Dunque.
Non ricordo cosa ti ho scritto all'epoca, però un piccolo commento voglio lasciartelo, perché questa raccolta di poesie è stupenda e il numero di recensioni non le rende giustizia – lo so, è un numero che non conta niente, ma diciamo che voglio portare ordine (!) nell'universo.
Come credo di averti scritto in passato, sono certa che questa sia la voce di Ole, nella sua infanzia di silenzi, nel suo aspettare coi palmi arresi di chi per troppi anni ha creduto di essere solo, immerso in un silenzio che nessuno avrebbe mai potuto rompere.
E invece è arrivato Homer.
Homer che è rumore, che il silenzio lo divora, ma che nasce nomade ed è ancora troppo presto affinché arresti la sua corsa, quella che lo porta lontano e rende giugno un mese che sa di nostalgia, dove si tirano le somme prima di allontanarsi, dove loro sono lontani e vicini, perché sia pure dall'altra parte del mondo continueranno a essere respiro.
Come sai, amo tantissimo che la poesia incontri la prosa, dando vita a una narrazione che è poetica nella scelta del lessico, nelle metafore che sono portanti, in quelle figure retoriche che ci impongono un ritmo che sembra replicare il respiro dei protagonisti, ma che al tempo stesso è anche narrazione e in quanto tale racconta una storia fatta di emozioni.
Insomma, lo sai già, amo questo tuo progetto e sono felice che sia tornato a casa (e se ti ho scritto il contrario di mesi fa, mi giustifico dicendo che la poesia è attimi e sensazioni e ogni volta può trasmettere qualcosa di diverso!).
Un abbraccio, a tra poco! |