Ciao
questa è letteralmente la prima IzoxMarco che leggo. Ammetto di aver aperto la storia più per curiosità, che per altro.
E devo ammettere di non essere rimasta delusa, anzi, ho apprezzato particolarmente il tuo modo di narrare e il modo in cui gestisci i personaggi.
Ma purtroppo, ho un appunto da farti proprio su quest'ultimo punto.
Amo i Pirati di Barbabianca con tutta me stessa e conosco benissimo quanto forte sia la loro passione per il viaggio, nonostante abbiano solcato le onde per più di trent'anni.
E posso anche capire il volere di Izo, ma hai fatto sembrare Marco una persona stanziale, che oramai ha rinunciato a viaggiare il che è falsissimo!
Nemmeno Marco stesso sa quanto lui ami il mare e i suoi mille imprevisti, quanto si diverta quando durante le tempeste, le onde sono tanto forti da far saltare la nave o quanto adori studiare i fenomeni metereologici che quella strana fascia di mare che è la Grand Line offre.
Le sua più grandi passioni sono la navigazione e la cartografia, lui ama viaggiare come Luffy ama la carne, coma Sanji ama le donne, come Nami ama il denaro.
Stava su quell'isola solo perché si costringeva, per i sensi di colpa dovuti a Marineford, perché si sentiva in obbligo di dover proteggere l'ultimo ricordo della persona che probabilmente è stata la sua unica figura paterna, non essendo riuscito a fare lo stesso due anni prima, né con Barbabianca né con i suoi due migliori amici.
Sì, non metto in dubbio che fosse felice lì, anzi, ma come ho detto prima era lui stesso che si costringeva a rimanere, facendosi automaticamente soffrire da solo, anche se non lo dava a vedere.
Spero di non averti annoiato con la mia recensione,
baci,
Alba |
