Recensioni per
Stay with me, my blood
di _Blumenonfire_

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
19/12/20, ore 19:43

cara, buonasera
ma siamo precisamente sulla stessa lunghezza d'onda!
ho sentito davvero uno spirito affine nella descrizione di Myc e del suo rapporto con il fratellino, la persona che più (o solamente) ama al mondo
Sono una grande nemica dei signori Holmes, devo dire, quindi penso che tu abbia descritto benissimo tutto lo stato d'animo di Mycroft
Un po' di gelosia per il minore, che è normale, perché per quanto lo neghi è un essere umano
Un senso di incertezza: e se fosse più intelligente di lui? o troppo stupido per poterci parlare?
E se lo farà cadere, facendogli male?
E questi non sono gli "sciocchi" pensieri di un bambino, ma parti del carattere che si vilupperanno senza cambiare poi tanto
Myc è stato poco infantile anche a due anni, per me! e sento di trovar qui gli stessi sentimenti, perchè il senso di protezione è più grande di quello che si avrebbe per i 7 anni di differenza: è che lui è tutta la famiglia che Sherlock abbia al mondo
Non dici se in questa storia Eurus esiste o no, ma dopo un attimo di incertezza credo che tu l'abbia omesso per non togliere unicità e ineluttabilità al rapporto dei due fratelli, come a dire che comunque la loro relazione sarebbe stata così: burrascosa ma incredibilmente importante
quel piccolo Sherlock che si difende con: non sono un tossico fa tenerezza ma anche voglia di dagli uno schiaffo... come ha fatto Molly. Non deve buttarsi via così, fa rabbia vederlo in quello stato in un letto di ospedale..
bellissima, mi è piaciuta davvero molto
a presto, baci
Setsuna

Recensore Master
05/11/20, ore 10:03

Ciao, erano giorni che avevo adocchiato questa storia e l'avevo anche letta tipo subito, ma non avevo mai preso un minuto per lasciarti una recensione. Lo faccio ora, e ci tenevo, perché è una storia davvero molto bella. E poi io amo in modo particolare le storie che parlano del rapporto tra i fratelli Holmes, questa oltretutto è anche scritta dal punto di vista di Mycroft... hai fatto bingo guarda...

L'ho trovata molto ben scritta, priva di errori e molto scorrevole. Non sono una che va a caccia di errori col lanternino, ma quando una lettura è fluida e pulita mi piace sottolinearlo perché penso che all'autore possa far piacere saperlo. Anche lo stile mi è piaciuto, molto delicato e poi il fatto che tu abbia incentrato la storia tutta su Mycroft ha sicuramente alzato la difficoltà. Mycroft è tutto tranne che un personaggio facile, al contrario è molto complesso e pieno di sfaccettature, ma al contrario di Sherlock è molto più misterioso e oscuro. Di lui se guardi bene non sappiamo poi molto, della sua vita privata ad esempio si sa poco o nulla, ma uno dei punti fermi è che tiene a Sherlock davverot tantissimo e che fa sempre l'impossibile pur di proteggerlo, soprattutto da se stesso. Questa storia parla proprio di questo, analizzi il suo punto di vista in relazione a come vede Sherlock, il che succede nell'arco di una vita perché la storia inizia che Sherlock è appena nato e finisce con un tempo che possiamo definire presente. Mi è piaciuto molto come sei riuscita a tenere IC il personaggio, come dicevo non dev'essere stato facile, anche perché non ti sei limitata a mostrarci un Mycroft contemporaneo alla serie, ma sei andata indietro nel tempo fino a quando lui era bambino. Trovo credibile il senso di fastidio che prova all'idea di non essere più solo. Mycroft è una persona che tiene in modo esagerato alla propria routine, alle proprie cose da fare senza interruzioni. Lo immagino in questo modo anche da bambino, già straordinariamente intelligente e avanti d'età, trovo comprensibile che sia stato scettico all'idea che un altro membro della famiglia entrasse nella sua vita. E infatti nelle prime battute Sherlock viene descritto come un sicuro elemento di disturbo alla sua pace e ai suoi studi. Interessante il fatto che Mycroft ne rimanga però conquistato e molto tenera la scena in cui questo bambino dagli occhi così chiari gli stringe il dito, un'immagine molto d'effetto perché è come se tutto fosse iniziato in quel momento, la costante preoccupazione, il farsi gli affari di Sherlock... Ho la sensazione che Mycroft biasimi molto se stesso per la tendenza di Sherlock a usare la droga. Forse, e non essendo qui citata Eurus, possiamo anche dire che se ne di ancora di più la colpa rispetto alla serie. Di certo il senso di colpa è l'elemento che viene più fuori in questa storia, assieme all'amore e niente... è un po' dolceamara. Perché il finale è un po' triste, con Sherlock steso in un letto d'ospedale e Mycroft che lo veglia. Ci mostri un grande sentimento, davvero enorme, che però non viene forse espresso nel modo giusto. E per me è proprio così che sono Mycroft e Sherlock.

