IV POSTO / “L’ennesimo inganno”, mystery_koopa – 43,5/50
Grammatica e stile: 14,5/15 (10 + 4,5)
Dal punto di vista grammaticale non ho riscontrato alcuna imperfezione, per cui non posso che farti i miei complimenti!
Anche per il tuo stile temo di avere poche considerazioni sostanziali; scorrevole, pulito e dritto al punto, è lo stile più azzeccato per la storia che sei andato a creare. I dialoghi sono accurati e dal forte impatto emotivo, così come le riflessioni introspettive di Annalise di cui la fic è pregna.
Le proposizioni principalmente subordinate dànno poi un’ulteriore fluidità al testo, per cui l’intero scritto si legge veramente tutto d’un fiato, sia per la coesione interna che è mantenuta viva dall’inizio alla fine, sia per la successione scelta per le varie sequenze. Si passa infatti dal confronto diretto tra le due donne ai pensieri di Annalise – prima circa la class action, poi volti verso la governatrice, per terminare infine sul “colpo di scena” dell’identità del traditore – in modo naturale e spontaneo, proprio come se ci trovassimo sulla scena e stessimo osservando i comportamenti delle due protagoniste.
E tutto questo è dovuto non soltanto all’organizzazione pratica della trama, ma anche allo stile consono e appropriato che fa procedere la storia in maniera ordinata e con un filo logico che non viene mai perso di vista.
Trama e originalità: 8/10
La trama della storia è abbastanza solida e curata adeguatamente. Essendo andato a toccare un momento canonico, hai fatto la scelta azzeccata di non narrare antefatti inutili che il lettore già conosce, ma sei andato ad ampliare la sfera psicologica ed emotiva della protagonista, che nel canon viene spesso lasciata all’immaginazione, soprattutto nel momento da te descritto quando non ha molte persone con cui confidarsi.
Le sue riflessioni sono state dunque motivo di forte interesse, perché sebbene non siano totalmente inedite dànno una buona visione panoramica del personaggio, che qui viene raffigurato tra l’incertezza di stare sbagliando e la consapevolezza di essere vittima di un altro inganno da parte del governo.
È quindi un momento prevalentemente introspettivo, in cui però si inseriscono anche avvenimenti effettivi il cui mero accenno è comunque sufficiente a creare un contesto più ampio e intricato. Si tratta in effetti di una situazione peculiare; accennando ma non esplorando più in profondità determinati eventi, li rendi ancora più significativi. Non andando a specificare il cosiddetto elephant in the room, non dicendo ciò che sia Annalise che la Birkhead stanno realmente pensando, riesci a creare un’atmosfera tesa e parecchio suggestiva.
L’unica vera pecca degna di nota riguarda l’originalità, dato che sei andato a descrivere un momento interamente canonico e poco aperto a interpretazioni personali o sfaccettature nascoste. Ciò non toglie che tu l’abbia fatto in modo pertinente e preciso, scegliendo di descrivere il momento emblematico di tutta la questione aleggiante intorno alla morte di Nate Lahey Sr., ma non sono presenti degli spunti mai visti o che non siano già stati discussi ampiamente nella serie.
Nel complesso è stata ugualmente una lettura degna dell’argomento e che evidenzia ulteriormente determinati aspetti specifici, ma qualche nozione originale avrebbe senz’altro reso il tutto ancora più d’impatto.
Caratterizzazione dei personaggi e IC: 10/10
Come detto anche in precedenza, una delle cose che mi ha subito colpita sono stati i dialoghi, che ho trovato veramente spot on, tanto che persino i commenti della governatrice Birkhead appaiono per un certo verso convincenti. Se nella serie originale non mi sono mai fidata di lei e ricordo di aver urlato allo schermo “Non farlo!” ad Annalise, qui le sue parole sono incantatrici, perché va a toccare un argomento a parer mio molto azzeccato: l’ambizione di Annalise. Se da un lato è vero che vuole aiutare le persone ingiustamente incriminate con la class action, dall’altro è altrettanto vistoso il suo desiderio di avere un riscatto tra i suoi colleghi, che a questo punto della storia stanno iniziando a perdere rispetto nei suoi confronti.
