dopo trent’anni [?] non è proprio una cosa scontata). E’ un legame diverso da tutto ciò che si vede di solito.
Ole fa fatica a parlare , ha paura, ma è Homer a sorprenderlo. E chissà come sarebbero andate le cose se si fossero dichiarati ai tempi? Non dico che non avrebbe funzionato, ma secondo me avevano bisogno di crescere e adesso beh, sono qui. Non è che certi sentimenti siano spariti, ma semplicemente i due hanno evitato di pensarci. Le parole di Homer poi sono di quanto più rassicurante possa esserci: gli dice che non ci sarà niente che potrà allontanarlo, che è il suo migliore amico, praticamente un fratello. MA non sono solo amici. MA non sanno bene cosa dovrebbero essere. Io non credo che abbiano bisogno di “etichette” proprio per questo loro rapporto così particolare. Si percepisce dalle sole parole quanto il loro legame sia forte, a quanto siano felici insieme. Homer mi è proprio piaciuto, è così sicuro di sé qui e credo abbia preso delle consapevolezze tutte nuove. Perché davvero, non credo potrà mai esserci niente che li farà smettere di volersi bene e il fatto che poi voglia rassicurare ogni giorno Ole, beh…mi ha scaldato il cuore, tutta la storia mi ha trasmesso così tanta dolcezza come non mi succedeva da un po’, e non sai che faccia sognante avevo mentre leggevo. Non posso che augurare a loro sempre un sacco di bene, nonostante tutte le difficoltà che potrebbero esserci. E nulla, è stato un piacere tornare <3

Nao

Recensore Master
15/10/20, ore 23:15

Ole e Homer!
Non vedevo l’ora di leggere di loro di nuovo!
Certo che Ole non riesce proprio a lasciarsi andare. Si fa così tante seghe mentali che ci riempirebbe il mondo (oltre che questo capitolo).
Non riesco a capire perché non ci riesca; per lo meno Homer sembra che voglia vivere il suo amore finalmente in modo sereno e consapevole (certo di esperienze ne ha avute molte e devono averlo reso consapevole di non perdere tempo e farsi troppi problemi).
Spero di poter leggere nuovamente di loro molto presto! E spero che Ole sbatta la testa (forse solo questo può cambiarlo) e decida di essere più sereno e felice dei suoi sentimenti.