Hai sicuramente scritto una storia interessante, complimenti e alla prossima, spero presto.
Koa

Recensore Master
30/10/20, ore 00:06

Ciao!
Avevo aperto il sito in un momento di pura noia e non mi aspettavo proprio di trovare una tua storia. E devo dirti: sono corsa a leggerla, perché ormai ho masticato un po' della tua scrittura e mi ha piacevolmente intrattenuto per due volte.
Ordunque, eccomi qui.

Devo dire che mi aspettavo una Johnlock, ma una Mycroft&Sherlock non guasta mai. Ho letto davvero poco su di loro, nel corso degli anni. Almeno, mi è capitato di rado di leggere qualcosa incentrato principalmente su di loro, sul loro rapporto tra fratelli.

Il pov di Mycroft è uno dei più difficili da riprodurre, a mio dire... Ma non quando si tratta di Sherlock. Ecco.
Si parla tanto della connessione mentale tra Moriarty e Sherlock, di come John completi Holmes... Ma quasi nessuno si sofferma mai a pensare a quanto bene Mycroft riesca a leggere e comprendere suo fratello.
O, almeno, quanto si preoccupi per lui.
Parliamo sempre di Sherlock come persona distaccata, fredda, piena di muri... Ma, lui, intanto, ha saputo abbatterli: con John, un tantino con Mrs Hudson, un po' con Lestrade, un pizzichino con Molly... Mycroft no. L'unica persona con cui si lascia un po' andare è sempre stato Sherlock.

E tu ci mostri una contrapposizione bellissima tra l'inizio... E il loro allontanamento. Mycroft che inizialmente era quasi contrario all'idea di avere un fratello, all'idea di dover conoscere e convivere con qualcun altro. Poi c'è il primo vero contatto. Sherlock smette di essere qualcosa di astratto. Smette di essere qualcosa che "doveva accadere", smette di essere un argomento studiato sui libri... E diventa reale. Diventa suo fratello. Qualcuno di cui prendersi cura. Qualcuno da difendere.

Ed è davvero triste, pensandoci, vedere quanto Mycroft si preoccupi per lui, quanto gli faccia quasi da mamma apprensiva, e riceva solo muri. Silenzi. Dispetti. Grugniti.
È triste vedere come Mycroft veda suo fratello darsi alla droga per scappare dalla monotonia di un mondo a cui sente di non appartenere.

Questa è la differenza tra i due Holmes, almeno all'inizio: Mycroft ha accettato il suo posto nel mondo. Sherlock no. Sherlock tenta ancora di trovarlo, ma gli sta stretto. Sopravvive alla noia, alla routine, ma l'eccitazione e l'adrenalina durano troppo poco.

Anche Mycroft si sente a disagio, nel mondo, ma è diplomatico. Sherlock non ha peli sulla lingua e non ama seguire i copioni. Forse è così che vede Mycroft: come qualcuno che indossa perennemente una maschera. Qualcuno che non ha mai avuto veramente il coraggio di essere se stesso.
Qualcuno che si è adattato ad un mondo che Sherlock non riesce ad accettare, non pienamente.

È triste, a pensarci bene, il loro rapporto. E tu hai usato un momento perfetto per mostrarci tutto questo: Mycroft in pieni, dinanzi a un letto di ospedale, a guardare suo fratello in pessime condizioni. Condizioni che Sherlock stesso ha voluto.
Ma come si salva qualcuno che non vuole essere salvato? Come si protegge qualcuno che innalza continuamente muri e ti tiene lontano?

E Mycroft ha questo senso... Di colpa, che non lo abbandona. Un senso di colpa che maschera. Un senso di colpa e di sconfitta che si manifesta tutte le volte che non riesce a tenere al sicuro il suo fratellino.

Per me, hai descritto bene questo aspetto. Dalla prima volta che Mycroft tiene tra le braccia suo fratello al vederlo in ospedale, da adulto. Non più paffuto come un bambino, ma cresciuto e spigoloso.

Insomma, ho gradito tanto anche questa piccola immersione nel rapporto dei fratelli Holmes. L'hai rappresentato davvero bene, a mio dire.

Unico appunto che mi sento di farti: so quanto Word possa essere rompiscatole, ma ti consiglio di utilizzare "È".
So che il tuo non è un errore, ad ogni modo.

Un'altra cosa per cui volevo complimentarmi: sei riuscita ad entrare nella mente di un Mycroft bambino, poi di un Mycroft adulto. Non ho storto il naso nemmeno mezza volta. Hai saputo estrapolare, mostrare il lato più umano di un personaggio complesso. Senza mai risultare OOC. Brava, brava, brava.
In più, devi sapere che nutro un debole per la narrazione in seconda persona, e in questo caso non solo hai saputo usarla bene, ma ci stava anche da Dio. Ottima scelta e bel lavoro!

Bandierina verde, of course.
Spero tornerai ancora a scrivere, pubblicare. Qualsiasi sia il rapporto, la situazione che intendi raccontare.