È un dualismo che spesso viene omesso nelle storie o nei resoconti, perché moltissimi osannano Annalise fino all’esasperazione, mentre io l’ho sempre vista sì come qualcuno che vuole creare del buono nel mondo, ma anche strategica e abbastanza furba da porre se stessa come primario obiettivo.
Anche l’altro personaggio presente, poi, è IC fino al midollo; la governatrice Birkhead, infatti, viene delineata fin dalla prima frase, e sia dai movimenti sia dalle parole che pronuncia è ben riconoscibile la personalità doppiogiochista che conosciamo. Sebbene stia mentendo spudoratamente, mantiene quell’aria innocente e da buona samaritana, atteggiandosi come se stesse facendo un favore non richiesto ad Annalise, invece di essere la causa di tutti i suoi problemi.
Questo aspetto in particolare, me l’ha fatta apprezzare molto; nella storia viene mostrato come la situazione sia oltremodo precaria, poiché in questo momento né gli spettatori/lettori né Annalise sono a conoscenza della verità dei fatti, e qui si sente proprio questo clima di tensione palpabile che si interrompe prima di una reale risoluzione, rendendo ancora più significativo quello che invece si è detto fino a quel punto.
I dialoghi pungenti, le frasi dette a metà perché si parla sempre per enigmi e mai per fatti concreti, il solo atteggiamento delle due protagoniste verso l’un l’altra che lascia trapelare astio mal celato… questi sono solo alcuni degli elementi riscontrati nel testo che mi hanno fatto proprio ricordare lo spirito della serie televisiva, e che sono stati esplicitati in maniera soddisfacente e, soprattutto, accurata nonostante la brevità dello scritto.
Utilizzo del pacchetto: 3/5 (1,5 + 1,5)
Il prompt del pacchetto – “vendetta” – è stato usato in modo molto ingegnoso, mettendo in relazione l’astio tra le due donne con quello che sta succedendo in scena, come se appunto a mandare avanti il discorso fosse proprio la voglia di rivalsa e di superamento dell’altra, più che un vero scopo preciso.
Mi sarebbe piaciuto vederlo un po’ più pronunciato, dato che appare a metà fic e il concetto non viene espanso ulteriormente, ma ho apprezzato questa trovata originale per cui hai inserito un elemento in generale non particolarmente innovativo e gli hai dato una sfumatura inaspettata e ben collocata all’interno del contesto in cui ci troviamo.
La citazione era invece “You knew the hero died, so what’s the movie for?”, e mi ha convinta un po’ di meno; ho riscontrato il senso nel testo – quando la Birkhead paragona Annalise all’eroe di un film che vuole sempre salvare la situazione – ma non è un pensiero che viene effettivamente elaborato nel corso della storia.
È una frase che si appresta facilmente all’interpretazione più libera, dato che non ha un vero significato letterale concreto a cui attingere, ma sarebbe dovuta essere comunque la colonna portante del racconto, e qui questo avviene solo in parte. L’eroe che muore a fine film, in questo caso, chi sarebbe? Annalise? Nate Sr.? L’analogia viene lasciata in sospeso, senza una risoluzione vera e propria, e mi dispiace anche perché era molto interessante e mi sarebbe piaciuto vedere dove sarebbe andata a parare.
Gradimento personale: 8/10
HTGAWM è un fandom a me molto caro; ho visto la serie per la prima volta solamente quest’anno, eppure me ne sono subito innamorata follemente. Vedere una storia scritta a riguardo, quindi, mi ha fatto piacere di per sé, e soprattutto una scritta in modo così impeccabile con dei personaggi e un’atmosfera assai vicino ai temi originali.
Spero dunque moltissimo di avere l’occasione di leggere altre tue opere a riguardo – se non sbaglio questa è proprio la prima fic scritta da te che leggo in assoluto –, non soltanto perché purtroppo il fandom scarseggia ma anche perché questa flashfic è riuscita a toccare i punti salienti in poche parole e sono curiosa di vederti destreggiare in componimenti più corposi.
In sostanza, è stata una buonissima prima impressione per introdurmi al tuo profilo!
Totale: 43,5/50 |