Ciao cara, sono riuscita a passare solo a quest'ora per simpatici problemi di connessione.
Il tuo prologo mi è piaciuto davvero molto. La tensione cresce ad ogni riga, si sa che qualcuno sta andando a prenderla, ma non arriva mai. Questo tirare per le lunghe, allungare il brodo crea una tensione palpabile.
Mi piace il fatto che tu abbia inserito delle onomatopee. Rende un testo riconoscibile ed è una delle cose che potrebbero far sì che qualcuno associ la storia direttamente all'autore, qualora lo stile si consolidasse in questo modo.
Per dirla in breve, ha personalità. La mia domanda è: si tratta di una scelta stilistica ben precisa o stai sperimentando?
Molto bello il fatto che tu non ci dica nulla sulla protagonista, a parte il nome. Ma oltre quello, nulla che la renda riconoscibile.
Questo potrebbe portare le più empatiche ad immaginare meglio la scena dal proprio punto di vista, come se loro fossero la vittima.
Il fatto che tu descriva dettagliatamente i sentimenti anche grazie ad immagini, paragoni e metafore aiuta ancor meglio a rendere l'idea di ciò che si prova: disgusto, paura, consapevolezza, speranza, rassegnazione... c'è davvero di tutto.
Non mi aspettavo minimamente che sarebbe stato il fratello il suo stupratore. Ero sicura fosse il padre, l'immagine che mi hai trasmesso è di un vecchio pedofilo, forse per via della gamba zoppicante o perché si ha l'idea che ci si possa opporre meglio ad un proprio "pari", mentre al genitore è più difficile.
Questo colpo di scena mi ha stupita ed anche incuriosita. Lo trovo meno scontato.
Sono curiosa di andare avanti. Mi è piaciuto molto questo inizio, la metto tra le seguite. L'ho trovata ben scritta con un ritmo crescente.
Alla prossima!
- A. |