Ciao Joy, rieccomi a leggere e apprezzare.
Sentita, corale, perfetta nella sua semplicità. Sa di famiglia, di intimità, di dolore e allo stesso tempo di speranza nel dolore. E' quello di cui sentivo il bisogno in questo Natale. E' ciò di cui forse abbiamo sempre un disperato bisogno, tutto l'anno! Mi piace l'ambientazione, il "pretesto" di quell'atmosfera per andare oltre, nel cuore dei personaggi, nel loro sentire. Amo come delinei Jody, materna, forte e fragile in egual misura. Ti ho già detto che mi colpisce sempre la "sintesi" il fatto che tu riesca in frasi cosi brevi, nette, a far "arrivare" concetti ed emozioni potenti, complesse. Così trovo credibile il fatto che per Dean, quella "porta sempre aperta" sia il tentativo di Jody di illuderli di avere una famiglia mentre per Sam ci sia qualcosa in più nel comportamento dell'amica...non lo fa solo per loro, ma anche per se stessa, perchè ne ha bisogno. Sam coglie quella mancanza, quel vuoto da colmare. Jody Ha bisogno di sentire "casa" quelle mura troppo silenziose, ha bisogno di regalare l'amore che non può più dare a suo figlio...e allora le ragazze e quei due cacciatori, sempre in bilico tra la vita e la morte, gli fanno un regalo enorme, e non solo a Natale: le offrono l'opportunità di sentirsi ancora viva, capace di amare, di curare, di consolare, di accogliere e persino di...cucinare come solo una madre sa fare. Piccoli quadri di famiglia, racchiusi in termini "banali" che tu rendi straordinariamente speciali, così la ghirlanda sfiorata da un Sam sfiancato dalla febbre, diventa il rimpianto di quei Natali troppe volte non vissuti, persi tra una caccia e l'altra; il "sapone" genera un ricordo gentile, dolce e quegli indumenti "freschi di bucato" richiamano alla "normalità" di giornate tranquille, che "sanno" di buono. E poi mi piace il finale perchè, dedicando poco più di una riga a ognuno, ne carpisci l'essenza:
C'è Dean che improvvisamente ricorda di avere un fratello convalescente e abbassa i toni; gli viene naturale, lo protegge da sempre.
C'è Claire che non ha fede da quando un angelo si è preso suo padre; suo padre, che ha preferito la fede a lei. (meraviglioso "riassunto" del sentire e della tormentata esistenza di Claire).
C'è Jody che darebbe qualsiasi cosa pur di avere di nuovo una famiglia, dentro quella casa vuota.
E Alex che stringe le labbra quando esce per fare il turno di notte, perché di notte lei ha vissuto troppo a lungo.(Anche qui...perfetta!)
E poi c'è lui, che non sa a che luogo appartiene ed è stato così fin da quando era bambino, ma sa che appartiene al quel momento e vuole goderselo. (Sam così simile ad Alex, Sam con quel lato oscuro che lo fa spesso sentire "fuori posto" ma non qui...non in quel momento che sente "suo", che gli offre la pace, tanto cercata nell'inquietudine che si porta dentro).
Grazie per questa storia natalizia che ci ricorda i valori davvero importanti...sempre: l'amicizia, la famiglia, i legami che si creano tra persone ferite che, pur messe a dura prova dalla vita, riescono ancora a donare se stessi...e quale miglior "pacco da scartare" sotto un immaginario albero che profuma di biscotti appena sfornati e di legna scopiettante?! Le parole semplici restituiscono quanto di straordinario incontriamo ogni giorno, lungo il cammino, nutrendoci di sentimenti veri, sinceri, preziosi.
Tu me lo hai ricordato.
Buon Natale! Alla prossima!
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