Con questa OS mi fai rientrare nel clima della S3, Stagione BBC che non amo particolarmente perché rappresenta malinconicamente la fine di un’era, ma apprezzo molto quando, qualcuno di voi Autori, se ne occupa.Ti dirò: preferisco quel cataclisma della S4 all’atmosfera quasi surreale e grottesca della terza Stagione.
Quindi leggo, quasi con sofferenza, il tuo pezzo che rispecchia realisticamente lo stato d’animo di Sh di fronte alla, per lui, tragica realtà di Mary e del matrimonio di John.
Il titolo che hai scelto è efficacemente espressivo della situazione che ruota intorno al 221b, dopo il ritorno di Sh dal forzato esilio del post Reichenbach . Vuoto, solitudine, disperata ricerca di non disperdere quelle “briciole” di affetto e d’interesse che mantengono in vita l’animo di Sh. Questa è l’essenza, secondo me, della tua OS. Un bel pezzo, sinceramente, che non ha bisogno di tanto “scritto” per riportare un’atmosfera quasi surreale di delusione, rimpianto e disperazione. Noto che non manca l’accenno alla figura di Mary, personaggio che mi ha sempre trasmesso un senso di soffocamento ma che, purtroppo, è entrata a far parte dell’equilibrio, o caos che dir si voglia, di Baker Street.
“...deluse...lentamente...frustrato...fogne...”: nella scelta dei vocaboli che hai fatto, già si nota il clima deprimente e senza speranza in cui Sh si trova a vivere al 221b privato di un elemento fondamentale, solare, che è la solarità di John. Mary, qui, è solo una “lei”, sussurrata quasi in fretta ma, per il cuore di Sh è assordante, invasiva. Il contrasto che lui vive è che quella donna, pur avendogli portato via John, non gli dispiace. Infatti ne coglie l’intelligenza, il mistero, l’inquietante personalità. E, con questi presupposti, Sh va a nozze, in termini molto semplicistici. La frase che preferisco è quella in cui, quella “briciola” che cade dal “tavolo della vita” di Watson, diventa il centro dell’universo di Sh. Può essere uno sguardo, un sorriso, una frase...Momenti in cui Sh può illudersi di vivere. Pochissime parole, le tue, ma davvero coinvolgenti anche perché esprimono, in modo quasi poetico, cioè con un linguaggio universale non legato alla singola situazione, il dramma che travolge il consulting: dal primo momento in cui lui ha conosciuto Watson, il suo cuore ha ripreso vita, energia. Io credo che il consulting possa sicuramente aver avuto attrazione per altre persone, nella sua “vita precedente”, infatti non sono una fan dello Sh ingenuo ed “illibato”, ma il sentimento per quel malinconico soldato, deluso e ferito, è stato per lui fulminante, da quel loro primo incontro al Barts in poi. John è diventato il centro di tutto, la sua luce. Poi, il drammatico “volo” che ha caratterizzato il Reichenbach, ha iniziato una nuova era, più sofferta, più dolorosa ed intensa perchè i sentimenti si sono affacciati prepotentemente alla coscienza. Pur conservando la sua formidabile intelligenza, Sh ha dovuto prestare ascolto anche alla voce del cuore. Quindi, per esempio, a John piace Mary, dunque quella donna, pur nella sua ambiguità, piace anche a Sh che la vede quasi un tramite tra lui e Watson.
Il POV che hai scelto é quello di Holmes e questa strategia narrativa ci permette di percepire ancora di più la sua disperazione anche perché abbiamo ben presente il John della terza e della quarta Stagione che non è più quello solare delle prime due. Quindi cogliamo che il richiamo, la richiesta di affetto e di attenzioni che Sh gli rivolge, muto, nel profondo del suo animo, non troverà un abbraccio mediato riscontro. In effetti, Watson è dominato dalla rabbia e dal rancore per essere stato escluso dal piano ideato per far “morire” Sh, in modo da annientare la rete criminale di Moriarty.
Dunque la tua breve OS, secondo me, in realtà è densa di significati e di riscontri IC perché i riferimenti, al carattere dei personaggi ed ai fatti, ci sono. La scelta, poi, di far “parlare” Sh é molto impegnativa perchè dai voce ai pensieri di una figura estremamente complessa ma il risultato è sicuramente positivo. In chi legge, parlo comunque per me, hai saputo suscitare varie emozioni e sentimenti: pena, malinconia, tenerezza...
Direi che considerando, appunto, l’esiguità dello spazio a tua disposizione, hai completato un lavoro molto soddisfacente, originale, nonostante l’argomento non sia nuovo nel grande mare del fandom. Brava. |